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La missione sociale della Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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La missione sociale della Soka Gakkai

Corso nazionale 1-3 dicembre

Durante la seconda sessione del corso nazionale tenutosi a Tivoli dall’1 al 3 dicembre è stato approfondito il tema della missione sociale della Soka Gakkai. In questo articolo un report dell’ intervento di studio e della tavola rotonda

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Per questo corso nazionale è stato previsto un format innovativo: tre sessioni su tre temi specifici, ognuna delle quali ha previsto un approfondimento di studio e una tavola rotonda, oltre a diverse esperienze di fede.
In questo articolo pubblichiamo il report della seconda sessione sul tema della missione sociale della Soka Gakkai:

Durante il corso Silvia Giuseppone, vice responsabile nazionale giovani donne e Vittorio Sakaki, vice presidente della Soka Gakkai italiana, hanno approfondito il tema della missione sociale della Soka Gakkai

di Silvia Giuseppone, vice responsabile nazionale giovani donne

In questo intervento vorrei approfondire lo spirito che sta alla base delle nostre attività per kosen-rufu e più in generale le basi dottrinali che guidano ogni nostra azione come membri della Soka Gakkai per la realizzazione della pace a livello globale.
In questo momento storico possiamo certamente affermare che viviamo nell’epoca di calamità e disastri descritta dal Daishonin e, ancora prima, predetta nel Sutra del Loto. Ognuno di noi prova una sincera preoccupazione per la situazione attuale, domandandosi quali azioni concrete intraprendere per mettere fine ai conflitti a cui assistiamo: non solo la guerra in sé, ma anche tutti gli enormi problemi legati all’ambiente, le lotte per la parità di genere o i problemi inerenti al lavoro e alla disparità sociale.
A questo proposito vorrei basarmi su Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, il trattato scritto da Nichiren Daishonin nel 1260 e da lui sottoposto all’attenzione del governo dell’epoca.

Ikeda Sensei afferma che la vita del Daishonin e la propagazione dei suoi insegnamenti cominciano e finiscono con questo trattato, e scrive:

«La vita del Daishonin si svolse perseguendo l’obiettivo fondamentale di realizzare concretamente il principio di adottare l’insegnamento corretto in grado di assicurare al paese pace e sicurezza. È questa l’essenza del suo insegnamento. Quando si medita profondamente sulla Legge, si giunge a comprendere che l’idea di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” e la sua concreta realizzazione sono un aspetto essenziale del Buddismo. Non sono peculiari soltanto del pensiero del Daishonin. Penso che questa idea fosse presente anche nel Buddismo di Shakyamuni e potremmo giungere ad affermare che è un ideale cui tutte le religioni dovrebbero tendere» (Il mondo del Gosho, Esperia Edizioni, 2003 [terza ed. 2017], p. 85)

Se si desidera garantire felicità e pace a tutte le persone non si può fare a meno di rivolgere la propria attenzione al cambiamento sociale. Trasformare questo mondo di saha in cui viviamo nella terra del Budda è l’essenza di adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese.
Nichiren Daishonin era un attento e lucido osservatore delle condizioni della sua società ed era mosso dal sincero desiderio di liberare le persone dalla sofferenza. Identificò che alla base di questa sofferenza vi fosse un «unico male» e studiò in maniera estesa le scritture buddiste alla ricerca di risposte.
Concluse che la causa fondamentale dei problemi della società era «l’offesa alla Legge», ovvero al principio del rispetto della dignità della vita affermato del Sutra del Loto, e che l’unica soluzione definitiva era stabilire l’insegnamento corretto per la salvezza dell’umanità. Nel suo trattato Nichiren incoraggia quindi alla trasformazione dei “principi su cui si basa il proprio cuore”.

Sensei scrive:

«Ciò in cui abbiamo fede indica ciò che riteniamo più prezioso, i valori che abbracciamo. E stabilisce lo scopo fondamentale e la direzione della nostra vita. In pratica dovremmo chiederci se a guidare le nostre azioni sono l’egoismo e la ricerca della nostra felicità personale, a esclusione e a scapito di altri, oppure un atteggiamento compassionevole che si preoccupa allo stesso modo del nostro benessere e di quello degli altri, e si rifiuta di costruire la propria felicità sulle disgrazie altrui. L’accento è sulla trasformazione della nostra mente, del nostro cuore, dei nostri valori. È la rivoluzione umana del singolo individuo, senza la quale non si può realizzare l’adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese» (Il mondo del Gosho, p.75)

Abbiamo studiato tante volte questi princìpi e penso sia naturale, in un periodo come quello che viviamo, provare sentimenti di rabbia, angoscia e impotenza. In particolare i giovani possono pensare di dover “fare di più”.
Durante quest’anno mi è capitato spesso di pensare: dedico molto tempo alle attività della Soka Gakkai, non dovrei forse impegnarmi in maniera più tangibile?
Il presidente Ikeda ad esempio è stato promotore di azioni concrete molto significative nella risoluzione delle relazioni tra Cina e Giappone e nelle pagine della NRU tratta spesso temi come l’inquinamento e l’educazione.
Nel pieno di queste riflessioni sono tornata a ricercare il principio di Budda Soka Gakkai, per comprendere meglio la natura delle mie azioni come responsabile.

