«Se potessi, scriverei una lettera di apprezzamento e incoraggiamento a ognuno di voi. Ma sono una persona sola e c’è un limite fisico a quello che posso realizzare. Così ogni giorno scrivo una puntata de La nuova rivoluzione umana. È la mia lettera quotidiana a tutti voi» (D. Ikeda)
Seguite le puntate che il presidente Ikeda sta scrivendo ogni giorno pubblicate su
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Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
[38] Alle 18.30 Shin’ichi partì dal Centro culturale di Arakawa e si diresse verso la sala comunale della circoscrizione, dove si sarebbe svolta la riunione generale delle orchestre di pifferi e tamburi. Mentre saliva in macchina, un responsabile che lo accompagnava disse: «A duecento metri da qui c’è il fiume Sumida, e dall’altra parte si trova la circoscrizione di Adachi».
«Ah, Adachi… Se fosse possibile vorrei recarmi anche lì per incoraggiare i compagni di fede. L’altro giorno ho ricevuto una lettera da un membro del Gruppo donne di Adachi. È probabile che mi abbia trasmesso i sentimenti di tutti i compagni di fede scrivendo: “Da quando si è dimesso dalla carica di presidente ho provato una tristezza, un dolore insopportabile. Per di più, i miei amici si sono lasciati convincere dalle critiche irresponsabili contro la Gakkai che vengono pubblicate da alcuni settimanali, e si sono messi a insinuare falsità sul nostro movimento. Provo una rabbia e un’umiliazione che mi devastano il cuore, ma non mi arrendo. Ora più che mai griderò con tutte le mie forze “giustizia”, la giustizia che lei, sensei, e tutti noi della Gakkai difendiamo”. Tale è lo spirito combattivo e la ferma determinazione dei membri di Adachi, leader dalla fede incrollabile! Questa lettera mi ha davvero commosso. Tutti si stanno impegnando al massimo, facendosi forza con tenacia. Ammiro profondamente i loro sforzi e desidero che ognuno diventi assolutamente felice. La fede e le attività della Gakkai esistono per questo. Il mio desiderio è che tutti comprendano che quando si affrontano le difficoltà della vita bisogna tirar fuori il coraggio per far sbocciare i fiori della vittoria nel giardino di kosen-rufu e far maturare meravigliosi frutti di felicità. Vi prego di trasmettere a ogni compagno di fede di Adachi queste parole: “Ogni giorno recito Daimoku per ciascuno di voi. Vinci su te stesso. Vinci sul tuo karma. Vinci nella lotta per kosen-rufu e vivi un’esistenza vittoriosa che profumi di felicità!”».
Durante il tragitto in automobile Shin’ichi continuò a recitare Daimoku nel suo cuore, con profondo e sincero impegno, pensando ai membri di Adachi.
L’ultima rappresentazione della terza riunione generale delle orchestre di pifferi e tamburi si svolse festosamente a partire dalle sette di sera del 26 dicembre, presso la sala comunale della circoscrizione di Arakawa, con lo slogan “Una grande marcia di speranza verso il 2001”. Le attività di questi “paladini di pace”, proiettate verso il nuovo secolo, sono parte integrante del movimento promosso dalla Gakkai per la pace e l’educazione.
Shin’ichi ricevette più volte la richiesta di partecipare agli eventi delle orchestre di pifferi e tamburi e accettò questi inviti con il desiderio di incoraggiare tutti i membri.
[39] Lo spettacolo irradiava un bagliore così intenso da ricordare la luce del sole; regalava freschi sorrisi pieni di speranza, quella luce che solo le vite pure possono emanare, e lo slancio dinamico di una fiera gioventù. La riunione generale delle orchestre di pifferi e tamburi fu una festa magnifica che mostrava pienamente il risultato degli sforzi compiuti durante le prove. In apertura, l’abile esecuzione degli sbandieratori con i loro drappi blu e rosa, sulle note dell’allegra canzone del gruppo pifferi e tamburi composta da Shin’ichi, Paladini di pace, si concluse tra gli applausi.
Durante la prima parte dello spettacolo dal titolo Una piazza mondiale, vennero presentati splendidi numeri con grande energia, tra cui una marcia a ritmo di tamburo e uno spettacolo di coreografia, mentre i fondali si alternavano. Apparvero così un antico castello della Loira, gli Champs-Élysées, la piazza Tienanmen di Pechino, i grattacieli di New York e l’Arco di Trionfo di Parigi.
