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"Suonate la campana che annuncia l'alba" puntate 54-62 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:18

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“Suonate la campana che annuncia l’alba” puntate 54-62

«Se potessi, scriverei una lettera di apprezzamento e incoraggiamento a ognuno di voi. Ma sono una persona sola e c’è un limite fisico a quello che posso realizzare. Così ogni giorno scrivo una puntata de La nuova rivoluzione umana. È la mia lettera quotidiana a tutti voi» (D. Ikeda)

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«Se potessi, scriverei una lettera di apprezzamento e incoraggiamento a ognuno di voi. Ma sono una persona sola e c’è un limite fisico a quello che posso realizzare. Così ogni giorno scrivo una puntata de La nuova rivoluzione umana. È la mia lettera quotidiana a tutti voi» (D. Ikeda)

 

Potete leggere le puntate del volume 30 pubblicate su
www.sgi-italia.org/riviste/nr/

Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

[54] Data che numerosi responsabili erano cittadini nippo-americani, Shin’ichi volle soffermarsi su alcuni punti importanti dell’attività quotidiana. «Mi rivolgo in particolare ai leader nippo-americani», disse.
«Vi prego di non cadere nell’errore di pensare di trovarvi in Giappone. L’America è un paese multietnico caratterizzato da una gran varietà di modi di pensare e di valori. Per questo è necessario verificare ogni aspetto, anche delle questioni più basilari, condividendo e cercando ogni volta un accordo. Infatti, ragionando come si fa normalmente nella società giapponese, per cui “è superfluo dire” e “ci si deve capire senza bisogno di parole”, si rischia di creare incomprensioni.
Shin’ichi parlò inoltre dell’importanza di unire i cuori di tutti per riuscire a portare avanti kosen-rufu nel mondo: «Desidero – e ciò vale non solo per gli Stati Uniti ma per tutti i paesi del mondo – che portiate avanti l’attività nel rispetto delle leggi e dei costumi locali, come buoni cittadini della vostra comunità e in armonia tra voi. Lo spirito dev’essere quello espresso dal Gosho che afferma: “Quando tra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi” (RSND, 1, 550). I compagni di fede, unendosi nel cuore, devono impegnarsi per far accelerare la corrente di kosen-rufu e rendere eterno questo corso. La relazione maestro e discepolo della Soka costituisce il motore che alimenta kosen-rufu. È fondamentale che i responsabili non cerchino di attirare i membri verso di sé, ma li guidino mettendoli in grado di percorrere la via principale di maestro e discepolo. Per riuscire a far questo i responsabili stessi, animati da un rinnovato spirito di ricerca, devono seguire il flusso principale della Soka Gakkai. Gli atteggiamenti egocentrici sono come le pozzanghere che si formano a lato del limpido corso del fiume, dove l’acqua diventa torbida e finisce per prosciugarsi. In questo modo non sarà possibile condurre i membri verso il grande mare aperto della felicità e della pace. Non bisogna mai dimenticare che se i nostri “ingranaggi” non combaciano con l’asse principale del movimento di kosen-rufu, non saranno più in grado di girare e, anche se ci riuscissero, girerebbero a vuoto. La cosa importante, quindi, è cercare di seguire sempre il flusso principale della Soka Gakkai, sforzandoci di far combaciare i nostri “ingranaggi” e di costruire un’intesa perfetta. Questo dev’essere lo spirito di un responsabile che avanza verso la realizzazione di kosen-rufu nel mondo».
La Soka Gakkai è entrata in un’epoca in cui si appresta a compiere un grande balzo avanti come religione mondiale.
Il requisito più importante affinché ciò avvenga è alzarsi in piedi  coltivando la fede per realizzare kosen-rufu e costruire l’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) che non vacilli mai.

