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Il nostro voto nel Giorno della SGI, il 26 gennaio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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Il nostro voto nel Giorno della SGI, il 26 gennaio

Pubblicato sul Seikyo Shimbun del 26 gennaio 2024

Presentiamo la Dichiarazione del presidente Harada in occasione dell’anniversario della fondazione della Soka Gakkai Internazionale

Mosca, maggio 1987: Daisaku Ikeda partecipa all’inaugurazione di una mostra sulla minaccia nucleare
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Oggi, 26 gennaio, ricorre l’anniversario della fondazione della Soka Gakkai Internazionale (SGI), avvenuta nel 1975.
In quel giorno storico, il presidente Ikeda concluse il suo discorso rivolgendo questo appello ai membri:

«Piuttosto che ricercare lodi o gloria per voi stessi, spero che dedicherete le vostre nobili vite a piantare i semi della pace della Legge mistica in tutto il mondo. Io farò lo stesso» (NRU, 21, 30)

Da quel momento in poi, Ikeda Sensei ha continuato a impegnarsi in prima linea in tale direzione per evitare che la tragica storia delle due guerre mondiali si ripetesse. Ha intrattenuto numerosi dialoghi con leader e intellettuali di vari paesi per prevenire, dalla prospettiva spirituale del Buddismo, un ulteriore inasprimento delle divisioni e dei conflitti nel mondo. Allo stesso tempo, ha continuato a promuovere risolutamente una cultura di pace attraverso la solidarietà delle persone comuni.

A tal fine, il maestro Ikeda ha condotto oltre 1.600 dialoghi con leader ed esperti di tutto il mondo, un’ottantina dei quali sono stati pubblicati sotto forma di libri. Il primo di questi, pubblicato nel 1972, fu il dialogo con il conte Richard Coudenhove-Kalergi (1894-1972), noto come il padre dell’unificazione europea.
Ikeda Sensei incontrò per la prima volta il conte Coudenhove-Kalergi nel 1967, in un periodo in cui si stava assistendo a un’escalation della Guerra del Vietnam. Successivamente, i due intrattennero diversi dialoghi. Mettendo in guardia sul fatto che il persistere di una simile condizione di divisione nel mondo avrebbe inevitabilmente portato a una terza guerra mondiale e al conseguente crollo totale della nostra civiltà, il conte Coudenhove-Kalergi affermò:

«Solo un nuovo movimento religioso può contrastare questa tendenza e salvare l’umanità. La Soka Gakkai è quindi una grandissima fonte di speranza» (cfr. NRU, 19, 245)

Credo che questa sua affermazione derivasse dalla chiara percezione del profondo impegno del presidente Ikeda a viaggiare e adoperarsi instancabilmente per realizzare l’appassionato desiderio del suo maestro Josei Toda di liberare il mondo dalla sofferenza e dall’infelicità.
Un episodio che illustra le fondamenta di questo impegno è descritto ne La saggezza del Sutra del Loto. Nel 1964, quando il maestro Ikeda stava preparando la sua lezione sul Gosho La scelta del tempo, il mondo era ancora sotto shock a causa della crisi di Berlino del 1961 – l’anno successivo alla sua nomina a terzo presidente della Soka Gakkai – e a causa della crisi dei missili di Cuba avvenuta nel 1962.
Sensei si stava impegnando con tutto se stesso per cogliere lo spirito del Daishonin da ogni parola e frase del Gosho, come un’ammonizione su cui il mondo attuale avrebbe dovuto profondamente riflettere, quando giunse al passo:

«Allora a Jambudvipa scoppieranno conflitti e dispute di una portata mai vista nel passato» (RSND, 1, 483)

Tra i responsabili del dipartimento di studio con cui discuteva questo brano, c’era chi suggeriva che potesse essere interpretato come una predizione dello scoppio della Terza guerra mondiale. 

