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Una “lotta della penna” portata avanti senza lesinare la propria vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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Una “lotta della penna” portata avanti senza lesinare la propria vita

Puntata 5 parte 1

La quinta puntata della serie “La forza di maestro e discepolo è immensa. La vita del maestro Ikeda” narra dell’impegno instancabile del nostro maestro nell’incoraggiare ogni singola persona tramite la parola scritta. Questa prima parte si concentra in particolare sulla scrittura dei romanzi “La rivoluzione umana” e “La nuova rivoluzione umana”. Questa puntata è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun del 25 novembre 2023

Iscrizione de La nuova rivoluzione umana presso il Training Center di Nagano, dove Ikeda Sensei iniziò e completò la sua opera. Oltre all’incipit del romanzo «Niente è più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicità. La pace è il punto di partenza per il progresso dell’umanità» (NRU, 1, 1), sono incise le seguenti parole: «Agosto 1993 /Anniversario dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima / Inizio a scrivere / Prevedo che il romanzo sarà composto da trenta volumi»
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«Grazie a una fede appassionata, le parole sgorgano inesauribili»: così scrisse Ikeda Sensei in una poesia.
Era determinato a incoraggiare amici e compagni di fede con tutto se stesso, senza lesinare la propria vita. Tuttavia, vi erano dei limiti al numero di persone che poteva incontrare dal vivo. Pertanto, decise di incoraggiare tutti con “la forza della penna”.
Ne La nuova rivoluzione umana scrive:

«Le parole sono vita, sono luce, sono speranza. Continuerò a riversare ogni briciolo del mio essere nel parlare e nello scrivere, fino all’ultimo momento della mia vita!» (NRU, 10, 34)

Mentre esistono dei limiti a ciò che una persona può fare, la parola scritta non conosce limiti. Ikeda Sensei decise di riportare per iscritto la filosofia universale del Buddismo di Nichiren e la verità di maestro e discepolo. E realizzò concretamente questa sua determinazione. Iniziò la sua “lotta di parole” da giovane, sotto la guida del suo maestro Josei Toda.

Le riviste Boken Shonen e Shonen Nippon a cui il giovane Daisaku Ikeda lavorò come caporedattore sotto la guida di Toda Sensei

Il giovane Ikeda iniziò a lavorare presso la casa editrice di Toda Sensei, la Nihon Shogakkan, il 3 gennaio 1949, il giorno dopo aver compiuto ventuno anni. 
Nel maggio dello stesso anno venne nominato caporedattore della rivista Boken Shonen (in seguito rinominata Shonen Nippon), impegnandosi a renderla la migliore rivista per ragazzi del Giappone. 
Lavorando nel piccolo ufficio della casa editrice nel quartiere di Nishi-Kanda, a Tokyo, si occupava di tutti gli aspetti della produzione della rivista, dalla pianificazione ai contatti con gli scrittori e gli illustratori, fino all’impaginazione. Quando gli autori non erano disponibili interveniva lui stesso scrivendo saggi e biografie su figure quali l’educatore Johann Pestalozzi (1746-1827) e il medico e scienziato Edward Jenner (1749-1823), utilizzando lo pseudonimo di Shin’ichiro Yamamoto.
Tuttavia, la casa editrice di Toda Sensei subì delle battute d’arresto a causa degli sconvolgimenti finanziari dovuti ai cambiamenti nelle politiche economiche dopo la Seconda guerra mondiale. Toda decise quindi di chiudere la casa editrice e fondare una cooperativa di credito.
In simili circostanze, Toda Sensei disse al giovane Ikeda: 

«Il Daishonin continuò a scrivere, a scrivere e ancora scrivere lettere per incoraggiare ciascuno dei suoi discepoli. Ecco perché nessuno di loro si lasciò sconfiggere dalle prove della vita e della società. Daisaku, creiamo un grande giornale che abbia lo stesso spirito del Daishonin!» (NR, 674)

