Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Niente può sminuire la dignità della vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:52

623

Stampa

Niente può sminuire la dignità della vita

Andrea Campagna, Bologna

Quando ho fatto il mio primo viaggio in Giappone ero giovane e inesperto della vita. Oggi, grazie ai costanti incoraggiamenti del mio maestro, sono un uomo solido, fiero e felice

Dimensione del testo AA

Quando ho fatto il mio primo viaggio in Giappone ero giovane e inesperto della vita. Oggi, grazie ai costanti incoraggiamenti del mio maestro, sono un uomo solido, fiero e felice

Fin dall’infanzia, una profonda insicurezza mi impediva di avere una vita serena. Nel 1992 lavoravo come operaio in una grande azienda, quando il mio collega Roberto mi parlò del Buddismo. Mi colpì subito la profondità della filosofia e iniziai a recitare Daimoku, a studiare le guide e i Gosho.
Pur non capendo quasi nulla, la grande forza di Nichiren Daishonin e del presidente Ikeda mi arrivarono dritte al cuore e mi incoraggiarono a credere che anch’io avrei potuto vivere in modo libero e vigoroso. Così decisi di entrare a far parte della Soka Gakkai. Iniziai a fare attività come soka-han, desideroso di trasformare al più presto la mia vita. Il più grande beneficio fu trasformare quell’insicurezza comprendendo che, come dice sensei, la mia esistenza aveva una profonda dignità e niente e nessuno avrebbe potuto sminuirla. È stato l’inizio di una nuova vita: cominciai a prendermi cura di me stesso, ad apprezzarmi, ad aprirmi agli altri e a mettere obiettivi e azioni concrete.
Poco dopo ebbi la fortuna di partecipare alle attività per accogliere sensei a Bologna nel 1994. I miei sforzi di mettere in pratica il Buddismo nella vita quotidiana si concretizzarono sul lavoro: in pochi anni mi ritrovai a viaggiare in tutto il mondo e godere di una condizione lavorativa ed economica molto soddisfacente.
Alcuni anni dopo conobbi Anastasia e nel 1997 nacque Amalia (nella foto), il tesoro della mia vita. I primi anni della nostra relazione furono burrascosi, dovuti in parte anche alla mia inesperienza. Fortunatamente il senso di dignità scoperto con il Buddismo mi ha permesso di non impazzire di rabbia o di dolore, e di trovare sempre la forza di dialogare e rimettermi in discussione.
Le guide di sensei e i compagni di fede mi hanno aiutato a non perdermi e ogni giorno la nostra relazione diventa più solida. Anastasia mi ha aiutato tanto e mi è di grande ispirazione nella fede.
Ora il mio “porto sicuro”, insieme alla mia famiglia, sono il Gohonzon, le guide di ­sensei, il Gosho e i compagni di fede. In quegli anni ho fatto molta attività come responsabile del Gruppo giovani uomini. Nel 2001 ho partecipato a un corso in Giappone, dove ho incontrato il mio maestro.
Desideravo incrociare il suo sguardo, pensando che mi avrebbe “trasmesso” una grande determinazione. Questo incrocio di sguardi effettivamente avvenne ma in lui non lessi nessuna “trasmissione”, anzi, era come se mi dicesse: «Io ci sono… e tu?». La sua forza mi spronò a impegnarmi maggiormente nell’attività, mi buttai a capofitto nelle visite a casa, e nel condividere il Buddismo con gli altri. Nel 2008 partecipai, insieme a cinquemila giovani europei, alla storica riunione di Milano per celebrare il cinquantesimo anniversario del 16 marzo 1958.
Il messaggio che sensei inviò in quell’occasione ci spronava a considerare quel giorno come un punto di partenza e ad alzarci da soli, con ferma decisione rimanendo in perfetta unità con il maestro, e ci diede un grande compito: «Voi siete i miei veri discepoli nei quali confido dal profondo del cuore. Questo testimone è la speranza dell’umanità e il faro che dissolve l’oscurità e ci indica il sentiero verso la costruzione della pace mondiale» (cfr. NR, 395, 13).
Decisi di impegnarmi con più serietà in tutti gli ambiti della mia vita e di iscrivermi all’università. Nel 2011 iniziai l’attività nello staff delle relazioni esterne e lì ho capito profondamente la necessità del dialogo interreligioso, elemento chiave nel pensiero del presidente Ikeda. Insieme a tanti compagni di fede abbiamo realizzato numerosi incontri interreligiosi, e siamo stati protagonisti della progettazione di spazi interconfessionali all’interno degli ospedali.
Quattro anni fa, improvvisamente, si è ammalato gravemente mio padre. Grazie al Daimoku ho potuto affrontare il dolore per la sua malattia e trasformare completamente la nostra relazione conflittuale, continuando a pregare per la sua felicità fino all’ultimo istante. Questa esperienza mi ha aiutato a capire che il momento della morte può anche avere, come dice sensei, la dolcezza di un tramonto estivo.
Ad aprile del 2017 sono tornato in Giappone per un altro corso della SGI. Ho scritto a sensei: «Quando ho fatto il mio primo viaggio in Giappone ero giovane e inesperto della vita. Oggi, grazie ai suoi costanti incoraggiamenti sono un uomo solido, fiero e felice, e mi sento ancora più giovane, vitale e curioso di prima». Ascoltando il poderoso Daimoku di sensei durante Gongyo al Daiseido, ho percepito la sua determinazione di realizzare kosen-rufu, ciò mi ha colpito profondamente e nuovamente mi ha ispirato.
Nel tempo la mia attività professionale è cresciuta sia in termini di qualità che di fatturato, ho incontrato soci che sono stati un esempio di vita e correttezza professionale. Insieme abbiamo costruito un ambiente di giovani, assumendo laureandi con contratti a tempo indeterminato.
Vivere la mia gioventù nella Soka Gakkai è stato un beneficio incredibile. Le riviste dell’Istituto, le riunioni, i compagni di fede, le attività, gli impegni quotidiani, le guide, i Gosho: tutto contribuisce a sostenermi e a guidarmi verso la mia realizzazione e la trasformazione di ogni sofferenza in valore.
Desidero approfondire sempre di più lo spirito e l’insegnamento del mio maestro, migliorarmi nello shakubuku, imparare a valorizzare le altre persone, mirando allo splendido obiettivo di ventimila giovani entro il 18 novembre 2018.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata