Da piccolo ero una persona timidissima e insicura e avevo anche problemi a scuola: pensavo che lo studio non servisse a nulla e che fosse soltanto un dovere. Questo atteggiamento ha creato in me delle lacune legate a problemi di concentrazione e ha comportato molti debiti scolastici da recuperare.
Sotto la spinta dei miei genitori, entrambi buddisti, nel 2012 all’età di 18 anni iniziai a praticare e pochi mesi dopo la maturità diventai membro della Soka Gakkai. Tuttavia ero incostante soprattutto nello studio e i risultati non si concretizzavano: così un anno dopo circa abbandonai la pratica, in un momento in cui mi sentivo spaesato dopo la fine delle scuole superiori e non sapevo che strada intraprendere.
Nel 2015, mentre frequentavo la Nemo Academy (l’Accademia di Animazione a Firenze), mi sentivo profondamente insoddisfatto e così decisi di ritornare a una riunione buddista. In quel periodo soffrivo molto a causa dei compagni di classe che mi escludevano per le mie difficoltà relazionali e per di più non ero ancora convinto del percorso di studi che avevo scelto.
Da quella riunione uscii talmente incoraggiato e rivitalizzato che decisi di applicarmi seriamente nella pratica buddista. Volevo rivoluzionare me stesso, tenendo ben in mente la frase del Daishonin:
«Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992)
Questa nuova determinazione combaciò con l’inizio di un altro percorso di studio all’Università di Pisa, presso l’indirizzo di Discipline dello spettacolo e della comunicazione.
Ho iniziato così a impegnarmi più a fondo nello studio e nella pratica buddista, in particolare offrendo casa per le riunioni, nella recitazione del Daimoku e nelle attività di protezione al Centro culturale di Livorno: questo mi ha dato l’opportunità di entrare in relazione con molte persone che non conoscevo e di acquisire più fiducia in me stesso, sfidandomi nel dialogo.
Gli sforzi nella pratica buddista hanno avuto presto una risposta positiva: mi sono appassionato allo studio conseguendo voti alti all’università, almeno sette 30 e lode, inoltre ho superato il blocco verso la lingua inglese, ostacolo per me insormontabile.
Il nostro maestro Daisaku Ikeda scrive:
«Credo che il fine dello studio sia riuscire a renderci persone attrattive e luminose» (Scuola e lavoro, Esperia, pag. 3)
In questi ultimi anni ho tirato fuori il coraggio di parlare agli altri di Buddismo il più possibile, e nel 2019 la mia migliore amica ha ricevuto il Gohonzon! Eppure nonostante queste vittorie e passi in avanti per migliorare me stesso, continuavo a non apprezzarmi.
La laurea è stata l’occasione per riuscire a sentire davvero il mio valore: ho trovato un professore disponibile, un oggetto di discussione che amo e che è la mia più grande passione: l’arte del fumetto e i supereroi, in questo caso Batman.
La stesura della tesi è durata diversi mesi, e spesso l’ansia mi ha sopraffatto; avevo paura di non farcela e di non consegnare entro la scadenza, in più avvertivo la pressione dei miei genitori, ma ero determinato a vincere a ogni costo e così ho aumentato il Daimoku.
Come afferma Daisaku Ikeda nella guida Giorno per giorno del 20 settembre:
«Quando la determinazione cambia, tutto inizia a muoversi nella direzione che desiderate. Nell’istante in cui decidete di vincere, ogni nervo e fibra del vostro essere si orienteranno verso quella realizzazione. D’altra parte se pensate “Non funzionerà mai”, proprio in quel momento ogni cellula del vostro essere si indebolirà, smettendo di lottare, e tutto volgerà verso il fallimento» (edizioni Esperia)
Verso fine dicembre, dopo tanti sforzi, tutto sembrava andare bene, ma a gennaio mi sono accorto che le iscrizioni alla sessione di febbraio erano già scadute. Nonostante la disperazione e la rabbia non volevo demordere; dovevo laurearmi a tutti i costi entro febbraio.
Così ho continuato a mettere al primo posto la pratica e senza perdermi d’animo sono riuscito a completare tutta la burocrazia e a iscrivermi, seppure con una sovrattassa.
Mi sentivo orgoglioso di me, del percorso compiuto fino a quel momento e del risultato che stavo per raggiungere, a prescindere dal voto. Provavo un’immensa gratitudine per avere incontrato il Buddismo, un maestro sempre al mio fianco e dei compagni di fede preziosi.
Il 2 febbraio finalmente ho discusso la tesi e, oltre ogni aspettativa, ho ottenuto 110 e lode!
Adesso mi rendo conto di quanto quel giorno in cui ho iniziato a praticare sia stato importante per la mia vita, perché il Buddismo mi sta consentendo di avanzare passo dopo passo nella rivoluzione umana e manifestare appieno il mio potenziale.
I miei obiettivi futuri sono portare un giovane a conoscere il Buddismo e a ricevere il Gohonzon e trovare un lavoro attinente ai miei studi, che mi consenta di approfondire e continuare le mie passioni.
Ciò che è impossibile diventa possibile, grazie a una forte fede e all’azione.
