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L'eterno 16 marzo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:57

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L’eterno 16 marzo

Presentiamo un estratto di un saggio che il presidente Ikeda ha scritto nel marzo del 2013 in occasione del cinquantacinquesimo anniversario del giorno di kosen-rufu

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Presentiamo un estratto di un saggio che il presidente Ikeda ha scritto nel marzo del 2013 in occasione del cinquantacinquesimo anniversario del giorno di kosen-rufu

Eiichi Shibusawa (1840-1931), imprenditore e filantropo giapponese, scrive: «I giovani non sono tali se mancano di ideali» e ancora: «Esser pieni di energia è la caratteristica distintiva, l’essenza della gioventù». I giovani sono il futuro; sono l’incarnazione della speranza. Sono audaci, pionieri e costruttori.
Sia per le nazioni che per le organizzazioni, il futuro dipende dai giovani che sostengono alti ideali e si sforzano energicamente per realizzarli. Pertanto, coloro che continuano a riporre fiducia nei giovani di valore, incoraggiandoli e sostenendoli seriamente, sperimenteranno uno sviluppo e una crescita senza fine.

Il 16 marzo 1958, il presidente Toda, il grande leader della propagazione del Buddismo del Daishonin, guidò una cerimonia dedicata ai giovani che chiamò “la prova generale” di kosen-rufu. Aveva già rea­lizzato l’obiettivo che si era prefissato come secondo presidente della Soka Gakkai – convertire 750.000 famiglie – ma doveva ancora compiere l’altro suo voto, affidare il futuro di kosen-rufu ai giovani.
La cerimonia del 16 marzo ha così segnato la completa realizzazione degli obiettivi del presidente Toda. La riunione avvenne ai piedi del Monte Fuji, solo diciassette giorni prima della sua morte. Fu una cerimonia di trasmissione dal maestro al discepolo. L’ho considerata con lo stesso profondo significato della cerimonia di affidamento della Legge da Shakyamuni ai suoi discepoli, come descritto nel Sutra del Loto.
Durante la Cerimonia nell’aria, rispondendo all’appello di Shakyamuni, quando gli viene chiesto chi diffonderà il Sutra del Loto dopo la sua morte, appaiono i Bodhisattva della Terra, numerosi quanto i granelli di sabbia di sessantamila fiumi Gange.
Pieni di gioia per poter incontrare il loro mae­stro Toda, i giovani della Soka Gakkai superarono ogni sorta di ostacolo pur di riunirsi per l’evento del 16 marzo.
La cerimonia fu preparata con poco preavviso. La notizia della riunione era stata inviata solo cinque giorni prima.
Il 16 marzo seimila giovani si riunirono insieme al loro maestro, alcuni viaggiando in pulman e altri con treni notturni. Sebbene fossero vestiti in modo modesto, i loro cuori brillavano come quelli dei Bodhisattva della Terra riunitisi per la Cerimonia nell’aria. Nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto “Emergere dalla Terra”, i Bodhisattva della Terra sono elogiati con le seguenti parole: «Con salda forza di volontà e concentrazione ricercano la saggezza con costanza e diligenza» (SDL, 304), e «allo scopo di ricercare la via del Budda, giorno e notte si applicano sempre con diligenza» (SDL, 303). Diligentemente ricercando la via del Budda: ciò descrive perfettamente i nostri appassionati giovani Soka dal cuore puro.

La salute del presidente Toda era estremamente fragile, tuttavia insistette per vestirsi con abiti da cerimonia. Voleva incontrare i giovani, stare con loro fino alla fine. Questo era il suo spirito. Era un grande leader di kosen-rufu che ha aperto la strada per le generazioni future.
Ero seriamente preoccupato per la salute del mio maestro. Per far sì che potesse spostarsi senza fatica suggerii di costruire una portantina. Pensavo al grande eroe cinese Zhuge Liang (181-234) come descritto nel Romanzo dei tre regni che, nonostante fosse gravemente malato, continuò a condurre la battaglia delle pianure di Wuzhand su di una piccola carrozza. Alcuni responsabili giovani furono d’accordo e costruirono con premura, sotto il mio suggerimento, una buona portantina. Quando la vide il presidente Toda ci sgridò dicendo: «È troppo grande! Non è funzionale!». Alcuni responsabili risero del nostro tentativo. Io però avevo capito i sentimenti del presidente Toda. Era profondamente toccato dal nostro sincero gesto ma allo stesso tempo voleva allenarci. «Mi dispiace per i poveri giovani – disse – che dovranno trasportare una cosa così pesante. Qualcosa di più leggero, più facilmente trasportabile, sarebbe più appropriato».
In questo modo ci stava istruendo con “amorevole severità” fino alla fine. Scusandomi, dissi: «L’abbiamo costruita a partire dalla nostra sincera preoccupazione come discepoli. La userà ugualmente?». A queste parole Toda sorrise e vi salì. Dopo la cerimonia disse: «Quando mi rimetterò, mi piacerebbe viaggiare per tutto il Giappone, per guidare il nostro movimento da quella portantina».

