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Tenete alto il fiero vessillo Soka! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:26

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Tenete alto il fiero vessillo Soka!

Daisaku Ikeda

aprile 2023

L’ultimo emozionante scambio di sguardi tra Makiguchi e Toda, fondatori della Soka Gakkai, nel quartier generale della polizia di Tokyo. Ottantant’anni dopo, il loro spirito coraggioso e compassionevole continua a ispirare gli sforzi di chi si impegna attivamente nel dialogo per creare un mondo più umano e pacifico

Foto di Daisaku Ikeda, Tokyo, aprile 2021
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Il legame spirituale tra maestro e discepolo è estremamente profondo e libero. 
L’ultimo incontro tra Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda si concentrò in un istante, poco dopo che erano stati arrestati per le loro convinzioni religiose.[1] Si incrociarono nel corridoio del quartier generale della polizia mentre Makiguchi veniva trasferito in un centro di detenzione. Toda gridò, con il cuore colmo di mille emozioni: «Sensei la prego, abbia cura di sé!». In seguito, rivolgendosi al suo defunto maestro durante una cerimonia commemorativa, disse: «Sensei, lei annuì senza dire una parola. Nel suo portamento e nei suoi occhi ho visto una compassione e un coraggio infiniti». 
Tutto questo accadeva ottant’anni fa. Oggi, lo spirito dei primi tre presidenti continua ad ardere intensamente negli sforzi dei campioni di kosen-rufu che seguono il loro esempio impegnandosi attivamente nel dialogo per creare un mondo più umano e pacifico. Riesco a immaginare i presidenti Makiguchi e Toda, con i volti luminosi e sorridenti, mentre ci lodano e vegliano su tutti noi.
Ne Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, un Gosho che Makiguchi aveva molto a cuore, Nichiren Daishonin scrive:

«Tutte le tue azioni virtuose metteranno nella tua vita buone radici e benefici. Pratica la fede con questa convinzione». E ancora: «Se comprendiamo che la nostra mente, o vita, in questo istante è myo, allora comprenderemo che essa è la Legge mistica anche negli altri istanti.[2] Tale comprensione è il mistico kyo, o sutra» (RSND, 1, 4).


Nel Buddismo nulla va mai sprecato. Le nostre preghiere e i nostri sforzi dediti al bene degli altri, alle nostre comunità locali e alla società intera colmano la nostra vita di «buone radici e benefici» facendoci risplendere come entità di Myoho-renge-kyo, la Legge mistica. La gioia che ne deriva si diffonde in un meraviglioso effetto a catena, da una persona all’altra, da oggi a domani.
Toda Sensei affermò che lo spirito della Soka Gakkai è quello di continuare ad adoperarsi, nonostante tutti gli ostacoli, per il miglioramento del Giappone e del mondo intero, e per portare pace e felicità alle persone in ogni parte del pianeta. Egli ci esortò ad alzarci risolutamente, con la fierezza del re leone, e dichiarò che tutti coloro che si uniscono al nostro grande movimento manifesteranno la Buddità, senza alcuna eccezione.
Anche se ogni giorno possiamo essere molto occupati con le nostre attività per kosen-rufu, non esiste onore più grande o profondo che impegnarci al fianco dei nostri “buoni amici” per contribuire al meglio alla felicità delle persone.
Illustri pensatori di tutto il mondo ripongono grandi speranze nello spirito dell’umanesimo Soka di credere, risvegliare e unire la bontà innata di tutti gli esseri umani.
Con il cuore del re leone, anche oggi creiamo un contatto con gli altri e condividiamo la filosofia di speranza del Buddismo del Daishonin, proprio come hanno fatto i presidenti Makiguchi e Toda! 

Siate orgogliosi!
Voi incarnate il grande spirito Soka
di maestro e discepolo.
Innalzate trionfanti
il vessillo della vittoria delle persone comuni!


[1] Il 6 luglio 1943 i maestri Makiguchi e Toda furono arrestati dalle autorità militariste giapponesi e accusati di aver violato la famigerata legge per il mantenimento dell’ordine pubblico e del reato di lesa maestà. Il loro ultimo incontro avvenne il 25 settembre, presso il quartier generale della polizia, quando si incrociarono mentre Makiguchi veniva trasferito al centro di detenzione di Tokyo, a Nishi-Sugamo, nel quartiere di Toshima.

[2] Questa frase si può interpretare anche: «Se comprendiamo che la nostra mente, o vita, in questo istante è myo, allora comprenderemo che anche la mente o vita degli altri è la Legge mistica». 

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