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L’azione è la vera prova della fede - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:28

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L’azione è la vera prova della fede

Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, diceva spesso: «Il bene deve prevalere. Se il bene viene sconfitto, cadrà nell’oblio. La Soka Gakkai è un’organizzazione per il bene supremo. Quindi dobbiamo vincere, assolutamente. Desidero che siate vittoriosi, che conduciate vite di eterna vittoria e di trionfo». Queste solenni parole colpiscono nel segno.
In accordo con l’appello di Toda, in ogni regione i nostri membri si impegnarono senza riserve per kosen-rufu; sopportarono ogni difficoltà e vinsero, avanzando con coraggio, “armati” di perseveranza e di speranza.

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Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, diceva spesso: «Il bene deve prevalere. Se il bene viene sconfitto, cadrà nell’oblio. La Soka Gakkai è un’organizzazione per il bene supremo. Quindi dobbiamo vincere, assolutamente. Desidero che siate vittoriosi, che conduciate vite di eterna vittoria e di trionfo». Queste solenni parole colpiscono nel segno.
In accordo con l’appello di Toda, in ogni regione i nostri membri si impegnarono senza riserve per kosen-rufu; sopportarono ogni difficoltà e vinsero, avanzando con coraggio, “armati” di perseveranza e di speranza.
Questo è il motivo per cui, negli ultimi quarantacinque anni [dalla mia nomina a terzo presidente della Soka Gakkai nel 1960], siamo stati in grado di ottenere una vittoria dopo l’altra.
I giovani erano la speranza di Toda. Una volta commentò: «Potrà realizzarsi qualunque cosa nel futuro, in Giappone o nel resto del mondo, se ci sono l’approvazione e il sostegno totale e appassionato dei giovani. Di fatto questo è l’unico modo in cui si realizzeranno grandi cose, d’ora in avanti». Questa era la sua profonda convinzione.
Oggi anch’io sto creando un’era dei giovani, perché l’unica strada per il futuro è affidare ai giovani la missione di realizzare la nostra grande impresa di kosen-rufu mondiale.
Le fila dei nostri affidabili giovani sono cresciute non solo in Giappone, ma in tutto il mondo. Ciò mi rende molto felice.
«Le persone con una condizione vitale debole – osservò Toda – escono perdenti di fronte a coloro che godono di grande forza vitale».
Recitare Daimoku ci permette di potenziare la nostra forza vitale: possiamo acquisire la buona salute sia nel corpo che nella mente. Condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri e far avanzare il nostro movimento per kosen-rufu rappresentano l’orbita per rafforzare la nostra stessa condizione vitale.
Le persone le cui esistenze sono in sincronia con questo ritmo sono forti. Al contrario, coloro che si allontanano dall’organizzazione per kosen-rufu, spesso si indeboliscono. Alcuni possono anche dare un’impressione esteriore di forza o pavoneggiarsi con aria boriosa, ma in realtà sono deboli.
Toda diceva anche: «Una nuova impresa inizia rompendo i limiti di ciò che abbiamo fatto prima».
Sono parole dal profondo significato. Spero che ci riflettiate bene. Desidero che realizziate un grande, prezioso lavoro.
Toda dichiarò: «La grande impresa di kosen-rufu è una battaglia contro le funzioni demoniache. Non possiamo permetterci di indietreggiare di fronte ai loro violenti attacchi. Se consentiamo loro di sconfiggerci, l’umanità sarà per sempre avvolta dall’oscurità».
Kosen-rufu è una battaglia contro le funzioni demoniache. Per questo dobbiamo trionfare su di esse. Questo porta alla creazione di un meraviglioso regno di pace e felicità.
Non esiste una lotta per kosen-rufu che sia libera dall’attacco delle funzioni demoniache. Il Daishonin dichiara espressamente: «Questo mondo è il dominio del re demone del sesto cielo» (RSND, 1, 440). Qual è la spada affilata, lo strumento determinante che ci consente di sconfiggere queste funzioni demoniache? È il potere del Daimoku.
Sconfiggere le funzioni demoniache e conquistare innumerevoli alleati per il nostro movimento: questo è davvero un risultato incredibile! Questo è shakubuku. Dobbiamo confutare l’erroneo e sconfiggerlo fino in fondo. Noi combattiamo le funzioni demoniache per diventare felici e ottenere la Buddità. Questa lotta è la forza trainante più potente e la via più veloce per realizzare una condizione vitale che risplende di benefici eterni. Toda ci esortava: «Lottate senza paura contro le funzioni demoniache! Stroncate il male alla radice! Non scendete mai a compromessi con loro!».
Se la giustizia e la verità verranno sconfitte, l’umanità finirà avvolta nell’oscurità. L’unico modo di salvare il nostro pianeta è creare una solidarietà sempre più ampia tra coloro che sostengono la causa del bene.
Cinquant’anni fa (marzo del 1955) si svolse il dibattito di Otaru, nell’omonima città in Hokkaido. Fu un dibattito storico-religioso attraverso il quale dimostrammo inequivocabilmente la legittimità della causa della Soka Gakkai. Questo confronto faccia a faccia nacque in risposta a una richiesta della scuola Minobu di tenere un dibattito con la Nichiren Shoshu. Quando il clero della Nichiren Shoshu si ritirò dalla sfida, la Soka Gakkai accettò al suo posto.
La notizia dell’imminente dibattito suscitò un vasto interesse nella società.
Il presidente Toda diede a me e al Gruppo giovani carta bianca nel condurre il dibattito, dicendo: «Daisaku, affronta questa sfida! Vai e vinci per noi!».

