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Con quale atteggiamento dovremmo studiare il Gosho, specie a livello individuale? - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:47

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Con quale atteggiamento dovremmo studiare il Gosho, specie a livello individuale?

Risposta a cura di Jasmina Cipriani, membro del comitato di studio nazionale

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Lo studio del Buddismo non ha a che fare con una semplice comprensione intellettuale, ma è uno studio volto ad approfondire la fede. La cosa importante è decidere di sperimentare nella nostra vita anche solo una frase.
Nichiren descrive l’atteggiamento che dovremmo avere nello studio buddista sottolineando l’importanza di approfondire «anche una sola frase o un solo verso» (RSND, 1, 29).
Non importa quante righe o pagine studiamo, ciò che conta è decidere di sperimentarle con la nostra vita tramite la fede.
Il presidente Ikeda è cresciuto come un grande leader grazie alle lezioni sul Gosho del suo maestro Josei Toda. Per questo lui stesso decise di tenere delle lezioni che iniziarono nell’agosto del 1962 e durarono diversi anni, e così ha fatto crescere un gran numero di giovani e studenti che sono poi diventati i leader della Soka Gakkai.
Lo studio del Buddismo è indispensabile per la crescita di successori, di futuri leader di kosen-rufu.
Durante le lezioni che teneva per gli studenti Sensei ha affermato:

«Voglio che La raccolta degli insegnamenti orali diventi fonte di ispirazione per la vostra fede, il vostro modo di pensare e di vivere. Questo è il motivo per cui desidero che la studiate in maniera approfondita, penetrandone il significato. Quando scavate dovete continuare a farlo fino a quando non trovate una sorgente, altrimenti avrete scavato invano. Per il Buddismo è la stessa cosa: uno studio passivo non farà mai avanzare la vostra fede» (NRU, 6, 227)

Un secondo aspetto importante è quindi mirare a uno studio attivo e non passivo. Ad esempio, ascoltare e fare nostri gli incoraggiamenti durante le riunioni di studio è sicuramente una fonte di forza e di speranza, ma il fatto di impegnarci noi stessi in prima persona per trasmettere il Gosho agli altri è un’occasione unica per approfondire la fede. Cerchiamo di promuovere nelle nostre zone dei momenti in cui ognuno si possa sfidare in questa direzione. Oppure facciamo sì che nello zadankai a cui partecipiamo ognuno, a partire da noi stessi, possa sfidarsi e condividere qualcosa che ha studiato.
Durante un corso giovani nel 2019 in Giappone il presidente Harada raccontò di quando partecipò alle lezioni di Ikeda Sensei sugli insegnamenti orali e riportò nello specifico tre linee guide di Ikeda sullo studio del Gosho (vedi NRU, 6, 220):

1. Quando si studia il Gosho, anche se non capiamo il significato, è importante leggerlo ad alta voce più volte fino a memorizzarlo. In questo modo, senza rendercene conto, lo comprenderemo.

2. Nel Gosho troviamo le parole dorate del Budda che ci trasmettono la verità. Dovremmo leggere il Gosho con questa convinzione, con questa consapevolezza. Quando si studia il Gosho bisogna comprendere che ogni parola è intrisa della saggezza e della vita del Budda.

3. È molto importante leggere il Gosho con i pensieri, le parole e le azioni. Ciò significa farlo proprio, metterlo in pratica, renderlo vivo.

Impegnarsi nello studio e praticare il Buddismo approfondendo costantemente la fede ci permette di crescere come persone e di portare avanti la nobile missione di kosen-rufu.
Anche il maestro Toda sottolineava sempre l’importanza di studiare il Gosho:

«Se vi trovate a un punto morto, aprite il Gosho» (I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, pag. 5)

Aprire il Gosho equivale ad aprire una finestra sul proprio cuore. Quando si apre una finestra, nella stanza entra una brezza fresca. Allo stesso modo, quando leggiamo il Gosho, possiamo avere un contatto diretto con lo stato vitale di Nichiren Daishonin.
Dagli scritti di Sensei si percepisce come alla base di ogni sua impresa, anche nel trasmettere il Buddismo agli altri, c’è sempre stato lo sforzo di approfondire gli scritti di Nichiren Daishonin attraverso la fede.
Poiché anche noi stiamo puntando al grande obiettivo di realizzare un nuovo membro giovane in ogni gruppo, vorrei condividere questa guida del maestro Ikeda:

«Non importa quanto impegnato fossi – o forse proprio perché ero così impegnato – mi sforzavo sempre di leggere il Gosho ad alta voce. Nichiren Daishonin non compose i suoi scritti in un posto tranquillo lontano dalla società, ma nel mezzo di grandi persecuzioni che mettevano a repentaglio la sua vita. Ecco perché ho anche copiato nel mio diario passi chiave del Gosho, convinto che avrei potuto renderli parte della mia vita specialmente in tempi di intense sfide come quelli che stavo attraversando.
Spero che anche voi, quando vi sentite senza via d’uscita, leggiate gli scritti del Daishonin e tiriate fuori tutto il vostro coraggio. Nichiren afferma: «Il carattere myo significa aprire». Se leggete il Gosho, potete far emergere la saggezza suprema che esiste dentro di voi» (Ibidem, pag. 106)

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