A febbraio del 2015 mi trovavo a Tirana, ero il responsabile della filiale albanese di una grossa società italiana che si occupa di prodotti chimici industriali. Percepivo una retribuzione ragguardevole rispetto a molti colleghi della sede italiana.
Il lavoro andava benissimo e insieme ai colleghi albanesi eravamo riusciti a raggiungere obiettivi lusinghieri.
Improvvisamente la direzione decise per il mio rientro in Italia. Senza spiegazioni venni demansionato e destinato a un nuovo improbabile incarico. E di lì a una settimana, fui licenziato.
Iniziai quindi una nuova attività nella ristorazione in Albania, che stava avendo molto successo. Ma dopo qualche mese fui estromesso dalla società e a nulla valse la mia denuncia per truffa.
Tornai in Italia, a Perugia. Mi trovai quindi costretto a iniziare nuovamente da zero. A cinquantacinque anni. Divenni agente di commercio cercando di guadagnarmi almeno il necessario per vivere. Così non è stato.
Passavo giorni, settimane, a volte mesi senza fare un solo ordine. Giravo a vuoto e i miei debiti crescevano. Iniziò una fase sempre più buia, che mi portò a decidere che non valeva la pena di vivere. Ogni giorno pensavo a come sparire senza recare fastidio alcuno ai pochi parenti che mi erano rimasti.
In tutto questo tempo, la persona che mi ha parlato di Buddismo per la prima volta, Luisa, continuava a chiamarmi, sostenermi, mandarmi guide e incoraggiamenti, tutti i giorni. Io non volevo saperne. Poi, alla fine dell’estate del 2017, a Bari, mia città d’origine, fui accompagnato a una recitazione di Daimoku da Luisa e per la prima volta vidi il Gohonzon.
Tornato a Perugia venni introdotto in quello che sarebbe diventato il mio gruppo. Fui accolto con molto calore e tutti, dal primo istante, hanno fatto in modo di non farmi mancare mai il loro sostegno. Alla fine del 2017 iniziai a recitare Daimoku con regolarità e a leggere i libri del maestro Ikeda che mi erano stati donati.
Man mano che avanzavo con le letture e il Daimoku, iniziava a svanire il senso di inutilità dei mesi precedenti, nonostante la mia situazione economica continuasse a precipitare. Dentro di me sentivo sgorgare una grande energia. Tante persone cominciarono a tendermi una mano aiutandomi ad affrontare i momenti che dubitavo di poter superare, con il lavoro di agente di commercio che continuava ad andare malissimo e io che riuscivo a sbarcare il lunario servendo a tavola e lavando i piatti durante i weekend.
A ottobre del 2018 ricevetti il Gohonzon. Quello fu il punto di svolta. Qualche mese dopo nella mia vita arrivò colei che è la mia attuale compagna, anche lei praticante, che in quel momento stava affrontando una grave malattia. Oggi, con profonda gratitudine, possiamo dire che è fuori pericolo.
Continuando ad approfondire il Buddismo ho rafforzato costantemente la fiducia in me stesso, nelle mie potenzialità e nel valore della mia esperienza. Ad aprile del 2019 ho ottenuto un contratto di lavoro a tempo determinato, finalmente un’entrata sicura! E alla scadenza del contratto ho deciso fermamente che il mio successivo lavoro mi avrebbe dato gioia, consentendomi di condurre una vita dignitosa e soprattutto di riappassionarmi.
Nel 2020 abbiamo cambiato casa e la nuova sistemazione aveva uno spazio che trasformai in una piccola bottega da falegname, la mia passione di sempre! Nonostante il lockdown iniziai a fare piccoli lavori per amici. Il passaparola e il sostegno di molte persone portarono altro lavoro, mentre la mia compagna iniziava a lavorare nella scuola con incarichi annuali.
Le difficoltà non cessavano, ma il nostro spirito di non demordere era molto forte. Ho attraversato momenti in cui sembrava che tutti gli sforzi fossero vani. Eppure grazie allo studio del Buddismo e alla partecipazione agli zadankai, mi accorgevo che il mio stato vitale cambiava. Nel frattempo mi hanno affidato una responsabilità di gruppo, ho iniziato a fare attività di protezione nello staff prometeo e a fare costantemente l’offerta per kosen-rufu.
L’anno scorso la figlia di un amico mi ha riferito che nella fabbrica di mobili dove lavorava cercavano una figura che coincideva con il mio profilo e ha segnalato la mia disponibilità.
Così, a sessantuno anni, ho iniziato a lavorare come capo squadra in laboratorio!

In questi anni ci sono stati momenti molto duri, ma grazie alla pratica buddista sono stato sempre protetto, non mi è mai mancato l’indispensabile. Quando rimanevo con pochi spiccioli arrivava sempre del lavoro, o un cliente che mi dava un anticipo… Ho parlato di Buddismo a tante persone e una di loro ha ricevuto il Gohonzon, e questa per me è una gioia immensa!
Oggi posso dire che grazie alla pratica, alle guide di Sensei a al sostegno dei compagni di fede sono riuscito a comprendere che bisogna desiderare di combattere e vincere le nostre battaglie con la stessa intensità con la quale desideriamo il bene dei nostri cari.
Il maestro Ikeda scrive:
«Una volta che ci è chiaro il nostro vero scopo nella vita, possiamo creare il massimo valore possibile da ogni sfida che ci capita lungo il cammino» (BS, 170, 65).
Determino di sostenere sempre i compagni di fede e tutte le persone con le quali entro in relazione perché il Buddismo di Nichiren Daishonin mi ha insegnato quanto è fondamentale sostenere gli altri.