[55] Verso mezzogiorno del 18 giugno, Shin’ichi Yamamoto si recò, in veste di rappresentante del giornale Seikyo, presso la sede dell’Associated Press, nel quartiere di Manhattan, nel Rockfeller Center.
Dopo aver visitato la sede ebbe un incontro con il presidente Keith Fuller.
I due ebbero uno scambio di opinioni su diversi temi che andavano dai problemi razziali alle responsabilità e al ruolo dei mass media.
Durante il colloquio Shin’ichi disse che un’informazione corretta su ciò che avviene nel mondo costituisce il migliore strumento per la pace, ed espresse il suo sincero apprezzamento per l’impegno e gli sforzi dell’agenzia. Sottolineò inoltre la sua preoccupazione per il fatto che nei periodi di maggiore instabilità economica, le persone tendessero a dare priorità agli interessi immediati rispetto agli ideali e che alla ragione venisse anteposto l’istinto, creando una società intollerante.
Affinché le persone fossero maggiormente sensibilizzate riguardo ai temi della pace e del contributo sociale, Shin’ichi ribadì la necessità di una religione che facesse da “maestro” guidando i cuori delle persone e impedendo che cadessero preda dei propri istinti. E il presidente Fuller si mostrò dello stesso parere annuendo con forza.
Terminata la visita all’Associated Press, Shin’ichi si recò presso il Centro culturale di New York, situato nello stesso quartiere di Manhatthan, nella zona di Park avenue South. Il Centro si trovava al pianterreno e la sala conteneva solo ottanta sedie. Era un piccolo Centro culturale su un unico piano.
Alla notizia dell’arrivo di Shin’ichi si erano riuniti numerosi membri e la sala era gremita. «Good Afternoon! Sono veramente felice di vedervi! Facciamo Gongyo insieme pregando per la realizzazione di kosen-rufu qui a New York, per la salute e la felicità di ciascuno di voi e per la prosperità delle vostre famiglie!» disse Shin’ichi. E rivolse una profonda preghiera al Gohonzon affinché tutti i compagni di fede di New York, nessuno escluso, riuscissero a portare avanti fino in fondo il loro percorso di fede, a costruire uno stato vitale di felicità incrollabile, e crescere diventando pilastri della società.
Poi cominciò a parlare di uno dei fondamenti basilari della pratica buddista, cioè dell’immenso potere di Nam-myoho-renge-kyo e dell’importanza della recitazione del Daimoku.
Il fondamento della fede è la preghiera al Gohonzon: sia l’organizzazione che le attività della Soka Gakkai sono finalizzate a trasmettere questo punto essenziale alle persone.
L’entusiasmo di far progredire kosen-rufu, il desiderio di sfidarsi per trasformare il proprio karma e realizzare l’unità partono da un’assoluta convinzione nel Gohonzon e da una preghiera forte e determinata.

