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La forza di una decisione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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La forza di una decisione

Ilaria Mascellani, Roma

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La fiducia in me stessa cresceva e dopo tanti anni di pratica buddista capii che il senso di inadeguatezza era diventato il mio punto di forza poiché, senza arrendermi, mi portava a perseverare e a migliorare

Dopo il diploma magistrale, affascinata dal lavoro di mio papà, ricercatore e topografo, mi iscrissi all’università in Scienze geologiche. La mia scelta non incontrò però il favore di mio padre, sfiduciato riguardo al futuro della ricerca in Italia e circondato da colleghi senza lavoro.
Iniziai l’università con entusiasmo ma incontrai grandi difficoltà: lo studio di materie come fisica, matematica e chimica era per me difficilissimo, e nello stesso periodo i miei genitori si separarono. Da sola sostenni la responsabilità della mia scelta universitaria ma tutto ciò mi portò a soffrire di attacchi di panico e a restare indietro rispetto ai miei compagni di corso.
Mi trovavo in quella situazione quando sentii un caro amico recitare Nam-myoho-renge-kyo. Il solo ascoltarlo fu come togliere un tappo dalla gola. Dopo aver partecipato alla prima riunione iniziai subito a fare attività buddista e la mia vita prese il volo: passavo gli esami con un’ottima media e in famiglia si ristabilì l’armonia. Ricevetti il Gohonzon e l’anno successivo riuscii a laurearmi tra le lacrime incredule di mio papà!
Dopo la laurea mi trasferii vicino Roma. Contattai i membri della zona dove abitavo, decidendo di fare un’intensa attività giovani seguendo l’esempio del maestro Ikeda che leggevo ne La rivoluzione umana: così come lui correva in bicicletta, nonostante la tubercolosi, per andare a trovare i membri, io potevo percorrere la Sabina in lungo e in largo con lo stesso scopo.
Dopo un anno mi fu proposto di cominciare un Dottorato di ricerca in Geofisica. Non avevo una borsa di studio e quindi dovevo lavorare. Furono anni in cui affrontai tante insicurezze, sostenuta dal Daimoku e dai compagni di fede. Conseguii il Dottorato in tre anni, ma non trovai un’occupazione all’università, così chiusi in un cassetto il sogno di lavorare nella ricerca.
In poco tempo trovai lavoro in una società di informatica. Mi trasferii vicino alla sede della società e continuai a fare attività, iniziando una campagna di Daimoku senza precedenti con il desiderio di una relazione sentimentale di valore e che tutte le giovani donne con cui facevo attività vincessero.
Un anno dopo incontrai Claudio, che poi è diventato mio marito e il padre delle nostre bimbe, Marta e Giulia.
La gravidanza mi mise di fronte alla precarietà: la società per cui lavoravo da dieci anni mi tolse progetti e responsabilità, prima relegandomi in portineria e poi comunicandomi che, a ridosso della maternità, non avrebbero potuto rinnovarmi il contratto, assicurandomi però che mi avrebbero assunta di nuovo in seguito. Fu una sofferenza profonda, non potevo accettare una tale mancanza di rispetto e determinai che avrei sperimentato il Buddismo decidendo di capovolgere completamente la situazione, per me e per tutte le donne che vivevano la stessa condizione. Avevo una determinazione talmente forte nel cuore, che sentii di aver già vinto.
L’indomani con coraggio e dopo aver recitato un forte Daimoku andai a parlare con l’amministratore che si scusò e mi rinnovò subito il contratto, impegnandosi anche a pagare la differenza di stipendio che l’INPS non mi avrebbe riconosciuto. Quando mancavano poche settimane alla maternità, mi chiesero inoltre di lavorare a un importante progetto per Italferr, società del gruppo Ferrovie dello Stato, come specialista in cartografia e informatica per la costruzione di un portale cartografico. Dopo otto anni nei quali avevo completamente accantonato la passione per la ricerca, venivo assunta per fare ciò che nemmeno da studentessa sognavo di fare!
Mi inserii velocemente nel nuovo ambiente ritrovando la gioia di lavorare, creando profonde amicizie. Dopo neanche un mese andai in maternità, e anche al mio rientro trovai le stesse relazioni di valore che mi facevano “sentire a casa”. Insieme a questo gruppo di lavoro riuscii a mettere in pratica tutto ciò che avevo studiato collaborando con i più noti esperti a livello nazionale e internazionale.
La fiducia in me stessa cresceva e dopo tanti anni di pratica buddista capii che il senso di inadeguatezza era diventato il mio punto di forza poiché, senza arrendermi, mi portava a perseverare e a migliorare. Ripensando al momento in cui, quella notte, avevo deciso di vincere mi affiorava un sorriso: non immaginavo nemmeno lontanamente che avrei vinto fino a tal punto!
Poi nel 2018 si profilò la possibilità che entro l’anno la mia società non lavorasse più con Italferr. Di fronte a quella difficile situazione decisi che sarei stata assunta direttamente da Italferr: cosa ardua però, sia per la mia età, sia per la carenza di nuove assunzioni. Ritornando sempre al momento in cui avevo deciso di vincere, parlai con il dirigente e lui si mostrò scettico sulla mia possibile assunzione. Gli risposi trasmettendogli la mia determinazione e leggendogli anche la frase di Gosho che in tutti questi anni mi aveva sostenuto nel mantenerla: «Anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga a ovest, non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (RSND, 1, 306).
A settembre 2018 Italferr mi ha fatto una proposta che non ho potuto rifiutare: un’assunzione a tempo indeterminato con il livello impiegatizio più alto, quello direttivo.
Praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin mi ha permesso di compiere una rivoluzione umana che neanche sognavo: nel rapporto con me stessa, nel lavoro, in famiglia.
Sento un forte legame e profonda gratitudine per il mio maestro che in questo percorso non mi ha mai abbandonato, sostenendomi con i suoi continui incoraggiamenti ad andare sempre fino in fondo.

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