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Ogni persona ha una missione unica - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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Ogni persona ha una missione unica

Vittorio Sakaki, vicepresidente della Soka Gakkai Italiana

Ognuno dovrebbe sviluppare le proprie peculiari capacità, contribuendo a costruire un mondo basato sulla cooperazione e sull’uguaglianza, in cui la diversità tra le persone e le culture sia considerata una ricchezza e possa esprimersi nel rispetto e nell’armonia

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Non esiste nel mondo una persona uguale a un’altra. Tra le persone ci sono differenze di ogni tipo, a partire dal carattere. Queste differenze possono causare conflitti ed essere causa di sofferenza. Secondo il Buddismo, ogni persona ha una missione unica, una propria individualità e un suo particolare modo di vivere. È importante riconoscere questa verità e rispettarla. Ognuno dovrebbe sviluppare le proprie peculiari capacità, contribuendo a costruire un mondo basato sulla cooperazione e sull’uguaglianza, in cui la diversità tra le persone e le culture sia considerata una ricchezza e possa esprimersi nel rispetto e nell’armonia.
Nichiren Daishonin afferma:

«Ogni cosa – il ciliegio, il susino, il pesco, il prugno selvatico – nella sua propria entità, senza subire alcun cambiamento, è eternamente dotata dei tre corpi del Budda! (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 47)

Il Buddismo insegna che ognuno di noi, così com’è, può realizzare la propria felicità facendo emergere il meglio del suo potenziale innato, proprio come il ciliegio, il susino, il pesco e il prugno selvatico manifestano ciascuno la propria natura. Dopo aver attraversato il rigido inverno, in primavera fioriscono i fiori: il ciliegio ha la sua peculiare bellezza, il susino ha il suo profumo delicato, il fiore di pesco ha il suo colore meraviglioso e il prugno selvatico ha il suo fascino delizioso.
Nel Gosho leggiamo:

«Il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dell’albero» (Gosho di Capodanno, RSND, 1, 1008)

Proprio come un bellissimo fiore di ciliegio sboccia anche da un albero robusto, praticando il Buddismo chiunque può far sbocciare pienamente il fiore della suprema dignità chiamato Buddità. Secondo il Buddismo c’è una differenza tra “essere quello che si è” e “rimanere così come si è”.
Se ci si accontenta di rimanere quello che si è, non si crescerà e non si svilupperà mai il nostro massimo potenziale. Se ognuno riflette profondamente sulla sua identità e sullo scopo della sua vita, potrà far sbocciare il fiore della sua missione in questa esistenza. Questo è ciò che accade quando si mette in pratica il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico”. Per vivere fedeli alla propria vera identità occorre fare la propria rivoluzione umana, cioè continuare a svilupparsi a un livello profondo.
Ne La nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda scrive:

«Shin’ichi continuò a parlare dell’essenza della rivoluzione umana: “Fondamentalmente, significa recitare diligentemente e impegnarsi totalmente per purificare la propria vita. È importante guardare se stessi e diventare consapevoli dei propri problemi e delle proprie tendenze innate. Ognuno di noi ha dei difetti, come quello di dare agli altri la colpa della propria infelicità, di mancare di perseveranza, o di rifiutarsi di ascoltare le opinioni altrui. Questi sono difetti di fondo che impediscono la nostra crescita e la nostra felicità. Il problema è che la maggior parte delle persone non è consapevole dei propri difetti a meno che qualcuno non glieli faccia notare. Per questo è fondamentale avere degli amici e delle relazioni con persone più sagge di noi che tengano a noi abbastanza da indicarci severamente le nostre debolezze e aiutarci ad affrontarle e superarle. E dobbiamo pregare sinceramente allo scopo di sfidarle e di riuscire davvero a cambiare» (NRU, 16, 11)


Ognuno di noi possiede dentro di sé, come un seme nascosto sotto terra, il potenziale per realizzare una missione unica e importante in questa esistenza. Lo scopo della vita è far germogliare e far fiorire quel seme. Sensei ha detto che la fede nella Legge mistica significa

«non invidiare gli altri e non sminuire se stessi. Vuol dire vivere fedeli a se stessi e realizzare la propria unica missione secondo le proprie caratteristiche. Significa anche diventare persone che voi stessi rispettereste e di cui sareste orgogliosi» (BS, 176, 44)


Il Gohonzon è a conoscenza di tutte le nostre azioni. È importante vivere nel modo che ci è proprio, sempre in accordo con la Legge mistica, che gli altri ci guardino oppure no. Questo è ciò che insegna il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico”.

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