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Siamo donne che creano la pace e fanno prevalere la giustizia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:15

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Siamo donne che creano la pace e fanno prevalere la giustizia

Lia Benghi, Rimini

Al corso nazionale donne Lia ha raccontato la sua esperienza di come è riuscita a conciliare la maternità con la sua crescita professionale realizzando un’enorme vittoria grazie alla sua fede irremovibile

Lia Benghi
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Ho 33 anni, sono farmacista e mamma di una bimba di due anni e mezzo. Da quando ho ricevuto il Gohonzon nel 2016 ho creato un’armoniosa famiglia insieme al mio compagno Stefano, ho trasformato il rapporto con mio padre, ho fatto shakubuku a mia zia, che ora è membro e offre casa per lo zadankai del nostro gruppo che ora è talmente numeroso che presto potrà dividersi. La nostra casa è diventata un punto d’incontro per tanti giovani. 
Dopo la laurea, nel 2017, ho trovato lavoro presso una farmacia come responsabile di laboratorio galenico. Quasi subito, mi sono accorta che il clima non era accogliente. L’ultima arrivata veniva sistematicamente esclusa. I primi mesi le colleghe mi hanno a malapena rivolto la parola: venivo aggredita verbalmente e minacciata, messa alla prova in maniera subdola, facendomi dubitare delle mie capacità. Allo zadankai non parlavo d’altro che della direttrice, lamentandomi in continuazione, finché, recitando Daimoku, ho capito che non potevo dare la colpa agli altri di un sentimento che provavo io. Gli atteggiamenti violenti erano innegabili, ma io avevo un potere nella mia vita. Nel Gosho L’inferno è la Terra della Luce Tranquilla si legge: 

«Né la pura terra né l’inferno esistono al di fuori di noi; entrambi esistono nei nostri cuori. Chi si risveglia a questa verità è chiamato Budda, chi vive nell’illusione è chiamato comune mortale» (RSND, 1, 403) 

Ho iniziato a recitare tantissimo Daimoku per essere più sicura di me, per crescere professionalmente e non aver più bisogno di rassicurazioni. Ho cambiato il modo di pormi nei confronti degli altri, tirando fuori orgoglio e coraggio. Ho determinato davanti al Gohonzon di trasformare la sofferenza, che derivava da un problema profondo con le persone che usavano il potere in modo tirannico come mio padre e lentamente anche il mio rapporto con lui ha iniziato a migliorare. Anche il mio rapporto con le colleghe si è trasformato: sono riuscita a fare loro shakubuku, e invitarle allo zadankai.

Nacque nostra figlia e, tornata dalla maternità, credevo che quel clima fosse solo un brutto ricordo, invece mi sbagliavo. Dato che la mia farmacia prevedeva una stagione estiva con orari di lavoro lunghi e stancanti, avevo chiesto alla capo area di poter lavorare part-time finché la bambina era piccola, ma mi aveva negato la richiesta se non per un breve periodo.
Nonostante il mio massimo impegno e le buone idee nel lavoro, il mio valore non veniva apprezzato a causa della mia situazione. Stavo malissimo, provavo forte angoscia, ma non avevo il coraggio di licenziarmi. Il mio stipendio in quel momento era troppo importante. Avevo iniziato a cercare altri lavori ma ogni volta che facevo un colloquio mi si chiedeva se avessi figli o se ne avessi voluti altri, quali fossero le mie priorità, la famiglia o il lavoro. 
Decisi di dare una svolta a questa situazione e chiesi un consiglio di fede. Fu molto importante, cominciai a recitare Daimoku per percepire profondamente il mio valore e sentirmi libera, prendendo in mano la mia vita. Determinai di imparare a controllare l’emotività, facendo prevalere la giustizia e la mia professionalità. Con la mia esperienza avrei riportato una grande vittoria con cui incoraggiare tutte le giovani mamme del mio settore, dimostrando che il giusto equilibrio tra carriera e famiglia si può trovare. Essere mamme ci può anche far avere una marcia in più! 

Ho ricominciato a fare colloqui e mandare tanti curricula con convinzione rinnovata. Dopo l’ennesima umiliazione in farmacia, cogliendo in flagrante la direttrice che mi screditava alle mie spalle, sono andata a recitare Daimoku e ho deciso di non alzarmi finché non avessi sentito qualcosa cambiare dentro di me. Dopo pochi minuti ho deciso fermamente che mi sarei licenziata il giorno successivo, anche se ancora non avevo un nuovo lavoro all’orizzonte, e che avrei affrontato la mia direttrice a cuore aperto dicendo tutta la verità su ciò che pensavo di lei. Ho determinato di parlare a più persone di Buddismo e di lottare e sostenere ogni donna e mamma che crede di non potersi far valere sul lavoro ed è costretta a rinunciare alla carriera per stare vicino ai figli. 
Nel Gosho I tre ostacoli e i quattro demoni si legge: 

«Non dovresti sentire la minima paura nel cuore. Sebbene una persona possa aver professato la fede nel Sutra del Loto molte volte sin dal remoto passato, è la mancanza di coraggio che gli impedisce di conseguire la Buddità» (RSND, 1, 568) 

Così, con il coraggio di un leone, e con il mio maestro nel cuore, il giorno successivo mi sono presentata nel suo ufficio per dare le dimissioni e con serenità le ho detto che stava usando il suo potere in maniera sbagliata. Anche se la sua risposta è stata che stavo esagerando, per la prima volta qualcuno le aveva parlato senza paura, spezzando la catena dell’omertà. Sono convinta che il seme del Sutra del Loto che ho piantato nel suo cuore, prima o poi sboccerà.
Il giorno successivo alle dimissioni sono stata chiamata per fare un colloquio presso una parafarmacia veterinaria. I proprietari, affascinati dalla mia passione per gli animali, mi hanno offerto un posto da direttrice nelle loro due parafarmacie, un contratto a tempo indeterminato e un incentivo pecuniario per lasciare la vecchia farmacia. Inoltre, un orario flessibile, accompagnato da queste parole: «Per te che sei una mamma, così puoi gestire al meglio la tua bambina». 
Dopo un anno, posso dire di essere soddisfatta: non penso mai al lavoro mentre sono a casa e mi riesco a godere il tempo libero con la mia famiglia. Ora sono una persona che crea la pace tra le persone anche quando i caratteri sono difficili, usando la voce che svolge il lavoro del Budda. 
Il mio desiderio è creare valore nel lavoro e crescere professionalmente e donare questa vittoria al mio maestro. 

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