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Canto dell'unità tra maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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Canto dell’unità tra maestro e discepolo

Ripubblichiamo il poema che il maestro Ikeda scrisse il 4 febbraio 2007 in occasione dell’anniversario della nascita di Josei Toda, avvenuta l’11 febbraio 1900

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Il mio maestro,
uomo di grande cultura,
visse come bruciando
di compassione profonda.
Era severo,
era gentile.

Il suo cuore ardeva
incontenibile,
spirito sempre in lotta
contro la corruzione
e contro la malvagità.
Il mio maestro
era un campione di giustizia.

Avevo diciannove anni
quando lo incontrai
nel rione di Ota.

In un istante
mi sentii avvolto
dall’abbraccio
del suo cuor di leone.
Sedendo davanti a Josei Toda,
che aveva lottato con forza
e dedizione per la Legge e la verità,
io piansi.

La sua vita brillava
di nobile convinzione.
Intuii bruciante compassione
nella sua fede profonda.

Ogni giorno
era un susseguirsi di difficoltà,
una lotta contro il male e il tradimento,
una lotta per seguire
le proprie convinzioni,
mentre ondate
di calunnia e critica
ci colpivano incessantemente.

Il solo dire
la parola Soka
attirava maledizioni e ingiurie
da parte di tanti.
Per ignoranza,
il miope popolo del Giappone,
nazione che disprezza
chi è saldo nei princìpi
e nelle proprie convinzioni,
ci trattava con avversione
e sprezzante sarcasmo.

Eppure, in quel clima,
il mio maestro, Josei Toda,
assunse la guida di kosen-rufu,
talvolta con sorriso gentile,
talvolta con parole severe,
talvolta con risate
calde ed esuberanti.
Non temeva nulla.

Era un maestro dalla percezione profonda.
Non gli sfuggiva alcuna falsità o bugia.
E quando, come un leone,
dichiarava la propria condanna,
anche la persona più arrogante
o corrotta tremava di paura.

Il suo sorriso era brezza primaverile,
il cui calore scioglie
i cuori delle persone
gelati di miseria e disperazione.
Come il sole,
il suo abbraccio generoso a tutti si allargava.
Splendendo luminoso
di coraggio e speranza
alle persone infondeva
la forza di vivere ancora.

L’unità di maestro e discepolo,
è questo legame
la chiave di kosen-rufu,
relazione eterna e indistruttibile.

Il maestro e il discepolo
sono uniti vita a vita
da legami adamantini
che dal passato
si estendono al presente
fino al futuro.

Il capitolo “Parabola della città fantasma”
del Sutra del Loto mostra inequivocabilmente
come i discepoli costantemente rinascono
assieme ai loro maestri
nelle varie terre del Budda.

Rinasceremo sempre,
in ogni esistenza ed epoca futura
con il nostro maestro,
lotteremo con lui,
con lui vinceremo
avanzando per sempre
sul nobile, grande sentiero
di kosen-rufu.

Toda servì e sostenne con dedizione
il suo maestro Tsunesaburo Makiguchi,
che praticava in accordo
con gli insegnamenti del Daishonin,
incarnando le parole:
«Senza tribolazioni
non ci sarebbe il devoto
del Sutra del Loto».

Lo accompagnò con gioia
persino in prigione
sopportando le avversità
per il bene della Legge.

La Seconda guerra mondiale
era al culmine quando
il mio giusto e retto maestro
fu imprigionato per due anni,
dedito al grande bene
e alla più nobile verità,
la nazione lo perseguitò spietatamente.

Makiguchi,
primo presidente della Soka Gakkai,
morì in prigione.
Josei Toda, il mio maestro,
giurò di rendere giustizia al suo nome,
senza errori.
Offeso e pieno d’ira,
dichiarò la volontà d’essere
un indomito soldato della verità,
capace di dare incessanti battaglie
ai nemici che senza scrupoli
ingiustamente avevano
perseguitato il suo nobile maestro.
Di tutto ciò la storia è testimone.

Quando nella sua cella
sentì sorgere dentro il grande risveglio,
percepì che il Budda
è la vita stessa,
e riconoscendo la propria identità
di Bodhisattva della Terra
dopo il suo rilascio
da solo avanzò
tra le rovine di Tokyo devastata,
e pronunciò il solenne voto
di propagare la Legge mistica ovunque.

