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La simultaneità di causa ed effetto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:51

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La simultaneità di causa ed effetto

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Nichiren Daishonin scrive: «Myoho-renge-kyo è paragonato al loto» (RSND 1, 374). La pianta del loto produce contemporaneamente i fiori e i baccelli contenenti i semi, rappresentando in questo modo la «meravigliosa unica Legge che possiede simultaneamente sia la causa sia l’effetto». Questo principio di simultaneità di causa ed effetto significa che sia i nove mondi (la causa) sia il mondo di Buddità (l’effetto) esistono simultaneamente in ogni istante di vita e perciò non c’è nessuna differenza essenziale tra un Budda e una persona comune. Quando dalla nostra vita facciamo emergere la suprema condizione della Buddità, l’intera rete di cause ed effetti che costituisce il nostro karma personale si trasforma radicalmente, cominciando a basarsi sull’Illuminazione anziché sull’illusione e a operare dunque per favorire il nostro progresso e il nostro sviluppo come esseri umani.
Un altro attributo del loto è il fatto che sebbene esso cresca nell’acqua fangosa i suoi fiori restano puri e leggiadri, proprio come la natura di Budda che emerge pura e immacolata dalle vite delle persone comuni, contaminate dalle illusioni e dai desideri.

Indirizzare positivamente i nostri desideri

L’esistenza umana è stata spesso vista come un vortice ribollente di desideri, impulsi e istinti che dà origine a vizi e a sofferenze. Una persona dominata dai propri desideri non è in grado di costruire un’identità forte e libera ma resterà in balia delle mutevoli circostanze della sua vita, ed è per questa ragione che alcuni insegnamenti religiosi sostengono che sradicare i propri desideri sia l’unica via verso la salvezza.
Il desiderio è però una funzione intrinseca della vita individuale, e in ultima analisi non lo si può estinguere senza estinguere la vita stessa. Il desiderio non è quindi qualcosa di necessariamente dannoso, ma ha una valenza neutra in quanto ha il potenziale sia di nuocere sia di giovare all’esistenza umana.
Ciò che conta non è perciò sopprimere i desideri, bensì indirizzarli verso fini umanamente nobili. Ed è qui che entra in gioco il Buddismo. Secondo il Buddismo, una volta attivata la Buddità il funzionamento dei desideri favorisce la nostra crescita individuale e il raggiungimento dell’Illuminazione. Se, al contrario, diamo libero sfogo ai nostri desideri senza averli prima orientati sulla base di uno stato vitale più elevato, la loro azione sarà distruttiva, causandoci angoscia o addirittura mettendo a rischio la nostra stessa vita.

Sviluppare il nostro potenziale

L’importanza del Buddismo sta nell’avere scoperto che la natura illuminata esiste in tutti gli esseri viventi e nell’avere stabilito una pratica che ci permette di farla emergere, ricavando così il massimo significato dalla nostra vita. Entrambi questi aspetti sono di grande rilevanza per la civiltà moderna, che è da tempo intrappolata in una palude spirituale. La chiave per uscire da questa palude è lo sviluppo del supremo potenziale umano che ognuno di noi possiede.

(cfr. I misteri di nascita e morte, pag. 201)

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