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L'umanesimo buddista nella vita quotidiana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:26

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    L’umanesimo buddista nella vita quotidiana

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    «È mio desiderio che ognuno di voi sia una persona saggia che manifesta il principio di “fede uguale vita quotidiana” nel suo luogo di lavoro, nel quartiere e nella società, dando prova concreta di quella creazione di valore che solo ciascuno di noi può realizzare»

    Il 28 aprile 1253 Nichiren Daishonin proclamò per la prima volta Nam-myoho-renge-kyo, la Legge fondamentale dell’universo e il mezzo per conseguire la Buddità, e in questo modo aprì la strada per liberare tutte le persone dalla sofferenza mettendole in grado di costruire una felicità incrollabile.
    Da allora sono passati più di sette secoli e, grazie alla Soka Gakkai, a partire dal 1930 l’insegnamento del Daishonin si è diffuso in ogni angolo del pianeta. Nel corso di questi novant’anni, la Gakkai ha realizzato una crescita straordinaria a livello mondiale, ma ha dovuto affrontare anche numerosi ostacoli e difficoltà, come dimostra la storia dei tre maestri Makiguchi, Toda e Ikeda.
    La lettura de La rivoluzione umana e de La nuova rivoluzione umana ci aiuta a comprendere quali siano state le avversità e gli attacchi, le dure lotte che hanno costellato lo sviluppo del nostro movimento per la pace, la cultura e l’educazione. Tuttavia, la Soka Gakkai ha continuato a progredire superando ogni sorta di ostacolo.
    Qual è la forza trainante che ha permesso questo grande sviluppo?
    Nel 1957, mentre la Gakkai era oggetto di aspre critiche da parte dei mass media che mostravano una scarsa comprensione del nostro movimento e diffondevano false informazioni e pregiudizi (cfr. NR, 643, 7), Toda rispondeva: «Noi della Soka Gakkai abbiamo fede! Noi abbiamo il Gohonzon! Ogni cosa è venuta a noi come un beneficio grazie a questa fede. Se si guardano le cose con onestà, si capirà subito tutto. Ma per una qualche ragione, né i giornalisti né gli scrittori o gli studiosi sembrano accorgersi di questo. […] È la fede la cosa più importante per noi membri della Soka Gakkai. La nostra è un’entità religiosa. […] Le nostre azioni sono sempre motivate da un sincero interesse umanistico. Il desiderio essenziale della Gakkai è di offrire la via della felicità al mondo intero sulla base della fede nel Buddismo del Daishonin. Se terrete questo a mente, non sarete sviati dalle critiche infondate che ci verranno rivolte» (RU, 12, 134). Queste parole sembrano indirizzate proprio a noi!
    Nei momenti cruciali il punto è continuare ad approfondire la nostra fede, in modo da sviluppare il coraggio e la saggezza che ci consentono di concretizzare nella vita quotidiana gli ideali dell’umanesimo buddista. Senza questa “applicazione” nella vita reale il Buddismo rimane un vuoto idealismo, che non porta a nessun cambiamento.
    Ancora una volta mi torna in mente il messaggio di sensei: «Sono trascorsi due anni da quando l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ha ottenuto l’Intesa con lo Stato. La vostra missione e responsabilità sta divenendo sempre più grande riguardo alla realizzazione della pace e alla prosperità della nazione, in quanto organizzazione che agisce insieme allo Stato italiano. Vi esorto a sviluppare una fede sempre più forte e vigorosa, ad avanzare con coraggio mirando alla realizzazione della propria e altrui felicità e alla costruzione di una società migliore. C’è un famoso passo del Gosho: “Vivi in modo che tutte le persone ti lodino per la devozione al tuo signore, al Buddismo e per il tuo rispetto e attenzione nei confronti degli altri” (cfr. RSND, 1, 755). È mio desiderio che ognuno di voi sia una persona saggia che manifesta il principio di “fede uguale vita quotidiana” nel suo luogo di lavoro, nel quartiere e nella società in cui vive, che brilli come un eroe del principio di “Buddismo significa vincere o perdere” dando prova concreta di quella creazione di valore che solo ciascuno di noi può realizzare, e che tutti voi ampliate la vostra cerchia di fiducia e amicizia».
    Questa è una guida che il nostro maestro rivolge proprio a noi, membri italiani. Sono parole precise e chiare.
    Personalmente, desidero inciderle ancor più profondamente nel mio cuore e riflettere su me stessa, sulle mie debolezze e sui miei limiti, con la decisione di continuare a sfidarmi e a migliorare basandomi su una preghiera sempre più forte e profonda.

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    La forza della preghiera basata sul voto
    di Daisaku Ikeda

    «Anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga a ovest, non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (RSND, 1, 306)

    La preghiera basata sulla Legge mistica è un voto, è una forza che scaturisce da uno spirito incrollabile. Nel momento in cui preghiamo con tutto il cuore, non c’è alcuno spazio per la codardia, la rassegnazione o la lamentela.
    La preghiera è la convinzione che possiamo assolutamente realizzare i nostri obiettivi. È la certezza che non verremo mai sconfitti. È il coraggio supremo in grado di dissipare la nostra mancanza di fiducia che ci porta a credere di non essere capaci. È la convinzione di decidere che lotteremo con coraggio e che vinceremo.

    «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia» (RSND, 1, 991)

    In termini moderni, l’espressione “nella tua provincia” corrisponde a tutti i luoghi con cui abbiamo una relazione, come la casa e il quartiere in cui viviamo, il nostro posto di lavoro e la nostra comunità. Per chi abbraccia la Legge mistica, il luogo in cui si trova in questo preciso istante si trasforma nel palcoscenico principale di kosen-rufu. È come se ogni singolo individuo fosse circondato da una giungla selvaggia, dove solo lui è in grado di aprire un varco e creare un sentiero verso kosen-rufu.
    Il Daishonin ha affidato a ciascuno di noi la propagazione del Buddismo nel luogo della nostra missione, dove solo noi possiamo realizzarla. Per questo motivo, la cosa più importante è sviluppare la profonda consapevolezza che solo noi possiamo assumerci la responsabilità di far progredire kosen-rufu nelle nostre comunità locali, nel luogo della nostra missione.

    (tratto da Daibyakurenge, febbraio 2019)

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