Ho iniziato a praticare nella primavera del 1988, a ventitré anni. Avevo lasciato gli studi universitari, soffrivo di crisi di autolesionismo, uscivo quasi tutte le sere e tornavo a casa all’alba, ubriaca e non solo. I miei familiari erano disperati. Io invece credevo di essere felice e ho iniziato a recitare Nam-myoho-renge-kyo attratta dall’idea di poter realizzare ogni mio desiderio.
Il primo beneficio è stato vedere con chiarezza la mia vita: un disastro! Così ho iniziato la mia rivoluzione umana. Ricordo una guida di Sensei che incoraggiava i giovani a mirare a vent’anni di pratica, a me sembrava un tempo interminabile eppure in quei primi vent’anni, dal 1988 al 2008, è successo di tutto: ho ripreso a studiare e mi sono laureata superando tredici esami in un anno; ho intrapreso la prima relazione stabile con un uomo che ha iniziato a praticare per dimostrarmi il suo amore e poi è diventato mio marito; mia madre ha subìto cinque interventi per tumore, io ho avuto due aborti spontanei e oggi ho due figli meravigliosi di 22 e 20 anni.
Ho anche perso un lavoro per poi trovarne uno ancora migliore…
Non è stato facile, ci sono stati momenti di grande sconforto ma non ho mai rifiutato un’attività, non ho mai smesso di recitare Nam-myoho-renge-kyo, ho sempre fatto l’offerta per kosen-rufu, anche quando avevo pochi mezzi, e queste cause costanti hanno prodotto grandi effetti nella mia vita. Studio, Daimoku, shakubuku e il legame con il maestro mi hanno consentito di reggere anche quando la vita mi metteva di fronte a grandi prove.
La mia ricerca del legame con Sensei iniziò con i preparativi per la sua visita in Italia, nel 1992. All’epoca ero una giovane donna responsabile di capitolo, ero stata invitata al garden party a Firenze ma per me fu un’esperienza molto dolorosa perché mi sentivo lontana da lui, non capivo perché. Tornai a Roma con un senso di sconfitta.
Quando Sensei tornò in Italia, due anni dopo, decisi di fare attività dietro le quinte per sostenere i compagni di fede che lo avrebbero incontrato: e in questo modo per la prima volta ho sentito il cuore del maestro, mi sono sentita una discepola. Terminata quest’attività mi è arrivato un regalo da parte sua, una foto scattata da lui. Io all’epoca avevo un gran desiderio di una casa con la terrazza, e in quella foto c’era una magnifica terrazza. Compresi che l’unico desiderio del maestro è la nostra vittoria e decisi che avrei vinto per lui. Grazie a questa spinta ho realizzato tutti i miei desideri, uno dopo l’altro, … tra cui una casa con un’enorme terrazza.
Dal 2008 al 2014 mi sono goduta le mie vittorie: i figli crescevano bene e ogni tanto si praticava tutti e quattro insieme, avevo molte soddisfazioni professionali, ero un avvocato di successo e lavoravo anche in televisione, soldi, viaggi, abiti firmati, feste ecc.
Ero felice? No! Mi lamentavo sempre, il mio karma si ripresentava: zero gratitudine e di nuovo mancanza di rispetto per la mia vita, bevevo una decina di caffè per reggere il ritmo e fumavo due pacchetti di sigarette al giorno. Così, la notte del 22 aprile del 2014 il mio cuore si è fermato per un gravissimo infarto. Mentre salivo sull’ambulanza sentivo mio figlio di undici anni che recitava Daimoku tra le lacrime.
Quella notte il mio cuore si è fermato tre volte e per tre volte è ripartito. Volevo vivere, quella vita che disprezzavo tanto ora l’amavo e non volevo perderla. Sono stata operata sorprendendo tutti perché a quel tipo di infarto difficilmente si sopravvive.
Una volta dimessa feci dei controlli perché in ospedale avevo contratto una broncopolmonite e mi era rimasta una macchia sul polmone, che si è rivelata un carcinoma molto grave. Così, solo tre mesi dopo l’infarto mi dovevo operare di corsa e l’intervento, con il cuore così affaticato, comportava un elevato rischio di morire sotto i ferri.
Ero terrorizzata e in questa agitazione non avevo fatto in tempo a scrivere a Sensei, non avevo un suo incoraggiamento… Ma proprio il giorno prima dell’intervento una compagna di fede mi ha detto che quando avevo avuto l’infarto, lei preoccupata per me aveva scritto a Sensei e proprio ora era arrivata la sua risposta: Sensei stava pregando per la mia salute e per la mia vittoria! E così è stato: grazie all’infarto ho scoperto il tumore e nove anni dopo, nonostante un cuore che funziona a metà e mezzo polmone in meno, conduco una vita perfettamente normale. Dopo tutto ciò pensavo di aver sperimentato abbastanza il potere del Gohonzon e di potermi riposare un po’, ma mi sbagliavo.
Il 18 maggio del 2022 ho avuto una notizia che mi ha travolta. Mio marito Andrea, con il quale sono felicemente sposata da venticinque anni, ha scoperto di avere un tumore al pancreas in stato avanzato … sembrava avesse metastasi anche al polmone e al fegato: inoperabile. In pratica una prognosi di pochi mesi di vita.
Devo ammettere che quando ho avuto questa notizia ho dubitato: perché capitava tutto alla mia famiglia? Dopo un momento di profondo sconforto abbiamo deciso che sarebbe stata un’altra vittoria, un’altra grande prova concreta. Andrea ha ricevuto subito una guida personale nella fede e insieme abbiamo scritto a Sensei promettendogli di vincere. Sensei ci ha risposto solo dieci giorni dopo dicendo di aver pregato per noi e ci ha mandato in regalo due jutsu, le “armi” per condurre la nostra battaglia!
Spinti dalla promessa a Sensei e con tre ore di Daimoku al giorno, in un solo mese abbiamo fatto molti accertamenti e scoperto che le metastasi non erano attive, e abbiamo iniziato la chemioterapia a tempo di record. Ora è passato un anno e nonostante le statistiche terribili mio marito sta bene, non ha dolori, ha sopportato benissimo i cicli di terapia e riesce persino a nuotare in piscina! Naturalmente questa esperienza è stata una grande occasione per condividere il potere della Legge mistica con tante persone.
Ora la nostra decisione, mirando al 2030, centenario della Soka Gakkai, è di godere entrambi di buona salute, di realizzare lo scopo dell’anno di almeno un giovane membro per ogni gruppo e di vedere una SGI italiana piena di giovani, di Futuro e di Giovani gigli bianchi!