Con questa decisione nel cuore,
senza darsi pensiero di sé,
cercò i giovani
che avrebbero innalzato
il vessillo della verità e della giustizia;
impaziente attendeva
che apparissero discepoli
pronti a dedicarsi senza risparmiare
la propria vita.

Dal mio amato maestro
la mia vita è stata plasmata
e dalla Legge mistica.

Il 14 agosto 1947
segna il nostro incontro
come maestro e discepolo
in questa esistenza.
Quel giorno, in quel momento,
i nostri cuori
dal remoto passato
si ricongiunsero con forza
e la ruota della Legge di Soka
fu rimessa in moto,
mentre fluiva un canto
di impegno condiviso.

Il sipario si aprì
sulla mia giovinezza
colma di orgoglio e di gloria.
Per undici anni,
per 3.885 giorni,
servii il mio maestro
con devozione risoluta,
fino al 2 aprile 1958,
quando morì.

Anno dopo anno
cresceva il numero dei discepoli
e ugualmente crescevano
le persecuzioni
insensate.

Una volta divenuti discepoli
del devoto che pratica il vero Sutra del Loto,
secondo gli insegnamenti del Budda
si è destinati ad affrontare
i tre tipi di nemici.
È una via di grandi prove e avversità
la via di maestro e discepolo.

Quanto può essere imprevedibile
il cuore dell’uomo!
Gli affari di Toda fallirono,
e fu sommerso dai debiti.
Di fronte alla critica pubblica
alcuni alti responsabili della Gakkai,
ai quali tanto si era dedicato,
furono i primi a lasciarlo;
repentinamente gli voltarono le spalle,
con ingratitudine immensa,
deridendolo e schernendolo
mentre se ne andavano.

Anche gli altri
erano scossi e pieni di dubbi.
Molti responsabili
lo abbandonarono.
Con lacrime di amara frustrazione
li disdegnavo pensando:
rimpiangeranno un giorno le loro azioni!

Discepoli codardi!
Discepoli senza fede!
Quanta arroganza e follia!
Quale umana bassezza!
Non vi era nemmeno
un briciolo di nobiltà o decoro
nel loro comportamento;
in preda alla viltà
agirono con perversione, senza decenza.

Il discepolo espresse allora,
con forza, una solenne promessa
come un leone ruggente
rivolto ai cieli.

O folli e ignobili,
le divinità celesti
non vi soccorreranno mai!
Quanto mi apparite
miseri e meschini!
Soffrirete per sempre
di vergogna e agonia
più di chi pubblicamente
è riconosciuto ladro.

Mancarono di vera fede,
furono incapaci
di considerare Toda il loro maestro.
Giudicando male il suo carattere
spontaneo e genuino,
mai cercarono di comprendere
la sua vera identità
di maestro per kosen-rufu.

Nikko Shonin dichiarò:
«Il Daishonin insegna
a seguire correttamente
la via di maestro e discepolo
per conseguire la Buddità».

Come discepolo diretto del mio maestro,
ero offeso.
E in solitudine presi una decisione.
Avrei dato tutto per proteggere il mio maestro!
Avrei offerto la vita,
regalando un modello alle generazioni future,
di ciò che vuol dire essere un discepolo vero.
Avevo i polmoni malati,
spesso tossivo sangue,
ma combattei come un demone
con ogni grammo del mio essere.

Intuendo la mia decisione,
Toda protestò:
«Daisaku!
Ti ucciderai!
Stai cercando di dare la vita per me.
Non lo permetterò. Tu devi sopravvivere!
Io darò la mia vita in cambio della tua!».

Il maestro
aveva a cuore
il suo discepolo;
il discepolo
nel cuore aveva il suo maestro.
La nostra fu una nobile rappresentazione
di quel che è davvero la relazione tra maestro e discepolo.

Il Mahatma Gandhi disse:
«Un discepolo
è più di un figlio.
Essere discepoli
significa nascere
una seconda volta».

Ero fiero di essere
discepolo del mio maestro.
Non mi curavo se altri
non notavano i miei sforzi,
se ne erano a conoscenza oppure no.
Con tutto me stesso
mi lanciai, con l’orgoglio
di praticare correttamente
il supremo insegnamento buddista
e lottare con sincerità
sotto la guida del mio grande
maestro di kosen-rufu.

