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Corso nazionale donne 2024. Il report/2 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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Corso nazionale donne 2024. Il report/2

Parte 2

Pubblichiamo alcuni degli interventi che si sono succeduti durante il corso nazionale donne tenutosi in contemporanea a Milano, Montecatini e Salerno

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A Salerno Rosanna Sorelli (responsabile nazionale donne), a Montecatini Anna Conti (vicepresidente) e a Milano Tamiko Kaneda (segretaria generale) hanno parlato del tema e degli obiettivi del corso

È una grande emozione partecipare a questo corso che si svolge in contemporanea in tre luoghi diversi! Grazie a tutte dal profondo del cuore per l’impegno costante! 
Ormai è tradizione fare il corso donne a febbraio, in omaggio alla signora Kaneko Ikeda che compie gli anni il 27 febbraio, e anche per partire tutte insieme all’inizio dell’anno e dare un grande slancio alle nostre attività di propagazione.
Dialogando con le responsabili di regione è emerso il forte desiderio di dedicare questo corso alle responsabili di settore che sono in prima linea nelle nostre attività, sempre vicine ai membri insieme alle responsabili di gruppo.
Poiché in Italia ci sono circa 1.250 settori, non era possibile fare un unico corso dove potessero partecipare tutte. Perciò abbiamo pensato di far partecipare una per ogni settore e di fare il corso in tre luoghi diversi, ma in contemporanea, in modo da essere tutte insieme anche se distanti.
In totale partecipano 1.500 donne da tutte le regioni d’Italia, in rappresentanza di tutte le donne Soka italiane! 
Facciamo in modo che il nostro entusiasmo possa arrivare a tutti i membri in Italia! Da Salerno, da Montecatini e da Corsico parte un’onda lunga di gioia, di pace e di felicità che si diffonde in tutti i gruppi e i settori! 
Tutte noi ci siamo preparate con il Daimoku, lo studio, lo shakubuku e lottando con vari ostacoli che hanno cercato di “fermarci”, ma oggi siamo qui, perciò abbiamo già vinto! 

È importante sentire che siamo insieme anche se distanti fisicamente…
INSIEME vogliamo comprendere meglio il significato del nostro ruolo come responsabili e approfondire l’importanza della relazione maestro discepolo. Adesso che Ikeda Sensei non è più in vita è necessario comprendere ancor più profondamente il legame eterno di maestro e discepolo.
INSIEME vogliamo approfondire l’importanza dello studio, dello shakubuku, dello spirito dell’offerta e rideterminare il nostro voto per kosen-rufu.  
Questo è il nostro primo corso nazionale dopo la scomparsa di Ikeda Sensei. Sicuramente abbiamo sentito e sentiamo ancora un senso di vuoto, ma sentiamo anche una profonda gratitudine per il nostro maestro e con questo spirito stiamo portando avanti tante attività nei nostri settori, vicino ai membri. Siamo certe che ognuna è fortemente determinata a portare avanti la propria missione per kosen-rufu con lo stesso cuore di Sensei! 

Per questo abbiamo scelto questo tema: “Unite con il cuore del maestro. Unite per la pace”
Ci sono tre elementi fondamentali: l’unità tra noi compagne di fede, l’unità con il maestro e l’unità per costruire la pace.
Anche il nostro logo, il cuore con l’intreccio, rappresenta il concetto della trama e dell’ordito. Come abbiamo studiato ne Il mondo del Gosho, l’ordito rappresenta il legame tra maestro e discepolo e la trama il legame tra compagni di fede. Entrambe queste relazioni sono fondamentali per realizzare kosen-rufu.
Sensei spiega che tra compagni di fede è fondamentale «apprezzarsi l’un l’altro in quanto individui insostituibili, cercando di mettere in evidenza la parte migliore di ciascuno. In questo modo “diversi corpi, stessa mente” significa unirsi nella fede sostenendosi l’un l’altro» (MDG, 159).

I settori sono la prima linea dell’organizzazione

Il livello di settore, insieme al gruppo, è la prima linea dell’organizzazione. Chi arriva al primo zadankai incontra prima di tutto i responsabili e le responsabili di gruppo e settore. 
A seconda di come vengono accolte, incoraggiate, queste persone poi decidono se tornare o meno.
Per questo è così importante il livello di settore. Poco tempo fa è stato pubblicato un saggio intitolato Le responsabili di settore donne risplendono in cui Sensei scrive: 

«Le donne che lottano per qualcosa in cui credono sono meravigliose. La loro dedizione alla felicità dei loro amici e compagni di fede risplende di purezza e calore. Le loro vite sprigionano compassione, ottimismo e vitalità. Sui loro volti vi è sempre un sorriso radioso, caratteristico di queste meravigliose campionesse dikosen-rufu, le nostre compagne di fede del Gruppo donne.
In questo momento tutti i membri stanno lodando e sostenendo calorosamente le responsabili e le vice responsabili di settore del Gruppo donne, affermando: “Sono le più belle, le più splendenti e straordinarie!” […]. Questo è stato il mio pensiero: “Chi creerà lo slancio per una nuova crescita e un nuovo sviluppo in ogni settore mentre ci prepariamo a lanciarci nel ventunesimo secolo?”. La risposta è chiara: il Gruppo donne. Dobbiamo rivolgerci al Gruppo donne, soprattutto alle responsabili di settore» (NR, 848)

Il nostro maestro ci incoraggia e ci loda continuamente. Per ripagare il nostro debito di gratitudine, avanziamo a testa alta, così fiere da poter dire: “Sensei, noi porteremo avanti la propagazione, accoglieremo tanti giovani, faremo shakubuku ai giovani e li sosterremo affinché siano il motore di kosen-rufu!”.
Scrive inoltre Sensei: 

«Il settore è il “porto di origine” di kosen-rufu. Proprio come le navi caricano carburante e rifornimenti in un porto prima di prendere il largo, i nostri membri partono dal settore e si riuniscono di nuovo lì per “fare rifornimento”. Nel momento in cui i nostri settori fioriscono, l’intera Soka Gakkai realizzerà grandi vittorie.
Un responsabile che non ha solide radici nel settore è come una nave senza àncora che galleggia senza meta. Sono proprio i responsabili di settore a far sì che nei nostri “porti di origine” – i nostri settori – tutto proceda senza intoppi, e la loro unità costituisce un solido “frangiflutti” che protegge i membri» (NR, 848)

Sarebbe bello se alla fine di questo corso ognuna tornando a casa pensasse: “Anche il mio settore sarà un porto dove più persone possibili possono trovare rifugio e rifocillarsi per diventare più forti e fare la propria rivoluzione umana!”. 
Questi due giorni sono come un training accelerato, un’occasione per condividere esperienze personali e di attività, per studiare insieme e riflettere su come portare avanti attività gioiose, e quali azioni fare per far progredire il movimento di kosen-rufu in Italia. 
Nel suo intervento alla riunione di centro di gennaio, il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada ha detto:

«È fondamentale per noi prendere in considerazione il cambiamento del modo di concepire la cura dei figli e l’equilibrio tra lavoro e vita privata, così come il passaggio da un’epoca in cui era normale che gli uomini mantenessero sempre lo stesso posto di lavoro (in Giappone), a un’epoca in cui è normale che si cambi impiego e che entrambi i partner lavorino, altrimenti le persone potrebbero sentirsi limitate e a disagio nel fare attività nella nostra organizzazione, e le guide personali potrebbero risultare inefficaci, perché lontane dalla realtà quotidiana dei membri» (NR, 846)

Ciò significa che non possiamo continuare a fare attività come negli anni passati. Significa che ognuna di noi deve maturare e sviluppare una consapevolezza diversa per trovare nuove modalità nel portare avanti le nostre attività. Non è facile perché di solito si tende a mantenere le proprie abitudini, ma solo lasciando spazio a nuove idee e alla nostra creatività possiamo fare un ulteriore passo avanti nella nostra rivoluzione umana e riuscire a trasmettere alle generazioni future la grandezza di Nam-myoho-renge-kyo, della Soka Gakkai e del nostro amato maestro. 
Ora è importante unirsi e avanzare nella fede per realizzare appieno le nostre vite e portare avanti una grande propagazione. Tocca a noi portare avanti kosen-rufu in accordo con le guide che Sensei ci ha lasciato, decidendo nel nostro cuore: “Sensei, lo farò io al tuo posto!”.
Per concludere leggiamo una frase dal libro La forza del sorriso di Kaneko Ikeda:

«La signora Ikeda dice spesso: “Ricorda che non si tratta tanto di vincere, quanto di assicurarsi di non perdere. Non importa quale sia la situazione, vivi senza mai arrenderti”.
“Vivi senza mai arrenderti”. Queste parole sintetizzano bene l’esperienza di Kaneko Ikeda e la sua determinazione di tener fede per tutta la vita agli impegni presi con se stessa e con il suo maestro. Senza mai tornare indietro» (La forza del sorriso, Esperia, pag. 94)


Carissime compagne di fede del Gruppo donne italiano, desidero esprimere a ognuna di voi il mio più profondo rispetto e la mia gratitudine.
Congratulazioni vivissime per questo corso nazionale che vede 1.500 responsabili di settore provenienti da tutta Italia, riunite tra Salerno, Montecatini e Milano!
Vi ringrazio di cuore per aver deciso di partecipare a questo corso, animate da un sincero spirito di ricerca, nonostante i vostri numerosi impegni. 
E ringrazio tutte coloro che si sono dedicate dietro le quinte alla realizzazione e al successo di questo evento così importante.

Il 10 giugno 1951, il Maestro Toda organizzò un incontro con cinquantadue donne, con lo scopo di incoraggiarle nella fede e formare un nucleo di responsabili in grado di avanzare rapidamente verso l’obiettivo di 750.000 famiglie di praticanti. Quell’incontro segnò la nascita del Gruppo donne.
«Spero che combatterete con me fino alla fine, per verificare gli immensi benefici che la nostra fede è in grado di offrirci», disse Toda. 
Poi, verso la fine della cena, Toda dedicò loro una poesia che trovo particolarmente toccante:

Un nobile raduno
di amiche dal cuore puro:
bianchi gigli profumati.

E proseguì:

«Stiamo facendo qualcosa di davvero incredibile per il futuro della società, per il Giappone e per il mondo intero. Quindi vi prego di avere molta, molta più fiducia in voi stesse!». 

Posso affermare con certezza che anche il vostro corso è un “nobile raduno di amiche dal cuore puro”, è un incontro davvero prezioso per il futuro della società!
La presenza anche di una sola donna che abbraccia la Legge mistica, in famiglia, sul posto di lavoro o nella comunità, è come un sole splendente, e proprio come il sole, con il vostro sorriso luminoso voi rischiarate il cuore delle persone diffondendo felicità e speranza intorno a voi.
Sensei afferma che le donne hanno un grande potere e un naturale talento nel creare la pace. Ne La nuova rivoluzione umana scrive:

«[…] Shin’ichi pensò: “In qualunque epoca storica e ovunque nel mondo, le donne hanno sofferto soprattutto durante la guerra. Le donne, che partoriscono e allevano i figli, hanno un forte desiderio di proteggere la vita e possiedono un pacifismo profondamente radicato. Nutrono un intenso desiderio di pace e sanno più di chiunque altro quanto sia importante vivere in una società pacifica”. Secondo Shin’ichi la chiave per costruire una pace duratura era rendere le donne protagoniste in ogni sfera della società e aiutarle a far emergere le loro qualità innate, come osservava il filosofo Ralph Waldo Emerson: “Che cos’è la civiltà? La mia risposta è la seguente: il potere delle donne buone”» (NRU, 17, 81)

Il modo migliore per costruire una pace duratura e mostrare gratitudine al nostro maestro è desiderare unicamente la felicità delle persone e incoraggiarle a vincere e a diventare felici insieme a noi!
In questo modo potremo riferirgli con orgoglio: “Sensei! Guarda quanto abbiamo fatto progredire kosen-rufu!”. 

Care amiche, augurandovi una vita colma di fortuna e benefici, concludo con un passo del poema che Sensei ha dedicato proprio a voi, donne italiane, il 9 giugno 2001:

Tu, che hai un cuore meraviglioso,
emissaria gentile di pace,
angelo dell’amicizia calorosa,
sorriso della vittoria luminosa
e fiore dalla grande corolla della felicità d’Italia!

Con gratitudine
Alberto Aprea
24 febbraio 2024


La responsabile donne e giovani donne della SGI Yumiko Kasanuki si è collegata online durante il corso nazionale donne e ha incoraggiato tutte le partecipanti ad avanzare insieme con gioia e determinazione, per far sì che i settori diventino castelli di felicità e castelli di persone di valore 

Carissime amiche del Gruppo donne che risplendete come il sole della famiglia Soka, unite intorno alla responsabile nazionale Rosanna Sorelli, congratulazioni vivissime per questo memorabile corso che rappresenta l’era dei discepoli! 

Adesso vorrei trasmettervi una bellissima notizia. Abbiamo ricevuto un messaggio dalla signora Kaneko per il corso di oggi: «Desidero porgere i miei più affettuosi saluti a tutte le donne italiane. Sto mandando Daimoku a ciascuna di voi». Ancora congratulazioni! 

La cerimonia di commemorazione per Ikeda Sensei che ha avuto luogo il 20 gennaio presso Palazzo Vecchio, a Firenze, è stata realizzata grazie alla preghiera e alla lotta di tutti i membri italiani che rispettano profondamente Sensei. Questa cerimonia, che simboleggia la cristallizzazione della vittoria di maestro e discepolo, ha toccato il cuore di tantissime persone, non solo in Giappone ma nel mondo intero.
Qualche giorno fa, una persona che ha seguito la cerimonia in diretta tramite il canale YouTube, nonostante comprendesse solo le parole “Ikeda Sensei”, “Soka Gakkai” e “Daisaku Ikeda”, è rimasta colpita dalla bellezza di Palazzo Vecchio – patrimonio dell’umanità – e ha percepito profondamente quanto sia stata straordinaria la lotta di Sensei per la pace nel mondo, e ha deciso di diventare membro della Soka Gakkai. 
Desidero ringraziare dal profondo del cuore tutte voi del Gruppo donne, che siete state la forza motrice della realizzazione di questa magnifica cerimonia!  