[56] Shin’ichi Yamamoto diede una guida basandosi su alcuni passi della Raccolta degli insegnamenti orali di Nichiren Daishonin.
«Negli Insegnamenti orali del Daishonin troviamo il seguente brano: “E quando, mentre siamo in questi quattro stati di nascita, vecchiaia, malattia e morte, recitiamo Nam-myoho-renge-kyo, facciamo sì che essi diffondano la fragranza delle quattro virtù.” (BS, 114, 45). Ci sono persone che, avvolte dalle nere nubi del karma, sono costrette a vivere piangendo sulla propria infelicità. Anzi, forse è così per la maggior parte della gente. Ma noi, attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, possiamo spazzar via le nubi della sofferenza grazie alla fragranza delle quattro virtù di eternità, felicità, vero io e purezza.  Inoltre il Daishonin afferma che “Nam-myoho-renge-kyo è la più grande di tutte le gioie.” (BS, 124, 54). Sono vari i piaceri della vita. Tuttavia il Daishonin ci assicura che recitare Nam-myoho-renge-kyo risvegliandoci alla realtà che noi siamo dei Budda, è la più grande di tutte le gioie. La gioia di ottenere ciò che desideriamo, la fama o i riconoscimenti, è provocata da fattori esterni e pertanto potrà durare solo per qualche attimo, non è eterna. Chi invece si impegna nella recitazione del Daimoku, potrà spalancare le porte del “grande palazzo” che è all’interno della sua vita e dal profondo del suo cuore, come una fonte rigogliosa, sgorgherà la condizione vitale della massima felicità, della “più grande di tutte le gioie”. Inoltre, tale fonte di gioia non si prosciugherà mai, nonostante le dure prove della vita o le avversità che uno si trova ad affrontare.
Nel Gosho troviamo il seguente passo: “Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo” (RSND, 1, 747). Le divinità celesti e tutti i Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni hanno promesso di proteggere infallibilmente tutti noi che recitiamo Nam-myoho-renge-kyo. Di conseguenza, recitare Daimoku con tutte le forze è l’arma segreta che ci protegge da qualunque difficoltà e ci consente di vivere assaporando la più grande felicità che si possa sperimentare. Con la certezza che abbracciando il Gohonzon e con un sincero impegno nella recitazione del Daimoku potete godere della più felice e profondamente appagata delle esistenze, dedicatevi alla pratica buddista e “lucidate” la vostra vita. Non lasciatevi prendere dall’agitazione, dall’euforia o dalla preoccupazione per ciò che dicono o fanno gli altri, ma continuate a recitare con costanza Nam-myoho-renge-kyo e diventate persone che possano dire: “A me il Daimoku piace moltissimo”».
Le persone che basano la propria vita sul Daimoku hanno un cuore come un cielo azzurro, sempre sereno, sono persone profondamente gioiose, sono persone felici.

[57] Il pomeriggio del 19 in presenza di Shin’ichi Yamamoto si tenne a Glen Cove, città dello Stato di New York, una riunione di responsabili dell’area Nord Est. Quel giorno si erano radunati circa duecento membri provenienti principalmente da New York, ma anche da Boston e Philadelphia, e alcuni di loro erano accorsi persino da città limitrofe alla frontiera con il Canada. Poiché la sala dove era collocato il Gohonzon era piuttosto piccola, i membri fecero Gongyo suddivisi in gruppi, ogni volta guidati da Shin’ichi. Vennero organizzate anche delle riunioni informali sotto l’ombra degli alberi. Con la fronte imperlata di sudore, Shin’ichi andava tra i membri rivolgendo loro parole di incoraggiamento. Vedendo una donna dal viso un po’ malinconico, la incoraggiò dicendo: «Se continuerà a praticare questo Buddismo con costanza, potrà senz’alcun dubbio diradare le tenebre di qualunque sofferenza e vivere una vita felice. Recitando con impegno Nam-myoho-renge-kyo e dedicandosi con perseveranza alle attività della Gakkai, diventerà un sole che brilla luminoso, tanto da rischiarare la sua famiglia e la comunità. Le lacrime non si addicono a “un sole”. La prego di diventare una persona radiosa e sorridente».
Dopo le riunioni, tutti insieme ascoltarono dei brani di musica leggera. New York è un importante centro culturale e tra i suoi membri vi erano molti famosi musicisti. Il gruppo di musica leggera, composto da artisti di fama mondiale, tra i vari pezzi suonò Kojo no tsuki (La luna sopra le rovine del castello) e Over the rainbow. Quei membri si sforzavano nelle attività della Gakkai sempre in prima linea, partecipavano attivamente visitando a casa i compagni di fede, e nelle riunioni erano quelli che porgevano con gioia la sedia agli altri. Messo al corrente di ciò, Shin’ichi disse: «Che nobili compagni. Sono davvero felice. Essi impersonano l’autentica immagine della Soka Gakkai. Davanti al Gohonzon, la posizione che una persona ricopre nell’organizzazione o nella società, così come la fama, non hanno alcuna importanza. Nel Buddismo non esistono classi privilegiate. Siamo tutti uguali. Si trasforma il proprio karma e si diventa felici nella misura in cui ci si sforza e ci si applica nella pratica buddista. Inoltre, nel mondo della Gakkai ci si mostra tutti reciprocamente lo stesso rispetto, poiché si è tutti ugualmente figli del Budda».
Nella Soka Gakkai si realizza l’ideale di coesistenza armoniosa tra esseri umani.

