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I pilastri d'oro di kosen-rufu - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:20

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    I pilastri d’oro di kosen-rufu

    Il maestro Ikeda a febbraio 2019 ha iniziato una serie di lezioni dedicate “Ai miei amici di ogni Gruppo, compagni della lotta condivisa per kosen-rufu”.
    Pubblichiamo un ampio estratto della lezione di marzo dedicata al Gruppo uomini

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    Il maestro Ikeda a febbraio 2019 ha iniziato una serie di lezioni dedicate “Ai miei amici di ogni Gruppo, compagni della lotta condivisa per kosen-rufu”.
    Pubblichiamo un ampio estratto della lezione di marzo dedicata al Gruppo uomini

    […] È finalmente giunto il tempo in cui gli uomini stanno emergendo danzando come Bo-dhisattva della Terra; perciò in questa puntata, attraverso lo studio di alcuni brani di Gosho, ap profondiremo insieme i concetti di “pilastro della convinzione” e di “pilastro della determinazione”, essenziali per i membri del Gruppo uomini, campioni di vittorie della Soka.
    Nel Gosho Incoraggiamento a una persona malata, Nichiren Daishonin scrive:
    «Questo episodio ha rafforzato la mia fede nel Sutra del Loto. Il quarto volume del sutra afferma: “E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?”. Il quinto volume afferma: “Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi”. In Giappone sono molti coloro che leggono e studiano il Sutra del Loto e ci sono anche molti che vengono percossi come punizione per aver tentato di sedurre le mogli di altri, per furto o per altre colpe. Eppure nessuno ha mai riportato ferite a causa del Sutra del Loto. Perciò i sostenitori del sutra in Giappone non sono ancora degni di questi passi del sutra. Soltanto io, Nichiren, ho letto il sutra con il mio intero essere. Questo è il significato del passo: “Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la via suprema”. Perciò Nichiren è il primo devoto del Sutra del Loto in Giappone. Se tu dovessi precedermi nella morte, dovrai presentarti al cospetto di Brahma, Shakra, dei quattro re celesti e del re Yama e dichiarare di essere discepolo del prete Nichiren, il primo devoto del Sutra del Loto del Giappone» (RSND, 1, 72).

    Grazie alla fede non verremo mai sconfitti
    Con le parole: «Soltanto io, Nichiren, ho letto il sutra con il mio intero essere», il Daishonin dichiara con forza di essere l’unica persona ad aver affrontato grandi persecuzioni, come predetto nel Sutra del Loto.
    Questo Gosho è indirizzato a Nanjo Hyoe Shichiro, un discepolo che si trovava in una situazione per cui avrebbe potuto vacillare nella fede, e il Daishonin lo incoraggia con tutte le forze mostrandogli il suo stesso esempio. Nanjo Hyoe Shichiro era il padre di Nanjo Tokimitsu, che potremmo considerare un rappresentante del Gruppo giovani.
    Quest’uomo, che si era impegnato molto nella fede, soffriva di una grave malattia e sembra che per questo motivo molti dei suoi familiari volessero imporgli di tornare a credere nel Nembutsu. Il Daishonin lo incoraggia a non lasciarsi sviare dai “cattivi amici”, a far emergere proprio in quel momento una grande convinzione e a mantenere fino alla fine una fede corretta.
    La fede nella Legge mistica, infatti, è in grado di trasformare qualsiasi tipo di veleno in medicina, quale che sia la malattia o la situazione avversa che ci si trovi ad affrontare. Perciò, finché continuiamo ad avere fede, non verremo mai sconfitti nella vita.

    Una fede appassionata
    In questo Gosho, attraverso le cinque guide per la propagazione il Daishonin spiega che il Sutra del Loto è la grande Legge in grado di salvare le persone dell’Ultimo giorno.
    Generalmente, quando vengono assaliti dalle tempeste della vita gli uomini si affidano soprattutto alla ragione. Molto probabilmente anche Hyoe Shichiro riuscì ad approfondire nuovamente la sua fede. Tuttavia per gli uomini, il solo fatto di convincersi razionalmente non è sufficiente a far scattare qualcosa in loro.
    Il Daishonin quindi cita la prova concreta della persecuzione di Komatsubara, che egli stesso era riuscito a superare, e afferma: «Questo episodio ha rafforzato la mia fede nel Sutra del Loto».
    In questo modo mostra quanto possa incoraggiare la prova concreta della vittoria realizzata grazie a una fede appassionata.

