Una persona felice: come potremmo definire una persona felice?
In definitiva è una persona forte, perché una persona forte trae gioia da qualsiasi esperienza.
Non solo, quante più cose le accadono, tanto più diventa forte.
Nel Gosho Lettera ai fratelli si legge che una roccia messa sul fuoco si riduce in cenere, mentre l’oro al contatto con il calore perde le impurità e diviene oro puro, in tutto il suo splendore. Si tratta di logica. Lo stesso vale per gli esseri umani.
Le persone forti sono come l’oro puro.
Le persone come l’oro vincono, vincono sulla sofferenza, vincono nelle loro lotte, vincono su qualsiasi oppressione diventando oro puro. Questo è ciò che afferma il Daishonin.
Le persone forti trasformano ogni tipo di sofferenza e difficoltà in nutrimento per crescere e diventare sempre più forti. Questa è una formula immutabile.
Il Daishonin afferma che «le illusioni e i desideri sono illuminazione»: per poter diventare felici, ci esorta ad affrontare con gioia le avversità e a sfidare le persecuzioni.
Questo è il significato della frase “le illusioni e i desideri sono illuminazione”: è così che ha origine e si realizza una felicità autentica e forte. Questa è la vita. Questa è l’essenza del Buddismo.
Dante, il celebre autore de La divina commedia, considerava Virgilio come suo maestro. E Virgilio affermava:
«Non cedere alle avversità, ma affrontale con più audacia di quanto la tua sorte non lo permetta» (Eneide, libro VI, 119)
I grandi individui non si comportano come gli altri. Agendo in questo modo, saranno le avversità a “scappare”. Prendiamo ad esempio i “demoni”: più ne siamo spaventati, più questi ci inseguono e ci tormentano.
Jean Christophe, protagonista dell’omonimo romanzo di Romain Rolland, dichiarò con forza:
«Sii forte! Quando sei forte puoi trasformare la tristezza in gioia»
E ancora:
«Affrontare problemi e sofferenze significa essere vivi»
Vivere, amare la vita: le persone forti, che traboccano di energia vitale, riescono a trasformare tutta la sofferenza e la tristezza in fattori determinanti per la felicità eterna, sulla base di un’eterna filosofia di vita.
Pertanto, sia nelle attività della Soka Gakkai sia nel lavoro, così come in ogni altra attività della vita, ciò che ci permette di trasformare qualsiasi cosa in causa di felicità è la fede nella Legge mistica, è la pratica buddista.
La Legge mistica è la chiave della felicità eterna. E per realizzarla bisogna sforzarsi senza mai indietreggiare, affrontare tristezza e sofferenza, e continuare a lottare. Non c’è altra via.
Tutti voi sicuramente state compiendo incredibili sforzi in vari aspetti della vostra vita. Continuate a sforzarvi duramente! Questo vi aiuterà a crescere, a diventare forti. Ogni sfida o difficoltà è un’occasione che vi aiuta a crescere. Desidero che diventiate dei giovani che vivono con energia e con una mentalità tanto aperta da pensare: “Problemi, venite avanti! Sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa!”.
Il professore statunitense William Smith Clark affermò:
«Ragazzi, siate ambiziosi!»
Questo professore di chimica, biologia e zoologia si recò in Giappone e insegnò all’Istituto agrario di Sapporo, in Hokkaido, per soli dieci mesi. Io stesso non ritengo necessario incontrare i giovani per ogni piccola cosa, anche perché vi ho già trasmesso tutti i punti fondamentali.
In che modo Clark formò i giovani? C’è un episodio molto famoso che illustra bene il suo approccio. Prima dell’inaugurazione dell’Istituto agrario fu deciso di redigere il regolamento scolastico, così tutti portarono delle proposte per la regola numero 1, numero 2 e così via, che vennero lette alla riunione del corpo docenti.
Dopo aver ascoltato, Clark affermò: «Non è così che si formano gli individui», e si oppose categoricamente a quelle regole. Aggiunse inoltre che l’unica regola necessaria in quella scuola sarebbe stata: “Ragazzi, siate gentiluomini!”.
Sarebbe bastata quell’unica indicazione, perché era tutto racchiuso in quelle poche parole. Egli riteneva che le persone crescono quando agiscono secondo la propria coscienza. Per quanto ci riguarda, noi agiamo basandoci sulla fede. Fu così che gli studenti di Clark impararono l’autodisciplina.
“Siate gentiluomini!”: in quest’unico insegnamento erano contenuti innumerevoli semi per la crescita e lo sviluppo di persone di valore.
Anch’io vorrei esortarvi con poche parole: «Siate dei campioni di kosen-rufu!». Questo è l’insegnamento che vorrei lasciarvi.
«La Soka Gakkai è la regina del mondo religioso»: è una dichiarazione ben nota. La pronunciò Toda Sensei con il suo ruggito di leone il 16 marzo 1958, e rimase incisa per sempre nel cuore di tutti. Non perdete mai l’orgoglio di essere membri della Soka Gakkai, la regina del mondo religioso!
Ma cosa vuol dire essere un re o una regina? Nella celebre opera cinese Memorie di uno storico si legge:
«Un re è colui che tratta il suo popolo come la cosa più importante, venerandolo al pari di una divinità celeste»
Un re è colui che è in grado di trattare il suo popolo, le persone comuni, con il massimo rispetto, come se si rivolgesse a delle divinità celesti. Anche nel Gosho il Daishonin afferma:
«Un sovrano considera il suo popolo come i propri genitori» (RSND, 2, 760)
Un re tratta le persone del suo regno come i propri genitori. Non è il popolo a dover riverire il re. È il re che rispetta e si prende la massima cura del popolo. Questo è un principio logico ed è il modo in cui il Buddismo considera un sovrano.
Noi ci prendiamo la massima cura delle persone e avanziamo insieme a loro: questo è il modo di vivere di un re, di un autentico sovrano che rimane sempre insieme alle persone comuni, che sta dalla parte di chi soffre, di chi è in difficoltà o è infelice. È così che si comportano i membri della Soka Gakkai. Ed è per questo che «la Soka Gakkai è la regina del mondo religioso».
Pertanto, tutti voi siete giovani re e regine, principi e principesse. Lo voglio dichiarare con forza! Di conseguenza, qualsiasi cosa possano dire gli altri, noi continuiamo a percorrere il cammino che abbiamo scelto.
Il mondo e la società sono in continuo cambiamento, ma noi membri della Soka Gakkai ci prenderemo per sempre cura gli uni degli altri e di tutte le persone. Quando portiamo avanti questo spirito fino in fondo e avanziamo sul nostro cammino, stiamo percorrendo il sentiero dei re, il sentiero della felicità e della vittoria.