In quella storica cerimonia, il presidente Toda dichiarò: «La Soka Gakkai è la regina del mondo religioso!».
Il Daishonin scrive: «Questo sutra è superiore a tutti gli altri. È come il leone, il re di tutti gli animali che si muovono sulla terra, come l’aquila, il re di tutti quelli che volano nel cielo» (RSND, 1, 826).
La dichiarazione del presidente Toda era un appello rivolto a tutti noi di diventare campioni di umanità in grado di diffondere la speranza alle persone di tutto il mondo praticando il Buddismo di Nichiren Daishonin. Ha passato il testimone della dedizione alla propagazione della Legge mistica a tutti noi, suoi diretti discepoli, che con un’unica mente stavamo adempiendo al nostro voto per kosen-rufu. I nostri volti, quel giorno, brillavano con la determinazione di dedicare le nostre vite a kosen-rufu insieme al nostro maestro. Quella mattina la vetta del Monte Fuji era avvolta nella nebbia primaverile, ma quando la cerimonia si concluse alle 14.30 e il presidente Toda si allontanò sulla sua portantina, la montagna rivelò in pieno la sua forma gloriosa. Non dimenticherò mai la magnifica vista del Monte Fuji quel giorno.

Tra coloro che parteciparono alla cerimonia del 16 marzo 1958 c’era un uomo che attualmente vive a Yokohama e oggi ha ottantacinque anni. Si è trasferito lì dopo l’evacuazione forzata da Tomioka-machi (a venti chilometri dalla centrale nucleare danneggiata) nella prefettura di Fukushima a seguito del terremoto e dello tsunami del marzo 2011. Aveva viaggiato con il treno notturno per giungere alla cerimonia del 16 marzo. Abbiamo circa la stessa età e lo conosco da allora. Facendo propria con orgoglio la dichiarazione del presidente Toda secondo cui «la Soka Gakkai è regina del mondo religioso», egli ha dedicato la sua vita, insieme ai suoi compagni, a kosen-rufu nel Tohoku. Tutt’ora, nonostante si sia trasferito a Yokohama, scrive lettere di incoraggiamento ai membri del Tohoku che stanno lottando per ambientarsi nei luoghi dove sono stati evacuati dopo il terremoto del 2011.
Avere compagni di fede così sinceri in Giappone e in tutto il mondo è il motivo per cui mi considero tanto fortunato. E in questo periodo speciale dell’equinozio primaverile, sto pregando sinceramente per tutti i nostri compagni di fede che si sono spenti nel corso del viaggio di kosen-rufu, e per tutti i vostri cari.

La nostra pratica quotidiana di Daimoku e Gongyo ha anche un significato collegato alla Cerimonia nell’aria. Il Daishonin scrive: «Questo mandala non è in alcun modo una mia invenzione. È l’oggetto di culto che raffigura il Budda Shakyamuni, l’Onorato dal Mondo, seduto nella torre preziosa del Budda Molti Tesori, e gli altri Budda che erano emanazioni di Shakyamuni, fedelmente come la stampa riproduce la matrice» (RSND, 1, 737). Come indica questo passo, il Gohonzon è una rappresentazione della Cerimonia nell’aria.
Attraverso la preghiera sincera rivolta al Gohonzon facciamo il voto di realizzare kosen-rufu e poi agiamo nella società. Grazie a quel voto, emerge dalla nostra vita il potere illimitato dei Bodhisattva della Terra, riempiendoci di coraggio e saggezza.
«Aprirò la strada per kosen-rufu! Affronterò questo compito oggi! Aprirò la strada verso la vittoria!». Ogni volta che mi siedo di fronte al Gohonzon, approfondisco la mia promessa a Nichiren Daishonin e al mio maestro Toda, che richiamarono numerosi Bodhisattva della Terra nell’epoca attuale.
Da allora, per me ogni giorno è il 16 marzo.
Il Sutra del Loto descrive così la missione dei Bodhisattva della Terra:

Come la luce del sole e della luna
può fugare oscurità e tenebre,
così questa persona, mentre passa nel mondo,
può liberare gli esseri viventi dall’oscurità.

(SDL, 377)

Una profonda oscurità avvolge la società contemporanea. Questo è precisamente il motivo per cui è arrivato il tempo, per noi praticanti del Buddismo del sole del Daishonin, di agire. Invito tutti voi, successori dal cuore di leone, ad avanzare. Con una preghiera fiduciosa, azioni coraggiose e voci dedite alla verità, fate risplendere tutta l’umanità!

Miei discepoli,
possiate avanzare risolutamente
lungo il nostro sentiero condiviso.

(marzo 2013)

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