    La convinzione è tutto
    Una volta, da giovane, domandai al mio maestro Toda: «Cos’è che rende grande una persona?». Egli rispose: «La convinzione. Nella vita, la convinzione è tutto». È stato un grande maestro. Alla luce della sua esperienza, essendo riuscito a vincere su tutto – la situazione critica delle sue aziende, la perdita di alcuni familiari, una malattia grave e il carcere – rispose con una sola parola: “convinzione”.
    La convinzione è l’ichinen, che a sua volta è coraggio, tenacia, speranza e grande compassione. Più di ogni altra cosa, è la fede assoluta nel Gohonzon. “Continuerò ad avere fede per tutta la vita!”; “Contribuirò alla crescita del mio posto di lavoro!”; “Farò assolutamente in modo che la mia famiglia diventi felice!”; “Farò in modo che la mia comunità vinca e possa prosperare!”: coloro che continuano a lottare con questo tipo di convinzione sono grandi individui.
    Tutto ciò rispecchia perfettamente i tre motti del Gruppo uomini: “Uomini che mantengono lo spirito di ricerca per tutta la vita”, “Uomini che vincono nel lavoro”, “Uomini che contribuiscono alla propria comunità”.
    Ho un vivido ricordo delle parole calme e risolute del mio maestro Toda nel periodo più critico per le sue aziende: «Se anche dovessi cadere nell’inferno, non mi importerebbe. Farei shakubuku a tutti coloro che si trovano lì, e trasformerei l’inferno nella Terra della Luce tranquilla. La fede consiste nell’avere questo tipo di convinzione». Questa era la convinzione del mio maestro, il grande e maestoso re leone.

    Non indietreggiare di un solo passo
    Solo chi vive direttamente le difficoltà e la durezza delle condizioni sociali può riuscire a comprenderle. Un uomo può avere un lavoro che lo porta a essere estremamente impegnato, o una posizione di responsabilità che comporta grandi pressioni. Difficoltà e problemi indescrivibili possono susseguirsi senza sosta.
    Per quanto mi riguarda, ci furono anche periodi in cui, per riuscire a sostenere gli affari del mio maestro Toda, non riuscivo a partecipare alle attività della Gakkai ed ero oggetto di calunnie e maldicenze. Tuttavia, decisi di non indietreggiare di un solo passo.
    Il fatto di impegnarsi con tutte le forze per riuscire a “creare il tempo” per agire e incontrare i propri amici, equivale di per sé alla pratica buddista. Un tale ichinen è direttamente collegato alla realizzazione della nostra rivoluzione umana, ed è in grado di trasformare la nostra condizione vitale. Inoltre, proprio perché siamo riusciti a “creare il tempo” con questo tipo di sforzo e determinazione, riusciremo a comprendere meglio le difficoltà e le sofferenze delle persone che abbiamo di fronte e, in questo modo, le nostre parole di incoraggiamento e le nostre visite a casa riusciranno a toccare profondamente i loro cuori.
    La fede è il “diritto” di diventare felici. Non è né un dovere, né tantomeno una costrizione. Con un ichinen concentrato in una sola direzione e dedicando alle attività della Gakkai il tempo che abbiamo a disposizione, seppur breve, riusciremo a ricaricare al massimo la nostra forza vitale. Riusciremo senza dubbio ad accumulare i «benefici ottenuti in un solo giorno di pratica in questo mondo impuro» (RSND, 1, 658), che superano di gran lunga i «benefici di cento anni di pratica nella Terra della Perfetta Beatitudine» (Ibidem).

    Basarsi su un ichinen “combattivo”
    Può accadere che, a causa dell’indebolimento fisico o di malattie che si manifestano con l’avanzare dell’età, si finisca per lasciarsi andare pensando di aver dato fino a quel momento il meglio di sé. Senza dubbio è indispensabile riposarsi in modo saggio e giudizioso. Non si devono fare sforzi irragionevoli.
    Tuttavia, non bisogna mai permettere che si spenga la fiamma che arde nel proprio cuore. Se si dovesse arrivare ad assumere un atteggiamento passivo anche nello spirito, nascerebbero dubbi e incertezze, e si finirebbe per percepire l’attività buddista come un peso. Proprio per questo è essenziale trasformare il proprio ichinen rendendolo “combattivo”, e guardare sempre avanti; è fondamentale continuare ad avanzare insieme alla Soka Gakkai e ai compagni di fede, per realizzare kosen-rufu e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”.
    Non indietreggiare mai, per tutto l’arco della propria vita: questa è la vera fede.
    Nella fede non c’è posto per la negligenza o l’arroganza. Bisogna sconfiggere con risolutezza la funzione demoniaca che alberga nel proprio cuore, così come afferma il Daishonin: «Non dovete farvi influenzare né spaventare» (RSND, 1, 446), e continuare a vivere fino in fondo senza alcun timore.

