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Ricordi della magnifica cerimonia del 16 marzo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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Ricordi della magnifica cerimonia del 16 marzo

Daisaku Ikeda

Dalla serie “Riflessioni su La nuova rivoluzione umana”

Mancano pochi giorni al 16 marzo, giorno di kosen-rufu. Pubblichiamo integralmente un saggio del maestro Ikeda dell’8 marzo 1998 in cui parla della cerimonia in cui il maestro Toda affidò il testimone di kosen-rufu ai giovani discepoli. Nel saggio Sensei afferma: «Giovani, che amerò sempre e in cui ripongo la mia fiducia! Il ventunesimo secolo è vostro. Il vostro tempo è arrivato. È inesorabilmente iniziato»

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Ho mantenuto il voto fatto al mio maestro.
Ho mantenuto il voto fatto ai miei compagni di fede.
Ho raggiunto tutti gli obiettivi che avevo promesso di realizzare.

Quel giorno, riunendoci ai piedi del monte Fuji, entrammo in una nuova fase del movimento di kosen-rufu. Era un giorno freddo e l’imponente vetta del Monte Fuji osservava stesse assistendo al nostro evento osservandoci dall’alto.
La cerimonia del 16 marzo fu esaltante. In quell’occasione il maestro Toda annunciò il passaggio del testimone di kosen-rufu ai giovani, e i cuori dei seimila giovani discepoli presenti si accesero di passione.
Il loro fiero senso di missione si innalzò come una fiamma danzante.
Quel giorno del 1958, circa seimila giovani discepoli si riunirono assieme al loro maestro Josei Toda, la cui vita stava serenamente giungendo al termine. Ognuno di loro visse quella storica cerimonia con gioia ed entusiasmo; giovani donne e giovani uomini coraggiosi, dediti a kosen-rufu, si erano riuniti da tutto il Giappone stringendosi la mano, parlando e ridendo. Era una visione gioiosa della vittoria futura. Da quel giorno sono trascorsi quattro decenni di brillanti realizzazioni.

***

Nel mese di marzo del 1958 si svolsero molti eventi e attività presso il tempio principale, quasi a rappresentare il culmine della vita e degli sforzi del maestro Toda. Egli arrivò al tempio a fine febbraio, le sue condizioni di salute erano molto critiche e si rese necessario un medico sempre reperibile. Tuttavia, la voce del nostro maestro di kosen-rufu era più forte e vigorosa che mai. 
«Daisaku, non lasciare mai il mio fianco! Capisci? Resta con me in ogni istante». Ricordo che diceva: «Dove sono io, è lì che si trova il nostro quartier generale».
Dalle prime ore dell’alba fino a tarda notte, chiedeva sempre di me. Una volta mi chiamò alle 3 del mattino. Quando mi precipitai al suo fianco, disse: «Daisaku, sei veloce come un falco pellegrino!».
A volte, dopo essere stato convocato prima dell’alba, passavo l’intera giornata a eseguire le sue disposizioni urgenti, senza dormire un attimo. Ero determinato a fare tutto il possibile per sostenere il mio maestro. Nel novembre dell’anno precedente, il maestro Toda aveva avuto un collasso, e anche in quell’occasione chiedeva continuamente di me: «Dov’è Daisaku? Dov’è Daisaku?».
Il mio maestro riuscì a superare quella malattia e tre mesi dopo, l’11 febbraio del 1958, giorno del suo cinquantottesimo compleanno, organizzò una festa per celebrare il suo ritorno in salute. Fu una guarigione miracolosa, che lasciò i medici stupefatti. Era una prova del potere della Legge mistica. Ma la sua vita stava comunque giungendo al termine. Si stava avvicinando alla morte. Gli unici a saperlo eravamo il maestro Toda e io, il suo discepolo più vicino.