Non ho rimpianti.
Non mi rimprovero nulla,
perché combattei in ogni battaglia
fino alla fine,
seguendo fedelmente
quella via.
E ho vinto!

Un giorno,
camminavo con Toda
sotto un diluvio di pioggia,
e sentendomi impotente
in quella situazione, dissi:
«In futuro comprerò un’automobile
per poterla accompagnare,
e provvederò perché la Gakkai
abbia i suoi palazzi!».

Toda
annuì in silenzio.
Lacrime
scintillarono nei suoi occhi.

Giurai:
«Ripagherò
tutti i suoi debiti,
la vedrò prendere
la guida di kosen-rufu
come presidente della Gakkai».

Affrontammo un’infinita serie
di difficoltà indescrivibili.
Erano giorni
di burrasche e di tremende tempeste,
ignoravamo
cosa avrebbe portato il domani.

Mai venne meno
il maestro nella fede
nel cuore del suo solo e unico discepolo.
Sulle ali della sua grandiosa
visione di kosen-rufu
condivideva con me
uno dopo l’altro,
ogni sogno,
me ne affidava la realizzazione.
«Diamo vita a un giornale della Gakkai!», diceva.
«Costruiamo un’università Soka!»
L’assoluta fiducia del proprio maestro,
quale gloria più grande?

Oh!
Arrivò infine
il giorno in cui Toda fu nominato
secondo presidente.
3 maggio 1951,
giorno avvolto di luce gloriosa!
Il trionfo del maestro fu
la più grande gioia del discepolo.

Toda dichiarò
la sua decisione di convertire 750.000 famiglie.
Realizzare tale scopo
divenne l’ardente voto della mia gioventù.

Le aspettative di un maestro
nei confronti del suo vero discepolo
sono davvero grandi.
Così, con l’amore severo
di un leone che insegna al suo cucciolo a sopravvivere,
rigorosamente Toda mi allenò
con severa compassione,
giorno dopo giorno.

Era impegnato nella sua lotta
ventiquattr’ore al giorno.
In mille occasioni
mi chiamava nel cuore della notte,
e io volavo sempre
veloce come un falco.

Una volta al suo fianco,
facevamo piani
per il successo futuro del nostro movimento,
solo noi due,
con lo spirito di lavorare per assicurare
la vittoria a mille miglia di distanza.

Mi affidava i compiti
più difficili.
Se sei il mio discepolo
vincerai!
Io so che vincerai.
Mai una parola
di lode o di ringraziamento per i miei sforzi.
Perché il segno di un vero discepolo
è trionfare in ogni lotta.

Mi sforzavo infaticabile,
dando tutto me stesso,
lottando con dedizione sincera.
A Kamata, Bunkyo e Sapporo,
a Osaka, Yamaguchi e Yubari,
ovunque andassi
innalzavo bandiere di vittoria
con risultati mai visti prima,
apportai svolte significative
per kosen-rufu.

Il mio maestro diceva
a una ristretta cerchia di responsabili:
«Ovunque sia stato Daisaku
le persone crescono
e realizzano grandi vittorie.
Guardate che prova concreta!».

Quando avanzi insieme
al tuo maestro
la tua vita è colma
di passione ed energia!
Quando pensi
al tuo maestro
senti il coraggio,
senti la forza
e puoi far sgorgare
una saggezza senza limite!

Toda cominciò a combattere
per stabilire
il corretto insegnamento per la pace
così che tutti potessero godere
di vite felici e sicure.
Era una fiera lotta
contro la natura demoniaca
dell’autorità, che rifletteva
le parole del Daishonin:
«Come le montagne si sovrappongono
alle montagne e le onde seguono le onde,
così le persecuzioni si aggiungono alle persecuzioni
e le critiche si aggiungono alle critiche».

Grandi persecuzioni afflissero la Gakkai
nell’estate del 1957:
l’incidente con il sindacato minatori
di Yubari a nord
e l’incidente di Osaka a ovest.
Il giovane guerriero
fece risuonare il canto di vittoria
delle persone comuni
nelle terre settentrionali dell’Hokkaido
prima di essere interrogato
dalla polizia di Osaka.