[58] Poco dopo le cinque, terminata la riunione dei rappresentanti dell’area Nord Est, che era iniziata all’una, si tenne un incontro informale con una trentina di membri che svolgevano un ruolo centrale nell’organizzazione. Shin’ichi disse: «Mi hanno riferito che nello Stato di New York avete adottato lo slogan “I love New York”. Amare la propria città, la propria comunità, è una cosa meravigliosa. È questo lo spirito all’origine di kosen-rufu nella comunità». Shin’ichi chiese loro di avanzare insieme conrispetto e fiducia, con un ulteriore slogan: “I love New York Soka Gakkai”. Quello era infatti il fattore chiave per creare unità, il requisito fondamentale per lo sviluppo di kosen-rufu.
In seguito Shin’ichi dialogò con alcuni rappresentanti del Gruppo giovani. Tutti avevano preso parte all’organizzazione degli eventi nei rispettivi staff, e rivolgevano con molta franchezza le loro domande a Shin’ichi. Gli chiesero inoltre un orientamento per le loro attività. Shin’ichi era felice di vedere quei giovani che si sarebbero assunti la responsabilità dell’epoca a venire, con così tanto spirito di ricerca.
In realtà sin dalla mattina del 17, il giorno dopo il suo arrivo a New York, Shin’ichi stava componendo una poesia per i giovani americani in cui esprimeva delle linee guida per le loro attività. La mattina del 20, il giorno successivo all’incontro con i giovani, apportò le ultime correzioni e completò la poesia. Poi, nel pomeriggio, andò a visitare la casa natale del grande poeta Walt Whitman a Long Island, nella periferia di New York.
Il 16, quando era arrivato a New York da Parigi, aveva ricevuto dai giovani americani la traduzione giapponese di una raccolta di saggi critici su Whitman. Nella lettera allegata gli avevano raccomandato di visitare la casa natale del poeta, ed egli voleva rispondere a quel desiderio sincero.
La casa a due piani, circondata dagli alberi, si ergeva su un vasto prato verde e con il suo stile semplice e sobrio sembrava esprimere lo spirito pionieristico del poeta. A Shin’ichi vennero in mente le parole di Whitman “Pionieri, oh pionieri”, tratta da un poema che ricordava lo spirito Soka di aprire nuove strade di kosen-rufu. Quel poema aveva trasmesso molto coraggio anche a Shin’ichi.
La poesia risveglia la forza degli individui.