***

Il primo marzo del 1958 il maestro Toda mi disse: 

«Il futuro spetta a te, Daisaku, conto su di te»

Un paio di giorni dopo dichiarò: 

«Conduciamo una cerimonia che servirà da prova generale per kosen-rufu, in preparazione per il futuro»

Il maestro Toda sapeva che non si sarebbe più rialzato, non sarebbe mai più stato alla testa del movimento per kosen-rufu, perguidarne l’avanzata.
Nichiren Daishonin scrive:

«La vita è limitata, non dobbiamo lesinarla. Ciò a cui dobbiamo principalmente aspirare è la terra del Budda» (Aspirare alla terra del Budda, RSND, 1, 187)

Quel 16 marzo celebrò eternamente lo spirito di totale dedizione del maestro Toda, che visse in completo accordo con le parole del Daishonin e tramandò questa eredità alle generazioni successive.
Allo stesso tempo, fu una cerimonia intima tra noi due – una cerimonia della non dualità di maestro e discepolo – nella quale il maestro Toda passò a me il testimone della missione di realizzare kosen-rufu.
Consapevole del profondo significato di questo evento, mi assunsi la piena responsabilità del suo successo.

***

Il signor Toda diventava ogni giorno più debole. Lottò disperatamente contro l’ostacolo della morte per poter vivere fino al 16 marzo e affidare il futuro di kosen-rufu a me e ai membri del Gruppo giovani. Sono rimasto con lui costantemente, rispondendo a ogni sua richiesta. Più volte mi ha chiamato al suo fianco per parlarmi dei suoi importanti progetti per il futuro di kosen-rufu. Ogni sua parola era la sua ultima volontà e un testamento per me. Tutto ciò che diceva era un preambolo alla grande cerimonia di affidamento che stava per avvenire.

***

Un rappresentante del Governo aveva promesso di partecipare alla cerimonia del 16 marzo e di visitare il tempio principale.
A quel tempo esisteva ancora una certa integrità nel clero della Nichiren Shoshu; oggi tutto è corruzione.
Quel rappresentante del governo era un amico di Toda, ma la mattina della cerimonia comunicò che non avrebbe partecipato. Altre forze politiche erano intervenute e avevano causato problemi. Il presidente Toda, furioso, urlò al telefono: «Romperai la promessa fatta a tutti questi giovani?». E riagganciando disse piano, come parlando a se stesso: «I politici! Scendono sempre a compromessi… Anche lui mi ha deluso. Questa è la natura dei politici giapponesi».
Il mondo è duro, pieno di lode e biasimo, ma troppi si lasciano influenzare dai venti volubili dell’opinione pubblica e agiscono solo per tornaconto personale. Non hanno integrità, né sanno porsi obiettivi più grandi. Quanto è evidente quando una persona manca dello spirito di dedicarsi ai propri simili!
Il maestro Toda aveva percepito chiaramente la natura dei politici giapponesi: la maldicenza, il rifiuto di riconoscere il merito e le capacità negli altri, pensando di essere gli unici ad avere le risposte… Rinchiusi nella loro ristretta mentalità insulare ignoravano ciò che stava accadendo nel mondo, imbevuti dei loro piccoli privilegi e pieni di autocompiacimento… Sapeva quanto i politici fossero davvero poco importanti e non si lasciò turbare da quella defezione all’ultimo momento.
«Non importa chi parteciperà o meno, noi terremo questa cerimonia per i nostri giovani!».
Tutto ciò che contava nel profondo del suo cuore era che i giovani ereditassero il suo spirito.
Sapeva, nel profondo del suo cuore, che ciò che contava era che ci fossero dei giovani che avrebbero fedelmente ereditato la sua missione. 

***

Ancor prima che fosse fissata la data della cerimonia, il maestro Toda aveva pensato a vari modi per incoraggiare i giovani.
Fece preparare una zuppa calda di maiale per tutti loro, che sarebbero arrivati al tempio principale la mattina presto, affamati e infreddoliti. 
Furono macellati tre maiali per la zuppa e il maestro Toda diede istruzione di conservarne le pelli. Dopo la sua morte, suggerii di conciare quelle pelli e di farne degli astucci per le penne che donai a 107 rappresentanti del Gruppo giovani. Volevo essere certo che non dimenticassero lo spirito del loro maestro e continuassero a studiare duramente portando avanti la lotta per kosen-rufu per il resto della loro vita.

