Durante la nostra storica Campagna di febbraio[1] (1952), i compagni di fede del capitolo Kamata e io, sfidando i freddi venti invernali, pregando e sforzandoci instancabilmente, entrammo in contatto con innumerevoli persone intorno a noi per condividere e diffondere il Buddismo di Nichiren Daishonin.
C’è un passo del trattato del Daishonin La scelta del tempo che leggevamo insieme con passione ed entusiasmo:
«Per coloro che si preoccupano della prossima vita è meglio essere persone comuni nell’Ultimo giorno della Legge, piuttosto che potenti sovrani nei duemila anni del Primo e del Medio giorno» (RSND, 1, 485).
Dedicare la vita a kosen-rufu in quest’epoca corrotta come persone comuni “senza fama e senza corona”, recitando Nam-myoho-renge-kyo e affrontando volontariamente tutte le difficoltà per realizzare questo ideale, è un onore molto più grande che essere «potenti sovrani» in un’epoca gloriosa.
Pieni di gratitudine nei confronti di Nichiren Daishonin e del nostro maestro Josei Toda, per averci trasmesso il supremo orgoglio e la gioia di essere “persone comuni in questo Ultimo giorno della Legge”, noi del capitolo Kamata ci tuffammo fra coloro che stavano soffrendo e li incoraggiammo con convinzione dicendo: «Vinciamo e diventiamo felici insieme!».
Mentre stavamo per inviare il resoconto finale dei nostri sforzi di quel mese, che ci avevano portato ad abbattere insieme ogni tipo di muro, proprio in quel momento una responsabile di settore si precipitò nella stanza e con un sorriso raggiante annunciò senza fiato: «Aspettate! Un’altra famiglia ha iniziato a praticare!». Fu così che raggiungemmo l’incredibile record di duecentouno nuove famiglie di praticanti in un capitolo, in un solo mese.
La nostra famiglia Soka è un grande raduno di Bodhisattva della Terra con una profonda missione. Anche quando sono alle prese con gli assalti sconcertanti del karma, i nostri membri continuano a lottare con fede invincibile e autentica umanità, così come sono, per aiutare una persona dopo l’altra a creare un legame con il Buddismo di Nichiren Daishonin, la causa fondamentale della felicità.
Agli albori del nostro movimento, molte persone nella società disprezzavano i membri della Soka Gakkai poiché stavano affrontando povertà e malattie. Con una sonora risata, Toda Sensei rispondeva a tali critiche: «E allora ditemi, voi quante persone sofferenti avete aiutato?».
Non importa cosa dicono gli altri, coloro che si impegnano con la massima dedizione e senza riserve per il bene del Buddismo e il benessere delle persone, della propria comunità e della società intera, risplendono della dignità e della fortuna dei “campioni delle persone comuni”.
In una giornata nevosa di sessant’anni fa, quando mi trovavo in Europa, parlai con i compagni di fede dell’importanza di continuare ad andare avanti con coraggio anche in mezzo alle bufere delle avversità. Convenimmo sul fatto che, quando agiamo, i nostri cuori resi piccoli dalla paura si aprono e si espandono; quando ci rivolgiamo agli altri con coraggio e determinazione, riusciamo a far sì che anche i nostri nemici diventino alleati.
Con la ferma convinzione che “la Soka Gakkai è la regina del mondo religioso”, come dichiarò con orgoglio Toda Sensei, affidiamo la corona dei campioni delle persone comuni ai nostri giovani successori, principi e principesse che stanno crescendo in modo così dinamico!
Facendo emergere potente
il cuore del re leone,
abbattete ogni muro
e aprite la strada
ai sorrisi radiosi delle persone.
[1] Campagna di febbraio: nel febbraio del 1952 Daisaku Ikeda, allora consigliere del capitolo Kamata di Tokyo, avviò una campagna di propagazione insieme ai membri di Kamata, superando il precedente record mensile di circa cento famiglie di nuovi membri e realizzando il record di duecentouno nuove famiglie praticanti in un mese.