A questo proposito Sensei afferma:

«Dotata del potere del Budda, la Soka Gakkai si erge come comunità di praticanti saldamente uniti negli intenti, come un grande e indistruttibile baluardo di impegno condiviso tra maestro e discepolo che supererà perfino i più terribili attacchi dei tre ostacoli e dei quattro demoni. Per questo motivo Toda predisse che nei sutra del futuro il nome della Soka Gakkai sarebbe stato ricordato come “Budda Soka Gakkai”. L’assemblea della Soka Gakkai, direttamente collegata al Daishonin e attiva nel rendere kosen-rufu una realtà, è essa stessa un Budda. Questa era l’incrollabile convinzione del mio maestro» (BS, 227)

La nostra organizzazione è dotata del potere del Budda. Quindi, la domanda da porsi è: ci credo veramente che offrendo tutta me stessa all’organizzazione sto contribuendo alla società nella maniera più efficace e potente? Comprendere questo aspetto mi ha veramente sciolto ogni dubbio.

Tornando alla spiegazione di Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, Sensei scrive:

«Basandosi sul voto condiviso da maestro e discepolo, i tre presidenti fondatori della Soka Gakkai hanno dedicato la vita alla lotta per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” in nome della felicità delle persone e per liberare tutti dall’infelicità e dalla sofferenza. Il nome “Soka”, che emerse dai dialoghi fra Makiguchi e Toda, significa “creazione di valore”.
Qual è dunque il valore che cerchiamo di creare? Credo che si possa riassumere nell’idea di ridare speranza ed energia alle persone sofferenti che incontriamo, nell’incoraggiarle a basare la loro vita sulla salda filosofia della Legge mistica allo scopo di realizzare pace e sicurezza per tutte le persone e per il mondo intero»
(Daisaku Ikeda, Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese – Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, 2017, p. 79)

Personalmente quest’anno ho ingaggiato una battaglia con me stessa: a dicembre scorso, proprio in occasione del Corso nazionale per responsabili come quello di oggi, ho iniziato a provare sofferenza riguardo al tema dell’amicizia, e ho deciso che avrei sconfitto la mia oscurità realizzando quattro shakubuku con Gohonzon entro la fine del 2023. 
La mia vicina di casa ha ricevuto il Gohonzon ad agosto e questa settimana un mio giovane amico che ha iniziato da qualche mese a partecipare alle attività del Gruppo futuro, mi ha comunicato di voler ricevere il Gohonzon. Vedere entrambi, in pochi mesi, trasformare radicalmente la propria vita mi ha ridato una grande speranza. Rilanciamo tutti insieme, l’anno non è ancora finito!

Vorrei concludere queste parole dall’ultimo messaggio del nostro Maestro:

«Ora è il momento di vincere la sfida di trasformare il karma dell’umanità, mentre ci lanciamo negli ultimi sette anni verso il centenario della Soka Gakkai. Con i giovani dalla fede “più blu dell’indaco” in prima linea, intraprendiamo tutti insieme una marcia di speranza e coraggio, facendo emergere dalla nostra vita la grande forza vitale del tempo senza inizio!» (NR, 837)

di Vittorio Sakaki, vice presidente della Soka Gakkai italiana  

Nel discorso in occasione della cerimonia funebre della Soka Gakkai per Sensei, la sig.ra Nagaishi ha riportato la seguente guida del maestro Ikeda:

«Più si crede nella bontà intrinseca degli esseri umani, più basiamo i nostri rapporti sul rispetto reciproco, più forte diverrà la corrente del rispetto per la dignità della vita che si diffonderà in tutto il mondo. E questo ci permetterà di porre fine a quel ciclo di conflitto e odio che sembra caratterizzare il karma dell’umanità» (NR, 838)

Fin dal primo incontro con il presidente Toda, Daisaku Ikeda comprese che il Giappone doveva assolutamente diventare una nazione culturalmente avanzata, perché solo attraverso l’arte e la cultura avrebbe potuto sollevarsi dalla devastazione causata dalla guerra. A proposito del potere della cultura Sensei scrive:

«La pace e la cultura sono una cosa sola: una nazione ricca di cultura è necessariamente una nazione ricca di pace, e viceversa. Quando si moltiplicano i conflitti, la cultura declina e le nazioni precipitano in una condizione infernale. La storia dell’umanità è la storia della lotta tra la cultura e la barbarie» (I protagonisti del XXI secolo, pag. 186)