[A quel tempo, come responsabile staff del Gruppo giovani, Daisaku Ikeda supervisionò la strategia della Soka Gakkai per quel dibattito. Le sue osservazioni introduttive in qualità di moderatore del gruppo della Soka Gakkai contenevano una fervida confutazione che sin dall’inizio demolì efficacemente le argomentazioni dell’opposizione].

Quale fu l’elemento chiave  per  assicurarci la vittoria in quel dibattito? Non dipese dal contenuto specifico delle argomentazioni; piuttosto, Toda ci esortò ad attaccare con coraggio per primi, senza esitazione.
Era vitale che affrontassimo direttamente l’errore, sottolineò. Noi della Soka Gakkai dobbiamo sempre avanzare con questo spirito pronto all’attacco.
Toda diceva: «La vera vittoria appartiene a coloro che vincono alla fine». Inoltre dichiarò: «Senza lottare, la giustizia sarà sconfitta. La Soka Gakkai è nel giusto, quindi non possiamo permetterci di perdere; dobbiamo vincere a tutti i costi. Ecco perché è così importante lottare. I leoni si distinguono dal ruggito».
Non importa quanto buona o giusta possa essere una causa, se viene sconfitta non potrà avere alcun impatto concreto sulla società. Si può ottenere la giustizia solo con la vittoria. Quindi, vinciamo!
Toda osservò acutamente: «Non lasciatevi scoraggiare da offese e critiche, simili al guaire dei cani. Non fatevi influenzare da qualcosa di tanto banale. Percorrete il sentiero degli eroi. Percorrete il sentiero dei grandi. Ciò che stiamo subendo non è che una minima parte degli ostacoli incontrati dal Daishonin, del quale abbracciamo gli insegnamenti».
Anche noi creiamo la nostra strada con la stessa intrepida determinazione di Toda!
Il Mahatma Gandhi (1869-1948), padre dell’indipendenza indiana, una volta domandò: «Che cos’è la fede se non si traduce in azione?». La fede non è un’astrazione. L’azione è la vera prova della fede.
Molti anni fa, nel novembre del 1973, incontrai René Dubos (1901-82), microbiologo di fama mondiale che ha dato importanti contributi alla medicina.
In uno dei suoi scritti, Dubos dichiara: «La storia insegna che l’essere umano, se non si impegna, è certo di peggiorare; l’essere umano non può progredire senza impegnarsi, non può essere felice senza sforzi». Se non facciamo sforzi, regrediamo. Questo è inconfutabile. Nessuno diventa felice senza sforzo. Forse adesso state sperimentando varie difficoltà, ma proprio perché continuate a impegnarvi in mezzo a tali sfide, per quanto dolorose, diventerete sicuramente felici. Sforzo e felicità sono inscindibili.
Con questa ferma convinzione spero che farete sforzi coraggiosi per kosen-rufu, e che avanzerete lungo il sentiero supremo che conduce alla felicità.

(Seikyo Shimbun, 14 maggio 2019)

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