Pubblichiamo un estratto da un discorso del presidente Ikeda del settembre 1998, inserito nel video della trentesima riunione di centro del 7 gennaio
Era il 22 settembre 1945, due mesi e mezzo dopo la fine della guerra e l’uscita dal carcere di Josei Toda.
Il suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, era morto. Non c’era più. La Soka Gakkai era stata completamente distrutta come organizzazione, e l’azienda di Toda era pesantemente indebitata. Tokyo e molte zone del paese erano ridotte a rovine carbonizzate, e nella società regnavano confusione e disperazione. Le persone erano prive di sostegno, sia materiale che morale. Erano tempi tetri e desolati.
In queste circostanze, il 22 settembre Toda annotava con fermezza nel suo diario: «Fede in Nam-myoho-renge-kyo significa avanzare. Significa crescere. Migliorare senza limiti. Al mattino prego per riuscire a crescere e mi lancio a capofitto con gioia nel giorno che mi attende. Anche oggi avanzerò e crescerò. Sviluppare me stesso è la gioia più grande. In questo modo progredisco infinitamente. Migliorare di più, sempre di più, ancora di più: Nam-myoho-renge-kyo è la Legge che permette di farlo».
Questa è la fede. Il maestro Toda scrisse così. La fede nella Legge mistica è una fonte di illimitato automiglioramento e ci infonde lo spirito positivo di crescere quanto più possibile ogni giorno, conducendo esistenze vibranti e godendo pienamente della vita.
In un periodo in cui le persone avevano perso ogni barlume di speranza per il futuro, proprio allora il maestro Toda iniziò la sua lotta solitaria per offrire a tutti infinita speranza diffondendo la Legge mistica. Nulla poteva competere con la Legge mistica. «Non ho denaro né alcun bene materiale da offrire», pensava. «Ma posso condividere con gli altri la Legge mistica, che è il tesoro dell’universo! Per portare avanti questa sfida raccoglierò il mio coraggio, e salirò sul palcoscenico. Realizzerò qualcosa! Farò emozionare gli spettatori».
Nella vita è importante agire.
Essere indecisi se agire o meno, o nascondersi dietro le quinte è un modo poco emozionante di vivere. Al contrario, dovremmo salire con fiducia sul palcoscenico della nostra missione pronti a realizzare qualcosa di significativo incoraggiando e ispirando gli altri.
Questo è il tipo di vita che dovremmo condurre. Toda non disponeva di un luogo di riunione, né di denaro. Non aveva niente. «Bene! – disse – Inizierò dialogando cuore a cuore».
Ebbe la saggezza di prendere questa decisione. Dava ascolto a ogni singola persona che soffriva, determinando di farle abbracciare la Legge mistica. Questo fu il suo impegno. Solo una persona, non c’è bisogno di puntare su tanti. Questa fu la sua saggezza.
Una volta incoraggiò un uomo che si trovava in difficoltà economiche dicendo con tono allegro: «Diventerai certamente felice ancor prima di rendertene conto. Non ti preoccupare, te lo garantisco. I benefici che ottieni svolgendo il lavoro del Budda sono immensi. I benefici e il denaro arriveranno copiosi all’occorrenza. È come un rubinetto che di solito viene tenuto chiuso per non sprecare l’acqua. Ma quando ne hai bisogno, basta aprire il rubinetto. Sii certo che arriverai a godere di una vita che trabocca di benefici».
E con lo stesso umorismo disse a un’altra persona: «Indipendentemente da ciò che ti possa capitare, questo Buddismo garantisce che alla fine raggiungerai uno stato vitale di grande felicità. È già deciso! È un principio del Sutra del Loto».
«Diventerai felice, ma così felice che non saprai come fare! Se le cose dovessero migliorare all’istante, potresti pensare che il tuo tempo sulla terra stia per finire! È meglio vivere a lungo, perché la vita è uno spettacolo».
«È bello sperimentare sfide e difficoltà quando si è giovani. Più difficoltà affrontiamo, più accumuliamo una fortuna che durerà per l’eternità».
«Alla fine raggiungerai uno stato vitale in cui sarai così felice da non sapere come fare! La Legge mistica ci permette di condurre vite del genere. Questo è il beneficio delle nostre attività nella SGI».
Ciò che afferma il maestro Toda è la pura verità. Anche Nichiren Daishonin dichiara: «Non c’è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 607). Non esiste felicità più grande del recitare Daimoku. Spero che ne siate assolutamente convinti. Solo la Legge mistica e le attività della Soka Gakkai possono infondere tale coraggio e speranza a tutti.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin afferma: «Il Budda predicò il Sutra del Loto per un periodo di otto anni, e otto caratteri riassumono il messaggio che egli ha lasciato per gli esseri viventi di quest’epoca successiva, l’Ultimo giorno della Legge» (BS, 123, 53).
Quali sono questi otto caratteri che riassumono l’essenza del Sutra del Loto? Ne ho già parlato in altre occasioni: si tratta della frase contenuta nell’ultimo capitolo del Sutra del Loto: «Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo Sutra, dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 440).
Il Daishonin spiega che questo è l’insegnamento principale del Budda Shakyamuni, «il punto principale che desiderava comunicarci» (Ibidem).
Se vediamo qualcuno che abbraccia il Sutra del Loto, qualcuno che lotta per kosen-rufu, dovremmo alzarci e salutarlo da lontano rispettandolo come un Budda. Il maestro Toda dava molta importanza a questo spirito fondamentale del Sutra del Loto. Una volta disse: «Alle riunioni della Soka Gakkai, anche se sono presenti solo una o due persone, dobbiamo prenderci cura di loro con tutta l’attenzione, spiegare loro il Buddismo e impegnarci a dialogare con gioia e apprezzamento».
Anche il maestro Makiguchi aveva questa convinzione. È per questo che il maestro Toda dava tanta importanza agli zadankai.
Gli individui che non danno valore agli zadankai o alle altre riunioni della Gakkai non sono persone sincere.
Josei Toda attribuiva grande importanza agli zadankai e li preparava accuratamente insieme agli altri responsabili. Chiedeva: «Chi condurrà la riunione? Com’è organizzata?». Preparava ogni dettaglio. «Io parlerò di questo, così poi voi parlerete di quello…». Il maestro Toda mirava a soddisfare tutti i partecipanti. Questo tipo di preparazione minuziosa è la strada più sicura per la vittoria. Non trascuriamo mai queste basi.
Toda aveva una mente molto aperta e informale, ma dedicava questo tipo di sforzo scrupoloso anche alla più piccola riunione. Soleva dire: «Non c’è bisogno di preoccuparsi delle formalità. Desidero che creiate un’atmosfera piacevole in cui le persone si trovino a proprio agio e possano comprendere al meglio il Buddismo. Altrimenti, mi dispiacerebbe per loro». Diceva spesso che le riunioni non dovrebbero essere disordinate. È nei piccoli incontri che sta la vittoria. Sono questi sforzi costanti e quotidiani le attività più importanti, così si ottiene la vittoria. Quando ripetiamo questo genere di sforzi, siamo forti! Spero che non dimenticherete mai questo punto.
Grazie di cuore, per tutto il vostro impegno. Grazie ai compagni SGI venuti dall’estero!
(settembre 1998)