Non dimenticherò mai
la fermata sulla strada di Kansai
all’aeroporto Haneda di Tokyo,
dove il mio fragile e sofferente maestro,
nove mesi prima di morire,
disse a me, il suo discepolo
che stava per essere arrestato:
«Se per caso
tu dovessi morire – mi disse –
mi precipiterò al tuo fianco,
gettandomi sul tuo corpo
e morirò con te».
Parole nobili e compassionevoli!
Tale è il cuore del maestro.

E il mio cuore piangeva.
Decisi fermamente
di impedire che le autorità
toccassero il mio maestro
anche con un dito soltanto.
Arrestato con false accuse,
sopportai in pieno l’attacco
dell’oppressione.

Ma il discepolo dimostrò
al mondo intero
l’integrità del movimento Soka:
molti anni dopo la morte di Toda,
gennaio 1962,
vinsi il processo,
il verdetto fu di non colpevolezza.

Fede nel Buddismo del Daishonin
significa vivere con orgoglio e nobiltà,
significa assumersi l’intera responsabilità
dell’importante missione di kosen-rufu;
significa vivere senza rimpianti.

Fiducioso nella mia vittoria,
il mio maestro,
trionfatore nelle cose del mondo,
gridò che tutte le vili
e invidiose falsità
sarebbero state svelate.

Molti dei discepoli
che raggiunsero una certa fama
caddero vittime della cupidigia
e abbandonarono Toda.
Alcuni divennero
legislatori nazionali
grazie al sincero sostegno
dei compagni della Gakkai,
altri raggiunsero
posizioni elevate
all’interno della Gakkai,
ma si rivelarono
codardi e senza onore
abbandonando il loro maestro
e ripagando la sua grande benevolenza
con la più misera ingratitudine.

Il mio maestro diceva spesso:
«Un discepolo che si allea
con persone dall’insopportabile
arroganza non è più un discepolo,
è un nemico ingrato».

Anche tra i discepoli del Daishonin
solo Nikko Shonin
preservò il puro flusso
degli insegnamenti del maestro.
Gli altri cinque preti anziani
furono spazzati via dalla corruzione.

Durante la guerra,
temendo le autorità militariste
del tempo,
molti leader della Gakkai
rinnegarono la fede.
Toda solamente
aveva lo stesso cuore
del suo maestro Makiguchi
e si alzò risolutamente
per proteggere la Legge.

Come discepolo di Toda,
dal momento in cui lo incontrai
all’età di diciannove anni,
fino al giorno della sua morte,
sempre gli fui accanto con fedeltà
giorno dopo giorno,
da mattina a notte fonda.

L’ho sostenuto mentre intraprendeva
battaglie davvero formidabili,
e ho posto le fondamenta
per l’attuale incredibile crescita
della Soka Gakkai.
Questa, desidero proclamarlo
a voce alta,
è la vera via
di maestro e discepolo.

Ora
affido ai giovani
la via dei veri discepoli
a beneficio delle generazioni future,
perché questa è la chiave
per un grande sviluppo.

Tra i furiosi attacchi
dei tre potenti nemici
sotto ogni forma e aspetto
superai tutti gli ostacoli
e ottenni la vittoria totale,
desiderando vedere
il viso e il sorriso del mio maestro
dinanzi al mio trionfo.

Ecco perché, per me,
i giorni trascorsi,
condividendo le sue sofferenze e le sue gioie
e creando la storia,
sono tutti illuminati
dai raggi della vittoria.

Ho ottenuto una vittoria decisiva!
Ho trionfato su tutto!
Questo è un testamento
del potere della fede
e del potere della pratica
di maestro e discepolo
che condividono lo stesso impegno.

Ah!
Ogni giorno e ogni ora
trascorsi col mio amato maestro,
tutti,
senza eccezione,
sono per me
memorie dai riflessi d’oro.

Il mio maestro
era un maestro del Buddismo,
un maestro della lotta,
un maestro della verità.
Era un uomo di grande saggezza
e un punto di riferimento per la gente.
Nei mesi e nei giorni
trascorsi con lui,
potei creare
un’infinita storia di realizzazioni.

Era un uomo di grande statura morale,
e fui davvero fortunato a incontrarlo,
anche se so che è una certezza
per maestro e discepolo
godere vite in eterno
di indistruttibile felicità
e vittoria, vite luminose,
esistenza dopo esistenza.

