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Mai sconfitti - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:56

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Mai sconfitti

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Vengo da Osaka, dal “Kansai sempre vittorioso”.
Dieci anni fa, quando nostro figlio Hibiki stava per compiere due anni, ci siamo accorti che non riusciva ad allineare lo sguardo. Dopo vari esami clinici gli è stato scoperto un retinoblastoma, un tumore maligno agli occhi. Siamo rimasti senza parole quando il medico ci ha detto che asportare il tumore voleva dire estrarre i bulbi oculari. Spinti dal desiderio di salvare i suoi occhi, lo abbiamo portato in diversi ospedali, ma la risposta era sempre la stessa.
La situazione peggiorava velocemente, per questo i medici ci sollecitavano a prendere una decisione.
O gli occhi o la vita… Non riuscivamo a scegliere.. Sostenuti dai compagni di fede, ci siamo messi davanti al Gohonzon. Recitando Daimoku abbiamo deciso di vivere insieme a nostro figlio. L’intervento per asportare i suoi occhi è durato due ore. È andato tutto bene. Il medico è rimasto colpito dal fatto che, grazie alla presenza di una massa di tessuto dietro ai bulbi oculari, non sono state riscontrate metastasi né al cervello né agli altri organi. Abbiamo sentito la forza della preghiera. Ma la vera lotta è iniziata da quel momento.
Hibiki non riusciva più a percepire la luce e cominciava a urlare e a piangere a causa dello stress. Io continuavo a pensare: «Perché non me ne sono accorto prima?» e mi addossavo la colpa dell’accaduto.
Circa sei mesi dopo, un giorno Hibiki ci ha detto: «Io non ci vedo; ma se mi impegno posso fare qualsiasi cosa, perciò smettetela di piangere». Lo ha detto con un tono di voce allegro, nonostante soffrisse più di tutti. Non sapevamo cosa rispondere.
Nichiren Daishonin scrive: «È senza dubbio a causa delle forze karmiche che essi divennero i miei genitori e io il loro figlio» (RSND, 1, 882). Abbiamo capito che grazie a nostro figlio potevamo pregare con serietà, vincere su noi stessi e diventare più forti.
Da quel momento, abbiamo pregato affinché nostro figlio potesse compiere la sua missione, e abbiamo stabilito tanti obiettivi concreti, ad esempio che dormisse bene la notte, che riuscisse a giocare anche da solo.
Volevamo fare in modo che il suo mondo potesse espandersi, e lo aiutavamo a tenere in mano tante cose per fargli capire cosa fossero tramite il tatto e l’olfatto.
A quattro anni Hibiki ha cominciato a suonare la batteria. Ha fatto progressi molto rapidamente e si è parlato di lui alla radio, in TV e anche sul giornale Seikyo.
Fino a oggi abbiamo affrontato tante difficoltà, ma le abbiamo superate tutte, una dopo l’altra. Sensei scrive: «Qualunque malattia possa colpirci, qualunque difficoltà ci troviamo ad affrontare, non ci lasceremo mai sconfiggere. Riusciremo a far brillare assolutamente la nostra Buddità, nobile e preziosa, e ad aprire la strada per realizzare una felicità senza pari, per noi e per gli altri. Questa è la fede. Questa è la strada per realizzare il grande desiderio di kosen-rufu».
Il sogno di Hibiki è diventare un batterista professionista per trasmettere coraggio e speranza a tutti.
Siamo determinati ad avanzare insieme a sensei sulla strada di maestro e discepolo!

Subito dopo l’esperienza raccontata alla riunione mondiale dei giovani, si è alzato il sipario e tra gli artisti sul palco è apparso proprio Hibiki, seduto alla batteria e pronto ad eseguire la nuova canzone dei giovani THIS IS MY NAME … A questo punto l’emozione dei partecipanti è esplosa incontenibile!

Corso mondiale dei giovani

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