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Io e La nuova rivoluzione umana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:20

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    Io e La nuova rivoluzione umana

    In concomitanza con la conclusione de La nuova rivoluzione umana, si sta diffondendo la “filosofia della rivoluzione umana” come fonte di speranza nel mondo intero.

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    Un dialogo cuore a cuore con il maestro

    Esperienza di Annalisa Contini

    Un anno e mezzo fa nella mia zona sono emerse incomprensioni, conflitti e attacchi personali. Io sono passata da un forte turbamento iniziale a un lungo periodo in cui recitavo molto Daimoku per risolvere la situazione di forte disunità, sentendomi sempre più isolata e incompresa. L’anno delle brillanti realizzazioni stava per concludersi ma io sentivo, al contrario, un forte senso di sconfitta.
    Decisi di rileggere tutte le puntate del volume 30 de La nuova rivoluzione umana. Erano la mia oasi di pace.
    Ogni sera mi ritrovavo finalmente in un dialogo cuore a cuore con sensei, in cui potevo lasciare libero sfogo a tutta la mia sofferenza e cercare conforto nelle sue parole. È così che ho eletto la puntata 11 del capitolo “Slancio impetuoso” a grande incoraggiamento personale rivolto direttamente a me dal maestro:
    «La vita è lunga. A volte ci scoraggiamo per poca cosa, ma non bisogna assolutamente perdere la speranza. Finché continueremo a sfidarci, la speranza non ci abbandonerà. Se invece ci lasciamo prendere dalla disperazione, se ci arrendiamo, è come se fossimo noi a spegnere la luce della speranza. In qualsiasi circostanza, non dovrete mai lasciarvi sconfiggere da voi stessi. Quando vincerete su voi stessi, vincerete su ogni cosa. […] È tutta questione di perseveranza. Non arrendetevi mai!» (NR, 632, 11).
    È così che ho cambiato il mio modo di pregare. Non più andare dietro alle situazioni, ma pregare con lo scopo di fare “la mia personale rivoluzione umana”, necessaria per ristabilire l’armonia e l’unità nella mia zona.
    Tre ore di Daimoku al giorno fino al 18 novembre, giorno in cui abbiamo realizzato una meravigliosa attività, da cui è partita la nostra rinascita. Si è ristabilito un dialogo sereno fra noi, ci siamo ritrovati a condividere e progettare le attività e, pur nella diversità, stiamo tutti collaborando insieme.
    Da parte mia, continuo ogni sera a dialogare col mio maestro tramite lo studio de La nuova rivoluzione umana, che mi sostiene nelle nuove sfide che sto intraprendendo.

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    Riunioni donne sempre più gioiose

    In concomitanza con la conclusione de La nuova rivoluzione umana, si sta diffondendo la “filosofia della rivoluzione umana” come fonte di speranza nel mondo intero.

    Noi donne ci sfideremo nel leggere e studiare in particolare il volume 30, come se contenesse lettere di incoraggiamento rivolte a ciascuna di noi, per compiere la nostra personale rivoluzione umana.

    Ogni mese, nella seconda settimana, le donne si incontrano a livello di settore, leggono insieme alcuni brani de La nuova rivoluzione umana e condividono esperienze e riflessioni riguardo alle sfide che stanno affrontando nella vita quotidiana.

    Sono momenti preziosi, in cui possiamo approfondire i legami tra noi traendo ispirazione dalle parole del maestro Ikeda.

    Rendiamo questi incontri sempre più gioiosi e stimolanti, per diventare donne sagge che incoraggiano gli altri tramite le loro esperienze di fede, le loro storie di rivoluzione umana!

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    Per le riunioni donne

    “Dialoghiamo insieme, studiamo insieme, diventiamo tutte esperte di felicità”

    Ispiriamoci a La nuova rivoluzione umana

    Non lasciarsi sviare dagli otto venti

    da La nuova rivoluzione umana, volume 30, capitolo 3, “Slancio impetuoso”
    Si consiglia di leggere dalla p.ta 20 alla p.ta 26 (NR 632, 15-21) per meglio comprendere il contesto

    Dopo il viaggio in Cina (aprile 1980), Shin’ichi Yamamoto si recò a Nagasaki, a Osaka e in altre città. Per aprire una nuova strada di
    kosen-rufu era deciso a intraprendere una nuova sfida per spezzare la catena di complotti escogitati dalla Nichiren Shoshu. Egli voleva incontrare e incoraggiare i compagni di fede con tutte le sue forze. Sapeva bene che in quel modo avrebbe messo in moto le funzioni negative che mirano alla distruzione di kosen-rufu, ma aveva determinato di proteggere i membri che soffrivano a causa delle persecuzioni del clero.
    Il 3 maggio, al Centro culturale del Kansai era stata programmata una cerimonia per celebrare il giorno della Soka Gakkai.

    […] Shin’ichi prese il microfono e disse: «Congratulazioni di cuore per questa riunione che celebra il giorno della Soka Gakkai e l’inaugurazione del nuovo Centro culturale del Kansai.
    La Legge mistica è eterna e imperitura; di conseguenza, anche noi che abbracciamo questa Legge vivremo un’esistenza eterna. Dalla prospettiva dell’eternità della vita, questa esistenza rappresenta una pietra miliare nel lungo viaggio della missione di kosen-rufu. Il cammino di kosen-rufu è una lotta contro le funzioni demoniache.
    Anche il Gosho ci insegna l’importanza di avanzare fino in fondo lungo la strada maestra della fede, senza lasciarci sviare dagli otto venti: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere. Essi rappresentano le funzioni che fanno deviare il cuore delle persone e le allontanano dalla fede.
    Solo attraverso una rivoluzione umana che guidi il nostro cuore è possibile consolidare la nostra felicità e far avanzare kosen-rufu. Vinciamo superando gli otto venti e, coltivando una fede pura, diamo inizio a una nuova partenza di speranza verso il ventunesimo secolo.
    Vi prego di far sì che il grande Kansai possa diventare un modello per tutto il Giappone e per il mondo intero, un eterno precursore di kosen-rufu. Sono determinato a scrivere per tutta la vita, insieme a voi, amici del Kansai, nuove pagine nella storia del “Josho Kansai” e nuove pagine nelle nostre vite. Desidero infine rivolgere tre “urrà” al Kansai e concludere il mio saluto esprimendo profonda gratitudine per la sincerità che avete dimostrato».
    Subito dopo, il coro intonò la canzone del Kansai. […] In quella occasione il maestro e i discepoli Soka, opponendosi all’autoritarismo del clero della Nichiren Shoshu, si alzarono in piedi solennemente e innalzarono il vessillo dell’umanesimo buddista. Era il segnale di una grande riforma religiosa che nasceva dalla gente comune. (Puntata 26)

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