Il grazioso spettacolo di cheerleading con i pon pon provocò un’esplosione di allegria. Durante la Marcia della speranza della seconda parte, dopo l’Ouverture della cavalleria leggera e la canzone L’oiseau tapageur fu eseguito il poema sinfonico Il popolo.
Lontano, all’orizzonte, il popolo avanza come le onde potenti dell’oceano…
Il Coro dei Bodhisattva della Terra degli uomini, il Coro giglio bianco delle donne, il Coro Shinano dei giovani uomini e il Coro Fuji delle giovani donne, che avevano partecipato per sostenere il gruppo pifferi e tamburi, cantavano a piena voce sulla solenne melodia. Il poema sinfonico Il popolo era stato offerto da Shin’ichi per celebrare la riunione delle responsabili giovani donne di settembre 1971 nell’aula magna della Japan University, nella circoscrizione di Sumida, a Tokyo. Nel poema Shin’ichi denunciava il fatto che la storia della gente comune, che dovrebbe essere rispettata più di ogni cosa, era stata continuamente calpestata dagli uomini di potere e scritta con lacrime di sofferenza e povertà, e si appellava affinché venisse creata una storia in cui la gente potesse diventare protagonista, cancellando per sempre il silenzio, la rassegnazione e la sofferenza.
Per tutta la vita io correrò per voi.
Benché possa sembrare solitario,
continuerò a sfidarmi per voi,
sempre e solo per voi,
poiché questa è l’unica missione
di cui andare profondamente fiero.
[40] Shin’ichi voleva che le giovani donne non cadessero nella vanità, che le loro vite affondassero le radici nel terreno delle persone comuni, con la fierezza di essere figlie del popolo, vivendo con profondo impegno in mezzo alla gente e per la gente. Ciò significa vivere nella realtà; la felicità costruita in questo modo è l’autentica felicità. Con questo desiderio Shin’ichi aveva dedicato alle giovani donne il poema sinfonico Il popolo. Il gruppo pifferi e tamburi aveva tenuto la seconda riunione generale l’anno precedente, nell’ottobre del 1978, nel campo sportivo dell’Università Soka a Hachioji. In quell’occasione il poema sinfonico fu presentato per la prima volta. La riunione si svolse sotto la pioggia.Un coro appassionato formato da tremila giovani donne, un balletto dinamico, anch’esso con tremila partecipanti, e il corpo pifferi e tamburi costituito da centocinquanta elementi: ciascuno con la propria esibizione trasmetteva un grande entusiasmo.
Intanto la pioggia torrenziale cadeva implacabile sferzando il coro, i musicisti e gli strumenti. I bordi dei vestiti blu, gialli e rosa, indossati per la prima volta dalle ragazze che danzavano nel campo sportivo s’infangarono, ma le loro espressioni erano radiose e fiere, emanando l’energia di coloro che vogliono creare l’epoca della gente comune.
Anche Shin’ichi stava sotto la pioggia ad ammirare le esecuzioni. Il suo vestito era completamente inzuppato, ma vedendo l’impegno e la serietà di quelle ragazze incuranti della pioggia che cadeva a dirotto, non pensò minimamente di aprire un ombrello. Vegliava su quel magnifico palcoscenico che trasmetteva una così forte energia recitando Daimoku affinché nessuno si ammalasse.
Appena il poema sinfonico Il popolo terminò, un fragoroso applauso risuonò sul campo sportivo salendo verso il cielo come per squarciare le nubi. In quell’attimo smise di piovere e il sole fece capolino.
Shin’ichi desiderava che in quella riunione generale ciascuno facesse proprio lo spirito di percorrere fino in fondo il cammino della lotta condivisa per kosen-rufu. Senza mai arrendersi di fronte a qualsiasi ostacolo, voleva che tutti imprimessero nella loro vita la certezza che quegli sforzi sarebbero stati immancabilmente illuminati dal sole della speranza.
Questa solidarietà di donne dalla forte fede sarebbe diventata la forza per aprire il sipario sul trionfo della gente. Dopo poco più di un anno, alla terza riunione generale delle orchestre di pifferi e tamburi, Shin’ichi aveva nuovamente ascoltato il poema sinfonico Il popolo.
[41] Durante la riunione i cori dei Gruppi uomini, donne, giovani uomini e giovani donne cantarono tutti insieme il poema sinfonico Il popolo. Era l’espressione delle persone comuni che, pur nella loro diversità, si univa insieme facendo risuonare un canto trionfale. Nel poema Shin’ichi scriveva:
Sia la scienza che la filosofia
sia l’arte che la religione,
ogni cosa deve guardare al popolo.
La scienza senza di te è spietata
la filosofia senza di te è sterile
l’arte senza di te è vuota
la religione senza di te è crudele.