***

«Guiderò il raduno», dichiarò Toda. Tuttavia, il suo fisico era estremamente indebolito e riusciva a malapena a camminare. 
Perciò incaricai diversi giovani fidati di costruire una portantina per trasportare il maestro Toda, ma quando lui la vide esclamò: «È troppo grande, non è pratica!».
Fino all’ultimo secondo, il mio maestro ha versato ogni goccia del suo essere per istruirmi. Piansi di gratitudine nel mio cuore. 
Alla fine, commosso dalla sincerità dei suoi discepoli, accettò di salire sulla portantina e da lì guidò con dignità il raduno. 
I giovani che lo portavano brillavano di felicità e il sudore dorato scintillava sulla loro fronte. 
Vorrei ricordare i loro nomi: Yoshizo Abe, Naondo Izaki, Takeji Ishii, Yoshiaki Endo, Takaaki Okayasu, Shin’ichiro Ogawa, Akira Kuroyanagi, Saburo Gunji, Akira Kobayashi, Hiroshi Kobayashi, Shin’ichi Kondo, Kazuo Sawada, Yoshio Shintani, Shosuke Takahashi, Naoma Takahashi, Soichi Tateoka, Yasuo Tsuboi, Kazuyuki Nishikata, Hideyo Hachiya, Yoshihiko Yabunaka, Ichiro Watanabe.

***

Durante la solenne cerimonia, Toda dichiarò: 

«La Soka Gakkai è la regina del mondo religioso!» 

Questo grido appassionato, questo ruggito di leone è inciso eternamente nel mio cuore. 
In quel momento feci il voto di realizzare la visione del mio maestro e il trionfo dalla Soka Gakkai. 
“Regina del mondo religioso” significa sovrana nel mondo del pensiero e della filosofia. Il carattere cinese per “sovrano” si scrive con tre tratti orizzontali sovrapposti intersecati da un tratto verticale. Ecco dunque il 3, che simbolizza il terzo mese, marzo, e il numero uno che compone il 16. E dove si trova il numero 6? 
È rappresentato dai seimila giovani uomini e donne riuniti alla cerimonia e da tutti gli altri membri, i compagni Bodhisattva della Terra numerosi come le sabbie di sessantamila fiumi Gange che avrebbero seguito la loro scia. 
Per noi, la grandiosa cerimonia del 16 marzo ha mostrato la prova evidente che «l’assemblea sul sacro Picco dell’Aquila che continua solennemente non si è ancora sciolta» (cfr. La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 117).

***

Dopo la cerimonia andai a salutare i membri che stavano aspettando il bus per tornare a casa e chiesi alla banda di ottoni di suonare per loro. 
Alla fine, anche per i membri della banda arrivò l’ora di partire. Quando vennero a salutarmi chiesi al direttore: «Scusami tanto, potreste suonare un’ultima canzone? Il presidente Toda è al secondo piano e vorrei che suonaste una canzone di addio».
I membri della banda riaprirono di buon grado le custodie degli strumenti ed eseguirono con tutto il cuore la canzone Una stella cade nel vento d’autunno nella pianura di Wu-Chang[1], che evocava tanti ricordi in tutti noi: 

Il vento d’autunno, 
con dolore profondo
soffia dal Monte Chi,
nuvole cupe si addensano
sul campo di battaglia
della pianura di Wu-chang

Ora la pioggia batte sulle foglie,
facendole cadere.
Se il grande albero dovesse 
crollare al suolo,
quale sarà, allora, il destino della dinastia Han?
Il reggente giace 
gravemente malato.

Ripetendo il testo della canzone tra me e me, gridai con tutto il cuore: “Sensei, ascolta per favore! Il Gruppo giovani, i tuoi discepoli, sono forti e vigorosi. Non preoccuparti!”.