Ikeda Sensei ha reso concrete queste parole istituendo le Scuole Soka, il Gruppo educatori, la Banda musicale Soka e continuando a dedicare tutta la sua vita alla diffusione di una cultura di pace e perseguendo un grande bene.
Cosa vuol dire dedicare la vita a un grande bene?
Partendo dalla teoria della “creazione di valore”, Sensei spiega:

«Makiguchi aveva diviso il bene in tre categorie: minore, medio, maggiore. Nell’attuale società chi persegue le prime due forme di bene non ottiene effetti durevoli né efficaci. Per fare un esempio, dare del denaro a chi ne ha bisogno non significa necessariamente produrre del bene, se questo atto, invece di sollevare la persona, alimentasse una spirale di azioni sbagliate. È necessario, dunque, intraprendere azioni della terza categoria, il “grande bene”.
Secondo il pensiero di Makiguchi, grande bene è quello che resta nel tempo, che supera i decenni, i secoli e che è a beneficio dell’intero genere umano. Ad esempio l’insegnamento del Budda per tutta l’umanità. Nichiren Daishonin spiega che non esiste bene più grande del recitare Daimoku e insegnalo agli altri.
Lo stesso Makiguchi diceva che questo è il “bene supremo”. Se noi miglioriamo le nostre vite attraverso questo bene, e insegniamo ad altri a fare lo stesso, anche le nostre altre azioni, che possono essere incluse in categorie di bene medio o minore, assumono maggiore significato. La Soka Gakkai rappresenta il grande bene per la società giapponese» (NR, 187)

Sempre riferendosi a Makiguchi, ne La Nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda afferma:

«Competere per il bene significa confrontarsi per vedere chi ha fatto di più per la pace, chi ha fatto di più per le persone comuni. Questa diventerebbe, come diceva il signor Makiguchi, “una competizione umanitaria” che promuove la felicità dell’individuo e della società. Ci sono molti modi in cui le religioni potrebbero competere: per esempio, quante persone impegnate a contribuire alla pace mondiale ogni religione può produrre, oppure quanta speranza e coraggio ogni religione può dare alla gente» (NRU, 5, 102)

D’altra parte, è necessario tenere in conto che perseguendo un “grande bene” è naturale incontrare grandi persecuzioni.

Quando il devoto del Sutra del Loto cerca di trasformare questa terra impura in una terra pura, ovvero di realizzare kosen rufu, il re demone allarmato si precipita ad attaccarlo. Ecco perché il percorso per compiere kosen-rufu è costellato da una serie di lotte contro le funzioni demoniache.

Nichiren Daishonin scrive:

«Il re demone del sesto cielo ha mobilitato i suoi dieci eserciti e, nel mare delle sofferenze di nascita e morte, è in guerra con il devoto del Sutra del Loto per impedirgli di prendere possesso di questa terra impura in cui vivono santi e persone comuni, e strappargliela del tutto. Sono più di vent’anni ormai che mi trovo in questa situazione e ho dato inizio alla grande battaglia e, nemmeno una volta, ho pensato di ritirarmi» (La grande battaglia, RSND, 2, 438)

Ikeda Sensei spiega che il re demone del sesto cielo con i suoi dieci eserciti è l’origine fondamentale di tutte le funzioni negative che cercano di impedire alle persone di conseguire la Buddità. Ecco perché il percorso per realizzare kosen-rufu è caratterizzato da una serie di lotte senza sosta contro le funzioni demoniache.
La vera battaglia, nel conseguire la Buddità, non è contro un nemico esterno ma contro le forze distruttive dentro di noi. Solo sconfiggendo le nostre tendenze negative interiori possiamo realizzare la nostra rivoluzione umana ed elevare il nostro stato vitale, incamminandoci sulla via che conduce alla felicità.
Il mezzo per sconfiggere le funzioni demoniache che si annidano nella vostra vita è il Daimoku.

Sensei ci incoraggia con queste parole:

«Vi prego di fare del vostro meglio per vincere sul re demone del sesto cielo e i suoi dieci eserciti, ovvero le funzioni demoniache che si annidano nella vostra stessa vita. Il Daimoku ci dà la forza per farlo. La “spada affilata” di Nam-myoho-renge-kyo può sconfiggere l’oscurità o ignoranza fondamentale inerente alla nostra vita. In ogni cosa che facciamo partiamo sempre dal Daimoku, considerandolo la nostra priorità assoluta!» (NRU, 5, 252)


La seconda tavola rotonda ha affrontato il tema della missione sociale della Soka Gakkai. Oltre a Luca Riccioni, che ha moderato l’incontro, hanno partecipato Andrea Yuji Balestra, capo redattore del Volo Continuo, Daniela Di Capua, responsabile dell’Ufficio 8×1000, Roberto Francini, responsabile del Comitato Cambio io cambia il mondo, Michela Pasi, vicepresidente del Comitato Senzatomica, Francesco Sangregorio, rappresentante delle Relazioni esterne

Luca Riccioni. Parlando di “missione sociale” non si può non pensare all’esperienza che la Soka Gakkai italiana sta facendo con i fondi 8×1000. Di che si tratta?

