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Non perdiamo il nostro spirito combattivo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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Non perdiamo il nostro spirito combattivo

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Questo mese studieremo due capitoli del libro L’orgoglio di essere i pilastri d’oro di kosen-rufu: “Ode alla Divisione uomini, i campioni della vittoria umana” (pag. 67), e “Non esiste pensionamento nella fede” (pag. 79). Uno è un’appassionata descrizione del senso di responsabilità verso gli altri e la società e riporta esempi di vita quotidiana in famiglia un cui anche noi possiamo rivederci ed essere ispirtati. 

«Io amo le persone che continuano a lavorare su se stesse, per crescere e svilupparsi» (pag. 67)

Trasformando il nostro atteggiamento e dal modo di condurre la nostra vita quotidiana possiamo trasformare soprattutto le relazioni più vicine.

«Il cuore è la fonte della nostra felicità familiare, della felicità individuale, della felicità in genere. Il cuore esiste per produrre una infinita felicità» (pag. 73).

Il capitolo “Non esiste pensionamento nella fede” ci incoraggia a vivere la nostra esistenza con gioia fino alla fine, con forza e coraggio e un cuore sempre pieno di speranza dedicandoci a kosen-rufu.
Sensei cita l’esempio del maestro Makiguchi, che aveva cominciato a praticare all’età di cinquantasette anni e all’età di cinquantanove anni fondò la Soka Kyoiku Gakkai. Pieno di energia e vigore amava esprimersi dicendo “noi giovani”.

«Le persone che continuano a lottare fino alla fine sono davvero ammirevoli, giovani nel cuore, eternamente senza età, e sono dei vincitori, la cui vita trabocca di autentica felicità. Se perdete il vostro spirito combattivo potete essere vecchi a cinquant’anni, ma se avanzate ancora con entusiasmo potrete mantenervi giovani anche a ottanta» (pag. 82)

Il Gosho che approfondiremo questo mese è La pratica dell’insegnamento del Budda.
Scritto nel 1273 dall’isola di Sado dove si trovava in esilio. Dopo la persecuzione di Tatsunokuchi il Daishonin cominciò ad iscrivere i Gohonzon e a mettere la basi dottrinali del suo insegnamento. Parallelamente, il governo dell’epoca esercitò una forte pressione anche sui discepoli e tanti smisero di praticare cominciando a dubitare.
In questa lettera, il Daishonin chiarisce la natura delle persecuzioni e che continuare a recitare Nam-myoho-renghe-kyo e fare shakubuku è il corretto atteggiamento da tenere nella fede per superarle.

«Quando tutte le persone reciteranno Nam-myoho-renghe-kyo, il vento non spezzerà i rami o le fronde, né la pioggia cadrà così forte da rompere una zolla. Il mondo diverrà come ai tempi di Fu Hsi e Shen Nung. Nella loro esistenza presente le persone saranno libere dalla sfortuna e dai disastri e impareranno l’arte di vivere a lungo. Verrà il tempo in cui sarà rivelata la verità che per la persona e per la legge non c’è vecchiaia né morte. Non ci può essere il minimo dubbio sulla promessa del sutra di pace e sicurezza nell’esistenza presente» (RSND, 1, 347). 

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