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Il legame tra maestro e discepolo, un “ateneo eterno” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:59

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Il legame tra maestro e discepolo, un “ateneo eterno”

In questo mese di dicembre come Gruppo studenti approfondiremo la relazione di non dualità di maestro e discepolo, uno tra i princìpi più importanti della nostra pratica

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“Maestro e discepolo” è stato anche il fil rouge del Corso europeo studenti che si è tenuto a Francoforte a luglio di quest’anno. In un discorso pubblicato sul mensile Daibyakurenge di febbraio 2017 Ikeda parla ad un gruppo di giovani appena laureati dicendo:

«Ho dato tutto me stesso per servire e sostenere il mio maestro, Josei Toda. È stato faticoso e allo stesso tempo veramente piacevole. Il tempo trascorso sotto la sua formazione, severa ma piena di compassione, benché il più duro della mia vita, resta uno dei miei ricordi più belli. Non c’è maggior fortuna di avere un maestro che veglia su di te, al quale puoi riferire i risultati dei tuoi sforzi […] Ma il presidente Toda adesso è qui, nel mio cuore. Per questo non ho mai paura né dubbi. Io sono un leone. La parola “leone” [giapp. shishi] si scrive con due caratteri cinesi che significano rispettivamente “maestro” e “discepolo”. Coloro che basano la vita sullo spirito di maestro e discepolo sono leoni»” (BS, 189)

La relazione tra maestro e discepolo è il cuore della Soka Gakkai, senza l’esistenza del maestro non ci sarebbe la possibilità di praticare il Buddismo. A partire da Shakyamuni, e poi Nichiren Daishonin, Makiguchi, Toda e Ikeda, il desiderio è stato sempre quello di rendere le persone capaci di affrontare qualsiasi sofferenza della vita creando valore e diventando felici. Scrive il presidente Ikeda:

«La relazione tra maestro e discepolo può essere paragonata a quella tra l’ago e il filo. Nel cucire, l’ago guida il filo attraverso la stoffa, ma alla fine non è più necessario ed è il filo che resta per tener salde le cuciture» (NRU, 9, 125)

Il desiderio del maestro è quello che il discepolo cresca e sia in grado di superarlo. Il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, ha cresciuto personalmente il suo discepolo Daisaku Ikeda, e benché abbiano passato insieme solamente dieci anni della loro vita, aveva la certezza che Ikeda avrebbe portato avanti e realizzato ogni suo sogno e obiettivo.
Trovare un buon maestro è fondamentale, ma ancora più importante sono le azioni del discepolo che rendono veri gli insegnamenti del suo maestro.
Siamo quindi noi, attraverso le nostre vittorie nella vita personale e la realizzazione della nostra felicità più profonda, che rendiamo grandi e veri gli insegnamenti del nostro maestro. 
Avere come maestro Ikeda Sensei è la fortuna più grande della nostra vita. Chi ha un maestro non sarà mai solo e potrà beneficiare di un porto sicuro al quale ritornare sempre: non un semplice punto di approdo, quanto piuttosto un trampolino di lancio su cui poggiare per ripartire con una fresca determinazione ogni volta che si determina con fede coraggiosa.
Noi membri della Soka Gakkai stiamo frequentando l’Università Ikeda. Il libro di testo fondamentale è La nuova rivoluzione umana. Lo scopo di questa università è proteggere la Soka Gakkai e le persone comuni, dando un grande contributo alla società. Per i membri del Gruppo studenti frequentare questo “ateneo eterno di maestro e discepolo” è l’onore più grande.

