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Un incoraggiamento nel cuore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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Un incoraggiamento nel cuore

Emanuela Bergonzoni, Bologna

Emanuela ha raccontato la sua esperienza durante lo streaming del corso donne. In seguito a un doloroso trauma, Emanuela decide di sperimentare la pratica Buddista per superare le sue paure. L’incontro con il maestro Ikeda segna un punto di svolta nel riconoscere il suo valore come artista per kosen-rufu e per realizzare la sua famiglia armoniosa.

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Conosco il Buddismo dall’età di diciassette anni e a ventuno decisi di provare a praticare, in un momento drammatico: mio padre, in un istante di follia, uccise mia madre, manifestando così la sua malattia mentale, schizofrenia paranoide
Sono sempre stata, una ragazza introversa, cupa e con problemi relazionali, inoltre, improvvisamente tutto ciò in cui credevo fino a quel momento: la mia famiglia, era crollato. Fu un impatto così forte e assordante che aveva spazzato via qualsiasi emozione, ero un involucro vuoto. Infatti, mi muovevo come un automa per fare fronte alle situazioni contingenti, tra cui, la più importante era la responsabilità e tutela legale di mio fratello ancora minorenne. La sfiducia incombeva su ogni aspetto della mia vita. Andavo avanti aspettando il crollo definitivo. Non potevo continuare così.
I primi sorprendenti sette anni di pratica mi hanno permesso di sopravvivere!! Ho cucito con il Daimoku le lacerazioni interiori. Recitavo tantissimo Daimoku, perché non mi sembrava di avere alternative se non quella di decidere di diventare felice e credere nelle parole del budda.
Grazie allo studio del Gosho ho compreso che, indipendentemente da quel dolore, la mia tendenza karmica era di essere dominata dalla paura. Così ho dedicato tutta me stessa a trasformare quella causa interna, sforzandomi contemporaneamente di riconoscere il mio eterno valore di bodhisattva. Ho accompagnato dieci amici a ricevere il Gohonzon sfidandomi in tutte le attività della Soka Gakkai. 
Sono riuscita così a maturare nei confronti di entrambi i miei genitori la stessa infinita compassione e gratitudine. Ho abbattuto le barriere di separazione tra me e loro e finalmente ho smesso di vivere nella prospettiva di vittima superando la devastazione interiore, tanto da prendermi cura di mio padre fino alla sua scomparsa, avvenuta pochi mesi fa. 
Ho percepito che la trasformazione del karma della mia famiglia sarebbe stata la prova concreta della validità del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Come afferma Sensei nella Saggezza del Sutra del Loto:

«L’espressione “figlia del re drago” esprime l’unità di genitore e figlio, cioè padre e figlia che conseguono insieme la Buddità. Con la propria Illuminazione la figlia può salvare anche il padre» (Esperia, vol. 2, pag. 55)

Così dalle ceneri della mia famiglia di origine ho costruito la mia nuova famiglia: sono sposata dal ‘90 con un compagno di fede e condividiamo l’obiettivo di una famiglia di valore insieme ai nostri figli Sara e Alessio.
La relazione col maestro è diventata negli anni la struttura portante della mia fede più essa si rafforzava, più il coraggio si manifestava nella mia vita. 
In maniera sorprendente, il maestro Ikeda ha dedicato proprio a me alcune parole del saggio del 2001 “BolognaAlma Mater degli studi e della ricerca”:

«Nel luglio del 1992, mentre stavo viaggiando in treno da Firenze a Milano, i miei amici bolognesi si riunirono alla stazione di Bologna. Tra loro c’era una donna con una bambina piccola, insieme a mia moglie la incoraggiammo nei nostri cuori: “Ti prego di continuare a imparare per tutta la vita e di risplendere come un faro di speranza per la società”» (NR, 722, 5)

Così, con il maestro nel cuore, ho imparato a lottare e anche a vincere, affrontando e superando tutti i problemi che la vita mi ha posto. 
Tra questi la malattia autoimmune che Alessio ha manifestato a 8 anni. Nel 2010 improvvisamente le sue piastrine erano scese a meno di 20 mila… cioè era a rischio di vita. Con mio marito e il sostegno di tanti parenti e praticanti ci impegnammo in una strenua lotta e il risultato delle nostre preghiere fu che in un paio di anni le piastrine di Alessio si erano stabilizzate a 130 mila, ma ancora perdurava l’ombra di un possibile peggioramento. Insieme vincemmo nel 2017 quando le sue piastrine salirono a 227 mila e fu dichiarato fuori pericolo.
Anche nel lavoro ho dovuto affrontare tante sfide. 
Fin da ragazza avevo l’obiettivo di vivere della mia creatività. Per 20 anni ho lavorato in libera professione come autore di gioielli, costruendo una solida esperienza professionale e tantissime soddisfazioni ma guadagnavo poco ed ero costantemente precaria. Poi la svolta nel 2009: partecipai a una graduatoria per l’insegnamento, risultai prima e firmai un contratto con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Questa realizzazione è stata possibile grazie all’incontro con Sensei e al suo “incoraggiamento nel cuore”.
Nel saggio che ho citato prima Sensei prosegue:

«Aveva rinunciato a proseguire gli studi universitari a causa della sua dislessia, tuttavia dopo il nostro incontro decise di sfidarsi nuovamente per fare emergere tutto il suo potenziale» (Ibidem)

 Infatti, nonostante le mie difficoltà nello studio causate dalla dislessia e con Sara ancora piccola iscrissi all’Accademia di Belle arti di Bologna nel ‘95 e nel 2000 conseguii la laurea in scultura che mi permise di insegnare.
Seguiranno molti di lavoro ancora precario in diverse Accademie: Milano, Firenze, Foggia e Ravenna. Dal 2015 avevo l’obbiettivo impossibile di entrare a ruolo alla Accademia di Ravenna, che era in iter di statizzazione da ben 40 anni! E questo bloccava il trasferimento. Ma con il potere della preghiera i meccanismi della burocrazia hanno ripreso a funzionare e il mio obiettivo impossibile si è realizzato: dal primo gennaio l’Accademia di Ravenna è statale e proprio il 2 gennaio ho firmato la presa di servizio come docente di Design del gioiello!
Puntando al 2030, sono decisa a portare il mio contributo nella scuola sostenendo gli studenti nel loro difficile percorso artistico, coerente con quanto scritto dal maestro: «Ora insegna alla Accademia di Belle Arti dove aiuta ogni studente a sviluppare la propria creatività» (Ibidem), tra cui mia figlia Sara che mi ha fatto il bellissimo regalo di ereditare la mia passione e oggi anche lei crea gioielli. Desiderosa di ricambiare tanto sostegno ricevuto dal maestro e dalle mie compagne di fede, sono fermamente motivata a creare unità nella famiglia Soka facendo emergere i successori di kosen-rufu.

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