Ho saputo che il corso di oggi è dedicato alle responsabili e vice responsabili di settore. Come un sole per il vostro settore, tutte voi state sostenendo ogni giorno il movimento di kosen-rufu senza lamentarvi. Proprio voi siete le vere emissarie del Budda e il tesoro della Soka. 
Il cammino che state percorrendo è il cammino della rivoluzione umana, il cammino della buona fortuna che attraversa le tre esistenze di passato, presente e futuro. 
Dopo il matrimonio, anche la signora Kaneko è stata per un breve periodo responsabile donne del gruppo Meguro, nel capitolo Kamata. All’epoca i gruppi erano costituiti da diversi nuclei e un gruppo equivaleva più o meno a un settore attuale. La signora Kaneko allora aveva vent’anni, ed era più giovane non solo delle responsabili donne di nucleo, ma anche della maggior parte dei membri del suo gruppo.
Questo la portò a impegnarsi il doppio di chiunque altro; si dedicò alle attività di propagazione e a incoraggiare e sostenere i suoi compagni di fede, sempre con il sorriso. Diceva: «Non c’è onore più grande che dedicarsi alla felicità di tutti».
Anche Ikeda Sensei, ricordando l’atteggiamento di sua moglie, ha raccontato: 

«Mi ricordo con affetto di quando usciva di casa con gioia nel gelido vento invernale per svolgere varie attività della Gakkai, tenendo per mano nostro figlio maggiore e portando sulla schiena il secondo» (NR, 848)

Trent’anni fa, nell’estate del 1998, mentre ci stavamo avvicinando al ventunesimo secolo, stando al passo con i tempi Sensei decise di cambiare ufficialmente il nome delle donne referenti di settore, che fin dall’epoca pionieristica della Soka Gakkai tutti chiamavano con affetto chiku-tan, che significa “persona incaricata del settore”, denominandole “responsabile donne di settore” e “vice responsabile donne di settore”. 
In seguito, nel saggio Le responsabili di settore del Gruppo donne risplendono (pubblicato sul Seikyo Shimbun del 30 settembre 1998 e su NR 848), Sensei scriveva quanto segue: 

«Nella Soka Gakkai ci sono responsabili del Gruppo donne a livello nazionale, regionale, di prefettura, di quartiere, di area e capitolo. Queste distinzioni vengono attuate solo per una questione di funzioni e di ruoli all’interno dell’organizzazione, ma non indicano in alcun modo un grado maggiore o minore di fede. I requisiti fondamentali per le responsabili donne sono gli stessi a tutti i livelli: fede, forte senso di responsabilità nel dedicarsi a kosen-rufu e spirito di iniziativa. Personalmente ritengo che ogni responsabile di settore donne sia “qualificata”, in termini di fede, per essere una responsabile nazionale del Gruppo donne. Questo è il motivo per cui la Soka Gakkai è così forte. 
Cerco di essere sempre informato delle difficoltà che affrontano le nostre responsabili e vice responsabili di settore donne. 
Quanto sono nobili, poiché giorno dopo giorno si dedicano alla meravigliosa opera di kosen-rufu con il cuore che arde di un appassionato senso di missione! Persone del genere incarnano il più nobile spirito di dedizione altruistica. Nel loro cuore risplende un sole luminoso. Il loro stato vitale è quello di regine e la strada che percorrono conduce al palazzo della felicità assoluta. I loro sforzi porteranno le loro vite a essere per sempre colme di buona fortuna e adorne di un carattere luminoso. La responsabile e la vice responsabile sono unite da un legame indissolubile. Solo quando comunicano tra loro, si rispettano a vicenda, entrano in sintonia unendo i loro cuori e si impegnano insieme, possono mettere in moto gli ingranaggi della vittoria» (NR, 848)

Incidendo questa guida di Sensei nella nostra vita, facciamo sì che i nostri rispettivi settori diventino castelli di felicità e castelli di persone di valore! Cosa ne pensate?
Nel volume 23 de La nuova rivoluzione umana, nel capitolo “Lotta intrepida”, si legge: 

«Per mantenere ben vivo lo spirito Soka, il sentiero di maestro e discepolo deve essere trasmesso e perpetuato per sempre. Questo sentiero inizia dallo sforzo del discepolo di apprendere lo spirito e la pratica del maestro» (NRU, 23, 246)

In Giappone, il Gruppo femminile ha trasformato in un motto una delle attività principali di quest’anno: “Approfondiamo lo spirito di maestro e discepolo studiando ogni giorno il Gosho e La nuova rivoluzione umana!”.
Il tempo che Ikeda Sensei ha vissuto a fianco del maestro Toda è durato poco più di dieci anni. Da allora Ikeda Sensei ha realizzato tutti i progetti del maestro Toda e infine ha aperto la strada di kosen-rufu mondiale rimanendo sempre suo discepolo, per più di sessant’anni. 
La strenua lotta di Ikeda Sensei dopo la scomparsa del suo maestro è interamente descritta ne La nuova rivoluzione umana. È importante quindi approfondirla tutti i giorni e in ogni occasione, sia come studio personale sia nell’attività dell’organizzazione. Inoltre è fondamentale mettere in pratica tutto ciò che abbiamo imparato. Credo che ciò significhi trasmettere ed ereditare lo spirito di maestro e discepolo.

Quest’anno celebriamo diversi anniversari importanti. 
Sono trascorsi 70 anni da quando Sensei fu nominato responsabile di staff del Gruppo giovani, diventando così la forza propulsiva della Soka Gakkai e dando inizio a un grande progresso del nostro movimento. 
È il 60o anniversario dalla prima stesura del romanzo La rivoluzione umana nella prefettura di Okinawa.
È il 50 o anniversario dalle prime visite di Sensei in Cina e nell’ex Unione Sovietica, dopo aver iniziato il suo viaggio per la pace nel mondo. 
Inoltre, sono trascorsi 70 anni da quando Sensei visitò per la prima volta Atsuta, il villaggio natale del suo maestro Toda, insieme a lui che gli affidò il compito di realizzare kosen-rufu mondiale.
In tal senso, possiamo dire che questo è un anno ricco di un significato profondo. 
Nel Gosho Fiori e frutti il Daishonin afferma: 

«I meriti che Nichiren ha acquisito propagando il Sutra del Loto ritorneranno sempre a Dozen-bo» (RSND, 1, 808)

Ciò significa che il beneficio conseguito dai discepoli grazie alla propagazione della Legge mistica ritornerà sicuramente al loro maestro. 
Noi discepoli possiamo ripagare il nostro debito di gratitudine nei confronti del maestro solo se continuiamo a lottare. Il modo migliore per esprimere la nostra gratitudine per il maestro è di espandere sempre di più il movimento di kosen-rufu
Quest’anno è colmo di profondo significato ed è il primo anno dopo che Sensei ha intrapreso il suo viaggio verso il Picco dell’Aquila. 
Con questa determinazione lottiamo insieme vigorosamente basandoci sulla preghiera e facendo le visite a casa. 