***

Pochi giorni dopo la cerimonia il maestro Toda, che aveva un forte presentimento sulla corruzione all’interno del clero della Nichiren Shoshu, mi disse con tono grave: 

«Non devi mai smettere di lottare contro il male»

Il maestro Toda sapeva chiaramente che il clero sarebbe degenerato. Le sue parole furono per me un avvertimento e un ordine.
La magnifica Sala principale e tutte le strutture che Toda aveva costruito senza risparmiarsi presso il tempio principale, avrebbero potuto diventare centri dediti alla pratica buddista solo se fossero state utilizzate dai giovani della Soka Gakkai, eredi diretti dello spirito di Nichiren Daishonin.
Se invece fossero diventate sede di riunioni dei preti corrotti, descritti dal Daishonin come “animali che indossano vesti da monaci” (cfr. RSND, 1, 248), sarebbero diventati un terreno fertile per complotti malvagi che avrebbero causato la distruzione sia del Buddismo sia della società.
Questo è il motivo per cui Nichiren Daishonin ammonisce:

«Piuttosto che offrire diecimila preghiere, sarebbe meglio semplicemente bandire questo unico male» (RSND, 1, 16)

Ci sta dicendo che se ci preoccupiamo della felicità e della sicurezza delle persone e desideriamo creare una società in cui prevalga la pace, dobbiamo eliminare alla radice il male che avvelena il mondo.

***

Il 2 aprile 1958, diciassette giorni dopo la cerimonia del 16 marzo, la nobile vita del maestro Toda giunse al termine. 
Il 16 marzo era stato una cerimonia di addio e il passaggio di testimone ai giovani. Alcuni dicevano che dopo la sua morte la Soka Gakkai si sarebbe dissolta, ma io ero determinato a realizzare tutti i suoi sogni, le speranze e le parole. Ho assunto pienamente il testimone dell’unità di maestro e discepolo e ho continuato a correre senza sosta per portarlo a termine.
Sono passati quarant’anni da allora e in questo periodo la Soka Gakkai si è librata nei cieli del mondo fino a diventare la regina del pensiero, dei diritti umani e della pace. 
Quarant’anni sono un banco di prova severo. Coloro che hanno smesso di praticare il Buddismo si sono fermati e sono affondati nella palude del rimorso. Coloro che hanno tradito la propria fede e la fiducia dei propri compagni non possono scampare alle conseguenze delle loro offese, come indica il Daishonin quando scrive: 

«In un primo momento sembra che i governanti e i sudditi che disprezzano i devoti del Sutra del Loto non subiscano punizioni, ma alla fine tutti finiscono tragicamente» (RSND, 1, 885)

I compagni che hanno lottato al mio fianco nel corso degli anni stanno vivendo vite vittoriose, colme di buona fortuna. Ricorderò per sempre questi nobili amici.
Un discepolo è colui che mette in pratica gli insegnamenti del suo maestro. Un discepolo è qualcuno che adempie al suo voto. Io ho fatto questo ed è il mio orgoglio più grande. Nichiren scrive:

«Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti del presente; se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente» (RSND, 1, 252).

Una forte determinazione e le nostre azioni nel presente determinano il futuro.
Il 16 marzo è l’eterno punto di partenza della vera causa, quando tutti i discepoli si alzano per rispondere all’appello del maestro. Per me, ogni giorno è un giorno di rinnovato impegno per kosen-rufu, ogni giorno è il 16 marzo.

***

Oggi la grande catena montuosa del ventunesimo secolo si tinge dei raggi del sole nascente. 
Seguendo il modello del 16 marzo, ho affidato totalmente il testimone dello spirito della Soka Gakkai ai giovani. Presto, sì, presto arriverà il loro momento di gloria.
Marzo è il periodo in cui gli alberi iniziano a sfoggiare le nuove foglie e i primi fiori. 
Giovani, che amerò sempre e in cui ripongo la mia fiducia! Il ventunesimo secolo è vostro. Il vostro tempo è arrivato. È inesorabilmente iniziato.

(Seikyo Shimbun, 8 marzo 1998)


[1]Testi del poeta giapponese Bansui Doi (1871–1952). Una canzone sulla morte del grande ministro cinese Chuko K’ung-ming, l’eroe dell’epica saga Il Romanzo dei Tre Regni.

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