[59] Al pianterreno della casa natale di Whitman vi era la stanza dove il poeta era venuto al mondo, la sala dove riceveva gli ospiti e la cucina. Nella cucina erano in mostra una macchina per la fabbricazione della cera, una per cuocere il pane, un grosso contenitore per l’acqua e un bicollo [lunga asta ricurva munita di uncini alle due estremità per il trasporto sulle spalle di pesi, n.d.t.] che rievocavano lo stile di vita di autosussistenza condotto dallo scrittore in quella prateria. Nella stanza al primo piano erano esposti numerosi oggetti appartenuti allo scrittore. Vi erano copie dei suoi scritti originali, alcuni ritratti e i diari risalenti alla terribile guerra di Secessione. Vi era anche una lettera di Ralph Waldo Emerson che commentava l’opera di Whitman Foglie d’erba. Un’opera poetica innovativa che rompeva gli schemi di allora ma che all’inizio non ebbe il giudizio favorevole del pubblico. Venne infatti compresa solo da una ristretta cerchia di persone. Uno di questi fu Emerson, che mostrò vivo interesse e apprezzamento verso le poesie di Whitman. Maggiore è il grado di innovazione cui mirano i pionieri, tanto più irto di ostacoli e solitario è il loro cammino, perchè non è facile che le persone siano in grado di comprendere qualcosa che non ha precedenti. Anche kosen-rufu e la realizzazione del principio di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” cui puntiamo, sono imprese di un movimento che non ha eguali nella storia dell’umanità. Si tratta infatti di persone comuni che cercano di costruire una nuova epoca, una società per il bene della gente e che ruota attorno al principio della rivoluzione umana, capace di dischiudere le infinite potenzialità innate in ogni persona. Affinché esso possa essere compreso correttamente è necessario un lungo periodo di tempo. La realizzazione di kosen-rufu è un processo graduale dove, continuando con tenacia a impegnarsi nel dialogo e trasmettendo il Buddismo con le proprie azioni, con il proprio atteggiamento e con la propria personalità, si è in grado di conquistare, pian piano, la simpatia della gente. Dobbiamo però essere consapevoli che lungo questo cammino saranno lì ad attenderci ostacoli improvvisi, incomprensioni, biasimo, critiche e oppressioni.
Whitman scrisse: «Forza partiamo! Avanziamo diritti tra gli ostacoli e le avversità. Nessuno potrà mai cancellare i traguardi che abbiamo conquistato».
Whitman era uno dei poeti maggiormente amati da Shin’ichi fin dalla gioventù. Tra le sue opere, Foglie d’erba era la sua preferita. A Shin’ichi venne in mente di inviare queste parole di Whitman ai compagni della regione di Shinetsu per esortarli a compiere una nuova partenza e aprire nuove strade. Solo uno spirito che ha sperimentato una strenua lotta è in grado di emanare una meravigliosa luce.

[60] Walt Whitman morì nel marzo del 1892 a causa di una polmonite, all’età di settantadue anni. Il suo funerale non venne celebrato da preti. Gli amici gli tributarono l’estremo saluto pronunciando le sue lodi attraverso la lettura di alcuni passi delle scritture buddiste e testi di Platone. Le sue ultime volontà furono il rifiuto di qualsiasi rituale officiato dall’autorità religiosa. Nella prefazione della prima edizione della sua opera Foglie d’erba, Whitman scrisse: «Giungerà allora una nuova comunità di persone religiose che farà da maestro nel guidare gli essere umani».
Nel marzo del 1992 si celebrò il centenario della morte di Whitman e anche Shin’ichi ricevette un invito ufficiale da parte dall’Associazione americana Whitman. Non potendo partecipare a causa dei numerosi impegni, volle comporre e inviare una poesia dedicata a questo poeta della gente comune che aveva sempre tanto amato, che intitolò “Come il sole che sorge”.
«Nessuno può essere padrone o schiavo di un altro. / La politica, il sapere, le arti, la religione/sono tutte al servizio dell’essere umano, della gente comune. / Il poeta ha continuato, con tutte le sue forze, a comporre poesie / per abbattere il muro delle discriminazioni / rompere la barriera delle differenze di classe / e condividere e consegnare alla gente la libertà e l’eguaglianza».
Shin’ichi scrisse inoltre: «Nel nostro cuore tu continuerai a vivere. / Voglio esprimere l’elogio del tuo incredibile spirito combattivo / ardente come il sole / e del tuo amore. La tua traboccante passione / il tuo cuore che palpita scorrono dentro di me/infuocando di passione la mia vita».
Visitando la casa natale di Whitman, Shin’ichi tornò con il pensiero al Rinascimento americano e giurò in cuor suo: «Nell’impegnarmi per lo sviluppo di questo nuovo rinascimento chiamato kosen-rufu, anch’io continuerò per tutta la vita a scrivere poesie che infondano coraggio, che infondano speranza a tutte le persone.