Daniela Di Capua. Da alcuni anni, grazie alla fiducia costruita con lo Stato italiano e sfociata nella sottoscrizione dell’intesa nel 2016, siamo uno dei beneficiari dei fondi 8×1000 sulla dichiarazione dei redditi.
Nel momento in cui si è presentata l’occasione di cominciare a utilizzare questo strumento, la Soka Gakkai italiana ha deliberato di destinare questi fondi a fini sociali e umanitari, sostenendo progettualità che abbiano obiettivi e modalità di intervento coerenti con i principi dell’interconnessione e del rispetto per la dignità della vita.
Per mantenere una direzione coerente con questi obiettivi è fondamentale avere sempre come punto di riferimento i princìpi ispiratori della Soka Gakkai: la pace, la cultura e l’educazione letti e agiti attraverso il pensiero del presidente Ikeda.

Come sappiamo tutti, nell’introduzione de La rivoluzione umana Sensei afferma:

«La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità»

E nel primo volume de La Nuova rivoluzione umana:

«È facile a parole affermare di amare il prossimo. La realizzazione di ideali come la pace e l’amore universali inizia a concretizzarsi quando ciascuno di noi comincia a chiedersi in che modo dovrebbe porsi di fronte alle vicende dell’ambiente che ci circonda» (NRU, 1, 192)

In entrambi questi punti viene sollecitata prima di tutto una responsabilità individuale, non collettiva, rispetto alla possibilità di trasformare il mondo e il contesto in cui viviamo, incidendo su ciò che ci circonda e su ciò che ci è lontano, attraverso un legame di causalità. Questo percorso di evoluzione individuale viene definito “rivoluzione umana” perché destinato a “rivoluzionare” la qualità della vita di ciascuno di noi, potenziare la nostra umanità e contaminare positivamente tutto ciò con cui entriamo in relazione. Questo lento ma profondissimo processo di “contaminazione” basato sul legame di interdipendenza fra “interno” ed “esterno” è destinato a generare le condizioni per la concreta realizzazione di kosen-rufu, quel trionfo dell’umanesimo verso il quale ci guida Sensei, la missione che abbiamo promesso di realizzare in questa vita.
In un costante legame fra ruolo del singolo individuo e ruolo della collettività, il presidente Ikeda ha portato avanti questo obiettivo a livello globale non solo diffondendo la Soka Gakkai in tutto il mondo, ma anche intessendo dialoghi e confronti con personaggi significativi a tutti i livelli e di ogni provenienza, ha fondato università e un sistema scolastico, lanciato attività culturali, preso iniziative contro il disarmo. E ha indirizzato per quarant’anni le Proposte di pace alle Nazioni Unite al fine di sollecitare modalità efficaci con cui affrontare i temi più urgenti per il bene del mondo intero. 
I temi che in maniera trasversale e indipendentemente dai contesti del momento, vengono costantemente ripresi nelle Proposte di Pace sono: il disarmo nucleare e i rifugiati, la crisi climatica e l’empowerment delle donne, il ruolo dei giovani.
A queste Proposte di pace in particolare ci ispiriamo per programmare l’utilizzo dei fondi 8×1000, e investiamo in progetti a tutela delle donne vittime di violenza, dei bambini a rischio di povertà educativa, dell’ambiente, dei rifugiati, sosteniamo il disarmo nucleare, i corridoi umanitari, i dialoghi di pace…

Luca. Grazie! Parlando di questo impegno personale e di rivoluzione umana, vorrei chiedere a Michela: qual è la missione di Senzatomica nella società italiana? E mi permetto di ricordare il sottotitolo della campagna “trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”

Michela Pasi. Probabilmente tutti conosciamo l’essenza del pensiero di Sensei in merito alle armi nucleari, racchiuso nella celebre frase:

«Il vero nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o le costruiscono, il vero nemico è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari: l’esser pronti ad annientare gli altri qualora essi siano considerati una minaccia o un intralcio alla realizzazione dei propri interessi» (BS, 139)

Senzatomica è una campagna per generare consapevolezza sulla minaccia delle armi nucleari. È nata nel 2011 dai giovani della Soka Gakkai Italiana ed è portata avanti tuttora da tantissimi giovani provenienti da ogni angolo d’Italia, che si stanno mettendo in gioco per dare il proprio contributo.
Il 24 novembre è stata inaugurata a Brescia la nuova mostra itinerante con lo scopo di creare un movimento di opinione per la ratifica da parte dello Stato italiano del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) approvato all’ONU il 7 luglio 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021.
La mostra è uno strumento di educazione al disarmo nucleare e alla pace che mira a generare empowerment e senso di responsabilità nei visitatori i quali, tramite la propria personale decisione, diventano attivi sostenitori e protagonisti della Campagna. Brescia è solo la prima tappa, perché nel 2024 la mostra arriverà a Roma e Torino. In questo momento una delegazione di Senzatomica è alle Nazioni Unite.
Senzatomica coinvolge anche persone che non praticano. Stiamo incontrando in particolare i giovani, gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. Inoltre abbiamo realizzato recentemente un incontro tra gli studenti e gli hibakusha.