Ora desidero approfondire insieme a voi come realizzare la crescita di giovani successori. 
Sono fondamentali l’incoraggiamento e l’empatia, ovvero ascoltare attentamente le opinioni degli altri e offrire un caloroso incoraggiamento.
L’organizzazione si rivitalizza e si rafforza solo se questa eredità della fede fluisce in tutte le persone, nessuna esclusa. 
Teniamo sempre in mente che le attività più importanti per un responsabile sono le visite a casa e gli incoraggiamenti personali. 
Quindi intraprendiamo la nostra lotta in modo da poter essere fiere di noi stesse per aver incoraggiato le persone meglio di come abbiamo fatto finora, incontrandole singolarmente o in piccoli gruppi.

In questo “Anno della nuova partenza per una Soka Gakkai giovani in tutto il mondo”, impegniamoci insieme con tutte le nostre forze a incoraggiare le giovani generazioni. 
Il 27 febbraio è il compleanno della signora Kaneko. Vorrei condividere con voi una sua guida indimenticabile. 
Era il 1969, 55 anni fa, l’anno successivo a quello in cui Sensei presentò la sua Proposta di normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Cina e Giappone, e per questo venne «maledetto, insultato», come si legge nel Gosho (RSND 1, 361).
In mezzo a quella furiosa tempesta, ci fu una storica giornata in cui la signora Kaneko partecipò a otto zadankai in luoghi diversi nel capitolo di Setagaya, a Tokyo, dalle 10.00 di mattina fino alle 22.00, per dodici ore consecutive, nonostante il freddo pungente. 
La responsabile donne del capitolo che la accompagnò da un luogo all’altro disse che non avrebbe mai dimenticato il caloroso sorriso della signora Kaneko e le sue parole: 

«Facciamo sì che questa strada che stiamo percorrendo diventi la strada della buona fortuna»

Durante uno zadankai una persona le rivolse una domanda, affermando che dopo tanto tempo non riusciva a trasformare il proprio karma, e la signora Kaneko rispose:

«Quando parliamo della trasformazione del karma, più che pensare come se stessimo salendo le scale un gradino alla volta, bisogna pregare con la forte determinazione di non indietreggiare neanche di un passo, anche se ci trovassimo di fronte al precipizio di una scogliera a picco. In quel momento il nostro karma inizia a trasformarsi in missione» (NR, 636)

Un’altra persona domandò quale fosse la cosa più importante per il Gruppo donne della Gakkai, e lei rispose:

«Penso sia la saggezza. Per far emergere la saggezza bisogna recitare Daimoku e lottare con noi stesse. Si tratta sempre di una lotta con se stessi. Se diventiamo delle persone che tutti ammirano in quanto imbattibili nel recitare Daimoku, tutto andrà bene» 

All’epoca, la signora Kaneko aveva trentasette anni. Con l’obiettivo di realizzare i progetti del maestro Toda, sostenendo Sensei e lottando insieme a lui contro i tre potenti nemici, ha aperto la strada della vittoria dove ancora una strada non c’era. 
Le parole dignitose della signora Kaneko, traboccanti della sua convinzione, vengono tramandate dopo cinquantacinque anni come se fosse ieri. 
Ora è trascorso mezzo secolo: le persone che l’hanno incontrata all’epoca e i loro figli e nipoti, quel capitolo e la comunità, tutti stanno godendo di immensa buona fortuna. In particolare, in quella zona ci sono tanti membri del Gruppo giovani e Futuro, e la figlia maggiore della responsabile donne di capitolo sta svolgendo un ruolo importante come artista famosa. Inoltre, tutti si stanno impegnando per realizzare kosen-rufu, soprannominando quelle vie della loro città “Happy road”, ovvero “strade felici”. Facciamo sì che anche le strade nelle vostre zone diventino “strade felici”! 

Una volta Ikeda Sensei ci ha insegnato l’importanza delle piccole azioni attraverso un’antica favola sudamericana, “La goccia del colibrì”, molto amata da Wangari Maathai, conosciuta come la madre africana della protezione ambientale e premio Nobel per la pace.  
Quando un giorno nella foresta scoppiò un incendio, l’elefante, la tigre, l’orso e la rana si spaventarono e si misero in fuga. Il colibrì invece si diresse verso un laghetto per raccogliere con il becco una goccia d’acqua da versare sulle fiamme e continuò a ripetere questo gesto innumerevoli volte. 
“Le goccioline che stai gettando sul fuoco non serviranno a nulla”, gli dissero gli altri animali. Ma il colibrì rispose: “Sto solo facendo del mio meglio per risolvere la situazione”.
Wangari Maathai, riportando questa favola, affermò: «Io sono come questo colibrì. Continuo a fare ciò che posso fare», e concluse il suo discorso con un sorriso radioso.  
La sua sfida è iniziata col piantare sette alberi, ma la sua perseveranza ha fatto aumentare sempre di più il numero dei seguaci, fino a piantare oltre cinquanta milioni di alberi. 
Wangari Maathai affermò: 

«Noi essere umani, se consideriamo vari problemi a livello globale, sentiamo un senso di impotenza. Tuttavia, se intraprendiamo anche una piccola azione a partire dal nostro ambiente più immediato, possiamo manifestare il nostro potenziale. 
Sappiamo che le nostre piccole azioni possono cambiare le cose in modo positivo. Se riuscissimo a moltiplicare queste azioni per centomila volte, senza dubbio potremmo cambiare il mondo intero»

Sensei ha dato la seguente guida: 

«Anche nel nostro grande movimento di kosen-rufu, senza dubbio sono i membri del Gruppo donne che ogni giorno stanno mettendo costantemente in pratica la fede, la pratica e lo studio, ovvero le basi del Buddismo. Attraverso l’accumulo costante della preghiera, del dialogo e dell’apprendimento, i semi della Legge mistica sono stati piantati nel cuore di ogni persona e vengono nutriti e fatti sbocciare uno dopo l’altro come fiori profumati di felicità, che resistono al vento e alla neve delle avversità.
E ora, in risposta al caloroso incoraggiamento e alla compassione delle impareggiabili madri di kosen-rufu, stanno finalmente emergendo giovani in tutto il Giappone e in tutto il mondo e stiamo entrando in un’era in cui numerose persone di valore si stanno alzando, come alberi preziosi, in accordo con il principio di “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico”» (traduzione provvisoria).