Grazie agli strenui sforzi dietro le quinte di Ikeda Sensei, il suo maestro Toda trovò una via d’uscita dalle difficoltà finanziarie e, il 3 maggio 1951, fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai. Pochi giorni prima, il 20 aprile, era stato pubblicato il primo numero del Seikyo Shimbun. Toda Sensei aveva scritto l’editoriale in prima pagina dal titolo “Cos’è la fede?” e la rubrica Suntetsu (Epigrammi).
Anche Ikeda Sensei impugnò la penna. Affinò le sue capacità di scrittura grazie al severo allenamento del presidente Toda, che commentava rigorosamente il suo lavoro, affermando ad esempio: «Questo non toccherà di certo il cuore delle persone!», oppure: «Qui il punto non è chiaro!».
Sotto la guida compassionevole di Toda Sensei, il giovane Ikeda non solo sviluppò le sue capacità come campione di kosen-rufu, ma imparò a impugnare con destrezza la “spada della penna”.

Il presidente Toda scrisse il suo romanzo La rivoluzione umana con lo pseudonimo di Myo Goku. Il protagonista è Gan Kutsuo, la cui storia riflette la vita dell’autore. Il romanzo narra della prigionia del protagonista insieme al suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, e si conclude con l’Illuminazione conseguita in carcere, quando si risveglia alla profonda consapevolezza di essere un Bodhisattva della Terra.
Ma chi avrebbe scritto il seguito del romanzo riportando eventi come la scarcerazione di Toda e la sua potente determinazione di vendicare la morte in prigione del maestro Makiguchi facendo emergere 750.000 Bodhisattva della Terra?
Tre momenti particolari rafforzarono la determinazione di Ikeda Sensei a scrivere il seguito dell’opera del suo maestro: il primo fu quando il presidente Toda gli mostrò il manoscritto del suo romanzo, nella primavera del 1951; il secondo quando accompagnò Toda nella sua città natale, il villaggio di Atsuta, nell’Hokkaido, nell’agosto del 1954; e infine durante l’ultima estate trascorsa con il suo maestro a Karuizawa, nella prefettura di Nagano, nell’agosto del 1957.
Sensei determinò: 

«Sono l’unico in grado di raccontare la verità sulla vita del mio maestro Josei Toda. Questo è ciò che lui si aspetta da me, è la mia missione di discepolo» (NRU, 30, 126) 

Sensei osservò: «Scrivere un romanzo a puntate è un lavoro estremamente impegnativo». Eppure intraprese quest’opera nonostante il suo fitto programma di viaggi nelle città di tutto il Giappone e nel mondo intero per realizzare la pace. Ovunque andasse, trovava sempre il tempo per impugnare la penna e sviluppare le sue idee per il romanzo mettendole nero su bianco.
Verso la fine di novembre del 1969 ebbe inizio quella che divenne nota come la “controversia sulla libertà di parola e di stampa”[2]. Ikeda Sensei si alzò con risolutezza, pronto a sopportare il peso di tutti gli attacchi e le critiche.
Il 2 febbraio 1970, sul Seikyo Shimbun iniziò la pubblicazione delle puntate del capitolo “Il settimo centenario” del sesto volume de La rivoluzione umana
Il progetto originale era di iniziare a pubblicarle l’11 febbraio, anniversario della nascita di Josei Toda, ma per rispondere alle richieste dei lettori ansiosi di leggere il prima possibile le nuove puntate, fu deciso non solo di anticiparne l’uscita, ma anche di pubblicare sei puntate a settimana (dal lunedì al sabato), invece che cinque, come in precedenza. 
Mentre si impegnava con tutto se stesso a condurre la grande “nave della Soka Gakkai” attraverso mari tempestosi, Ikeda Sensei continuava il «lavoro estremamente impegnativo» di scrivere La rivoluzione umana per il bene dei compagni di fede. Nei giorni in cui era talmente stanco o provato dalla malattia da non riuscire a tenere in mano la penna, registrava dettando il testo, mentre altre volte si faceva aiutare da sua moglie Kaneko. 
Nell’angolo superiore del manoscritto del capitolo “La scintilla” del nono volume de La rivoluzione umana, Sensei annotò: «Poiché sono molto stanco, ho chiesto a mia moglie di trascriverlo».

Nonostante i suoi sforzi risoluti per continuare a scrivere, ci fu una lunga pausa nella pubblicazione del romanzo. Nell’aprile del 1979, Ikeda Sensei si dimise dalla carica di terzo presidente della Soka Gakkai. Alcuni preti corrotti della Nichiren Shoshu, in accordo con un avvocato che aveva tradito e voltato le spalle alla Soka Gakkai, ordirono un complotto per distruggere lo spirito di maestro e discepolo all’interno dell’organizzazione. Ciò portò a una limitazione delle attività di Sensei, tra cui la sospensione della pubblicazione sul Seikyo Shimbun delle sue guide e dei suoi scritti, comprese le puntate del romanzo. 
Per i compagni di fede fu un periodo in cui, privati delle parole di incoraggiamento e ispirazione del loro maestro, si sentivano vagare nell’oscurità.
Consapevole che se le cose fossero continuate in quel modo, a soffrire sarebbero stati soprattutto i membri, Ikeda Sensei decise di riprendere a scrivere La rivoluzione umana per incoraggiare i compagni di fede nonostante le restrizioni imposte dal clero e le pressioni che ciò avrebbe comportato.
Nel luglio del 1980, dopo una pausa di due anni, Sensei iniziò a scrivere l’undicesimo volume. Spesso la sua salute era così precaria che non aveva altra scelta che sdraiarsi e riposare. Tuttavia, anche in quei momenti continuava a lavorare dettando il romanzo a un giornalista del Seikyo Shimbun che supervisionava la pubblicazione a puntate.
Ogni parola che scaturiva da quelle lotte divenne una scintilla di speranza per i suoi compagni di fede e accese in loro la fiamma del coraggio di continuare ad avanzare per kosen-rufu nonostante gli ostacoli.

L’ultima puntata de La rivoluzione umana fu pubblicata sul Seikyo Shimbun l’11 febbraio 1993, nel giorno che avrebbe segnato il novantatreesimo compleanno di Josei Toda. Nello stesso anno, sul numero del 18 novembre venne pubblicata la prima puntata del seguito del romanzo, La nuova rivoluzione umana, che Ikeda Sensei aveva iniziato a scrivere il 6 agosto 1993 a Karuizawa, in Giappone, dove aveva trascorso l’ultima estate con il suo maestro. 
Nella prefazione scrive: 

«Considero la stesura de La nuova rivoluzione umana come l’opera definitiva della mia vita e in essa ho deciso di riportare, nei limiti delle mie capacità, l’autentico spirito della relazione maestro-discepolo e di dipingere un ritratto fedele degli onori che i preziosi figli del Budda si sono meritati coltivando il sogno di kosen-rufu proprio come ci insegnò Nichiren Daishonin» (NRU, prefazione, VII)

Oltre a scrivere questo nuovo romanzo, nel gennaio del 1998 Ikeda Sensei iniziò una nuova serie di saggi dal titolo “Riflessioni su La nuova rivoluzione umana”, in cui ripercorre la sua vita ed espone la sua visione per il futuro dichiarando: 

«Da qui in poi, in accordo con la Legge mistica e la natura immortale e senza tempo della vita secondo quanto esposto dal Buddismo, sono determinato a guidare kosen-rufu per tutta l’eternità» (NR 371, 10)

Il 6 agosto 2018, Sensei ha completato La nuova rivoluzione umana, e l’8 settembre la puntata finale del volume 30 è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun. In totale, le puntate dei due romanzi La rivoluzione umana La nuova rivoluzione umana sono 7.978 (più di 200.000 pagine manoscritte), e costituiscono il romanzo a puntate più lungo mai pubblicato in Giappone.
Nell’ultimo capitolo de La nuova rivoluzione umana, Sensei racconta della riunione dei responsabili di centro tenutasi a novembre 2001, durante la quale affermò: 

«Il mio desiderio è che voi, miei giovani amici, portiate avanti e trasmettiate il nobile spirito dei primi tre presidenti della Soka Gakkai, che sono uniti in eterno dal legame tra maestro e discepolo. Chi di voi riuscirà a fare questo sarà un vincitore assoluto» (NRU, 30, 834)

«Le fondamenta della nostra Soka Gakkai giovane in tutto il mondo sono solide come la roccia. Unendo più che mai la passione e il potere dei giovani Bodhisattva della Terra, costruiamo grandi castelli di persone capaci e coltiviamo giardini di pace sempre più vasti per creare valore, conducendo alla felicità l’intera famiglia globale!» (NR, 839)


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