Luca. Grazie Michela. Chiederei ora a Roberto di parlarci di Cambio io cambia il mondo per comprenderne lo spirito, dal momento che il nostro Istituto, nell’ambito della sua missione sociale, si sta occupando anche di problematiche ambientali.

Roberto Francini. La Campagna Cambio io cambia il mondo“Pensare globalmente, cambiare interiormente, agire localmente”, vuole promuovere un’attività di empowerment, risveglio della consapevolezza delle persone, così da diventare ognuno e ognuna protagonista delle sfide attuali, in particolare quelle relative al cambiamento climatico e al tema del riscaldamento globale; si concentrerà sul rendere le persone capaci di prendere piena consapevolezza della gravità della crisi climatica come minaccia esistenziale e al tempo stesso di trasformare il senso di impotenza in determinazione ad agire.
La Campagna è iniziata a ottobre del 2020 con la presentazione di un cortometraggio al Festival dello sviluppo sostenibile dell’ASVIS e con la realizzazione della mostra L’Eredità della vita. Gli eventi legati alla pandemia hanno imposto un rallentamento della campagna, in particolare siamo stati in grado di portare la mostra solo nei nostri Centri culturali, a Roma Firenze e Milano.
L’intera mostra, con tutte le informazioni legate agli eventi che ruotano intorno a essa, si trovano sul sito “ereditadellavita.it”.
La mostra rappresenta, in questa fase iniziale del Progetto, una sorta di testa di ponte per creare nelle comunità locali, Comuni, Municipi, quartieri una rete di cittadini attivi, membri e non, assieme ad associazioni, gruppi di volontari, istituzioni locali, scuole e università.
Agli inizi di ottobre si è costituito, all’interno del nostro Istituto, il Comitato Cambio io Cambia il Mondo.
Quattro membri dell’ufficio stanno partecipando alla COP28 e realizzeranno un evento sul ruolo di ogni persona. Il Comitato, che si occupa dell’attuazione dell’omonimo Progetto, ha ottenuto un finanziamento attraverso i fondi dell’otto per mille dell’Istituto per la durata di un anno.
La mostra è stata presentata a Chiavari, in Liguria, per undici giorni, con più di 1000 visitatori, 480 partecipanti agli eventi collaterali e 70 membri che hanno lavorato per il successo dell’evento. Attualmente siamo rimasti in contatto con diverse associazioni della zona. Ora la mostra si trova al Comune di Reggello, in Toscana.
In questo modo ci stiamo muovendo in modo organico e non episodico, sono i primi passi di un impegno dell’Istituto e di tutti i membri nel campo delle problematiche ambientali e del cambiamento climatico. Ci siamo attivati partendo dalle molte indicazioni che Ikeda Sensei ci ha dato su questi argomenti. In particolare vorrei suggerire a tutti la lettura della Proposta per l’ambiente, che Sensei ha scritto in occasione della Conferenza di Rio de Janeiro del 2012 (www.sgi-italia.org).

Cito da questa Proposta:

«Persino la visione più esaltante diventerà una realtà solo se sostenuta dalla società civile e percepita come una questione di impegno personale da un numero sempre maggiore di persone; deve essere condivisa, riflessa nella vita quotidiana e saldamente riconosciuta come linea guida per delineare stili di vita all’interno della società»

Luca. Adesso parliamo del Volo Continuo, che sta sviluppando un messaggio per i giovani fortemente inserito nella società.

Andrea Yuji Balestra. Il Volo Continuo è la rivista digitale dei giovani della Soka Gakkai italiana. Il suo nuovo sviluppo è partito in un momento di crisi: nel 2019 la redazione era composta da pochi redattori, che si trovavano tutti a Firenze. Durante quell’anno, però, venne presa la decisione – a quei tempi pionieristica – di spostare tutta l’attività online, poco prima che questo diventasse una consuetudine con la pandemia. Questa è stata la scintilla che ha dato il via a una straordinaria rivitalizzazione. Oggi la nostra redazione è composta da più di quaranta redattori e redattrici eccezionali provenienti da tutta Italia, dando il via a una straordinaria storia di rivitalizzazione delle zone di attività e dei luoghi d’Italia dove questi giovani vivono la loro vita quotidiana. La provenienza dei ragazzi e delle ragazze del Volo è veramente eterogenea: i componenti della redazione hanno un’età molto variabile e ricoprono ogni tipo di responsabilità all’interno della nostra organizzazione. 
Abbiamo un sito internet dalla veste grafica rinnovata di recente, siamo presenti su Facebook e, soprattutto, Instagram è il social che presidiamo maggiormente. Essendo una voce dell’Istituto aperta a tutti, che si rivolge soprattutto a un pubblico di giovanissimi, ci interroghiamo di continuo su come veicolare lo straordinario messaggio di speranza del Buddismo di Nichiren in modo fresco, accessibile e “laico”, di modo tale da intercettare i bisogni di tutti i giovani italiani. Cerchiamo di metterci sempre dal punto di vista di discepoli che per mezzo della fede cercano di interiorizzare il messaggio del maestro a tal punto da poterlo trasmettere  usando il proprio linguaggio, proprio come se ci trovassimo a incoraggiare sul momento una persona.
Per questo motivo cerchiamo di immaginare vari tipi di utente,  elaboriamo profili dei giovani che vorremmo incoraggiare sulla base delle esperienze che facciamo buttandoci nelle situazioni del mondo, e da lì partiamo per sviluppare i nostri contenuti.

