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Lettera da Sado - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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Lettera da Sado

Parte 3

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Il sedicesimo e il diciassettesimo giorno del primo mese di quest’anno centinaia di preti e credenti laici Nembutsu e di altre scuole, qui nella provincia di Sado, sono venuti a dibattere con Nichiren. Un capo della scuola Nembutsu, Insho-bo, disse: «L’Onorevole Honen non ha scritto di abbandonare il Sutra del Loto, ha scritto soltanto che tutti dovrebbero recitare il Nembutsu, i cui grandi benefici garantiscono la rinascita nella Pura terra. Persino i preti del Monte Hiei e del tempio Onjo, esiliati in quest’isola, lodano Honen dicendo quanto eccellente sia il suo insegnamento. Come osi confutarlo?». I preti locali sono ancora più ignoranti dei preti Nembutsu di Kamakura. Fanno veramente pietà!
Come sono terribili le offese alla Legge commesse da Nichiren nelle esistenze passate e in quella presente! Dal momento che voi siete nati in questo paese malvagio e siete diventati discepoli di un simile uomo, non so cosa vi potrà succedere. Il Sutra del Parinirvana dice: «Uomini devoti, poiché le persone hanno commesso innumerevoli offese e accumulato molto cattivo karma nel passato, devono aspettarsi di ricevere la retribuzione per tutto ciò che hanno fatto. Potranno venire disprezzate, essere afflitte da un brutto aspetto, mancare di vesti e di cibo, cercare invano la ricchezza, nascere in una famiglia povera e di umile condizione sociale o che nutre opinioni errate, essere perseguitate dal sovrano». Inoltre afferma: «Esse possono andare soggette a varie altre sofferenze o retribuzioni. È grazie ai meriti acquisiti proteggendo la Legge che si può diminuire in questa vita la propria sofferenza e retribuzione». Se non fosse per Nichiren, queste parole del sutra farebbero del Budda un bugiardo. Il sutra afferma: primo, «potranno venire disprezzate»; secondo, potranno «essere afflitte da un brutto aspetto»; terzo, potranno «mancare di vesti», quarto, potranno «mancare di cibo»; quinto, potranno «cercare invano la ricchezza»; sesto, potranno «nascere in una famiglia povera e di umile condizione sociale»; settimo, potranno «nascere in una famiglia che nutre opinioni errate»; ottavo, potranno «essere perseguitati dal sovrano». Solo Nichiren ha sperimentato su di sé tutte e otto queste frasi.
Chi scala un’alta montagna, alla fine deve discenderne. Chi non rispetta gli altri sarà a sua volta disprezzato. Chi critica quelli che hanno un bell’aspetto nascerà brutto. Chi ruba il cibo e le vesti altrui cadrà sicuramente nel mondo degli spiriti affamati. Chi deride una persona che osserva i precetti ed è degna di rispetto nascerà in una famiglia povera e di umile condizione sociale. Chi calunnia una famiglia che abbraccia l’insegnamento corretto nascerà in una famiglia che nutre opinioni errate. Chi ride di coloro che osservano fedelmente i precetti nascerà plebeo e sarà perseguitato dal sovrano. Questa è la legge generale di causa ed effetto.