Ora, per rispondere alle profonde aspettative di Ikeda Sensei, tutte insieme, con rinnovata determinazione, andiamo avanti gioiosamente e in armonia, incoraggiando ogni singola persona intorno a noi e creando un legame di felicità basato sul Buddismo. 


Nel suo intervento al corso nazionale donne Suzanne Pritchard, co-presidente della SGI europea, ha approfondito la lezione del maestro Ikeda su La raccolta degli insegnamenti orali, in particolare sul settimo capitolo del Sutra del Loto “Parabola della città fantasma”, mettendone in luce alcuni aspetti cruciali per affrontare i problemi che attanagliano la società odierna


In questa sessione studiamo una parte della serie di lezioni del maestro Ikeda su La raccolta degli Insegnamenti Orali.
Questa serie è stata il progetto finale di studio che Sensei era determinato a portare a termine nel corso della sua vita. Per questo ha lottato affinché noi potessimo approfondire l’immenso potere trasformativo del Buddismo di Nichiren Daishonin e la nostra missione, sia da un punto di vista individuale che collettivo, come suoi diretti discepoli in questo momento così cruciale per l’umanità.
Nel volume 6 de La nuova rivoluzione umana Sensei parla dell’atteggiamento che dovremmo avere quando studiamo La raccolta degli insegnamenti orali e afferma:

«Voglio che gli Insegnamenti orali diventino fonte di ispirazione per la vostra fede, il vostro modo di pensare e vivere. Questo è il motivo per cui desidero che li studiate in maniera approfondita, penetrandone il significato. Quando scavate dovete continuare a farlo fino a quando non trovate una sorgente, altrimenti avrete scavato invano. Per il Buddismo è la stessa cosa: uno studio passivo non farà mai avanzare la vostra fede» (NRU, 6, 226)

Sensei ci incoraggia a impegnarci con tutto il cuore e a continuare a scavare poiché queste lezioni sono molto profonde.
Il presidente Toda ha spiegato uno dei motivi per cui è così, durante una lezione che ha tenuto personalmente sull’Ongi Kuden.
Ha chiarito che il pensiero occidentale adotta un approccio “induttivo”, cioè affronta l’argomento passo dopo passo per arrivare a una conclusione.
Il pensiero orientale è “deduttivo” e il principio fondamentale viene esposto subito all’inizio; in altre parole, inizia dalla conclusione.
Poiché siamo cresciute in Occidente, siamo abituate ad avere un approccio graduale per cui, leggendo gli estratti iniziali, potreste avere una sensazione tipo “Oh cielo! Possiamo rileggerlo altre venti volte e poi, forse, lo capirò!”. Ma non preoccupatevi: l’obiettivo è che alla fine di questa sessione molte cose diventino chiare. Tuttavia, oggi abbiamo poco tempo a disposizione e ci sono punti importanti che non abbiamo il tempo di trattare, quindi prendete questa sessione come una sorta di “guida”, in modo da poter tornare sul testo volta per volta e continuare a scavare finché non sarete soddisfatte!
La puntata che studieremo oggi si concentra su alcuni passaggi del settimo capitolo del Sutra del Loto, “La parabola della città fantasma”, e sebbene questo sia più un approccio induttivo graduale, vorrei iniziare leggendo la parabola stessa:

«La parabola della città fantasma racconta di alcuni mercanti che intraprendono un pericoloso viaggio di cinquecento yojana per raggiungere la meravigliosa terra dei tesori. Lungo la strada si sentono così esausti da voler rinunciare e tornare indietro, ma la loro saggia guida, pensando che sarebbe un peccato se dovessero arrendersi e ritornare senza il tesoro, impiega i suoi poteri sovrannaturali per creare una città fantasma e incoraggia i viaggiatori a riposare e recuperare le forze. I mercanti si rallegrano ed entrano nella città per riposarsi. Quando la guida si rende conto che si sono completamente ripresi, fa svanire la città fantasma e rivela loro la verità. La città era solo un miraggio, afferma, ma la vera terra dei tesori è vicina, esortandoli a proseguire» (BS, 242, 33)

Sensei sottolinea:

«Nichiren Daishonin ne La raccolta degli insegnamenti orali insegna che la città fantasma e la terra dei tesori non sono due entità distinte: “La città fantasma è identica alla terra dei tesori”» (Ibidem)

Adesso leggiamo insieme il primo passo citato da Sensei:

«Punto primo, sulla “città fantasma” (kejo). In realtà, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, si stanno illuminando al fatto che il nostro corpo e la nostra mente sono la Legge meravigliosa stessa, vale a dire che la città fantasma è identica alla terra dei tesori. I dieci mondi sono tutti città fantasma, e ognuno di questi dieci mondi è una terra dei tesori. […] In questa affermazione che la città fantasma è identica alla terra dei tesori, la singola parola “identica” simbolizza Nam-myoho-renge-kyo. Ogni istante di vita nella città fantasma è un istante di vita nella terra dei tesori» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 112, 54)

Come sapete, nel Sutra del Loto Shakyamuni insegna finalmente in accordo con le proprie capacità anziché con le capacità dei suoi ascoltatori. Precedentemente al Sutra del Loto, veniva insegnato che i dieci mondi erano domini o mondi separati e il cammino verso la Buddità passava attraverso il lungo processo di rinascita in ogni mondo successivo, dove si potevano sradicare i desideri terreni associati a quella particolare condizione vitale per poi rinascere in un mondo superiore. Il percorso verso l’illuminazione era quindi simile a una scalata con l’obiettivo finale di raggiungere uno stato di perfezione. Da questo punto di vista, i nove mondi sono considerati delle “città fantasma” e la Buddità è “la terra dei tesori”. Ma questa prospettiva è stata completamente ribaltata nel Sutra del Loto e, di conseguenza, Nichiren Daishonin nell’Ongi Kuden non solo cita questo rivoluzionario insegnamento di Shakyamuni, ma lo ribadisce con fermezza affermando che tutti e dieci i mondi sono città fantasma e tutti e dieci sono la terra dei tesori! Come possono quindi tutti i dieci mondi essere città fantasma e allo stesso tempo la terra dei tesori? Per risolvere questa apparente contraddizione, esaminiamo una sezione delle note che accompagnano la pubblicazione dell’Ongi Kuden:

«Il Buddismo mahayana parla spesso di due tipi o livelli di verità, la verità fenomenica o relativa e la verità suprema o assoluta. […] Il livello della verità fenomenica o relativa è caratterizzato dal pensiero dualistico: le idee sono viste come coppie contrastanti, dove ogni termine per la propria esistenza dipende dal suo opposto, come nel caso di bene/male, felicità/infelicità, ignoranza/Illuminazione. A livello della verità suprema, però, il pensiero dualistico viene trasceso e gli opposti, a causa della loro mancanza di indipendenza e di natura distintiva, si fondono in un’unica entità. Perciò Nichiren, parlando da questo livello di verità, può dire, come spesso fa, che i desideri terreni sono Illuminazione o che le sofferenze di nascita e morte sono nirvana. Nei termini della logica quotidiana, o del regno della verità fenomenica, tali affermazioni sembrano arbitrarie se non addirittura assurde. Considerate dal punto di vista della verità più elevata, tuttavia, esse rappresentano l’essenza dell’insegnamento di Nichiren, il fatto che tutte le persone sono in realtà dei Budda» (BS, 108)

