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Studiamo La nuova rivoluzione umana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:34

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    Studiamo La nuova rivoluzione umana

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    Ogni mese i ragazzi e le ragazze del Gruppo studenti organizzano incontri di dialogo per invitare amici e colleghi. La preparazione di tali riunioni si basa su La nuova rivoluzione umana, l’opera definitiva di Daisaku Ikeda

    Riunione Studenti di giugno

    Rinnovare la decisione ogni giorno

    Giugno, per noi studenti, è un mese veramente impegnativo, immersi come siamo nella sessione di esami estiva. In questo turbinio può capitare di abbatterci, sentirci affranti e senza speranze.
    Ma è proprio in questo momento che noi studenti siamo capaci di sfoggiare il nostro infinito potenziale. Come?
    Il segreto è rinnovare nel nostro cuore oggi, con sempre più forza, la promessa di realizzare kosen-rufu rispondendo alle aspettative del nostro maestro Ikeda.
    Rinfreschiamoci con fiumi di Daimoku!
    Passo dopo passo, azione dopo azione, riusciremo a realizzare vittorie grandiose e a sentirci pienamente soddisfatti e realizzati. Solo così lo scenario della nostra vita può veramente ribaltarsi.

    Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive:

    «Per poter trasformare il karma è necessario portare avanti la propria rivoluzione umana continuando a migliorarsi sempre. È importante continuare a lottare per kosen-rufu, perfezionando se stessi lungo il percorso e lucidando lo specchio della propria vita» (NRU, vol. 25, cap. 5, p.ta 29).

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    I riferimenti per preparare i nostri incontri

    Le pagine de La nuova rivoluzione umana si riferiscono all’ultima edizione pubblicata da Esperia:

    Volume 1, capitolo “Pionieri”, pagg. 264-267

    Volume 27, capitolo “Strenua lotta”, puntate 1-3 (disponibili on-line sul sito di NR)

    Volume 30, capitolo “Slancio impetuoso”, puntate 22-25 (disponibili on-line sul sito di NR)

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    La fiamma della speranza non si spegne

    Esperienza di Mino Sportelli

    Cominciai a praticare il Buddismo in un momento davvero critico: ero al secondo anno di Agraria all’Università di Bari, avevo quasi abbandonato gli studi e soffrivo di dipendenze distruttive. Decisi di smettere assolutamente di drogarmi. Ci riuscii recitando Nam-myoho-renge-kyo, e iniziai di nuovo a studiare seriamente.
    Ricordo che il primo giorno che ripresi un libro in mano rimasi sei ore davanti alle stesse due pagine: il mio cervello era fuori gioco. Ma la fiamma della speranza non si spegne facilmente quando nel cuore batte il ritmo della Legge mistica. Decisi di cambiare radicalmente il mio metodo di studio, basando tutto sulla “strategia del Sutra del Loto”. Così, prima di tutto, ogni mattina recitavo un’ora di Daimoku e studiavo il Buddismo per venti minuti, poi la mattina studiavo un capitolo e di pomeriggio ripetevo tutto il programma, dall’inizio alla fine. Non volevo lasciare spazio a nessun errore. Quell’esame è stato un successo su tutti i fronti: il massimo dei voti, un netto miglioramento del mio metodo di studio, e – a distanza di anni posso dirlo – da quel giorno non sono stato più bocciato.
    Dopo la triennale mi trasferii a Pisa per la specialistica.
    Determinai di laurearmi con centodieci e lode e di fare un’esperienza all’estero. A Pisa andavo come un razzo: ciò che studiavo mi appassionava e davo un esame dopo l’altro prendendo sempre il massimo dei voti. Le attività buddiste erano entusiasmanti e provavo gioia nell’impegnarmi in ogni cosa. Un professore mi propose di fare la tesi di laurea negli Stati Uniti. E poco prima di partire, un mio caro amico ricevette il Gohonzon.
    Trasferitomi in America, trovai una realtà totalmente diversa. Lavoravo assiduamente all’università ma non riuscivo a essere grato per ciò che facevo. Mi sentivo sempre qualche passo indietro rispetto agli altri e non riuscivo a comunicarlo a nessuno. Immerso nella solitudine, non trovavo una via d’uscita. Sentendomi vittima di quelle circostanze, non facevo altro che trovare scuse e lamentarmi di ciò che non andava. Con il passare dei giorni diventavo sempre più cupo e mi isolavo ancora di più. Poi, durante un’attività Soka, in quel deserto così lontano, ho sentito nelle profondità del mio essere il legame maestro-discepolo. Era il ventesimo anniversario della visita del maestro Ikeda nella zona dove vivevo e vedendo un suo video ho realizzato che in qualche modo io stavo seguendo le sue orme.
    Quella realizzazione si è incisa profondamente nel mio cuore e mi accompagna ancora oggi.
    Quello è stato il momento della riscossa.
    Cercavo il cuore di sensei ogni volta che mi sentivo solo e così mi rialzavo. Nelle situazioni difficili mi chiedevo: “Cosa avrebbe fatto sensei?”. Puntualmente la risposta mi faceva molta paura, ma andando avanti sul sentiero di maestro e discepolo sentivo che stavo trasformando sempre più la tendenza a essere arrogante e codardo, tirando fuori coraggio e intraprendenza.
    Alla fine del mio anno negli Stati Uniti una ragazza a cui avevo parlato di Buddismo ha ricevuto il Gohonzon.
    Oggi sono un dottorando in Scienze agrarie e ambientali all’Università di Pisa e grazie alla pratica buddista continuo a impegnarmi per riconoscere il mio valore e quello degli altri.
    Sono molto grato e felice di aver superato traguardi impensabili: da non riuscire a leggere nemmeno due pagine ora sto conseguendo un Dottorato, incredibile!

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