Tuttavia le mie sofferenze non sono ascrivibili a questa legge causale. Nel passato ho disprezzato i devoti del Sutra del Loto, ho anche messo in ridicolo, ora ­esaltandolo ora denigrandolo, il Sutra del Loto, un sutra splendido come due lune una accanto all’altra, come due stelle congiunte, come due monti Hua[1] uno sull’altro, come due gemme unite. È per questo che ho sperimentato le otto sofferenze citate. Di solito esse appaiono una per volta in varie vite, da ora all’infinito futuro, ma poiché Nichiren ha denunciato così severamente i nemici del Sutra del Loto, sono apparse subito tutte insieme. È come il caso di un contadino pesantemente indebitato con l’amministratore del suo villaggio e con altre autorità; finché rimane nel suo villaggio o nella sua zona, invece di accanirsi contro di lui è probabile che gli concedano proroghe di anno in anno. Ma se cerca di andarsene, si precipiteranno da lui a chiedergli che restituisca tutto subito. Perciò il sutra dice: «È grazie ai meriti acquisiti proteggendo la Legge».
Il Sutra del Loto dice: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, con tegole o pietre, […] si rivolgeranno ai sovrani, agli alti dignitari, ai brahmani e ai capifamiglia, [come pure agli altri monaci, calunniandoci e parlando male di noi] […] saremo esiliati più e più volte»[2]. Se i guardiani dell’inferno non li tormentassero, i condannati non potrebbero [pagare per le proprie colpe e] uscire dall’inferno. Se oggi non ci fossero i governanti e i ministri che mi perseguitano, non potrei espiare le passate offese all’insegnamento corretto.
Nichiren è come il Bodhisattva Mai Sprezzante che visse in tempi remoti e la gente di questa epoca è simile alle quattro categorie di buddisti che lo schernirono e lo maledissero. Le persone sono diverse, ma la causa è la stessa. Le persone che uccidono i loro genitori sono diverse, ma tutte cadono nello stesso inferno di sofferenza incessante. Dal momento che Nichiren sta ponendo la stessa causa di Mai Sprezzante, com’è possibile che non diventi un Budda uguale a Shakyamuni? Inoltre, quelli che adesso lo offendono sono come Bhadrapala[3] e gli altri [che maledissero Mai Sprezzante]; saranno torturati nell’inferno Avichi per mille kalpa. Per questo motivo mi fanno tanta pietà e mi domando cosa si può fare per loro. Quelli che dapprima schernirono e maledissero Mai Sprezzante più tardi si convertirono ai suoi insegnamenti e divennero suoi seguaci. Così la maggior parte della colpa per la loro offesa fu espiata ma, per la piccola parte rimasta, dovettero soffrire quanto un uomo che ha ucciso i propri genitori mille volte. Le persone di questa epoca rifiutano assolutamente di pentirsi e perciò, com’è scritto nel capitolo “Parabola e similitudine”, soffriranno nell’inferno per un infinito numero di kalpa e forse addirittura per la durata di tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi o quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi[4].
A parte costoro, ci sono quelli che sembravano credere in Nichiren, ma hanno cominciato a dubitare dopo che l’hanno visto perseguitato. Essi non solo hanno abbandonato il Sutra del Loto, ma si credono tanto saggi da poter istruire Nichiren. La cosa pietosa è che queste persone irragionevoli dovranno soffrire nell’inferno Avichi ancora più a lungo dei credenti Nembutsu.
Un asura sosteneva che per il Budda esistono solo diciotto elementi[5] mentre egli ne esponeva diciannove. I maestri non buddisti affermavano che il Budda offriva una sola strada per l’illuminazione, mentre loro ne avevano novantacinque[6]. Allo stesso modo, i discepoli rinnegati dicono che Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo. Sono ridicoli, ridicoli come lucciole che ridono del sole e della luna, come il formicaio che guarda dall’alto in basso il monte Hua, come pozzi o ruscelli che disprezzano il fiume e il grande mare, o come una gazza che si prende gioco di una fenice. Nam-myoho-renge-kyo.