    Vivere basandosi sulla convinzione
    Vivere una vita senza rimpianti non è qualcosa che dipende dagli altri, né dalla fama di cui si gode all’interno della società. Dipende tutto da noi. La vittoria o la sconfitta non può essere stabilita a metà strada. La fede basata sul principio del “conseguimento della Buddità in questa esistenza” ci permette di credere che, qualsiasi cosa accada, alla fine vinceremo.
    Grazie a questa fede, tutto il dolore e la sofferenza che abbiamo sperimentato fino a quel momento si potranno trasformare in ricordi dorati che adorneranno la vita di gioia e gratitudine. Questo è il grande potere benefico della Legge mistica. Partendo dalla visione della vita che attraversa le tre esistenze di passato, presente e futuro, il Daishonin esorta Hyoe Shichiro a dichiarare di essere «discepolo del prete Nichiren», nel caso in cui lo avesse preceduto nella morte e si fosse trovato al cospetto del re Yama e degli altri esseri celesti. Con ciò egli dichiara che se si continua ad avere fede fino alla fine, non c’è nulla da temere.
    Grazie a questo incoraggiamento, in cui il Daishonin infuse tutto se stesso, Hyoe Shichiro riuscì a mantenere la fede fino all’ultimo istante. Dopo la sua morte, il Daishonin espresse al figlio – Nanjo Tokimitsu – parole di lode nei confronti del padre che aveva sviluppato una fede ammirevole, riferendogli che «negli ultimi momenti della sua vita […] il suo atteggiamento interiore era quello di un vero credente» (RSND, 2, 471). Avvolta da una tale felicità e buona fortuna, l’intera famiglia Nanjo riuscì a portare a compimento la propria missione.
    Hyoe Shichiro rappresenta un magnifico esempio di vittoria per gli uomini Soka, che vivono basandosi sulla convinzione.

    La vittoria dei discepoli
    Nel Gosho Le azioni del devoto del Sutra del Loto il Dasihonin scrive:
    «Nessuno di voi che vi dichiarate miei discepoli deve essere codardo. […] Forse qualche volta avete cominciato a praticare il Sutra del Loto ma, quando siete stati perseguitati, siete caduti e avete smesso di vivere secondo il sutra. È come bollire acqua solo per versarla nell’acqua fredda o come cercare di accendere un fuoco e rinunciare a metà strada. Ognuno di voi deve esser certo nel profondo del cuore che sacrificare la vita per il Sutra del Loto è come scambiare sassi con oro o immondizia con riso» (RSND, 1, 678)
    Ogni volta che leggo questo Gosho, il mio cuore si riempie della vigorosa energia e del nobile spirito del Budda dell’Ultimo giorno della Legge, che esorta i suoi discepoli affermando: «Prendete esempio dalla mia vita, basata sulla determinazione di un devoto del Sutra del Loto!», «Miei discepoli, non siate codardi!».
    Il legame di non dualità di maestro e discepolo, che costituisce un pilastro del Buddismo, si basa sul principio per cui “le persecuzioni con spade e bastoni sono gloria” (cfr. RSND, 1, 854), e va percorso con una determinazione incrollabile.
    Nel Gosho è scritto: «Voi che vi dichiarate miei discepoli». Sono i discepoli a dichiararsi tali.
    È la vittoria dei discepoli a determinare la vittoria del maestro; è la loro determinazione, la loro decisione. Per quanto mi riguarda, ho realizzato completamente la visione del mio maestro. Ho dedicato la mia vita a questo obiettivo, avanzando e continuando a lottare fino in fondo. Oggi posso affermare senza il minimo rimpianto che il maestro e i discepoli Soka hanno vinto! Non esiste per me onore più grande.[…] Nel pieno della lotta contro il demone della malattia, il mio maestro fece ardere ancor di più la passione e lo spirito di portare assolutamente a compimento la missione di kosen-rufu. Proprio perché la nostra vita è preziosa, dobbiamo dedicarla a kosen-rufu e continuare a lottare fino in fondo; in questo modo, saremo in grado di vivere per l’eternità e di diventare un tutt’uno con la Legge mistica. Sarò per sempre grato al mio maestro per aver stabilito nella mia vita questo “pilastro della determinazione”.

