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IL MAESTRO IKEDA CI INCORAGGIA A NON SMETTERE “MAI E POI MAI” DI DIALOGARE, PERCHÉ IL DIALOGO È UNA SCELTA DI PACE. MA COME FACCIO IO, PERSONA COMUNE, A DIALOGARE CON I POTENTI DELLA TERRA AFFINCHÉ SI METTA FINE AI CONFLITTI?
Questa domanda sottolinea l’importanza del dialogo, che, a partire da Shakyamuni, è al centro del Buddismo. Nichiren Daishonin dialogava con costanza anche per iscritto tramite le lettere inviate ai suoi discepoli e i trattati rivolti alle istituzioni del suo tempo. E così hanno fatto i tre presidenti fondatori. In particolare il maestro Ikeda ha incontrato e dialogato con importanti leader religiosi, politici, scienziati e altre personalità per trovare un punto di vista condiviso per la risoluzione dei problemi che affliggono la società globale.
Come ci hanno mostrato i nostri maestri, il punto fondamentale per creare un dialogo che possa portare a un cambiamento è la propria condizione vitale.
In un recente saggio intitolato La fiera missione della SGI nel quale, tra l’altro, fa riferimento alle sue Proposte di pace presentate ogni anno, dal 1983 al 2022, il presidente Ikeda scrive:
«Il Daishonin afferma che tutta la saggezza che effettivamente pone fine “ai tormenti della popolazione” e aiuta la gente, sia essa buddista o non buddista, contiene in sé “la saggezza del Buddismo” (cfr. Il kalpa della diminuzione, RSND, 1, 995). Ciò significa che la nostra sfida consiste nell’assumerci la responsabilità sia della missione religiosa di diffondere la Legge mistica, sia della missione umana e sociale della pace nel mondo»
Attraverso la nostra personale rivoluzione umana, che realizziamo giorno dopo giorno con la preghiera e l’allenamento nell’attività della Soka Gakkai, a nostra volta riusciamo a dar vita a dialoghi che permettono alla nostra e altrui Buddità di emergere.
A questo proposito, Sensei scrive:
«Il movimento per la pace non è qualcosa lontano da noi. La chiave è che ogni persona riesca a vincere sulla propria tendenza egoistica a pensare solo a se stessa. Come coltivare una sensibilità in grado di percepire la sofferenza degli altri come propria? È importante sforzarsi in questa direzione nella vita di ogni giorno» (La mappa della felicità, Esperia, 26 gennaio)
Sensei chiarisce quanto è importante alzarsi da soli, ma sottolinea anche che a fare la differenza è il fatto di non concentrarsi solo su noi stessi, riuscendo a coltivare i legami che abbiamo creato e che stiamo continuando a creare con le persone che abbiamo vicino ogni giorno, che siano compagni di fede o no.
Infatti, per quanto piccolo e insignificante possa sembrarci l’impatto delle nostre azioni, l’unità di cui parla il Buddismo è davvero la forza trainante per cambiare le sorti del mondo. Ne La nuova rivoluzione umana, Sensei scrive a riguardo:
«Il gruppo decise di fare una sosta nei giardini che contornavano il ponte. Un cartello spiegava che il tirante aveva un diametro di 92,4 cm ed era formato dall’intreccio di 97.572 cavi. “È vero che i singoli cavi non sono molto grossi, ma quando sono intrecciati assieme in gran numero acquistano una resistenza incredibile” disse Shin’ichi. “Ciò fa pensare al concetto di unità definito come diversi corpi stessa mente (itai doshin). Nella Soka Gakkai, anche se lo sforzo di una singola persona può sembrare irrilevante, quando è combinato assieme a quello di altre persone, che per di più sono fermamente unite tra loro, dà luogo a un’energia inimmaginabile» (NRU, 1, 119)
E nel saggio La fiera missione della SGI Sensei scrive:
«Lo spirito dei nostri dialoghi volti a realizzare l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” è credere, parlare, richiamare, far emergere e mobilitare il potere intrinseco delle persone, caratterizzato da qualità come la forza d’animo, il coraggio, l’amicizia, la solidarietà, la saggezza e la tenacia. Nichiren Daishonin scrive: “E tuttavia non sono scoraggiato. Il Sutra del Loto è il seme, il Budda il seminatore e la gente il campo” (Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità, RSND, 1, 664).
Quando recitiamo Daimoku e parliamo agli altri con coraggio, sincerità e perseveranza, le nostre voci diventano semi della speranza, semi che producono fiori e frutti a profusione, senza limiti, dando vita a fertili campi di pace in tutto il mondo.
Continuiamo a impegnarci nei luoghi che abbiamo scelto per realizzare la nostra missione insieme ai nostri compagni di fede della SGI di tutto il mondo, che continuano a emergere dalla terra sempre più numerosi!
Oggi e ancora domani, con la determinazione “E tuttavia non sono scoraggiato”, piantiamo con orgoglio i semi della pace della Legge mistica!»
Il punto cruciale da approfondire con la nostra vita, attraverso la preghiera e lo studio, è quindi percepire il nostro assoluto valore e continuare ad agire con perseveranza, non dimenticandoci mai che siamo parte di un movimento globale di cambiamento fondato sul dialogo.