[61] Dopo aver lasciato la casa natale di Whitman, verso le quattro di pomeriggio Shin’ichi prese parte a una riunione di scambio fra una delegazione di membri giapponesi e i membri americani. La riunione fu tenuta nell’aula magna di un liceo di New York. Agli spettacoli messi in scena dai membri americani, con le canzoni Sukiyaki e La spiaggia di Morigasaki cantate in giapponese dal coro e accompagnate dalle danze, la delegazione rispose con balli folkoristici e danze tradizionali di varie parti del Giappone. Durante questo scambio culturale trascorsero momenti meravigliosi. Venne poi annunciata la poesia di Shin’ichi Dedicata ai miei giovani amati Bodhisattva della Terra americani. La voce del giovane che leggeva la poesia in inglese risuonò per la sala.
In questo mondo afflitto dalla sofferenza, anche il continente americano è ugualmente scosso, preda dell’angoscia. Un tempo il continente americano era un sogno per il mondo intero, un nuovo simbolo di libertà e democrazia.
Nella poesia Shin’ichi ribadì ai giovani americani che abbracciavano il Sutra del Loto la missione a cui erano chiamati, di rivitalizzare la loro amata patria e il mondo.

Recitando ad alta voce la Legge mistica
poggiando saldamente i piedi nella società
piantando radici e facendo sbocciare i fiori
continuate a correre, a parlare e sostenere la Legge mistica
per il bene di questa e quella persona
per quella persona in quella città
per quel vostro amico lontano.

Gli Stati Uniti, dove persone di tutto il mondo convivono pacificamente, rappresentavano un mondo in miniatura e nella sua poesia Shin’ichi sottolineò che lo spirito di unità e solidarietà fra popoli ed etnie diverse che avrebbero realizzato lì, sarebbe stato un esempio per la pace nel mondo. La pace dell’umanità non si trova lontano, da qualche altra parte, ma si origina dentro di noi, nella nostra vita, dalla capacità di superare pregiudizi e discriminazioni, odio e discordie, e di nutrire fiducia e rispetto verso coloro che ci circondano.

[62] Shin’ichi Yamamoto proseguì con il suo appello ai giovani:

Voi che avanzate senza dimenticare
il vostro certo e irrefutabile obiettivo
nonostante le opinioni diverse
anche oggi studiate,
anche oggi agite,
anche oggi lavorate.
Compiendo anche oggi un passo avanti
verso un significativo progresso,
e domani un passo avanti
verso un altro gioioso progresso,
fate sì che la vostra vita si fonda con la suprema Legge mistica.
Come un fiore di loto che sboccia nella melma della società,
asciugandovi il sudore dalla fronte
scalate il pendio
del nobile perfezionamento di voi stessi.
Fede significa non temere nulla,
non lasciarsi scuotere da nulla,
è la forza per superare ogni cosa,
è il principio originario per la soluzione di ogni cosa,
è il motore per un viaggio dell’esistenza di immensa gioia,
che ci fa vincere e superare qualsiasi cosa.

Egli desiderava far capire che la creazione di una nuova era, l’era di kosen-rufu, è realizzabile attraverso un progresso quotidiano e costante, un passo dopo l’altro, e comporta alla base la lotta della rivoluzione umana che inizia dal dominio di sé.
Dichiarando di aver consegnato in quel momento ai giovani il testimone del movimento di kosen-rufu, concluse la sua poesia.

Ho affidato a voi ogni azione
per il conseguimento di
kosen-rufu.
Proprio perché ho piena fiducia nei miei successori
sto percorrendo ogni angolo del mondo.
Proprio perché credo che aprirete
grandi strade da piccoli sentieri,
sono felice e colmo di gioia.

Nella sala echeggiò un applauso scrosciante. I giovani americani si alzarono incidendo nella loro vita quelle parole scaturite dallo spirito di Shin’ichi.

(continua)

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