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La nostra famiglia Soka che ci accoglie e ci incoraggia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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La nostra famiglia Soka che ci accoglie e ci incoraggia

Tavola rotonda con il Gruppo futuro

In occasione del 18 novembre, giorno della fondazione della Soka Gakkai, abbiamo incontrato tre ragazzi del Gruppo futuro: Carmelo, Federica e Irene. Con la spontaneità e la freschezza che contraddistingue il Gruppo futuro, ci hanno offerto le loro esperienze e determinazioni in vista del 2024, Anno della nuova partenza per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo

Da sinistra: Irene, Carmelo e Federica, membri del Gruppo futuro
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Irene, 18 anni, Perugia: Frequento il Liceo linguistico e conosco il Buddismo da quando sono nata. 
I miei genitori sono entrambi buddisti, io ho iniziato a praticare all’inizio del liceo e sono diventata membro a maggio di quest’anno.
Per me la Soka Gakkai è come una seconda famiglia. Mi ha sempre sostenuta, anche se magari ci sono stati dei periodi in cui mi allontanavo dalla pratica buddista. I compagni di fede sono sempre stati un punto fermo per me e ho sentito sempre il loro calore e affetto.

Federica 18 anni, Pescara: Anche io conosco il Buddismo da quando sono nella pancia di mamma. Mi sono avvicinata piano piano e sono diventata membro della Soka Gakkai un anno fa. Ora frequento il quinto anno del Liceo artistico.
Anche per me la Soka Gakkai è come una famiglia. Anche negli anni dell’adolescenza, in cui viviamo miliardi di cambiamenti, è rimasta sempre quel punto fermo che nella mia vita ha sempre mantenuto la stessa importanza.Che valore ha nella mia vita? Ha un valore importantissimo perché grazie ai praticanti, mi sono sempre sentita accolta da ogni persona, capita, aiutata. E, viceversa, anche io ho potuto offrire il mio sostegno.

Carmelo 14 anni, Milano: Ho avuto i primi approcci al Gohonzon quando avevo circa sette anni, sono nato in una famiglia di praticanti. Frequento il primo anno del Liceo di Scienze applicate.
Io penso che grazie alla Soka Gakkai abbiamo la possibilità di condividere le nostre convinzioni e i nostri problemi con gli altri. Senza la Soka Gakkai la nostra sarebbe una pratica fine a se stessa, che rimarrebbe solo per noi. Trovo che sia importante confrontarsi con più persone! 

Con i compagni di fede c’è un legame incredibile, un legame diverso rispetto a quelli soliti. C’è sempre la libertà di esprimersi. Inoltre è un posto in cui andare per stare a proprio agio: quando vado al Centro culturale ne esco sempre incoraggiato!

Irene: Per quanto riguarda i limiti da superare, mi sto sforzando nella scuola perché sto vivendo un momento particolare. In un momento di sconforto ho anche pensato: “Ora basta, non studio più!”. Sforzarmi di andare oltre questo pensiero mi ha fatto capire che dipende da me superare questo momento di difficoltà.
In occasione del 18 novembre faremo due riunioni e io mi sto impegnando per partecipare a entrambe. Voglio portare anche delle persone che sono interessate!

Carmelo: Io il 19 novembre parteciperò a una riunione organizzata per i bambini e le bambine, a cui partecipavo prima di passare al Gruppo futuro. Lì racconterò l’esperienza del perché sono diventato membro della Soka Gakkai!

Federica: L’obiettivo per questo 18 novembre è far crescere i membri della Soka Gakkai, soprattutto del Gruppo futuro. In vista del giorno della fondazione abbiamo fatto una riunione Futuro sabato scorso ed eravamo tantissimi ragazzi! Le riunioni precedenti non erano mai state con così tanti giovani. Il 18 novembre faremo un incontro aperto anche a tutte le persone nuove e io ho il desiderio di portare i miei amici!

Federica: Per me il legame con Sensei è sempre stato titubante, un po’ di passi avanti, un po’ di passi indietro. Ma penso che forse sia così per tutti. C’è stato però un momento in cui ho sentito profondamente il legame con il maestro.
Anch’io mi sono ritrovata nella mia vita ad affrontare diverse difficoltà, alcune più grandi e altre un po’ meno.
Prima del Covid è venuto a mancare mio papà e questo ha recato nel mio cuore una sofferenza immane. Però c’è una scena impressa dentro di me che mi fa ricordare con gioia quel momento così duro. Può sembrare assurdo, ma grazie al Buddismo anche una sofferenza che sembra impossibile da affrontare, si può affrontare e trasformare!
Ricordo che mi sono sentita incoraggiata da Sensei perché io quella sera mi sono messa vicino a papà a recitare Daimoku e ho sentito una gioia, una forza che derivava dalla pratica che non avevo mai sentito… Una gioia nel cuore, una tranquillità incredibile. Ho sentito che, insieme a mia mamma, lì vicino a me a recitare Daimoku c’erano Sensei e tutti i praticanti.
Da quel momento ho capito quanto la pratica buddista sia veramente un mezzo potentissimo che dobbiamo assolutamente fare arrivare a più persone possibili. 