Possiamo trovare un meraviglioso esempio di come guardare il mondo prima basandosi sulla verità fenomenica o relativa e poi guardando lo stesso insieme di fenomeni attraverso la lente della verità suprema o assoluta, nei paragrafi 1 e 2 del saggio di Sensei “La speranza è una scelta”. Anche se questi testi sono ben noti a tutte voi, rileggiamoli dalla prospettiva di questi due tipi di verità:

«Se osserviamo il mondo, oggi è facile cadere nella disperazione. Sembra che tra le persone prevalga un senso di impotenza e che tutte le decisioni importanti vengano prese in qualche luogo al quale a noi non è dato accedere. Che cosa può realizzare una persona di fronte alla potenza delle forze che governano il mondo? È travolgente il modo veloce e complesso in cui i tempi sembrano correre. Io non credo nell’impotenza delle persone. La filosofia che ho abbracciato parla della dimensione fondamentale, inerente alla vita stessa, per cui ogni vita umana attinge all’illimitata forza vitale del cosmo. Pertanto, la stessa forza che muove l’universo esiste nella nostra vita. Ciascun individuo ha un immenso potenziale e un grande cambiamento nella dimensione interiore nella vita di un solo individuo ha il potere di toccare la vita degli altri e di trasformare la società. Ogni cosa parte da noi» (La speranza è una scelta, Esperia, 3)

Un termine chiave che si riferisce a questi due tipi di verità è soku, spesso tradotto come “equivale a” o ” è uguale a”, come nei concetti di bonno-soku-bodai, “i desideri terreni sono illuminazione” e di shōji-soku-nehan, “le sofferenze di nascita e morte sono nirvana”.
Nella sezione de La raccolta degli insegnamenti orali che abbiamo appena letto, Nichiren Daishonin usa un termine ancora più forte: “identico a”.
Robert Harrap, co-presidente per l’Europa insieme a me, ha recentemente osservato che nell’iscrivere il Gohonzon Nichiren Daishonin avrebbe potuto usare lo stesso tipo di caratteri cinesi classici che vediamo in altre parti del Gohonzon, anche per i principi “i desideri terreni sono Illuminazione e le sofferenze di nascita e morte sono nirvana”. Ha invece scelto di utilizzare una scrittura chiamata Siddham. Anche chi non è in grado di leggere i caratteri del Gohonzon può osservare chiaramente questi lunghi caratteri in grassetto su entrambi i lati saltano immediatamente all’occhio. Robert ha osservato che, se la tecnologia fosse stata a disposizione di Nichiren Daishonin all’epoca, egli avrebbe messo questi principi in luci al neon lampeggianti: ecco quanto sono importanti e rivoluzionari.  
Leggiamo la spiegazione di Sensei di soku:

«La parola soku esprime la trasformazione che si realizza attraverso la fede nella Legge mistica. Il Buddismo di Nichiren insegna il principio di “conseguire la Buddità nella propria forma presente”; ciò significa che possiamo realizzare uno stato di felicità indistruttibile in questa vita così come siamo. […] Il potere di trasformare la città fantasma nella terra dei tesori e renderle “identiche” – come si intende con la parola soku – è determinato dalla nostra mente, dalla nostra disposizione interiore in ogni istante della vita» (BS, 242, 35)

Quindi, è il potere di Nam-myoho-renge-kyo basato sul voto – il nostro ichinen rivolto a kosen-rufu e alla felicità di tutti gli esseri viventi – che ci permette di trascendere il pensiero dualistico della verità fenomenica relativa. Sebbene Sensei in questa lezione si concentri sul principio di soku, si può notare che anche il concetto buddista di funi (due ma non due) offre un modo simile, integrato e olistico, di percepire la vita dal punto di vista della verità assoluta e suprema.
Alcuni anni fa si è tenuta una sessione di domanda e risposta con l’ex responsabile del Dipartimento di studio, Katsuji Saito, e vorrei condividere gli appunti che ho preso all’epoca, ma sappiate che non si tratta in alcun modo di una documentazione ufficiale!
La domanda che gli è stata rivolta era: il modo di pensare occidentale è spesso basato sulla separazione o sulla dualità, ma nel Buddismo noi impariamo il concetto di non dualità di bene e male attraverso concetti quali “funi” o “soku”. Può spiegarci questi concetti e il loro funzionamento? La sua risposta è stata di questo tipo:

«Per prima cosa: che cos’è la saggezza, che cos’è la verità? Il Buddismo insegna che nessun fenomeno rimane statico o costante, tutto è fluido o in movimento. Pertanto, considerare le cose come statiche e immutabili non è saggezza o verità dal punto di vista buddista. Molte cose possono essere spiegate appieno solo con i concetti di funi – due ma non due – o soku, identico.
Possiamo guardare i fenomeni A e B e pensare che siano separati e duali, ma ci sono volte in cui possono anche essere la stessa cosa, una non-dualità.
Per esempio, se osservate un paesaggio stando al centro di un campo, lo percepite in un modo, ma se lo guardate di nuovo da un punto di osservazione su una collina vicina, lo vedrete in modo diverso. Il paesaggio rimane lo stesso, ma la vostra prospettiva è cambiata.
Sebbene da un certo punto di vista A e B siano separati e duali, dalla prospettiva della saggezza e della verità olistica è possibile vedere le cose come sintetizzate o integrate, cioè nella non-dualità.
Avere sia la percezione abituale – A e B sono separati – sia una prospettiva olistica – integrata – significa avere la saggezza del Budda. Superficialmente possono sembrare separati, ma la saggezza del Budda determina che non possono essere totalmente separati e distinti.
Il Budda è in grado di percepire entrambi gli aspetti della verità e di applicarli di conseguenza, non basandosi esclusivamente sull’uno o sull’altro. In questo contesto, la non dualità dei concetti di funi e soku assume un significato completo.
L’umanità ha gettato le basi della società odierna basandosi sul pensiero dualistico, soprattutto nella civiltà occidentale. Ma a causa di ciò oggi vediamo contraddizioni e incoerenze nella società. Per esempio, parliamo di risoluzione dei conflitti, ma i conflitti dilagano; parliamo di dialogo, ma spesso finiamo in un fuoco incrociato di monologhi senza alcun vero coinvolgimento. Questo perché l’idea della non-dualità non è ancora pienamente maturata nella società»

