Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Un passo oltre le mie paure - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:24

650

Stampa

Un passo oltre le mie paure

Claudia Valente, Milano

Ho recitato Daimoku per me e per la mia famiglia, per essere un sole e riscaldare i cuori di tutti coloro che ho vicino

Dimensione del testo AA

Ho recitato Daimoku per me e per la mia famiglia, per essere un sole e riscaldare i cuori di tutti coloro che ho vicino

Sono cresciuta a Gaeta in una famiglia con grandi difficoltà economiche.
Siamo quattro sorelle e un fratello. Ho sempre cercato di essere ordinata e precisa, per far sì che dentro di me non ci fosse quel trambusto che sentivo intorno.
Una delle mie sorelle ha sofferto per molti anni di una forte depressione e in quel periodo il clima in casa era tesissimo: durante i litigi, io scappavo e reagivo inventandomi un mondo tutto mio, perfetto, nel quale il silenzio era fondamentale.
Alle elementari avevo paura di morire e ho cominciato ad avere attacchi di panico.
Nonostante tutto, la mia famiglia è rimasta sempre unita grazie all’amore dei miei genitori. Tuttavia, mio fratello ha iniziato a essere sempre meno presente, fino a chiudere completamente i rapporti.
A sedici anni ho incontrato il Buddismo di Nichiren Daishonin grazie a mia sorella Carla. Ho cominciato a partecipare agli zadankai, ma dopo poco tempo ho smesso perché i miei genitori non erano d’accordo: per non sentire altri litigi, ciò da cui ero sempre scappata, sono ritornata nel mio silenzio.
A marzo del 2013 ho avuto un brutto incidente con il motorino e ho rischiato di morire.
Durante l’operazione Carla – che viveva in un’altra città e non poteva essere accanto a me fisicamente – recitava Daimoku per essermi vicina. Quel giorno, in sala operatoria, la sentii realmente al mio fianco per tutto il tempo e ho percepito il potere di Nam-myoho-renge-kyo.
Decisi allora di fare un passo oltre le mie paure, incoraggiata da una frase del Daishonin: «Nelle questioni mondane, è dovere del figlio obbedire ai genitori, però, sulla strada della Buddità non obbedire loro può essere la vera devozione filiale. […] Questo vuol dire che se qualcuno consegue la Buddità può ripagare veramente il suo debito di gratitudine verso di loro» (RSND, 1, 443). Raccolsi tutto il mio coraggio e dissi ai miei genitori di voler tornare a frequentare le riunioni. La mia voce e il mio cuore sincero non portarono a nessuno scontro, anzi! I miei ogni giovedì mi portavano con le stampelle e il gesso fino al quinto piano di un palazzo senza ascensore e aspettavano in macchina la fine dello zadankai.
Ad agosto del 2013, a diciassette anni, ho ricevuto il Gohonzon. Fin da subito ho recitato Daimoku per me e per la mia famiglia, per essere un sole e riscaldare i cuori di tutti coloro che ho vicino.
Da quando ho ricevuto il Gohonzon non ho più avuto attacchi di panico e sono concentrata a vivere ogni istante della mia giornata.
Grazie ai soldi ricevuti per l’incidente ho potuto iscrivermi all’università a Milano. Ma alla fine del secondo anno le risorse si erano esaurite. Ho pensato di tornare a casa e fare la pendolare ma, incoraggiata dalle costanti guide del maestro Ikeda, ho deciso di cambiare atteggiamento e abbandonare la lamentela. Nonostante le difficoltà, non ho mai smesso di sostenere anche economicamente il movimento di kosen-rufu. Davanti al Gohonzon ho giurato vittoria assoluta: come discepola non sarei stata mai sconfitta! Grazie a questa nuova determinazione ho recitato un Daimoku pieno di gratitudine. Sono partita finalmente da me, senza mettere condizioni alla mia felicità. Questo cambiamento interiore si è subito riflesso nel mio ambiente. Nel giro di pochi giorni ho trovato un lavoro perfetto per le mie esigenze, ho beneficiato di una borsa di studio e, inaspettatamente, sono stata assegnataria di un premio in denaro per ragazze meritevoli.
L’estate scorsa ho avuto la fortuna di partecipare al corso Studenti europeo a Francoforte. Una nuova sfida economica, ma avevo deciso profondamente che ci sarei stata. Pochi giorni prima della scadenza del pagamento mi sono arrivati due rimborsi tasse dell’esatto importo del corso. Lì ho riacceso la speranza, quasi sopita, di realizzare il grande sogno della mia vita: diventare magistrato nel tribunale penale minorile.
Ho promesso a sensei che ce l’avrei fatta, e da quel momento non c’è giorno che non senta di averlo già realizzato.
Non studio più con l’ansia. Ogni pagina rappresenta la concretizzazione del mio sogno e l’opportunità di poter fare nuove amicizie.
Voglio poter dimostrare con il mio esempio che tutti possiamo farcela, così a ogni esame mi porto dietro qualche libro o rivista buddista per non dimenticare la mia missione di studentessa Soka.
Da quando ho iniziato a fare così non c’è esame dove io non faccia shakubuku, e ho portato tutti i miei amici a zadankai.
La pratica buddista e l’attività mi hanno aperto il cuore, mi permettono di vivere tra la gente, mi gettano sempre oltre quel baratro che tanto mi bloccava.
Ho compreso che la più grande offesa alla Legge mistica è non lodarmi per i continui sforzi che ogni giorno faccio e di non usare la mia voce per la paura che possa disturbare. Il mio maestro mi ha insegnato che la felicità non sta nella perfezione, ma nell’essere se stessi e continuare a migliorare.
A oggi, mia sorella è uscita dalla depressione e da qualche mese ha iniziato a recitare Daimoku tutti i giorni e ad andare a zadankai.
L’altra sorella ha ricevuto il Gohonzon e anche sua figlia ha espresso il desiderio di diventare membro della Soka Gakkai. Mia mamma, quando viene a trovarci a Milano, ci chiede di accompagnarla a zadankai. Sente che grazie alla Soka Gakkai noi siamo al sicuro ed è tranquilla.
In occasione del 18 novembre 2018 sono riuscita ad accompagnare a riunione uno shakubuku preziosissimo, mio papà.
Nel mio cuore ho sempre nutrito la speranza che mio fratello potesse riavvicinarsi. Recentemente abbiamo ricominciato a sentirci e vederci proprio come un fratello e una sorella.
La mia missione va avanti e voglio essere sempre più coraggiosa.
Nel Diario giovanile (pag. 35) Daisaku Ikeda, a ventidue anni, ha scritto: «Potrà mai essere sconfitto un discepolo di Nichiren Daishonin? Mai! Fai bruciare in te una grande convinzione! Fede, sorgi!».

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata