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Con la stessa convinzione del generale Tigre di Pietra - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:28

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Con la stessa convinzione del generale Tigre di Pietra

Giulia Celeghini, Prato

Determinando di credere in se stessa con assoluta fiducia e convinzione, a quarant’anni e con due figli piccoli Giulia è riuscita a rivoluzionare la sua vita lavorativa realizzando ciò che riteneva impossibile. Oggi con profondo senso di missione si dedica ai bambini stranieri con il desiderio di incoraggiare e sostenere le loro preziose vite

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Sono arrivata a Firenze nel 2002 per studiare alla facoltà di Lettere e Filosofia con un indirizzo legato al costume e alla moda. Dopo la laurea triennale ho iniziato subito a lavorare nel settore dell’abbigliamento con il desiderio di essere indipendente. Nel frattempo ho conosciuto mio marito, e grazie al mio e al suo lavoro abbiamo potuto costruire la nostra vita insieme.
Ho lavorato nel settore dell’abbigliamento per circa quindici anni, ma sentivo sempre più di non riconoscermi in questo mondo.

Grazie alla pratica buddista ho ricevuto grandi benefici, come la possibilità di lavorare vicino casa con un contratto part time che mi permetteva di prendermi cura dei nostri due bambini, ma continuavo a sentirmi come se ogni giorno mettessi da parte la “vera me stessa” per vestire i panni di un’altra. 
Nella primavera del 2021 ero arrivata al limite della sofferenza: lavoravo in una ditta familiare, avevo un rapporto difficile con la titolare e sentivo tutta la pesantezza di portare avanti la produzione, e in più non sopportavo lo sfruttamento dei lavoratori stranieri a cui assistevo ogni giorno. Recitavo Daimoku per resistere e creare valore lì dov’ero, e tuttavia mi sentivo in un vicolo cieco.

A maggio 2021 abbiamo tutti contratto il Covid: i bambini e mia suocera in forma leggerissima mentre io, mio marito e mio suocero in forma più grave. Nel giro di pochi giorni tutto è precipitato: mio suocero e mio marito sono stati ricoverati, e la vita di mio marito era seriamente in pericolo.
In quei momenti di difficoltà estrema, sola in casa, malata, con i bambini da rassicurare, non ho vacillato e ho recitato Daimoku con la fiducia incrollabile che a questa grande sfida sarebbe seguita una rinascita.
Le giovani mamme della mia zona mi hanno molto sostenuta, insieme a tante persone vicine e lontane.Alla fine siamo guariti tutti e dopo quindici giorni anche mio marito è tornato a casa sano e salvo, anche se molto provato.

Ero a un punto di svolta: sentivo che la mia famiglia aveva bisogno di me e così ho dato le dimissioni.
Durante l’estate, di nuovo tutti e quattro riuniti, abbiamo avuto il tempo per riprenderci e finalmente sono riuscita a fare chiarezza dentro di me: studiando la vita di Tsunesaburo Makiguchi (BS, 209, 17) e leggendo articoli sull’insegnamento come missione, dentro di me si è accesa una luce.
Ho compreso che desideravo che il mio lavoro fosse il mezzo per creare valore nel mio ambiente, una missione in cui mettere finalmente tutta me stessa.
Così ho deciso di rimettermi a studiare.
La mia laurea triennale non era sufficiente per insegnare a scuola, ma bastava per iscrivermi all’esame di abilitazione all’insegnamento dell’Italiano agli stranieri, cosa che mi aveva sempre interessato ma non avevo mai approfondito.

Ho studiato tutta l’estate con entusiasmo crescente. Nel frattempo dovevo lavorare e ho trovato facilmente un’altra ditta di pronto moda dove mi hanno fatto un contratto di sei mesi.
Nella nuova azienda c’era un bell’ambiente: le colleghe erano gentili e solidali, e ho avuto occasione di parlare di Buddismo a una di loro. Vedevo il lavoro in modo nuovo: come un trampolino di lancio verso il mio vero obiettivo, quello di realizzare la mia rivoluzione umana.
Sono stati mesi molto faticosi, studiavo la sera dopo il lavoro e mi prendevo cura della vita familiare, sostenuta da mio marito e dai miei genitori che hanno creduto nel mio obiettivo.

A metà dicembre 2021 ho affrontato l’esame Cedils per la didattica dell’Italiano agli stranieri: l’ho trovato molto difficile e non mi sentivo affatto sicura del risultato, che sarebbe stato comunicato dopo due mesi. Questo periodo di attesa ha fatto affiorare molti dubbi: mi dicevo che ero un’illusa a voler rivoluzionare la mia vita lavorativa a quarant’anni e con due bambini piccoli, e che forse avevo puntato troppo alto.
Poi ho riletto il Gosho Il generale Tigre di Pietra (RSND, 1, 845) e ho deciso che volevo avere la stessa determinazione che permette di trafiggere una pietra con una freccia. Ho determinato di credere nella mia vita con la stessa forza e di dedicarmi con tutta me stessa a trasformare il mio lavoro nella mia missione.
Ogni giorno facevo un’azione concreta per avvicinarmi al mio obiettivo: ho iniziato a cercare contatti e a mandare mail chiedendo di fare esperienza come volontaria in associazioni e cooperative.

A fine gennaio 2022 ho ricevuto una chiamata da una cooperativa che cercava una persona da inserire subito come facilitatrice linguistica. Invece del volontariato mi hanno proposto un contratto di un anno, con orario part-time, come insegnante di Italiano ai bambini stranieri nelle scuole elementari e, incredibilmente, proprio nelle due scuole del mio quartiere!
Il mio contratto con l’azienda di abbigliamento scadeva dopo due settimane, così ho parlato con i titolari spiegando sinceramente che questa era l’occasione della mia vita e loro mi hanno compresa e lodata. 
Il 14 febbraio avrei iniziato il mio nuovo lavoro e due giorni prima ho ricevuto il risultato dell’esame: ce l’avevo fatta! Adesso ero a tutti gli effetti una insegnante di Italiano L2!

Sono passati dieci mesi e ogni giorno è una sfida e una scoperta. La sera fino a tardi preparo le lezioni per il giorno dopo, con passione ed entusiasmo. Dentro di me sento una motivazione incredibile e ogni giorno prego per riuscire a incoraggiare, sostenere e illuminare le vite preziose dei bambini che ho il privilegio di incontrare. Ho finalmente la sensazione di creare valore nel mio ambiente e nel mio quartiere con il mio lavoro, che ora è davvero la mia missione.
Ma non finisce qui! A luglio sono stata contattata dai miei coordinatori che mi hanno espresso il loro apprezzamento, insieme a quello delle insegnanti delle scuole dove ho lavorato, e mi hanno comunicato di volermi assumere a tempo indeterminato. Inoltre mi hanno confermato l’assegnazione delle due scuole primarie, a cui si è aggiunta una scuola media molto impegnativa, per cui le sfide si sono moltiplicate! Nel frattempo ho deciso di iscrivermi alla laurea magistrale per completare il mio percorso universitario.

Il mio desiderio è che questa esperienza sia di grande incoraggiamento per tutte le donne e le mamme, perché dimostra che con una grande determinazione e fiducia nella nostra vita possiamo realizzare l’impossibile!

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