Trovo che quest’ultima frase – «l’idea della non-dualità non è ancora pienamente maturata nella società» – sia stupefacente!
Questo è il potere della trasformazione soku di cui c’è un disperato bisogno nel nostro mondo di oggi, dove le persone, di fronte ai problemi e alle sfide della vita quotidiana e della società, sono appesantite dai sentimenti di impotenza e disperazione che derivano dal pensiero fenomenico relativo.
La nostra missione, come discepoli diretti di Sensei, è quella di essere protagonisti nel condividere questa filosofia e Nam-myoho-renge-kyo per aprire la strada a un nuovo modo di pensare che trasformi la società. Questo è ciò che Sensei ha fatto per tutta la sua vita e ora, raccogliendo il testimone che Sensei ci ha passato, siamo in prima linea in questa rivoluzione della mentalità dell’umanità.
L’affermazione «la città fantasma è identica alla terra dei tesori» ha molteplici livelli di significato. Abbiamo appena esaminato la natura identica dei dieci mondi, ma all’inizio del passo dell’Ongi Kuden che abbiamo letto troviamo questa frase:

«In realtà, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, si stanno illuminando al fatto che il nostro corpo e la nostra mente sono la Legge meravigliosa stessa, vale a dire che la città fantasma è identica alla terra dei tesori» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 112, 54)

Sulla base di ciò, Sensei passa a esplorare un altro aspetto dei fenomeni che dal punto di vista della verità mondana sembrano distinti e separati, ma che dal punto di vista della verità assoluta si rivelano totalmente integrati. Leggiamo:

«Innanzitutto, nel passo immediatamente precedente a quello che stiamo studiando, spiega la città fantasma nella prospettiva di corpo e mente. In un certo senso i nostri corpi e le nostre menti sono in costante cambiamento e disintegrazione, impermanenti come la città fantasma. Ma in realtà questo è un punto di vista che appartiene agli insegnamenti provvisori, perché “il messaggio del Sutra del Loto è che questa impermanenza è in realtà uno stato di costante permanenza. Cioè, la città fantasma è identica alla terra dei tesori” (BS, 112, 54). Il Daishonin vuole dirci che recitando Nam-myoho-renge-kyo i nostri corpi e le nostre menti, che consideravamo impermanenti, in realtà sono “la Legge meravigliosa stessa, vale a dire, che la città fantasma è identica alla terra dei tesori”» (BS, 242, 34)

In linea generale, la vita e la morte sono viste come realtà separate e distinte ma il Buddismo ci insegna che la vita e la morte sono due fasi di un ciclo continuo come onde che appaiono costantemente sulla superficie dell’oceano per poi tornare a fondersi di nuovo nella profondità dell’oceano. Nonostante le nostre vite possano sembrare impermanenti, in realtà esse sono permanenti. La morte non dovrebbe essere disdegnata ma al contrario andrebbe intesa come un periodo in cui si raccolgono nuove energie per interpretare un altro meraviglioso dramma nella prossima esistenza manifesta.
Potreste già esserne a conoscenza, ma una volta ho sentito dire dal direttore generale della Soka Gakkai, Shigeo Hasegawa, che alla fine di uno spettacolo o di un film sullo schermo generalmente appare le parola “Fine”. Per coloro che stanno conducendo una vita dedita alla propria missione le parole finali saranno invece “Continua…” o “Prossimamente…”!
A volte si dice che alla base di ogni paura nella vita ci sia la paura della morte. La visione che abbiamo della morte modella il modo in cui viviamo la nostra vita come individui e anche collettivamente come società.
Nella Lezione sull’Eredità della Legge fondamentale della vita, Sensei cita le parole del suo maestro Toda:

«Quando i Bodhisattva della Terra appariranno in tutto il mondo e la gente si risveglierà all’eternità della vita e alla vera natura intrinseca di vita e morte come funzioni della Legge mistica, si assisterà a una vera rivoluzione della visione della vita e della morte. In quell’epoca a venire saremo senza dubbio capaci di trasformare il karma dell’umanità» (Esperia, pag. 55)

È proprio così, non è vero? Se le persone comprendessero l’eternità della vita, non inquinerebbero e non profanerebbero il nostro pianeta per il loro profitto a breve termine; non ucciderebbero e non distruggerebbero la vita con la violenza e la guerra. Comprendere che la vita è eterna rimette in ordine ogni singola priorità e in questa fase della nostra eterna missione noi, come discepoli di Sensei, siamo in prima linea nel creare un cambiamento nella comprensione di vita e morte che è la chiave per la trasformazione del karma dell’umanità:

«Il Daishonin sta descrivendo il cammino verso una grande trasformazione, un processo che non implica la separazione dal nostro io impermanente e nemmeno lo sradicamento di illusioni e desideri. Consiste invece nel comprendere che noi stessi siamo la Legge mistica, i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, nel dischiudere e manifestare lo stato vitale di Buddità che esiste dentro di noi diventando consapevoli che la strada verso la città fantasma è di per sé la terra dei tesori.  Come afferma il Daishonin: “I dieci mondi sono tutti città fantasma, e ognuno di questi dieci mondi è una terra dei tesori”. Illuminato dalla Legge mistica, ognuno dei dieci mondi risplende manifestandola. Questo principio della trasformazione della città fantasma nella terra dei tesori si può spiegare anche nei termini della nostra pratica buddista. Attraverso il potere della Legge mistica, ogni difficoltà che incontriamo e ogni lotta che intraprendiamo per realizzare i nostri obiettivi per kosen-rufu e nella vita diventano una brillante espressione di un’infinita e preziosa creazione di valore. Possiamo usare qualsiasi prova come carburante per la nostra rivoluzione umana e per il conseguimento della Buddità in questa esistenza, trasformando illusioni e desideri in Illuminazione e considerandoli come un tesoro di gioiosi benefici» (BS, 242, 34)

All’inizio di questo passo leggiamo che la Buddità non implica lo sradicamento di tutti i desideri terreni, significa invece realizzare che noi stessi siamo la Legge mistica; noi stessi siamo i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Nella Saggezza del Sutra del Loto Sensei spiega come possiamo trasformare i nostri desideri terreni dicendo:

«L’Illuminazione non risiede nello sradicamento dei desideri, quanto piuttosto nel viverli alla luce della compassione e della saggezza. Si tratta di dominare il tumulto dei desideri, del karma e della sofferenza con gli strumenti della compassione e della saggezza, trasformando ondate di negatività in una corrente di bontà» (La saggezza del Sutra del Loto, vol. 1, pag. 340)

C’è un passo meraviglioso nel dialogo tra Sensei e il professor Lou Marinoff, nel libro Qualunque fiore tu sia sboccerai, che spiega come Nam-myoho-renge-kyo ci permette di trasformare i desideri terreni che sgorgano dall’oscurità fondamentale dei tre veleni di avidità, collera e stupidità. Sensei afferma:

«In termini moderni, l’avidità spesso assume la forma della ricerca infinita del profitto; la collera è la manifestazione del dolore e della disperazione, destinata poi a sfociare nell’aggressività e nella violenza; la stupidità è l’incapacità di riconoscere la dignità e il valore di se stessi e degli altri. […] Abbiamo bisogno di deviare l’energia manifestata in avidità egoistica e in collera verso la prosperità universale e la felicità, e di trasformare l’energia della stupidità in una vita al servizio degli altri» (Qualunque fiore tu sia sboccerai, pag. 69)

In questo contesto, quanto è compassionevole la descrizione di Sensei del veleno della collera; riusciamo a vedere come questo aspetto si manifesta nella vita delle persone che si sentono tradite e abbandonate dalla società, ed è anche alla base delle terribili guerre e dei conflitti che vediamo tra Russia e Ucraina e tra Israele e Hamas. Ma anche in questo caso vediamo che questi veleni, se reindirizzati attraverso il potere di Nam-myoho-renge-kyo, possono essere trasformati in fonti di energia per cambiare le nostre vite e la società.  Passiamo al prossimo estratto.