Il legame maestro-discepolo trascende lo spazio geografico, il tempo e le dimensioni, e agisce nella misura in cui manteniamo un dialogo interiore costante col maestro, a prescindere dal fatto che lo possiamo incontrare, o che viviamo o meno nella sua stessa epoca. 
Ciò che conta sono gli incontri col maestro che avvengono nel nostro cuore, e che nei momenti cruciali rivelano la via sicura e corretta per realizzare la nostra missione di vita, che ci permettono di superare naturalmente le nostre aspettative.
Siamo noi a dover diventare adesso i suoi successori basandoci sullo spirito di “Io sono Shin’ichi Yamamoto”, come il maestro Ikeda ci ha sempre incoraggiato a fare:

«Il fondatore della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, un grande leone della fede che diede la vita per le sue convinzioni, anche durante le persecuzioni diceva che un flusso costante di giovani avrebbe sicuramente seguito le sue orme. Toda successe a Makiguchi e io portai avanti l’opera di Toda. Adesso ho voi, milioni di giovani successori, e sono certo che porterete avanti la mia opera.
Vi prego di continuare a seguire con determinazione questo cammino da leoni, la strada di maestro e discepolo, forgiando legami di unità sempre più forti e profondi. 
La relazione maestro-discepolo è l’essenza del Buddismo di Nichiren e il nucleo dello spirito della Soka Gakkai. […] la relazione maestro-discepolo dipende in ultima analisi dall’impegno e dalle azioni del discepolo» (BS, 189)


Presentiamo l’esperienza di Federica Garcea

La più grande fortuna della mia vita

di Federica Garcea, Genova

Durante il Corso europeo studenti abbiamo avuto occasione di ragionare molto su questo legame così prezioso, si percepiva come il corso era stato preparato con l’obiettivo di dare vita al desiderio del nostro maestro, ogni dettaglio sembrava sussurrare con grande delicatezza: “Sensei, guardi cosa sono riuscito a realizzare!”.
Sono responsabile studenti della regione Liguria 2 ed insieme ad Andrea ho partecipato al corso di quest’anno in qualità di interprete per i ragazzi italiani.
Per prepararmi ho deciso di aumentare il mio Daimoku quotidiano e di studiare La Nuova rivoluzione umanatutti i giorni per arrivare al corso con lo stato vitale tanto alto da essere in grado di affrontare qualsiasi situazione, compresi eventuali imprevisti. 
A Francoforte ho incontrato e conosciuto giovani e adulti da tutta Europa che ci hanno accolti come avrebbero accolto Sensei. 
In quei giorni ho provato una gioia molto profonda e che raramente ho sperimentato, all’inizio non capivo esattamente a cosa fosse dovuto, poi l’ultimo giorno ho realizzato che è stato grazie a tutti quei responsabili che si stavano sforzando di avere lo stesso cuore del nostro maestro.
Grazie a questo corso ho capito che spetta a noi discepoli di Sensei, ed in particolare al Gruppo studenti, di approfondire talmente il legame con il maestro da permettere a più persone possibili di incontrarlo attraverso di noi. Questo è lo spirito che ho determinato di sviluppare quando parlo del Buddismo con i miei amici. 
Sulla scia di questa determinazione, ho scritto subito una lettera a Sensei in cui gli raccontavo sinceramente delle situazioni nella mia vita per le quali provavo ancora profonda sfiducia: la paura di non trovare il lavoro dei miei sogni nel campo della sostenibilità, la fatica nel fare amicizia e la preoccupazione di non riuscire a laurearmi. 
Sono entusiasta di poter raccontare che dalla fine del corso ho iniziato ad accumulare una serie di vittorie senza fine: ho firmato il mio primo contratto a tempo indeterminato, ho iniziato un corso online promosso dall’organizzazione Carta Internazionale della Terra – di cui la SGI è partner – una mia amica a cui ho parlato della pratica buddista ha ricevuto il Gohonzon e ho iniziato l’attività come segretaria di Cambio io cambia il mondo, un comitato nato da poco che sta portando nelle varie regioni la mostra L’eredità della vita, un’occasione davvero preziosa per la mia vita!
Avere il presidente Ikeda come maestro è la più grande fortuna della mia vita.

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