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Il mio sogno è creare valore ogni giorno - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:34

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Il mio sogno è creare valore ogni giorno

Chiara Stefanacci, Genova

Recitando Daimoku e incoraggiando gli altri a fare lo stesso, Chiara ha fatto emergere dalla sua vita desideri e talenti che non pensava di avere. Perseverando anche nel dolore, è riuscita a riavvicinare i membri della sua famiglia e a ricevere un’importante promozione nel lavoro, affermandosi come educatrice

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Ho iniziato a praticare il Buddismo a ventidue anni e all’epoca ero assolutamente convinta di essere incapace in tutto. I miei genitori erano divorziati e quasi non si parlavano, e con mio fratello eravamo perennemente in lite. Avevo due desideri: il primo era tirare fuori i miei sogni, che all’epoca non avevo. Il secondo, avere una famiglia armoniosa. Iniziai a recitare due ore di Daimoku al giorno con questi obiettivi e uno dei primi benefici fu che notai una mia propensione verso la scrittura. 

Scrivere mi piaceva e mi riusciva con naturalezza. Decisi di sfidarmi e proposi al mio relatore di scrivere, al posto della classica tesi di laurea, un romanzo. Lui accettò e io mi laureai con il massimo dei voti. Nei due anni successivi pubblicai dei racconti su diverse riviste letterarie che mi portarono a realizzare che avevo delle capacità e le avrei volute sviluppare per incoraggiare gli altri. 
Nella sfera familiare le cose non seguirono lo stesso andamento: i miei genitori non approvavano la mia scelta religiosa e le discussioni con mio fratello peggiorarono drasticamente. Nonostante tutto, continuai le due ore di Daimoku al giorno e aggiunsi anche lo studio de La rivoluzione umana tutte le mattine. 

I benefici arrivarono all’improvviso, quando i miei genitori chiamarono me e mio fratello per chiederci di cenare tutti insieme, cosa che non accadeva da quando avevo quattro anni. Mio padre e mia madre si riavvicinarono. Uno dei miei desideri più grandi all’epoca era di passare un Natale tutti insieme, cosa che non era mai capitata e che accadde quello stesso anno! 
Fu un’esperienza davvero mistica perché fu il primo e l’ultimo Natale che passammo insieme: mia mamma, infatti, morì tre mesi dopo, a marzo del 2018. Il periodo in cui mia madre venne ricoverata in ospedale fu terribile e difficilissimo da gestire. 

In quei mesi non facevo che leggere questo incoraggiamento di Sensei: 

«La via diretta per costruire una famiglia armoniosa consiste nel diventarne il sole splendente» (Le cinque guide eterne, Esperia, pag. 7). 

Recitavo Nam-myoho-renge-kyo per essere quel sole in mezzo alla tempesta che tutta la mia famiglia stava attraversando e, inspiegabilmente, anche nel dolore, fu proprio così. Io e mio padre recitammo Daimoku insieme ogni giorno nell’ultima settimana di vita di mia mamma, per sostenerla fino alla fine. E la mia migliore amica iniziò a praticare e ricevette il Gohonzon.

Fu un periodo in cui sperimentai una fortissima solitudine e un dolore che non riuscivo nemmeno a tradurre in parole. Infatti smisi completamente di scrivere. Continuavo però a lottare recitando Daimoku e grazie a questo feci shakubuku a due mie amiche che ricevettero il Gohonzon.
A fine 2020 avevo già affrontato una sfilza di colloqui nella disperata ricerca di un lavoro, che poi trovai in un ente di formazione come segretaria con contratto di apprendistato.
Parallelamente mi venne proposto di entrare a far parte della redazione de Il volo continuo e, grazie agli sforzi compiuti all’interno della redazione, iniziai a scrivere tutti i giorni. 
A fine 2021 mi venne proposta la vice responsabilità nazionale del Gruppo studenti e proprio in concomitanza con questa nuova responsabilità la mia vita iniziò a sgretolarsi: sul lavoro insieme a una mia collega coetanea, iniziai a subire mobbing. Per sei mesi i nostri datori di lavoro si accanirono contro di noi, mandandoci richiami formali per ogni cosa. Nello stesso momento decisi di interrompere la relazione sentimentale che portavo avanti da quasi sette anni, con un grandissimo peso nel cuore. Mi sentivo una fallita, sopraffatta dagli eventi, e sprofondai così a fondo nel mio dolore che persi dieci chili in due mesi.

Fortunatamente i ritmi serrati della redazione e dell’attività buddista mi portavano a dare il massimo e a non crollare mai. Mio padre e mio fratello, di solito indifferenti, mi aiutarono in ogni difficoltà che affrontavo, facendomi sentire sostenuta e amata. Addirittura mio padre, un giorno, mi ricordò una frase che io gli ripetevo spesso quando era lui a stare male, e cioè che “il Budda è colui che sa sopportare”! 
Inoltre, dal momento in cui io e la mia collega iniziammo a studiare le guide di Sensei ogni mattina, i datori di lavoro cessarono qualunque attacco nei nostri confronti.

In questi sette anni di pratica mi sono focalizzata sui benefici visibili, trascurando l’importanza di quelli invisibili, che ora si stanno manifestando uno dietro l’altro. Difatti, per una serie di fortunati eventi, da maggio i miei capi mi hanno affidato un incarico di docenza per un laboratorio artistico per ragazzi e ragazze con disabilità che ha avuto talmente successo e apprezzamento che loro hanno deciso di affidarmi altri corsi. Il rapporto con i miei capi è talmente cambiato che mi hanno proposto un aumento di livello retribuito: ad oggi, non sono più segretaria ma educatrice a tutti gli effetti.

Ci sono stati diversi momenti in cui ho dubitato di star praticando correttamente perché la direzione degli eventi sembrava del tutto contraria a quelli che erano i miei sforzi e i miei desideri. Eppure ho realizzato che tutte le sofferenze, tutte le sfide di questi anni, oggi sono davvero il tesoro più prezioso per me e per la mia famiglia, profondamente unita seppure fisicamente separata. Sensei scrive:

«I giovani sono la chiave di volta per il futuro. Sì, è abbastanza facile da dire. Ma so che molti di voi si stanno chiedendo se possono davvero fare qualcosa di valido, qualcosa che abbia un valore duraturo, in questo momento di caos che il nostro mondo sta attraversando. Poiché siete proprio voi, so che ne sarete capaci. E lo farete» (In cammino con i giovani, p. 120).

Adesso, rispetto a sette anni fa, posso dire che un sogno ce l’ho: il mio sogno è creare il massimo valore ogni giorno.

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