«Punto sesto, sulle parole “fa svanire la città fantasma” nel brano: “A quel tempo la guida, intuendo che le persone si sono riposate e non sono più stanche e spaventate, fa svanire la città fantasma e dice al gruppo: “Ora dovete ripartire. Il luogo dei tesori non è lontano” (SDL, 199). Ora, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, stanno rivelando che la città fantasma non è altro che la terra dei tesori. Queste valli montane e queste ampie pianure dove noi viviamo sono tutte, senza alcuna eccezione, le terre dei tesori della Luce eternamente tranquilla» (BS 242, 36)

Sensei afferma di aver studiato questo passaggio con i membri in Hokkaido nel 1978. Leggiamo la sua guida insieme, ma noterete che ho adattato il testo per applicarlo a noi, qui e ora, in Italia… sono certa che a Sensei non dispiacerebbe!

«Ero profondamente commosso dai legami costruiti dai membri del Gruppo donne italiano, Bodhisattva della Terra che erano emersi come veri e propri fari di speranza della Legge mistica per illuminare la nostra epoca travagliata. Ribadii loro che i luoghi dove svolgevano le attività per kosen-rufu in Italia erano “terre dei tesori della Luce eternamente tranquilla”, cioè terre del Budda. Perché quando comprendiamo che il luogo in cui ci troviamo, ovunque esso sia in Italia, è la terra della nostra vera missione e ci sforziamo proprio lì, abbiamo la certezza di conseguire uno stato vitale illimitato traboccante di benefici. Questa è l’essenza del Buddismo. Il Buddismo di Nichiren insegna che possiamo risplendere del radioso stato vitale di Buddità qui e ora, non in altri luoghi o tempi. Il Daishonin dice: “Queste valli montane e queste ampie pianure dove noi viviamo sono tutte, senza alcuna eccezione, le terre dei tesori della Luce eternamente tranquilla”. In quanto praticanti della Legge mistica, ogni luogo in cui ci troviamo in Italia è il grande palcoscenico per cambiare il nostro karma, è la terra del tesoro dove abbiamo promesso di adempiere la nostra missione di Bodhisattva della Terra» (cfr. BS, 242, 36)

In queste parole di Sensei possiamo osservare il lignaggio spirituale diretto che collega Shakyamuni, Nichiren Daishonin e i tre presidenti fondatori della Soka Gakkai, specialmente il maestro Ikeda, che hanno cercato di risvegliare i propri discepoli alla loro identità eterna di Bodhisattva della Terra che rinascono costantemente insieme al proprio maestro per vincere in tutti gli aspetti della propria vita e per liberare il mondo dall’infelicità. Leggiamo insieme le famose parole tratte dal settimo capitolo del Sutra del Loto:

«Le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre di Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri» (SDL, 203)

Sensei commenta:

«Udendo Shakyamuni predicare, gli ascoltatori della voce comprendono di non essere suoi discepoli solo nell’esistenza presente, ma di averlo udito predicare la via del bodhisattva del Sutra del Loto nel lontano passato e di aver promesso, tanto tempo fa, di praticarla. Capiscono che la loro apparizione in questa vita come ascoltatori della voce è solo una questione di forma esteriore, mentre in realtà sono da sempre bodhisattva che si impegnano eternamente ad adempiere il loro voto insieme al maestro. Quando vengono a conoscenza del legame maestro-discepolo che hanno condiviso con Shakyamuni sin dal remoto passato, questi veri discepoli ascoltatori della voce si risvegliano al desiderio, al voto, che “custodivano da sempre dentro il loro cuore”. E finalmente comprendono che la loro vera missione come bodhisattva è adempiere il voto di condurre tutte le persone all’Illuminazione» (BS, 242, 37)

Come possiamo guidare tutte le persone all’Illuminazione? Sensei lo spiega in maniera molto semplice e chiara quando parla di una sua visita nel Kansai:

«Mentre mi accingevo a compiere la mia prima visita nel Kansai, dopo essere diventato terzo presidente della Soka Gakkai, scrissi nel mio diario: “Tratterò ogni singola persona in modo amichevole. Parlerò con ognuna di loro, dialogando e chiedendo di condividere reciprocamente felicità e sofferenza per il resto della nostra vita. Questo sarà il mio credo. Avanzerò, lotterò e soffrirò come inviato del Budda, eroe senza corona e alleato delle persone comuni”» (Ibidem, pag. 39)

All’inizio abbiamo confermato che questa serie di lezioni sull’Ongi Kuden è stato il progetto finale di studio che Sensei desiderava completare nel corso della sua vita. L’ex responsabile del dipartimento di studio, Masaaki Morinaka, una volta parlò del significato del grande movimento di studio Soka che Sensei ha creato utilizzando l’analogia di un gruppo di persone che decidono di scalare una montagna. Essendo la montagna molto alta, partono prima dell’alba ma quando arrivano è ancora buio. Una persona nel gruppo accende un fiammifero ma la luce non è sufficiente a vedere la catena montuosa di fronte a loro. Un’altra ha una torcia ma anche questa non fa luce a sufficienza. Solo quando sorge il sole possono vedere l’intera catena montuosa in tutta la sua gloria e possono iniziare la scalata. Il signor Morinaka disse che lo studio di Sensei è come il sole che illumina la catena montuosa, che rappresenta la filosofia di Nichiren Daishonin.
Spero che, tornando alla lezione di Sensei e continuando il vostro approfondimento, possiate risvegliarvi all’emozionante e appassionante sfida della vostra incredibile missione: vivere e diffondere ampiamente questi straordinari insegnamenti di trasformazione.
L’Italia è stata la culla del Rinascimento ma come ha osservato Sensei guardando attentamente possiamo vedere che il Rinascimento, per quanto magnifico, non ha portato alla liberazione e alla felicità di tutti gli esseri umani. Ora, come discepole dirette di Sensei e come estensioni della vita del nostro eterno maestro, noi donne Soka diamo vita a un nuovo splendido rinascimento qui in Italia e, come ci incoraggia Sensei:

«Proseguiamo allegramente nel grande viaggio della lotta condivisa di maestro e discepolo per kosen-rufu mondiale, decisi a cambiare il destino di tutta l’umanità» (Ibidem)

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