«Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore!» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 752)
Ho sempre portato con me questo Gosho, insieme alla spiegazione di Sensei, nei periodi più duri, quando mi sentivo attaccata su tutti i fronti. È stato come una bussola per non perdermi, per non compiere passi falsi e trovare l’azione giusta da fare nella giungla della vita quotidiana.
Shijo Kingo, discepolo di Nichiren Daishonin, stava vivendo una situazione molto complicata in cui rischiava di perdere tutti i suoi averi e la stessa posizione sociale, se non avesse rinunciato alla sua fede nel Sutra del Loto. Il Daishonin in questa lettera gli fornisce consigli precisi e lo mette in guardia dal commettere l’errore più grave di tutti, quello di abbandonare la fede, di smettere di credere, perdendo così l’occasione di accumulare i veri tesori e ottenere una prova concreta di vittoria nella sua vita.
Sensei scrive:
«Ho sempre pensato che il messaggio centrale che il Daishonin voleva trasmettere a Shijo Kingo in questa lettera fosse che il sentiero corretto della pratica buddista consiste nel compiere continui sforzi per migliorare il proprio carattere e sviluppare la propria umanità, in altre parole nel continuare a sforzarsi di fare la propria rivoluzione umana» (Lezione su I tre tipi di tesori, Esperia, 16)
Ma quando mi trovo nel buio, dominata dalle mie emozioni, parole come queste sono davvero difficili da mettere in pratica. Come sviluppare la mia umanità?
Sensei ci spiega le parole del Daishonin e apre un varco tra le nubi nere dell’oscurità interiore:
«Con queste parole egli insegna a Kingo il criterio essenziale che un praticante dovrebbe seguire, cioè che la fede (il tesoro del cuore) è ben più importante di una tenuta (un tesoro del forziere) o del titolo di samurai (un tesoro del corpo). Kingo praticò seguendo questo consiglio, mettendo la fede al primo posto e la situazione avversa cominciò a rischiararsi» (Ibidem, pag. 49)
Parole che non lasciano spazio a dubbi, che sono come un semaforo verde della fede: ti fidi e vai, seguendo ogni indicazione del tuo maestro.
Sensei scrive anche:
«Dobbiamo affrontare con fermezza le funzioni demoniache che arrecano infelicità alle persone. Le funzioni demoniache battono rapidamente in ritirata quando si trovano di fronte persone coraggiose che si comportano con dignità e integrità» (Ibidem, pag. 13)
Ho sempre amato questo Gosho soprattutto per il suo lieto fine …perché il bene alla fine stravince! Mi aiuta a immaginare un lieto fine anche ai miei accadimenti, affidandomi e puntando al massimo bene con fermezza, anche quando non vedo via d’uscita, cercando di sperimentare il potere immenso di Nam-myoho-renge-kyo.
Il Buddismo ci insegna che la nostra vita è perfetta così com’è, e grazie agli insegnamenti eterni dei nostri maestri possiamo adornarla di gioielli trasformando il nostro cuore passo dopo passo, e accumulare i tesori della fede per affrontare nuove sfide e sostenere anche le altre persone verso la vittoria.