Respingiamo coloro che sono arroganti con te.
Mentre ascoltava il poema Shin’ichi rifletteva ancor più profondamente sul senso della missione che la Soka Gakkai era chiamata a compiere: «Liberare il popolo dal giogo del potere autoritario, dalle catene del suo karma. Questa è la missione della Soka Gakkai. Questo è il nostro umanesimo. Io lotterò per questo, lotterò risolutamente! Per il popolo e per kosen-rufu. Qualsiasi cosa accada proteggerò fino in fondo le persone comuni e riuscirò ad aprire la strada a un’epoca in cui ciascuno sia finalmente protagonista».
La riunione generale giunse al finale. I membri sfilarono nella sala e alla fine salirono tutti sul palco per cantare insieme la canzone Paladini di pace.
Compagni delle orchestre di pifferi e tamburi, paladini di pace…
Le lacrime scorrevano sul volto delle giovani donne che cantavano con passione, esprimendo lo spirito di una giovinezza limpida e pura. A Shin’ichi fu chiesto di fare un saluto.
Egli desiderava incoraggiare e ringraziare i membri per i loro sinceri sforzi e la loro dedizione.
Prese il microfono dal palco degli spettatori e si alzò.
Grida di gioia e un fragoroso applauso risuonarono nella sala.
«È stata un’esecuzione meravigliosa! Una riunione splendida. Sono davvero commosso!».
[42] Da molto tempo i partecipanti non sentivano la voce energica di Shin’ichi. Tutti ascoltavano attentamente le sue parole. «Chissà quanto allenamento c’è dietro la vostra splendida esibizione! Chissà con quanta tenacia e pazienza avete affinato la vostra tecnica e siete andati avanti senza darvi mai per vinti! Anche per gli esseri umani, dietro una meravigliosa vita che sboccia si cela una strenua lotta. La riunione generale di oggi suggella, come espresso nel titolo, l’inizio di una grande marcia verso il futuro, verso il 2001. Anch’io ho dato il via al mio cammino di speranza verso il 2001. Avanziamo insieme! Siete tutti membri della Soka Gakkai di seconda e terza generazione. Anche voi che siete così giovani, vi troverete ad affrontare le tempeste della vita in questo mondo tumultuoso. Saranno lì ad attendervi prove e problemi di ogni genere, nello studio o nel lavoro, nelle relazioni umane o per le malattie. Sappiate che solo attraverso queste difficoltà, solo vincendo e superandole tutte, potrà concretizzarsi un futuro di speranza verso il 2001. Qualsiasi cosa accada non dimenticate mai questo giorno e ricordando la tenacia e la pazienza che hanno reso possibile questa vittoria, coltivate una forte fede e conquistate la vetta della felicità nel ventunesimo secolo. Concludo questo mio saluto di ringraziamento pregando e pregando ancora, per la vostra felicità e per le vostre vite vittoriose».
Nella sala risuonò un nuovo fragoroso applauso. Shin’ichi sentì un profondo senso di gioia nel constatare che le nuove generazioni di successori stavano crescendo sincere e piene di vita, con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte del ventunesimo secolo. Sentì una speranza insuperabile. La riunione generale delle orchestre di pifferi e tamburi fu la meravigliosa conclusione di quel 1979 che costituiva un punto cruciale nella storia di kosen-rufu, e segnò una nuova partenza verso il ventunesimo secolo. Quell’anno così drammatico, pieno di sconvolgimenti e burrasche, stava per concludersi con una rinascita.
L’ultimo giorno dell’anno Shin’ichi si trovava al Centro culturale di Shizuoka. Onorando la memoria del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi che venne arrestato proprio nella prefettura di Shizuoka, sentì che la sua nuova, grande sfida stava per iniziare.
Le tenebre erano ancora profonde.
Gli tornarono in mente le parole di Lu Xu: «Così come non è possibile impedire il sopraggiungere dell’alba, allo stesso modo un bagliore di luce sorgerà sicuramente».
[43] Ebbe inizio il 1980, anno in cui si celebrava il cinquantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai. Nella terza pagina del quotidiano Seikyo del primo gennaio, insieme a una foto di Shin’ichi Yamamoto vennero pubblicate due poesie waka da lui composte per festeggiare il nuovo anno.
Nel primo mattino dell’anno,
rinnovando la nostra determinazione,
percorriamo il lungo viaggio nelle tre esistenze
dedicandoci alla Legge mistica.
Attraversiamo insieme,
ancora una volta, monti e fiumi
innalzando solenne
il vessillo di kosen-rufu.
