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Finalmente libero dalla paura - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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Finalmente libero dalla paura

Marco De Notaris, Fisciano (SA)

Membro della Soka Gakkai da pochi mesi, Marco ha iniziato a recitare Daimoku a gennaio 2023 e ha sperimenta subito il potere della pratica buddista, affrontando con coraggio l’ostacolo della malattia e determinando di trovare la sua strada nella vita

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Ho conosciuto il Buddismo nel 2022, grazie al mio compagno. Inizialmente mi ha incuriosito, ma non mi sentivo ancora pronto ad approfondire. In quel periodo ero confuso, non sapevo quale fosse la mia strada e, nonostante venissi incoraggiato a recitare Daimoku, opponevo resistenza: probabilmente la possibilità di cambiare la mia vita mi faceva paura.
A gennaio 2023 ebbi l’occasione di partecipare alla cerimonia di Capodanno al Centro culturale e restai piacevolmente colpito dall’atmosfera che si respirava: mi resi conto che recitare Daimoku con i compagni di fede mi rendeva felice e da lì decisi di iniziare a sfidarmi e sperimentare il Buddismo con l’obiettivo di trovare la mia strada nella vita. Il maestro Toda afferma:

«Recitare Nam-myoho-renge-kyo è il mezzo per migliorare il nostro karma. Attraverso la recitazione del Daimoku possiamo pulire le cause passate e i loro effetti, e rivelare il nostro vero io» (Maestro e discepolo, Esperia, pag. 31)

Realizzai che il mio sogno era lavorare nella consulenza di immagine. Mi iscrissi a un corso di armocromia, il primo step per diventare consulente. Dal senso di appagamento che provai, capii che le mie preghiere avevano ottenuto risposta.
Dopo questo primo grande beneficio iniziai a maturare dentro di me il desiderio di diventare membro della Soka Gakkai. Recitavo Daimoku con grande determinazione, ma non potevo immaginare verso quale tipo di esperienza stavo andando incontro. 
Il 31 maggio, infatti, mi ritrovai al pronto soccorso dopo qualche giorno di malessere. Quella che era una semplice appendicite si era trasformata in peritonite. Da quello che credevo un semplice mal di stomaco, mi sono ritrovato su un tavolo operatorio. 
«Preso per un pelo!», mi dissero i medici appena rinvenni dall’anestesia. 
Dimesso dall’ospedale pensavo di essermi lasciato tutto alle spalle, ma da lì a qualche giorno ricominciai a sentirmi male. La paura iniziò a prendere il sopravvento, non sapevo cosa mi stesse succedendo ancora. Il mio compagno, senza esitare, mi riportò al pronto soccorso dove mi riscontrarono un’infezione nella zona addominale: dovevano operarmi di nuovo. 
L’appendice infetta aveva lesionato un tratto intestinale che, durante quell’intervento, mi fu rimosso. Rimasi dieci giorni in reparto, giorni di fuoco: i medici inizialmente non potevano neanche rincuorarmi, né darmi notizie. 
Ero molto provato, oltre che fisicamente, anche psicologicamente. Incredibilmente, infatti, il reparto e persino la stanza in cui mi trovavo erano gli stessi in cui tre anni fa mia madre era stata a sua volta operata d’urgenza, ma senza che riuscissero a salvarle la vita. Perfino il chirurgo era lo stesso. Trovarmi in una condizione simile alla sua mi sembrava surreale. Da un lato pensavo di non potercela fare, come era successo a lei; dall’altro tutto ciò che stavo vivendo me la faceva sentire particolarmente vicina. 
Nel Gosho Le offerte per gli antenati defunti Nichiren Daishonin afferma:

«Poiché il Venerabile Maudgalyayana ripose fede nel Sutra del Loto che è il massimo bene che esista, non solo lui, ma anche suo padre e sua madre conseguirono la Buddità. E come se non bastasse, anche tutti i padri e le madri delle sette generazioni precedenti e delle sette generazioni successive, e in verità di innumerevoli vite precedenti e successive, furono in grado di conseguire la Buddità, per quanto incredibile possa sembrare» (RSND, 1, 728)

Così, nonostante la paura, decisi che avrei vinto anche per lei. 
Durante la degenza in ospedale i miei compagni di fede mi hanno sostenuto tantissimo, recitando Daimoku affinché guarissi al più presto. Il loro calore e il costante incoraggiamento mi hanno spinto a lottare con più tenacia.
In ospedale cercavo di recitare Daimoku il più possibile, non solo per me stesso ma anche per sostenere le persone sofferenti intorno a me. Sentivo che la mia condizione vitale si elevava sempre di più. Una mattina mi svegliai e mi resi conto che ero finalmente libero dalla paura: quello stesso giorno fui dimesso. Il 17 settembre sono diventato membro della Soka Gakkai. Durante la cerimonia ho sentito un profondo senso di gratitudine e gioia. Ho visto questi ultimi mesi come un espediente per prepararmi al meglio ad abbracciare il Gohonzon. 
Oggi sto continuando la mia formazione nella consulenza d’immagine, seguendo quella che sento essere la mia vocazione. Ho determinato di continuare a lavorare su me stesso e migliorare costantemente con il desiderio di sostenere le persone che mi circondano, seguendo l’esempio del nostro maestro Daisaku Ikeda.

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