Carmelo: Per me Sensei è una persona a cui dovremmo ispirarci il più possibile. Quando lo scorso luglio sono andato al corso nazionale futuro a Firenze, ero molto demoralizzato dal periodo che stavo vivendo, ma sentire le guide di Ikeda mi ha incoraggiato molto.
Ci sono tante frasi importanti, ad esempio: 

«Vi prego di progredire lungo il cammino della fede che si rivela nella vita quotidiana, vivendo nel modo che più vi si addice. Come il sole si leva ogni giorno, se avanzate basandovi sulla Legge mistica, potrete realizzare tutti i vostri desideri, conducendo una vita che al momento non potete neanche immaginare. Vi prego di essere convinti che state percorrendo una strada di sicuro valore» (Giorno per giorno, Esperia, 16 novembre).

Il legame con lui c’è sempre stato, è una figura da cui prendo ispirazione e ciò che raccolgo lo riporto nella vita.

Irene: Anche per me è stato un rapporto un po’ difficile che sento di star coltivando adesso, specialmente dopo il corso futuro. Quando penso a Sensei sento dentro un calore inspiegabile e ancora rimango stupita di fronte a questa sensazione.
Ricordo chiaramente che un giorno ero in macchina con mia mamma, avevamo passato tutta la giornata con mia sorella che abita a Roma, ed ero felice. Dentro la mia testa però ci sono sempre milioni di cose. E anche se sono felice un pochino, i problemi sono sempre lì, in agguato, specialmente per quanto riguarda i rapporti con le altre persone. 
Dato che la radio non funzionava ci siamo messe a recitare un po’ di Daimoku. E mi sono letteralmente commossa mettendomi a piangere… In quel momento ho sentito il potere di Nam-myoho-renge-kyo e anche la vicinanza a Sensei. Fino a quel momento lo vedevo come una figura esterna, lontana. Poi dopo il corso futuro si è aperta una porta, perché ho fatto una rivoluzione totale, ho sentito il desiderio di Sensei di trasmettere a tante persone la pratica buddista e creare una rete di protezione per i bambini e per i giovani. 
E infatti ho cominciato subito a recitare Daimoku affinché nel mio gruppo ci fossero più giovani, e adesso sono arrivati due giovanissimi!
Quindi per me Sensei è una grande ispirazione, mi dà calore e forti emozioni…

Irene: Sicuramente è stato molto importante il corso futuro. Il desiderio di partecipare al corso mi ha portato il mese prima a prendere la decisione di diventare membro. Decisione che rimandavo da un po’.
Sono arrivata al corso che stavo in un modo e sono uscita che mia mamma mi ha detto: «Io non ti riconosco!».
Ho fatto tantissime conoscenze. I rapporti d’amicizia sono sempre stati complicati per me e invece ho visto come le cose sono semplici, belle e genuine. Poi da quel momento in poi la mia pratica quotidiana è cambiata, ho rinnovato la promessa ed è stato veramente qualcosa di pazzesco.
Quest’anno sono riuscita a migliorare il rapporto con mia sorella maggiore; avendo dodici anni di differenza abbiamo vissuto in due mondi separati e sentivo mancare questo legame. 
Poi una compagna di fede mi ha detto: «La responsabilità la devi prendere tu al 100%»… 
Pensavo che essendo in due fosse importante prenderla a metà. Quella frase ha lasciato un solco e ho capito che mi ero un po’ adagiata. Da lì, il nostro rapporto si è trasformato. 
Nel 2024 ho l’obiettivo della maturità e voglio capire bene la mia strada nel mondo adulto… Ma prima la maturità!

Federica: Il corso futuro mi ha illuminato letteralmente… I giorni prima avevo paura perché sapevo che quando sarei arrivata avrei provato una felicità immensa. Alle volte mi spaventa essere felice e provare questa gioia nel cuore. E non stiamo parlando di una semplice felicità che deriva magari dall’avere un telefono nuovo. 
Ho sentito che possiamo vincere grazie alla fiducia in noi stessi, che è una cosa che ogni tanto viene a mancare, almeno per me. 
Il mio obiettivo è il disarmo interiore, grazie a questa parola diamo la possibilità a noi stessi di prendere e racchiudere nel nostro cuore tutto quello che la vita ci offre, anche le esperienze più difficili. È proprio dalla sofferenza che possiamo imparare il valore della vita, la gioia ecc. Spero che il futuro mi riservi qualcosa di bello, tra due mesi ho l’esame per entrare all’università!

Carmelo: Anche per me l’esperienza più grande quest’anno è stata il corso futuro! Come dicevo prima, il corso è arrivato in un momento in cui sentivo che andava tutto un po’ male: la scuola e lo sport… io gioco a pallavolo. Mi sentivo demoralizzato per un’esperienza che mi ha fatto capire che avevo molta pesantezza nel relazionarmi con le persone. 
Il corso è stato qualcosa da cui prendere spunto per cambiare, ho ascoltato delle parole che mi hanno aiutato a sbloccarmi. 
Poi è successa una cosa bellissima, perché quando torni da un corso buddista hai il desiderio di andare a ricreare quello che hai vissuto. Sono contento perché il rispetto nelle relazioni era il masso pesante che volevo andare a spostare e per ora è l’aspetto in cui sono riuscito meglio: a pallavolo si è creata una squadra ancora più unita di quella di prima. Mi sento più libero di parlare, ho trovato delle persone di cui mi posso fidare davvero!

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