Per le attività di settembre del Gruppo futuro
Come Gruppo futuro ogni mese approfondiremo un tema specifico ispirandoci ad alcuni incoraggiamenti del nostro maestro Daisaku Ikeda dedicati ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie e superiori.
Il tema di ogni mese sarà lo stesso che il Gruppo giovani ha individuato per le riunioni giovani.
A settembre il tema che approfondiremo sarà proprio “l’amicizia”. Presentiamo di seguito un incoraggiamento del maestro Ikeda e, in conclusione, un editoriale a cura di un responsabile nazionale del Gruppo futuro italiano.
Parlando dell’amicizia, qualche anno fa il nostro maestro Daisaku Ikeda ha risposto a diverse domande in un’intervista del Miraj Journal, il giornale dei ragazzi delle scuole medie e superiori in Giappone. Alcuni lettori si erano ritrovati a evitare le persone verso cui provavano antipatia, altri si arrabbiavano con i loro amici oppure li trattavano con freddezza per qualche banale motivo. Altri domandavano come comportarsi con coloro con i quali trovavano difficoltà a interagire.
Con il desiderio di offrire uno spunto di partenza per le riunioni Futuro che si svolgono mensilmente in tutta Italia, di seguito la risposta che il presidente Ikeda ha dato a questo tipo di domande:
«Siamo tutti esseri umani, quindi è naturale che alcune persone ci piacciano e altre no.
A volte, proprio perché siete molto amici di qualcuno, vi capiterà di litigare o discutere. Allo stesso modo, potrete scoprire che qualcuno che prima non vi piaceva e tenevate a distanza, in realtà è una persona con la quale potete andare molto d’accordo.
Siate semplicemente voi stessi e comportatevi con gli altri in maniera semplice e amichevole. Lavorate con calma alla costruzione della vostra personalità restando fedeli a voi stessi e, attraverso un percorso fatto di prove ed errori, acquisirete l’abilità e la saggezza necessarie per interagire e collaborare in maniera amichevole.
Ricordo una sera in cui ebbi una lunga e piacevole conversazione con due cari amici, uno proveniente dall’Inghilterra e uno dalla Cina. A un certo punto rievocammo il famoso passaggio degli Annali di Confucio: “Stringere amicizia grazie alla cultura e con gli amici sviluppa la sua umanità” (I detti di Confucio, Milano, Adelphi, 2006, pag. 97). Ciò significa che noi stringiamo amicizie grazie a ciò che abbiamo imparato e grazie alla nostra educazione, e in cambio gli amici contribuiscono alla nostra crescita come esseri umani.
L’amicizia ha due “ali” che ci permettono di volare in alto, senza essere influenzati da sentimenti di simpatia o antipatia. Una è il desiderio di imparare, l’altra è la crescita personale. I buoni amici si radunano attorno a coloro che si sforzano di apprendere e migliorarsi, ed è grazie ai buoni amici che possiamo lucidare e migliorare il nostro carattere. La vera amicizia tra persone che aspirano a grandi obiettivi può moltiplicare i frutti delle loro fatiche.
In particolare, le amicizie dei giorni di scuola, quando si studia e cresce insieme in uno spirito di amichevole competizione, possono essere una meravigliosa fonte d’ispirazione. Nel momento in cui andate oltre la semplice simpatia o antipatia, e vi impegnate nel migliorarvi, non solo sarete capaci di attingere al vostro vero potenziale, ma potrete tirare fuori il meglio anche dagli altri. E sarete in grado di rispettarvi e congratularvi delle vostre rispettive capacità. Vorrei che tutti sperimentaste la ricchezza dell’amicizia» (Protagonisti della nuova era, pagg. 41-42)
Editoriale a cura dei responsabili nazionali del Gruppo futuro
Il grande valore della gioventù
di Andrea Plati, vice responsabile nazionale del Gruppo futuro
In molti incoraggiamenti dedicati ai giovani, il presidente Ikeda cerca spesso di trasmettere la visione della gioventù come il periodo della vita in cui possiamo costruire una forte identità e porre solide basi per diventare persone di valore.
Che tipo di atteggiamento possiamo tirare fuori grazie a questi incoraggiamenti? Ad esempio ci si potrebbe porre il seguente dilemma: se il valore della gioventù si definisce unicamente in base alla prospettiva di diventare degli adulti capaci allora è come dire che la condizione di giovane è di per sé subalterna a quella di adulto.
Questa visione risulta tuttavia fuorviante e superficiale: è come considerare un viaggio subalterno rispetto alla sua destinazione.
Quando si viaggia da Tokyo a Kyoto con il treno veloce, si può ammirare una meravigliosa vista del monte Fuji. Tuttavia, se pensiamo che l’unico senso del viaggio sia quello di arrivare ad Osaka nel minor tempo possibile, probabilmente ci distrarremo col cellulare e perderemo quello splendido panorama (esperienza realmente accaduta!).
I momenti di passaggio e trasformazione hanno un grande valore a prescindere dal punto di partenza e da quello di arrivo. E il fatto che nella vita si possa percorrere una sola volta il viaggio della gioventù dà alla gioventù stessa un valore ancora più grande.
Le esperienze, le gioie, i dolori che sperimentiamo mentre cresciamo sono uniche. Viverle con questa consapevolezza non cambia le emozioni che proviamo ma può farci percepire quella sottile sensazione che, anche nel caos più totale, le cose in fondo hanno un senso.
In questi momenti confusi e spesso difficili c’è una lettura che può regalarci una grande speranza, che può accendere una luce: si tratta del Diario giovanile di Daisaku Ikeda, grazie a cui possiamo entrare in un turbine di emozioni, ricordi, decisioni, rimpianti e poesie. E pagina dopo pagina possiamo percepire come il senso di missione basato sul legame che lui stesso aveva con il suo maestro Josei Toda ha illuminato sempre ogni istante.
Nel mese di settembre i ragazzi e le ragazze del Gruppo futuro si preparano a un nuovo anno scolastico. Ci sarà chi sarà felice di rivedere i propri compagni di classe dopo l’estate e chi, iniziando le medie o il liceo, sarà curioso di incontrarne di nuovi. Ma sicuramente ci sarà anche chi si sta vivendo questo momento con nostalgia della pausa estiva o con ansia dovuta, ad esempio, all’avvento di nuove scadenze scolastiche.
Qualunque sia la situazione di partenza si può prendere la decisione di creare valore da qui alla fine dell’anno scolastico. Determinare qualcosa di importante il primo giorno di scuola è una grande occasione che possiamo permetterci solo durante un periodo limitato della nostra vita. Se ci pensiamo, infatti, ogni “primo” giorno di scuola è in realtà l’ultimo, il penultimo, il terzultimo (e così via) “primo giorno di scuola” che possiamo vivere! Quante esperienze profonde possiamo fare in un anno scolastico? Tutto dipende dall’intensità con cui viviamo ogni singolo istante.