    Alzarsi con la determinazione di lottare
    Nel Gosho che stiamo studiando è scritto: «Sacrificare la vita per il Sutra del Loto è come scambiare sassi con oro o immondizia con riso». Nel momento in cui si viene a conoscenza della Legge mistica e si dedica la propria esistenza a kosen-rufu, la vita assume un significato completamente diverso.
    Tsunesaburo Makiguchi, primo presidente della Soka Gakkai, che iniziò a praticare a cinquantasette anni, scrisse: «Con una gioia inesprimibile a parole, sono arrivato a trasformare radicalmente il modo di vivere che avevo portato avanti per quasi sessant’anni».
    Nella vita ci troviamo costantemente a dover prendere delle decisioni. Di fronte a un bivio, la cosa fondamentale è avere il coraggio di scegliere di vivere “cercando il profondo” (cfr. RSND, 1, 357), alzandoci in base al voto di realizzare kosen-rufu e impegnandoci per diventare felici insieme agli altri. È importante utilizzare tutto il tempo prezioso che abbiamo da vivere. In questo modo, la nostra sarà sicuramente una vita splendida, basata sulla sublime creazione di valore.
    Attraverso espressioni come «Miei discepoli, serrate le fila e seguitemi» (RSND, 1, 679) o «Se vi proclamate messaggeri del Budda, ma lasciate spazio alla paura, nessuno sarà più disprezzabile di voi» (ibidem), il Daishonin sta esortando i suoi discepoli a seguirlo.
    Una volta il maestro Toda esclamò: «A chiunque capita di vivere dei momenti di disperazione assoluta. Tuttavia, quando li affrontiamo con tenacia e riusciamo a superarli, una volta che ci guarderemo indietro sembreranno cose da nulla. Niente è in grado di ostacolare il potere della Legge mistica. Nell’istante in cui ci alziamo e affrontiamo i demoni con una convinzione così grande da affermare: “Coraggio, fatevi avanti! Non vi permetterò di sconfiggermi!”, questi si daranno alla fuga. Qualsiasi cosa negativa accada, spazzatela via!».

    Un legame che attraversa le tre esistenze
    Quando viviamo basandoci sullo stesso grande voto del maestro, nella nostra vita emerge il “cuore del re leone”. Se ci fermiamo al “voto del piccolo io”, non emergerà alcuna forza. Finiremo per rimanere intrappolati nel nostro piccolo io. Dobbiamo rivolgerci al grande io, prendere una ferma decisione e stabilire al centro della nostra vita un “grande voto”.
    Toda spiegò in modo molto semplice e conciso la gioia della fede: «Tutte le esperienze di una vita intera arrivano ad avere un senso. Comprendiamo che nulla, nemmeno la cosa più piccola e insignificante, è accaduta invano. Questo è il grande beneficio della Legge mistica».
    La Legge mistica ci permette di utilizzare al meglio qualsiasi tipo di esperienza, anche quelle che abbiamo fatto prima di iniziare a praticare.
    Nella prospettiva del Buddismo, non è assolutamente un caso se abbiamo incontrato la pratica ora, in questo periodo storico, e siamo riusciti a creare una rete di persone unite dal desiderio di realizzare kosen-rufu. Il legame mistico tra maestro e discepolo attraversa le tre esistenze. Se assumiamo la visione per cui la vita attraversa le tre esistenze, siamo tutti compagni di fede uniti da un profondo legame mistico, nati in questo luogo e in questo momento perché abbiamo formulato un voto nell’infinito passato. […]

    Siamo noi a determinare la vittoria
    Campioni del Gruppo uomini, miei amici di lotta condivisa, compagni di fede di cui vado fiero e in cui crederò sempre!
    Dedichiamo ancor di più la nostra vita a realizzare la nostra missione basandoci sempre sul legame di non dualità di maestro e discepolo che attraversa le tre esistenze! Prendiamo l’iniziativa e, con assoluta risolutezza, determiniamo noi la vittoria della Soka Gakkai! Siate tutti degli incrollabili pilastri d’oro di kosen-rufu!

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