Nichiren

Il ventesimo giorno del terzo mese del nono anno di Bun’ei (1272), segno ciclico mizunoe-saru

Ai discepoli di Nichiren e ai sostenitori laici

C’è pochissima carta per scrivere qui nella provincia di Sado, e scrivervi individualmente richiederebbe troppo tempo. Ma, se anche una sola persona non avesse mie notizie, potrebbe risentirsi. Perciò vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera. Quando un disastro colpisce, i piccoli problemi diventano insignificanti. Non so quanto siano precise le notizie che ho ricevuto, ma di certo ci sarà molto dolore per i morti nelle recenti battaglie. Cosa ne è stato dei preti laici Iwaza e Sakabe? Mandatemi notizie di Kawanobe, Yamashiro, Tokugyo-ji[7] e degli altri. Per favore, inviatemi anche Fondamenti di governo dell’era Chen-kuan[8], l’antologia di racconti tratti dai classici non buddisti e il resoconto degli insegnamenti trasmessi dalle otto scuole, senza i quali non posso neanche scrivere lettere.

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel ventesimo giorno del terzo mese del 1272, circa cinque mesi dopo il suo arrivo sull’isola di Sado dove era stato esiliato. La lettera è indirizzata sia a Toki Jonin, un samurai di alto grado al servizio del signore di Chiba, conestabile della provincia di Shimosa, sia a Saburo Saemon (Shijo Kingo) di Kamakura e ad altri suoi fedeli seguaci.
Nichiren Daishonin era stato condannato all’esilio nel decimo giorno del decimo mese del 1271, perché accusato di tradimento da Ryokan, il rettore del tempio Gokuraku di Kamakura, e da Hei no Saemon, vice comandante dell’ufficio degli affari politici e militari. Tuttavia, invece di consegnarlo come previsto alla custodia di Homma Shigetsura, vice conestabile di Sado, Hei no Saemon aveva tentato di giustiziare il Daishonin a Tatsunokuchi. In seguito al fallimento dell’esecuzione, i soldati di Homma scortarono il Daishonin fino alla costa del Mar del Giappone, con quasi un mese di ritardo. Dopo un’ulteriore attesa causata dal cattivo tempo, il Daishonin approdò sull’isola di Sado, il ventottesimo giorno del decimo mese.
Venne condotto all’alloggio assegnato, una cappella in rovina, chiamata Sammai-do, dove visse per i primi cinque mesi esposto al vento gelido e alla neve, che penetravano dalle crepe nei muri e nel tetto, e solo cinque mesi dopo fu trasferito in una dimora meno precaria, a Ichinosawa. Durante l’esilio a Sado, il Daishonin condusse dibattiti con i seguaci della Pura terra e altri preti, e non smise mai di propagare attivamente i suoi insegnamenti. In quel periodo compose due dei suoi principali trattati, L’apertura degli occhi e L’oggetto di culto per l’osservazione della mente. Nel secondo mese del 1274, infine, ottenne la grazia e fece ritorno a Kamakura, il ventiseiesimo giorno del terzo mese.
In questo scritto il Daishonin dichiara che per conseguire la Buddità bisogna essere disposti a offrire al Buddismo il bene più prezioso che una persona possiede, cioè la propria vita. Afferma poi che il metodo di propagazione noto come shakubuku è il più appropriato per quest’epoca, e che si può conseguire la Buddità solo dedicandosi attivamente a esso. Scrive inoltre di essere “il pilastro, il sole, la luna, lo specchio e gli occhi” e il “padre e la madre” del paese, riferendosi simbolicamente al Budda dell’Ultimo giorno della Legge, perfettamente dotato delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore. E ribadisce le profezie già esposte in Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, rispetto allo sconvolgimento politico e alle violente dispute per il potere all’interno del Giappone.
Infine, presenta una complessa spiegazione del concetto di karma, affermando che le sue attuali difficoltà derivano dall’aver offeso il Sutra del Loto in una passata esistenza. Usando il proprio esempio, spiega ai suoi discepoli lo spirito e la pratica grazie ai quali è possibile trasformare il proprio karma. Aggiunge che coloro che propagano con decisione il corretto insegnamento del Buddismo affronteranno inevitabilmente opposizioni, ma tali difficoltà rappresentano l’opportunità per cambiare il proprio karma. Infine ammonisce severamente i discepoli rinnegati che criticano e abbandonano la fede, spiegando loro le pesanti conseguenze di tale comportamento e paragonandoli, per la loro visione superficiale, a lucciole che ridono del sole.


[1] Hua: una delle cinque montagne sacre della Cina.

[2] Il Sutra del Loto, cap. 13, pp. 270-272. In realtà, in questo capitolo si fa riferimento solo a “spade e bastoni”. “Tegole o pietre” è un’interpolazione dal ventesimo capitolo “Mai Sprezzante”.

[3] Bhadrapala: capo dei cinquecento bodhisattva che perseguitarono Mai Sprezzante

[4] Vedi Il Sutra del Loto, cap. 3, pp. 125-129.

[5] Diciotto elementi: i sei organi di senso (vista, udito, olfatto, gusto, corpo e mente), i sei oggetti che essi percepiscono e le sei coscienze o funzioni percettive degli organi di senso.

[6] Basato su un passo del Trattato sulla grande perfezione della saggezza. Le “novantacinque strade” probabilmente si riferiscono alle novantacinque scuole non buddiste che esistevano al tempo di Shakyamuni.

[7] Kawanobe, Yamashiro e Tokugyo-ji: seguaci del Daishonin che sarebbero stati imprigionati in una cella sotterranea dopo la persecuzione di Tatsunokuchi.

[8] Fondamenti di governo dell’era Chen-kuan: scritto da Wu Ching durante la dinastia T’ang, analizza i rapporti politici fra imperatore e sudditi nell’era Chen-Kuan (627-649).

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