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Un giorno che rimarrà impresso per sempre nella nostra storia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:28

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Un giorno che rimarrà impresso per sempre nella nostra storia

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Il 2 aprile 1958 morì il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, colui che – ereditando il testimone del suo maestro e primo presidente Tsunesaburo Makiguchi – ricostruì la Soka Gakkai dopo la Seconda guerra mondiale, portandola a 750.000 famiglie di praticanti.
Il presidente Ikeda chiarisce sempre che questa data non è una semplice ricorrenza per celebrare il passato e ricordare un grande maestro di kosen-rufu. Più profondamente, scrive, «per i discepoli, il periodo che va dal 2 aprile al 3 maggio [giorno della Soka Gakkai] è il tempo di mostrare al maestro la prova concreta delle proprie vittorie» (NR, 645).
Oggi ricorrono 65 anni dal 2 aprile 1958. Con il desiderio di esprimere la nostra gratitudine e di incidere lo spirito di maestro e discepolo nella nostra vita, questo è il momento di rinnovare il nostro impegno per kosen-rufu.
A questo scopo, riportiamo alcune pagine del diario di Ikeda Sensei di quel 2 aprile.
A seguire, l’estratto di un suo saggio in cui racconta dei mesi successivi alla morte del maestro Toda, periodo che egli chiamò la “lotta dei cento giorni”.

Alle 18.45 l’anziano H. della sezione gestione edifici mi ha detto con uno sguardo serio che Takahisa, il figlio di Sensei, stava chiamando dall’ospedale. Mi sono precipitato nell’ufficio del direttore dell’edificio e ho preso il telefono. Con voce calma Takahisa mi ha riferito la triste notizia: «Mio padre è appena morto».
È impossibile descrivere un momento simile. Non è possibile descrivere lo shock che ho provato dentro di me. Non posso far altro che conservarlo per sempre nel profondo della mia vita. 
Subito dopo c’è stata una riunione generale dal tono molto serio.Prego perché il desiderio di Sensei continui a scorrere come un puro corso d’acqua fino a quando kosen-rufu sarà realizzato. Ho detto a me stesso che devo essere forte. 
[…] Ah, il 2 aprile. Questo giorno rimarrà impresso per sempre nella storia della Gakkai, nella storia della mia vita e nella vita dei suoi discepoli. 
[…] La vita di un grande eroe della Legge mistica, una figura di spicco per kosen-rufu, se n’è andata. Ma Sensei ha lasciato dietro di sé un prolungamento della sua vita che servirà a dare inizio al secondo atto nella battaglia decisiva per la diffusione dei principi buddisti nella società. Io mi alzerò per questo scopo.

Toda morì serenamente il 2 aprile 1958, dopo aver realizzato la missione della sua vita. Fu un grande leader del movimento di kosen-rufu per la pace, che si alzò da solo in mezzo alle rovine del Giappone dopo la Seconda guerra mondiale e si dedicò altruisticamente alla diffusione del Buddismo del Daishonin per sradicare sofferenza e disperazione dalla vita delle persone.
Inoltre, fermamente convinto che la vita umana sia assolutamente sacra, denunciò con forza il male delle armi nucleari.
Toda realizzò tutti i suoi obiettivi, a partire dall’adesione di 750.000 famiglie alla Soka Gakkai. Grazie ai suoi sforzi creò le fondamenta di kosen-rufu in Giappone, e le basi di una visione di cittadinanza globale per l’umanità intera.
Al termine della sua vita mi disse: «Il mio lavoro è finito. Adesso è il tuo turno. Conto su di te!».

[…] Insieme ai compagni di fede diedi avvio a una nuova fase del nostro movimento basato sullo spirito di maestro e discepolo, chiamata “lotta dei cento giorni”, perché si sarebbe conclusa con la cerimonia per il centesimo giorno dalla morte di Toda.

[…] Come è noto, alla morte di Toda la Gakkai fu bersagliata da indicibili attacchi, rispecchiando la predizione contenuta nel Sutra del Loto di “odio e gelosia” e “attacchi e calunnie” che avrebbero colpito i suoi praticanti. In quel periodo decisi di far conoscere al mondo la grandezza del mio maestro, la validità dei suoi insegnamenti e il suo comportamento altruistico, parlando pubblicamente cento, mille volte più forte di prima.
Le donne del nostro movimento lottarono al mio fianco con lo stesso spirito, decise a comunicare al mondo la grandezza del nostro maestro e del Buddismo del Daishonin che Toda, più di chiunque altro, ci aveva trasmesso. Esse seguirono coraggiosamente la mia guida per ripagare il debito di gratitudine verso il maestro. Le loro voci pure e sincere riecheggiarono in tutto il Giappone.
Quell’aprile di cinquantuno anni fa, mentre molti insinuavano che la fine della Gakkai fosse vicina, la nostra organizzazione proseguì senza sosta nel suo slancio in avanti.
I risultati delle attività di propagazione nell’aprile del 1958 superarono di cinquemila nuovi membri quelli di marzo, con un totale di 29.008 famiglie. A maggio aumentammo di 33.035 nuovi membri e a giugno oltre 32.000, giungendo a un totale di 900.000 famiglie. Questa vittoria decisiva, nella quale il coraggio e l’impegno assiduo delle donne ebbero un ruolo fondamentale, stupì l’opinione pubblica ribaltando completamente tutte le previsioni.

[…] Il Buddismo insegna il principio di non dualità di vita e morte. In tal senso, al livello più profondo le vite del maestro e dei discepoli sono una cosa sola, che trascende i confini di vita e morte. Quando comprenderemo questo, anche le nostre vite traboccheranno di una forza senza limiti.

[…] Ho sempre agito in accordo con il coraggioso ruggito di leone del mio maestro, celebrando ogni anno l’anniversario della sua morte con la prova concreta delle mie vittorie.
Per i discepoli, il periodo che va dal 2 aprile al 3 maggio è il tempo di mostrare al maestro la prova concreta delle proprie vittorie.
È anche il tempo in cui promettere al maestro di realizzarne di nuove, e di agire per farlo.

Lottando fianco a fianco
e realizzando vittorie in questa esistenza
avanziamo con gioia,
rispondiamo all’appello del nostro maestro!

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