Luca. Lascio ora la parola a Francesco, rappresentante delle Relazioni esterne.

Francesco Sangregorio: La nostra missione, che poi è la missione di ogni membro, è guadagnare il rispetto per la filosofia del pensiero del presidente Ikeda e della Soka Gakkai.
I punti chiave per le attività delle relazioni esterne sono la sincerità e il coraggio.
Il Dipartimento di Relazioni esterne rappresenta in primis lo status religioso della Soka Gakkai Italiana e ha quindi il compito di curare, dal punto di vista religioso, tutti i rapporti con le istituzioni, con le altre religioni, con il mondo accademico, con la società civile, con la stampa, con le agenzie educative etc., diffondendo il pensiero del maestro Ikeda.

Ne La Nuova rivoluzione umana Sensei scrive:

«La Soka Gakkai vuole approfondire i legami con la società attraverso la promozione di eventi culturali e altre iniziative pubbliche. Tuttavia, dobbiamo sempre tenere a mente che lo spirito fondamentale della Gakkai è praticare in accordo con gli insegnamenti del Budda, e questo principio dovrà valere sempre. Infatti, più diffondiamo il Buddismo di Nichiren nella società, più diventa cruciale rimanere ancorati a questo spirito originario. Poiché diventerete i grandi promotori di kosen-rufu, sento oggi il bisogno di ribadire l’importanza di praticare esattamente come il Budda insegna» (NRU, 18, 226)

Luca. Vorrei ora chiedere a Daniela se noi, come Soka Gakkai, possiamo definirci sostanzialmente dei finanziatori…

Daniela. Nell’utilizzare i fondi 8×1000 l’Istituto non è solo finanziatore di progetti, ma sta anche producendo un importante valore aggiunto ben rappresentato dal presidente Ikeda quando, nella Proposta di pace del 2019, scrive:

«Quali eredi spirituali di Nichiren, i membri della Soka Gakkai sin dai tempi del fondatore Makiguchi e del secondo presidente Toda hanno ritenuto che la propria missione nella società fosse la costruzione di una solidarietà di azione tra le persone dedicata a eliminare l’infelicità dalla Terra»


Quindi parliamo della costruzione di alleanze e di reti fatte da persone che condividono una visione della vita basata su valori e obiettivi comuni.
Noi non finanziamo semplicemente, bensì condividiamo con le associazioni che gestiscono i progetti il pensiero che ne è alla base, accompagniamo, dialoghiamo e durante questo percorso abbiamo l’enorme privilegio e la grande gioia di contribuire a far conoscere la Soka Gakkai e il pensiero del presidente Ikeda.

Nella sua lezione sul Gosho Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese Sensei afferma:

«Continuiamo a espandere la nostra rete rivolta al bene attraverso il mezzo pacifico del dialogo. I nostri dialoghi sono battaglie per far rivivere il potere degli esseri umani. I nostri dialoghi cambiano la società, uniscono il mondo e determinano il futuro. I nostri dialoghi infondono speranza. […] I nostri dialoghi per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” costruiranno un’epoca della gente comune attraverso il potere della fede nell’essere umano» (Daisaku Ikeda, Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese – Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, pag .84)

Questo è il nostro obiettivo.

Luca. Chiederei a Michela di raccontarci qualche aspetto pratico della mostra Senzatomica, anche legata alla sua esperienza.

