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Domanda e risposta/1 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:17

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Domanda e risposta/1

Durante il summit europeo (14-15 gennaio) si è tenuta anche una sessione di domande e risposte. Di seguito la risposta alla prima domanda

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Studiando La nuova rivoluzione umana, apprendiamo come Sensei abbia condotto la sua lotta per kosen-rufu senza lesinare la propria vita.
Come possiamo allenarci a vivere con lo spirito di “Io sono Shinichi Yamamoto”, in modo da essere pronti ad assumerci la piena responsabilità di proteggere e far progredire il nostro movimento?
E come possiamo assicurarci che l’essenza dello spirito di maestro e discepolo venga trasmesso ai membri del Gruppo futuro, i nostri successori nella società e nella Soka Gakkai?

Studiare La nuova rivoluzione umana cambia profondamente il percorso della nostra pratica buddista e rende più potente il “motore della nostra fede”.
Generalmente, quando iniziamo a praticare il Buddismo tutti noi facciamo l’esperienza di recitare Daimoku e ricevere benefici, di fare attività nella Soka Gakkai e ricevere benefici. Poi, dopo un certo periodo di pratica iniziamo a incontrare sfide più profonde che non sono facili da risolvere e, sebbene con il Daimoku e le attività riusciamo a espandere il nostro stato vitale, non riusciamo a superare immediatamente la sofferenza né a cambiare le nostre circostanze.
Questi sono momenti cruciali nel percorso di fede in cui possiamo approfondire nel nostro cuore la fiducia nei confronti del nostro maestro. Per rendere ancora più salda questa fiducia nei confronti di Sensei, possiamo studiare la storia della sua vita e del suo percorso per realizzare kosen-rufu.
La nuova rivoluzione umana è la fonte per cercare risposte alle nostre domande e apprendere dall’atteggiamento del maestro, capire l’importanza della Soka Gakkai, la storia dei pionieri e, soprattutto, la relazione maestro e discepolo.
Cominciamo così a comprendere che non abbiamo nulla da temere finché continuiamo ad avanzare insieme al nostro maestro e a impegnarci per kosen-rufu nel luogo in cui ci troviamo adesso.
Quindi, come possiamo vivere rimanendo fedeli a noi stessi nello spirito di “Io sono Shin’ichi Yamamoto”? Sensei sta trasmettendo ai giovani la via insuperabile di dedicarsi alla Legge mistica senza lesinare la propria vita. Desidera profondamente che noi viviamo senza rimpianti, dedicandoci a kosen-rufu con lo stesso spirito con cui lui ha condotto la sua vita, basata sulla profondità del legame tra maestro e discepolo.
Domandarci come possiamo vivere le nostre vite incarnando lo spirito di “Io sono Shin’ichi Yamamoto” è davvero nobile e il fatto di porci questa domanda significa che lo stiamo già facendo!
Sensei scrive:

«In Lettera da Sado il Daishonin fa l’esempio del pesce ingannato dall’esca e degli uccelli catturati nella rete a dispetto dei loro sforzi per mantenersi al riparo dal pericolo (cfr. RSND, 1, 266).
Lo stesso tipo di illusione fondamentale, o ignoranza, si trova nella profondità dell’esistenza umana. Gli stati vitali distorti dell’avidità, della collera e della stupidità, che scaturiscono dall’ignoranza o oscurità, sono ciò che conduce a tragedie umane come la carestia, la guerra, le epidemie e la distruzione ambientale.
Fino a quando non riusciremo a trionfare su questa ignoranza innata, non potremo trasformare il karma dell’umanità» (NR, 433)

Questa ignoranza o oscurità fondamentale che riflette il karma dell’umanità esiste anche nella nostra vita. La trasformazione di questa radicata oscurità interiore inizia con una preghiera seria e sincera davanti al Gohonzon, giorno dopo giorno.
Questo è anche il modo in cui iniziamo a scrivere la nostra personale rivoluzione umana, che porta a trasformare il karma dell’umanità.
Lo studio de La nuova rivoluzione umana serve a superare le nostre illusioni, perché attraverso il suo esempio Shin’ichi Yamamoto ci ricorda che non stiamo vivendo solo per noi stessi, ma stiamo partecipando direttamente al movimento della rivoluzione umana insieme al nostro maestro e ai nostri compagni di fede.
Poiché il karma dell’umanità e gli stati vitali distorti di avidità, collera e stupidità sono così dominanti, lo studio de La nuova rivoluzione umana è un modo diretto per stabilire un dialogo con il maestro e questo ci aiuta a superare quegli stati vitali che tendono ad abbatterci, per condurre una vita in cui possiamo brillare e vivere al massimo delle nostre potenzialità, esattamente come siamo, nello spirito di Shin’ichi Yamamoto.
Facendo shakubuku e insegnando agli altri questa pratica, traendo dalla nostra vita la saggezza, il coraggio e la compassione del Budda che nascono da una profonda preghiera, stiamo dando l’esempio di cosa significa vivere nello spirito di Shin’ichi Yamamoto.
Impariamo così anche lo spirito di profondo rispetto e di valorizzazione di ogni persona che incontriamo, indipendentemente dallo status, dal background, dall’etnia, dall’età o dalla religione, e ciò è di ispirazione per agire nella stessa maniera con le persone che incontriamo nella nostra vita quotidiana.
In questo modo siamo tutti “estensioni” del nostro maestro, ma allo stesso tempo viviamo in modo fedele a noi stessi, poiché ognuno, ognuna di noi sta svolgendo la propria missione che solo lui/lei può compiere. Infatti siamo tutti diversi, incontriamo anche persone diverse, persone che solo noi abbiamo la possibilità di incontrare e con le quali possiamo creare un legame speciale attraverso un dialogo sincero. Per questo motivo, una singola persona che sostiene il Sutra del Loto è un Bodhisattva della Terra e ha una missione estremamente importante.
Sensei afferma quanto segue:

«Una singola goccia d’acqua è destinata a evaporare e scomparire, ma se si unisce al grande oceano resiste e si arricchisce come se fosse una goccia di eternità. Attraverso la dedizione alla Legge mistica noi possiamo abbandonare il “piccolo io” e basarci sul nostro “grande io”, rendendo ancora più brillante il nostro splendore innato. Quando ci risvegliamo a tale cambiamento riusciamo a portare le nostre esistenze alla loro completa pienezza. Questo è l’effetto fondamentale della nostra fede nella Legge mistica del tempo senza inizio» (NR, 433)

La relazione tra maestro e discepolo non è una teoria astratta, ma significa mostrare la grandezza del nostro maestro attraverso il nostro esempio, impegnandoci nella società e mostrando prove concrete. L’importante è non smettere mai di cercare il cuore del maestro e continuare a condividere la pratica buddista con gli altri, pregando per i nostri amici, compagni e familiari.
Nel capitolo “Il voto” del volume 30 de La nuova rivoluzione umana possiamo trovare risposta alla seconda parte della domanda: come possiamo allenarci a vivere con lo spirito di “Io sono Shin’ichi Yamamoto” in questo momento, in modo da essere pronti ad assumerci la piena responsabilità di proteggere e far progredire per sempre il nostro movimento?

«I requisiti fondamentali che permettono a un giovane di diventare un successore nel movimento di kosen-rufu sono coltivare una fede incrollabile, sviluppare se stessi e forgiare il carattere basandosi sulla consapevolezza della profonda missione dei Bodhisattva della Terra. È inoltre di estrema importanza che i giovani realizzino una crescita personale tramite lo sviluppo di qualità come lo spirito di sfidare se stessi, la perseveranza e il senso di responsabilità» (NRU, 30, 605)

Qui Sensei menziona due aspetti importanti dell’essere successori di kosen-rufu:
il primo è una convinzione incrollabile nella fede e il secondo è sviluppare la “consapevolezza della profonda missione dei Bodhisattva della Terra”.
L’unico modo di sviluppare sia una fede incrollabile, sia la consapevolezza di essere Bodhisattva della Terra, è recitare Daimoku.
Più avanti, nello stesso capitolo, Sensei scrive:

«Avere un maestro di vita significa avere un modello di comportamento, e non vi è scena più bella di quella in cui il maestro e i discepoli lottano insieme dedicando la loro vita al nobile ideale della pace e della felicità per tutti gli esseri umani.
Questa lotta condivisa tra maestro e discepolo che vivono le loro vite uniti dallo stesso impegno e dallo stesso spirito, è la linea di condotta che assicura lo sviluppo eterno di kosen-rufu.
Se il flusso di kosen-rufu crescerà fino a diventare un fiume possente che alimenta il mondo per tutti i diecimila anni e più dell’Ultimo giorno della Legge, dipenderà unicamente dai discepoli che proseguiranno il lavoro del maestro» (NRU, 30, 820)

Parlando dell’ultima parte della domanda, cioè come trasmettere l’essenza dello spirito di maestro e discepolo ai membri del Gruppo futuro, in un recente saggio Sensei afferma:

«In quanto laureato in quella che amo definire con affetto “università Toda”, ho dialogato con persone di ogni estrazione sociale – leader, comuni cittadini e bambini – stringendo legami cuore a cuore, da un essere umano all’altro, indipendentemente dalla posizione sociale, dal credo religioso e dalle convinzioni. Attraverso dialoghi franchi e aperti, ho comunicato chiaramente l’essenza della nostra religione umanistica, la religione per l’essere umano» (NR, 784)

Questo passo risponde perfettamente alla domanda, perché tutto dipende dal legame cuore a cuore che stabiliamo con tutte le persone con cui parliamo, inclusi i bambini.
Quando parliamo con i membri del Gruppo futuro stiamo interagendo come rappresentanti di Sensei. Perché siamo noi che trasmettiamo il suo spirito.
Una volta stabilito il nostro legame cuore a cuore con i membri del Gruppo futuro, riusciremo sicuramente a trovare le giuste parole per parlare del Buddismo in modo comprensibile per loro. Tutto si basa sul sincero sforzo di creare un legame con loro. In questo senso, possiamo interessarci alle cose che piacciono o che per loro sono importanti, mettendo in pratica queste parole del nostro maestro:

«Con la gioia della fede nel cuore, tutto ciò che dobbiamo fare è trasmettere con allegria e sincerità il nostro appassionato desiderio che i nostri amici diventino felici, la nostra assoluta convinzione che possono farlo. Dobbiamo solo parlare in modo sincero, così come siamo» (NR, 784)

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