Ma il presidente Ikeda respinse categoricamente questa conclusione:

«Se dovesse scoppiare la Terza guerra mondiale, l’intera razza umana sarebbe spazzata via dalle armi nucleari. È mai possibile che l’umanità venga sottoposta a sofferenze ancora più crudeli e orribili di quelle che ha già conosciuto? Per un buddista è una cosa troppo crudele! Decidiamo dunque che il Daishonin si riferiva alla Seconda guerra mondiale quando parlava di conflitti e guerre di una violenza senza precedenti. Qualsiasi cosa succeda, non deve scoppiare un’altra guerra mondiale. Indirizziamo le nostre fervide preghiere al Gohonzon e giuriamo di dedicare la vita alla propagazione della Legge per realizzare il sogno di pace di tutto il genere umano!» (La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, pag. 161)

Mantenendo questa ferma convinzione, Ikeda Sensei si recò per la prima volta in Cina e in Unione Sovietica nel 1974, l’anno prima della fondazione della SGI, mentre le tensioni derivanti dalla Guerra Fredda si intensificavano sempre di più.
Iniziò i preparativi per il suo viaggio in Unione Sovietica subito dopo aver fatto ritorno in Giappone dalla Cina, nel mese di giugno. Sebbene alcuni facessero pressione affinché tornasse sulla sua decisione, e nonostante le aspre critiche nei confronti delle sue visite in questi paesi comunisti, egli rimase fermo e risoluto:

«Il motivo per cui andrò in Unione Sovietica è che voglio fare tutto il possibile per evitare una terza guerra mondiale. Per questo mi recherò lì dopo essere stato in Cina e, successivamente, andrò negli Stati Uniti. Come emissario del Daishonin, mi muovo armato di una filosofia di pace e devozione nei confronti della vita, determinato ad alzare il sipario di un’era di pace mondiale» (NRU, 20, 125)

Senza lasciarsi scoraggiare dalle tempeste di polemiche, e sullo sfondo delle crescenti tensioni della guerra fredda, il presidente Ikeda realizzò la sua prima visita in Unione Sovietica nel settembre 1974, e dopo aver visitato nuovamente la Cina, nel dicembre dello stesso anno, si recò negli Stati Uniti il 6 gennaio del 1975, dove consegnò alla sede delle Nazioni Unite dieci milioni di firme raccolte dai giovani della Soka Gakkai a favore dell’abolizione delle armi nucleari.
Il 26 gennaio 1975 partecipò alla riunione inaugurale della SGI sull’isola di Guam che era stata teatro di aspri combattimenti durante la Guerra del Pacifico. Dopo la fondazione della SGI, Ikeda Sensei intensificò i suoi sforzi per diffondere messaggi di pace nel mondo intero.
In un discorso alla riunione generale della sede centrale della Soka Gakkai tenutasi a Hiroshima nel novembre di quello stesso anno sottolineò la necessità che tutti gli Stati si impegnassero a non essere mai i primi a utilizzare le armi nucleari, ritenendo che questa fosse una delle priorità per raggiungere l’abolizione totale di simili ordigni.
Nel maggio 1978 presentò una proposta alla prima sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata al disarmo, in cui ribadiva il suo appello – più volte reiterato in passato – al divieto di produzione, test, stoccaggio e utilizzo di armi nucleari da parte di qualsiasi nazione, al fine di eliminarle definitivamente dalla faccia della Terra. Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), entrato in vigore nel gennaio 2021, è pienamente in linea con questo suo appello lanciato molti anni prima.
Nel giugno 1982 Ikeda Sensei presentò una Proposta anche alla seconda sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata al disarmo e, il 26 gennaio 1983, pubblicò la prima delle sue Proposte di pace annuali in occasione del Giorno della SGI. Da allora, fino al 2022, ha scritto un totale di quaranta Proposte di pace.
La prima Proposta di pace era incentrata sulla minaccia delle armi nucleari. Da quel momento in poi – oltre a trattare questioni globali quali la prevenzione dei conflitti, i diritti umani e i problemi ambientali e umanitari – un tema ricorrente, anno dopo anno, è stato quello della proibizione delle armi nucleari, con numerosi suggerimenti concreti per aprire la strada alla loro abolizione.
Attraverso le sue Proposte di pace annuali e in ogni altra occasione possibile, il maestro Ikeda ha sempre sostenuto e promosso la stipula di un trattato che mettesse al bando le armi nucleari. E il 7 luglio 2017 il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) è stato finalmente adottato dalle Nazioni Unite.
Il 14 agosto 2017, in occasione del settantesimo anniversario del suo primo incontro con Josei Toda, il presidente Ikeda ha condiviso i suoi pensieri sull’adozione del trattato:

«Nel formulare le mie proposte concrete per l’abolizione delle armi nucleari, ho dato particolare importanza a quattro punti:

1) Costruire una rete di solidarietà nella società civile per dar voce all’opposizione alle armi nucleari.
2) Sottolineare l’assoluta disumanità delle armi nucleari nelle discussioni per la loro abolizione.
3) Incoraggiare l’adozione di accordi internazionali per l’abolizione delle armi nucleari all’interno dei forum delle Nazioni Unite.
4) Assicurarsi che le voci delle vittime delle armi nucleari (hibakusha) siano rappresentate nello spirito che sta alla base di tali accordi.

La SGI, fin dal lancio del suo Decennio delle persone comuni per l’abolizione delle armi nucleari, nel 2007, ha intrapreso ampie attività allo scopo di costruire una rete di cittadini che lavorano per la pace. Ha collaborato inoltre a progetti e seminari con la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) e con altri gruppi che perseguono gli stessi scopi. E nel mezzo del suo impegno per sostenere e diffondere nella società internazionale una consapevolezza sempre più ampia dei quattro punti sopra citati, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato finalmente adottato da 122 Paesi nella sede dell’ONU. Come discepolo del presidente Toda sono immensamente fiero e soddisfatto di questo risultato di portata storica, che costituisce un passo avanti verso la realizzazione del voto che formulai insieme al mio maestro quel giorno, l’8 settembre 1957, allo stadio Mitsuzawa. La firma del Trattato per la proibizione delle armi nucleari è prevista in apertura della sessione di settembre dell’Assemblea generale dell’ONU, proprio nel mese in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione di Toda» (NR, 616)

Il maestro Ikeda durante la sua conferenza presso l’East-West Center di Honolulu, nelle Hawaii, tenutasi il 26 gennaio 1995

Fin dal momento in cui il presidente Toda pronunciò questa dichiarazione, Ikeda Sensei lavorò instancabilmente per la sua realizzazione, nello spirito della lotta condivisa di maestro e discepolo. Questa convinzione è racchiusa nella parte conclusiva di quella che sarebbe stata la sua ultima Proposta di pace, nel 2022:

«La natura disumana delle armi nucleari non si limita alle conseguenze catastrofiche del loro uso. Non importa come o per quanto tempo le persone si sforzino di realizzare un mondo o una società migliore, perché una volta iniziata una guerra nucleare tutto sarà stato inutile. La realtà dell’era nucleare è che tutti siamo costretti a vivere accompagnati costantemente dal peggiore, dal più incomprensibile e assurdo pericolo che si possa immaginare. L’impegno della SGI per l’abolizione delle armi nucleari risale alla dichiarazione pronunciata dal presidente Toda nel settembre 1957. Mentre cresceva la corsa agli armamenti fra gli Stati detentori di armi nucleari, solo un mese prima l’Unione Sovietica aveva sperimentato con successo un missile balistico intercontinentale (ICBM), creando una nuova realtà nella quale tutte le parti del mondo erano ora esposte alla possibilità di un attacco nucleare. Di fronte a questa realtà agghiacciante, Toda sottolineò che l’impiego di armi nucleari da parte di qualsiasi Stato andava assolutamente condannato, ed espresse apertamente il suo sdegno davanti all’ideologia soggiacente che ne giustifica il possesso: “Voglio esporre e strappare gli artigli che si celano nelle profondità di queste armi”. Ricordo come se fosse ieri l’indignazione del mio maestro per la natura disumana delle armi nucleari, che privano ognuno e ognuna di noi del significato e della dignità della nostra vita e possono distruggere alla radice il funzionamento della società umana. Come suo discepolo determinato a realizzare i suoi ideali, percepii la sua giusta rabbia nelle profondità del mio essere. Convinto che non si possa trasformare il destino dell’umanità senza risolvere il problema delle armi nucleari, il male fondamentale della civiltà moderna, ho costantemente riproposto questo tema nelle mie proposte di pace annuali sin dal 1983, e mi sono impegnato per la messa al bando di tali ordigni. Vari decenni dopo è entrato in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, un trattato che riflette lo spirito della dichiarazione di Toda, e adesso sta per svolgersi la prima riunione degli Stati parti. Abbiamo raggiunto una fase cruciale nelle iniziative per abolire le armi nucleari, lo scopo tanto agognato da una moltitudine di persone in tutto il mondo, a partire dagli hibakusha, cioè le vittime dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e coloro che hanno subito i dolorosi effetti dello sviluppo e dei test di queste armi condotti in varie parti del mondo. Per adempiere alla nostra responsabilità verso il futuro dobbiamo portare fino in fondo tale compito. Con questa ferma convinzione la SGI continua ad avanzare, promuovendo la solidarietà della società civile e specialmente dei giovani, verso la creazione di una cultura di pace in cui ogni persona possa godere del diritto di vivere in autentica sicurezza» (Proposta di pace 2022)

Trasmettiamo e diffondiamo queste parole che racchiudono i valori fondamentali della missione della Soka Gakkai nella società e il nostro voto nei confronti del maestro Ikeda di unire le nostre forze per realizzarli!

Questo estratto dall’ultima Proposta di pace ­– insieme al suo appello in occasione della fondazione della SGI, all’esortazione di Tsunesaburo Makiguchi alla “competizione umanitaria” e allo spirito che ha animato la dichiarazione di Toda per l’abolizione delle armi nucleari – costituiranno le fondamenta eterne per il movimento pacifista della Soka Gakkai. Su questa base, lavoreremo per creare una rete solidale con persone e organizzazioni che condividono i nostri stessi ideali e obiettivi, per realizzare un mondo senza armi nucleari, un mondo senza guerre.
Oggi la SGI formula il voto di continuare a sviluppare idee e proposte per la soluzione delle numerose sfide che l’umanità si trova ad affrontare, tra cui l’abolizione delle armi nucleari e la prevenzione della guerra, la tutela dell’ambiente e la realizzazione universale dei diritti umani, affrontando varie tematiche quali la crisi climatica e le questioni umanitarie.
Il maestro Ikeda una volta citò le seguenti parole del presidente Toda, spiegando che lo avevano ispirato e motivato a portare avanti il suo impegno a pubblicare una Proposta di pace ogni anno:

«È importante avanzare proposte concrete per la pace e agire in prima persona per realizzarle. […] Anche se queste proposte non vengono accettate nell’immediato, potranno servire da “scintille” in grado di propagare il “fuoco della pace”, che alla fine si diffonderà a macchia d’olio. Le speculazioni teoriche che non hanno fondamento nella realtà rimarranno un esercizio sterile. Le proposte concrete invece forniscono un quadro all’interno del quale si può dare inizio alla trasformazione, mettendo al riparo l’intera umanità» (cfr. NRU, 30, 634)

In quanto discepoli del maestro Ikeda, seguiamo le orme dei tre presidenti fondatori nel loro impegno nei confronti della pace e dell’umanesimo! Come artefici di una cultura di pace che compiono attivamente la propria missione unica, trasformiamo la tragica storia dell’infelicità umana espandendo una salda rete solidale delle persone comuni nell’infinito futuro!

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