Michela. Senzatomica regala un fortissimo senso di speranza e di empowerment. Nel mio piccolo, posso vedere l’impatto che ha avuto nella mia vita: ho visitato la mostra dieci anni fa, quando ero in prima liceo, quindi ero veramente giovanissima, e grazie a quell’esperienza mi sono proprio risvegliata a questa missione profonda. Grazie alla mostra ho deciso seriamente di iniziare a praticare e ho preso consapevolezza della reale minaccia delle armi nucleari, ma senza sentirmi spaventata o svilita di fronte a un pericolo che sembra molto più grande di noi, sentendo invece di poter fare qualcosa. Un mondo libero da armi nucleari è la missione che Sensei ha affidato a noi discepoli, è l’emblema del legame maestro e discepolo perché ha caratterizzato anche il legame tra Toda e Ikeda. Sensei infatti ha realizzato tutti i sogni del suo maestro, tranne l’ultimo – il disarmo nucleare – ma ha aperto la strada per la realizzazione di questo obiettivo. Sta a noi conoscere e fare nostra la sua visione. Scrive Ikeda:

«Nessuna grande impresa può essere portata a termine nell’arco di una sola generazione. È necessaria la presenza di discepoli che facciano propria la visione originale del maestro e si sforzino al massimo per concretizzarla nel corso delle generazioni successive. È così che si realizzano grandi cose. I discepoli possono prendere parte a una grande impresa proprio perché il maestro ha aperto loro la strada. Allo stesso tempo, il voto del maestro si realizza proprio perché i discepoli portano avanti il suo impegno e la sua visione. Un flusso eterno di maestro e discepolo permetterà di creare una nuova, grande corrente Soka» (NRU, 27, 19)

Luca. Passo la parola di nuovo a Roberto: come si attua in concreto la Campagna “Cambio Io Cambia il Mondo”?

Roberto. È una chiamata all’azione nella vita quotidiana, ispirando quei gesti che ci possono dare speranza e ci permettono, nel nostro piccolo, di contribuire.
Vogliamo arrivare dapprima a un empowerment a livello individuale e da lì a una leadership di ognuno e ognuna nella propria comunità; creare una rete tra le persone che in questo modo si sono attivate e promuovere la creazione di un movimento di cittadini e cittadine comuni che agiscano per un mondo a zero emissioni, insieme e in collaborazione con associazioni e reti già attive sui temi indicati.
Il passaggio dall’empowerment individuale alla leadership, in pratica all’azione, riflette quel sensazionale risveglio che è alla base del Buddismo, esattamente come descritto nel Sutra del Loto: la trasformazione da individui che cercano la salvezza personale in individui che agiscono per aiutare gli altri a liberarsi dalla sofferenza.
Prima di tutto dobbiamo decidere se vogliamo contribuire e fare nostri gli scopi della Campagna “Cambio io cambia il mondo”, poi parlare con più persone possibili della nostra zona, avendo chiaro che la mostra deve rappresentare l’avvio di un movimento di stili di vita virtuosi (in senso ambientale), e poi contattare il Comitato. Sono azioni che partono dalla “base”.
Nello Statuto del Comitato si dichiara, come obiettivo prioritario, quello di sensibilizzare i singoli cittadini e cittadine all’urgenza di considerare come obiettivi primari la suprema dignità della vita in ogni sua espressione, insieme alla salvaguardia della Terra e alla consapevolezza di una crisi climatica che sta distruggendo l’ambiente naturale e umano, mettendo a repentaglio la totalità dei diritti umani (senza un ambiente capace di sostenere la vita, non ha più senso parlare di diritti umani).
Il cambiamento climatico mette a repentaglio la vita stessa di tutti gli abitanti del pianeta.

Luca. Andrea, ci puoi parlare di alcuni progetti del Volo continuo?

Andrea. Frutto di un’elaborazione lunga più di un anno è, ad esempio, la nostra ultima rubrica, Etimo. Si tratta di una rubrica che compare solo sui social e cerca di incoraggiare i giovani, partendo dall’etimologia di parole particolarmente belle, a sfruttare il profondo significato contenuto al loro interno con l’accezione ricolma di speranza che è insita nel Buddismo di Nichiren, di modo tale che sia un contenuto altamente condivisibile per mezzo di instagram stories e che gli amici degli amici possano vederlo, generando un’onda inarrestabile di persone che riflettono sul linguaggio che adottiamo quotidianamente. 
Riassumendo, dunque, il salto di qualità che cerchiamo di fare sempre è legato a quello della nostra fede, in modo tale da essere sempre all’avanguardia nell’intercettare i bisogni dei giovani. 
Lo spirito con cui ci approcciamo al lavoro nella rivista ci ha permesso, nel tempo, di creare un valore tangibile. L’anno scorso, per esempio, abbiamo prodotto un’intervista-dialogo con un’associazione che lavora nell’ambito educativo e in quello dell’antimafia sociale a Torino e dintorni, facendo scoprire loro il pensiero di Sensei. Da quel contenuto in poi, si è sviluppato un legame ed è nata una bella amicizia che prosegue tuttora, tanto è vero che come giovani della Gakkai abbiamo partecipato insieme a loro a laboratori nelle scuole secondarie della città e, fra due settimane, saranno ospiti del Centro culturale di Torino per un evento organizzato da giovani in cui si parlerà dei conflitti e di pratiche positive per costruire la pace a partire dal quotidiano.
Inoltre, come sito aperto a tutti, ci tengo a rammentare che negli ultimi anni siamo diventati un punto di divulgazione a proposito delle COP, le Conferenze sul clima che decideranno sempre più le sorti del nostro pianeta riguardo alla crisi climatica. Avendo la fortuna di poter avere rappresentanti dall’Italia che partecipano, con una delegazione di giovani che parte proprio in questi giorni per la COP28 di Dubai, ci siamo presi la responsabilità di essere una voce che possa comparire nelle ricerche sul browser, su Google ecc, che parli ai giovani interessati e preoccupati sul tema con un tono di voce diverso, che mostri gli straordinari obiettivi raggiunti dalla società civile senza toni disfattisti, proprio come ricorda Sensei nel capitolo “La sfida della costruzione” nella Proposta di pace 2020:

«Se ci concentriamo unicamente sulle minacce che abbiamo davanti, corriamo il rischio che chi non ne è direttamente toccato rimanga indifferente; e anche chi ne riconosce la gravità può essere sopraffatto da un senso di impotenza concludendo che non si può fare nulla per cambiare la situazione. […] Riguardo alle iniziative per combattere il cambiamento climatico è essenziale non solo porsi l’obiettivo numerico di limitare l’aumento della temperatura media globale, ma anche sviluppare una visione comune del mondo che desideriamo realizzare attraverso la risoluzione di questa crisi, e poi adottare collettivamente misure concrete per la costruzione di tale realtà. Impegnandoci nella sfida della costruzione troveremo una terza via, grazie alla quale potremo evitare di cadere preda sia di un egoismo indifferente ai problemi che non ci colpiscono direttamente sia di un pessimismo paralizzante davanti a questioni che sembrano troppo grandi per le nostre forze»

Luca. Concluderei questa tavola rotonda chiedendo a Francesco di spiegarci quali sono gli obiettivi delle Relazioni esterne.

Francesco. Sicuramente diffondere i valori dell’umanesimo buddista, il pensiero del maestro Ikeda espresso anche nelle Proposte di pace che per quarant’anni ha inviato alle Nazioni Unite, e il rispetto per i diritti umani nella società civile italiana. E questo lo facciamo innanzitutto nei nostri zadankai. Inoltre, ci sforziamo di promuovere il dialogo interreligioso.
É importante consolidare i rapporti con le università, nello specifico con studiosi di religione. Personalmente sono rimasto colpito dai numerosi messaggi di cordoglio per la scomparsa del maestro Ikeda che abbiamo ricevuto perché mi ha fatto rendere conto di quanti sforzi sono stati fatti nel corso degli anni dalle persone nell’ambito delle relazioni esterne. Ciò mi ha reso orgoglioso e, allo stesso tempo, ho sentito una grande responsabilità nel continuare a portare avanti questa attività.

Concludo leggendo un passo de La Nuova rivoluzione umana:

«La chiave per coltivare le pubbliche relazioni è il coraggio. Per quanto ostinato possa essere un avversario, dobbiamo essere coraggiosi e parlare apertamente e con franchezza. Questo è il primo passo per intraprendere questa attività. Le persone timide cercano di evitare di incontrare direttamente i loro avversari, ma così non si ottiene nulla. 
«Un secondo fattore importante è la sincerità. Il vero scopo delle pubbliche relazioni è guadagnarsi la fiducia dei propri interlocutori. La fiducia non si ottiene dandosi arie o dando prova delle proprie arti oratorie; richiede invece sincerità e convinzione. 
«La perseveranza e la pazienza sono altrettanto cruciali. Nel caso in cui una nostra richiesta di incontro venga negata oppure non siamo in grado di risolvere una questione in un solo incontro, dobbiamo continuare ad affrontare la situazione con tenacia. L’attività delle pubbliche relazioni non è semplice e spesso le cose non vanno come vorremmo: non bastano uno o due tentativi. Più è spesso il muro, più forti devono essere lo spirito combattivo e la perseveranza per superarlo. Le persone ragionevoli sanno apprezzare una tale perseveranza […]
«Nella costruzione di una buona attività di pubbliche relazioni, dovremmo considerare noi stessi come “ambasciatori plenipotenziari” che si stanno assumendo la piena responsabilità della Soka Gakkai. Dobbiamo vedere le cose da una prospettiva più ampia. Se non lo facessimo, correremmo il rischio di farci sviare da cose insignificanti e prenderemmo decisioni sbagliate. Sin da giovane mi sono dedicato alle pubbliche relazioni con la consapevolezza di essere un rappresentante della Soka Gakkai e del presidente Toda. In qualsiasi situazione, mi sono sempre chiesto che cosa avrebbe fatto Toda, e su questo ho basato le mie decisioni e le mie azioni. Lo spirito di maestro e discepolo deve vivere nelle pubbliche relazioni, altrimenti non ci sarà progresso di kosen-rufu» (NRU, 18, 266)


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