In questo capitolo dal titolo Foglie verdi – che simboleggiano la gioventù – Shin’ichi si dedica strenuamente a far crescere persone di valore per assicurare il futuro di kosen-rufu e annuncia il 1961 come “Anno della gioventù”.
Shin’ichi ricorda che al tempo della presidenza di Toda, il Gruppo giovani si era assunto l’intera responsabilità dell’organizzazione. Si rammarica del fatto che, con l’espansione dell’organizzazione, il Gruppo giovani sia rimasto in ombra e concentrato principalmente sulle questioni interne al Gruppo e non all’organizzazione nella sua interezza.
Shin’ichi voleva piantare nel cuore dei giovani «il seme della consapevolezza della missione che li attendeva» (pag. 106). Durante una riunione informale incoraggia un ragazzo che gli pone questa domanda: «Presidente Yamamoto, al momento mi è molto difficile partecipare alle attività a causa dei miei impegni di lavoro. Come posso riuscire a fare entrambe le cose?».
Di seguito la risposta di Shin’ichi
«Il punto è decidere di dare il massimo in ogni campo e non retrocedere mai da questa decisione. Quando ci troviamo ad affrontare circostanze particolarmente difficili tendiamo facilmente a darci per vinti, come se avessimo stabilito che la situazione è senza speranza ancor prima di cercare delle soluzioni. Ci arrendiamo senza neanche lottare.
È questa la vera causa dell’insuccesso. Lo ripeto: occorre decidere di fare il massimo in ogni campo. Naturalmente bisogna anche trovare il tempo per recitare Daimoku, perché per sostenere un grande sforzo occorrono saggezza, energia e ingegno. Poi, in concreto, le soluzioni possono variare a seconda delle circostanze. Per esempio, se per motivi di lavoro si deve viaggiare molto e non si possono visitare i propri compagni, li si può incoraggiare inviando loro delle lettere. Oppure, se si lavora fino a tardi per sei giorni alla settimana ma si è liberi la domenica, si può decidere di fare in un solo giorno l’attività di un’intera settimana. Ogni persona può mettere a frutto le proprie risorse creative e trovare un modo originale per risolvere quel dato problema. In ogni caso il principio di base è lo stesso.
[…] Comunque, per affrontare correttamente il problema di cui stiamo parlando bisogna considerare la questione del tempo. Per esempio, è naturale che uno studente debba impegnarsi più del solito quando prepara un esame. Anche nel lavoro ci sono momenti che richiedono uno sforzo fuori dell’ordinario.
È chiaro che in circostanze del genere la maggior parte del tempo a disposizione viene assorbito da questo tipo di impegni. Quindi, per trovare un equilibrio con l’attività, occorre regolarsi di volta in volta a seconda dei casi. È anche importante guardare le cose da una prospettiva a lungo termine. Voi giovani dovreste sforzarvi al massimo in qualsiasi cosa, perché adesso state gettando le fondamenta dell’intera vita futura.
Il presidente Toda diceva spesso: “Nella fede fai il lavoro di una persona, ma nel lavoro quello di tre.” […] È un errore trascurare alcune cose pensando che tutto funzioni meglio se ci concentriamo solo su altre. Mi rendo conto di quale sfida rappresenti per voi lavorare, studiare e fare attività. Ma la vera pratica buddista risiede nel riportare successi in tutti i campi. Tutti gli sforzi che farete, inoltre, si riveleranno un tesoro prezioso.
Quando vi sentite stanchi o sofferenti trovate il tempo di recitare Daimoku per cambiare la situazione. Attraverso la preghiera riuscirete a trovare l’energia per affrontare le circostanze e trovare una soluzione. Ne deriverà uno stato vitale che vi permetterà di dedicarvi a kosen-rufu nel modo che più desiderate.
Forse pensate che tutto sommato non valga la pena di sforzarsi così tanto, ma nel tempo i frutti di questo impegno si manifesteranno chiaramente. Sarà la vita stessa a dimostrarvelo. Quindi, vi raccomando di lavorare col massimo impegno e poi di gioire dei vostri sforzi!» (NRU, 4, 113-116).