Pensando al mio maestro,
parlando del mio maestro,
andai ovunque nel mondo.

Ho adempiuto a ogni promessa.
Dai semi delle sue idee
ho fatto crescere alberi alti e potenti
dai rami verdi e lussureggianti
che raggiungono i cieli.

I nostri centri Soka
sono oggi come piccole e nobili
città della gente,
numerose in tutto il paese
e nel mondo.
Il nostro giornale, il Seikyo Shimbun,
è diventato un grande giornale.
L’Università e le scuole Soka
Sono elevate dimore d’educazione
che hanno suscitato ammirazione
e lodi in tutto il globo.

La Soka Gakkai,
che Toda dichiarò
più preziosa per lui
della sua stessa vita,
è cresciuta diventando un grande movimento
per la pace, la cultura e l’educazione
in centonovanta paesi e territori in tutto il mondo,
un’impresa che segnerà
la storia del Buddismo,
anzi, la storia dell’umanità!

La profezia di Shakyamuni
di kosen-rufu nel mondo
e il desiderio caro a Nichiren Daishonin
della trasmissione del Buddismo
verso occidente
sono stati realizzati.

Come sapete,
una nuova alba di pace
per il genere umano
ha iniziato a sorgere luminosa:
la suprema visione del Buddismo,
nota come kosen-rufu mondiale.

Sono un laureato
dell’Università Toda,
che aveva un solo insegnante, Toda,
e un solo studente, me.
Per circa dieci anni
mi istruì su un ampio
ventaglio di materie.

Come laureato
dell’Università Toda
ho ora ricevuto più di duecento onorificenze accademiche
da università e altre istituzioni
in tutto il globo,
oltre a 460 cittadinanze onorarie.
Menti eminenti
hanno lodato questi risultati
senza precedenti al mondo.

Tutti questi onori
sono tributi che attestano la vittoria
di Toda.

La vittoria del maestro
è la vittoria del discepolo.
La vittoria del discepolo
è la vittoria del maestro.

Chi si dedica per tutta la vita,
con tutto se stesso
a servire il suo maestro,
diventa il prossimo maestro.
Questa è una formula immutabile
nel Buddismo;
tali sono gli inscindibili legami
tra maestro e discepolo.

Nulla può superare
la via di maestro e discepolo.
Senza un maestro nella vita,
si può facilmente soccombere alla follia.
Senza un maestro nella vita
si può diventare facilmente
egoisti, capricciosi e arroganti.

Come vediamo
i genitori educare i figli,
così troviamo invariabilmente
insegnanti che educano studenti,
e maestri che educano i discepoli
nella società umana.
Questo è vero
in ogni campo dell’educazione
da tempo immemorabile.

Ho infine ripagato
il debito verso il mio maestro
in questa esistenza.

C’è un Toda dal sorriso radioso
nel mio cuore,
sempre.

Anche ora,
giorno dopo giorno,
porto avanti un dialogo interiore
con lui, gli chiedo:
«Cosa faresti al posto mio?».

Per quanto siano bui i tempi,
quando penso al mio maestro,
un sentiero illuminato da un raggio di luce
mi si dischiude innanzi.

Ah!
Un maestro è uno specchio.
Un maestro è speranza.
Un maestro è forza.
Quando vive nel nostro cuore
non vacilleremo mai,
quando vive nel nostro cuore
non saremo mai sconfitti.

Ah!
Il mio amato maestro,
Toda!
Il più grande maestro del mondo,
Toda!
Il mio eterno maestro nella vita,
Toda!

Il tuo discepolo, Daisaku Ikeda,
ha trionfato brillantemente.
Nel canto della mia vita
che parla dell’unità tra maestro e discepolo,
ho lasciato una storia immortale.

La mia dedizione
alla via di maestro e discepolo
cresce più forte.

Oggi, ancora,
con spirito alto,
avanzo lungo la nobile e perfetta via
della propagazione della Legge mistica!
Non lascerò
che la mia vita sia colma di rimpianti.
Con coraggio vibrante
continuerò orgogliosamente a creare
un primato prezioso
di trionfi.

Perché questa
è la via del Buddismo.
Perché questa
è la via di maestro e discepolo.

4 febbraio 2007

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