Leggendo quelle poesie, tanti membri inviarono lettere a Shin’ichi, presso la sede centrale della Gakkai e del quotidiano Seikyo, per esprimere la loro immensa gioia.
Un uomo originario del Kyushu scrisse: «Quest’anno non pensavo proprio di poter vedere una foto del maestro Yamamoto sul numero di Capodanno del giornale Seikyo, perciò quando l’ho vista in ottima forma e ho letto le sue poesie, il mio coraggio si è centuplicato. Nella mia comunità come al solito ci sono preti che criticano la Gakkai coprendola di ingiurie, ma sono sicuro che verrà dimostrato ciò che è giusto e corretto, e riconosciuto ciò che è falso. Anche quest’anno mi impegnerò per kosen-rufu con tutte le forze, con la fierezza di essere un membro della Gakkai».
Una donna del Kansai commentò: «Nelle parole Attraversiamo insieme / ancora una volta, monti e fiumi, ho percepito la sua profonda determinazione e ho sentito una forza enorme scaturire dentro di me. Anch’io, rinnovando la mia decisione e ritrovando lo spirito che mi animava agli inizi della pratica buddista, farò ogni sforzo possibile senza mai arrendermi, qualsiasi cosa accada. Tutti noi, in qualità di discepoli di sensei del “Kansai sempre vittorioso”, vinceremo infallibilmente in ogni cosa».
Shin’ichi nutriva un profondo rispetto di fronte alla forza della convinzione, imponente come una grande montagna, dei discepoli, i “leoni della Soka”, preziosi compagni che mostravano un impegno così sincero nella pratica, senza soccombere alle calunnie che i preti malvagi e una parte dei mass media diffondevano continuamente.
[44] In quel 1980, in cui si apriva un nuovo decennio, il mondo attraversava un periodo di profondi sconvolgimenti. Nell’aprile dell’anno precedente in Iran, dopo il crollo della dinastia Pahlavi, era stata istituita la Repubblica islamica dell’Iran e l’Ayatollah Khomeini ne rappresentava la massima autorità spirituale e politica.
Inoltre, nel dicembre precedente, l’Unione Sovietica aveva invaso l’Afghanistan, dove continuavano a scoppiare guerre civili. Tale conflitto si prolungò mostrando i suoi aspetti più miseri e alimentava l’apprensione rispetto a un ancor più violento antagonismo che avrebbe potuto svilupparsi tra Unione Sovietica e Stati Uniti.
Il deterioramento della situazione mediorientale provocò la crisi petrolifera e l’economia mondiale sprofondò ineluttabilmente nel caos. In altre parole, il futuro del pianeta era estremamente imprevedibile e una cappa d’inquietudine incombeva sull’anno che stava per iniziare. La mattina di Capodanno, presso il Training center di Shizuoka, offrendo profonde preghiere Shin’ichi determinò in cuor suo di intraprendere azioni che potessero aprire cammini di pace e realizzare kosen-rufu nel mondo. Nel cielo azzurro fluttuava qualche nuvola mentre nel mare risplendevano riflessi turchesi. Scrutando con un binocolo si poteva scorgere una nave bianca che avanzava. Su un lato dello scafo si intravedeva un motivo arancione a forma di sole, mentre sul ponte si distinguevano alcune persone. Era la nave passeggeri di grandi dimensioni Sunflower 7. Dopo una virata, sollevando le onde si diresse verso il molo di Osambashi, a Yokohama.
Poco prima di mezzogiorno del 14 gennaio, Shin’ichi e sua moglie Mineko osservavano il mare da una stanza del Centro culturale di Kanagawa, a Yokohama. Quel giorno circa ottocento membri dello Shikoku avevano noleggiato la nave, e impiegando un’intera giornata erano venuti a incontrare Shin’ichi al Centro culturale.
Il giorno precedente le condizioni atmosferiche erano pessime, e anche a Tokyo e a Yokohama aveva nevicato. La bassa pressione si era estesa sul mare a est del Giappone che era previsto agitato. Si parlò anche di una possibile sospensione dei collegamenti marittimi. Tuttavia, i membri dello Shikoku decisero di partire a ogni costo e si misero in viaggio affrontando il mare tempestoso. Quella sera Shin’ichi recitò Daimoku con il massimo impegno affinché tutti arrivassero in buona salute e senza incidenti. Egli desiderava che creassero nella loro vita dei gioiosi romanzi di kosen-rufu.
Creando un romanzo che possa comporre insieme a tanti altri il grandioso dramma di kosen-rufu, si arricchisce profondamente la propria vita.
(continua)