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Impegnarsi con un “cuore di leone” lungo il nobile cammino di maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:30

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Impegnarsi con un “cuore di leone” lungo il nobile cammino di maestro e discepolo

Presentiamo alcuni estratti del discorso del presidente Ikeda (del 9 luglio 1997) inserito nel video che è stato trasmesso durante la riunione dei responsabili di centro che ha avuto luogo il 12 novembr

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Nichiren Daishonin scrive: «Al di fuori della capitale della Luce Tranquilla, c’è il regno della sofferenza. Una volta abbandonato il rifugio dell’Illuminazione intrinseca, cosa potrà portarti gioia? Prego perché tu abbracci la Legge mistica che garantisce che “godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive” (SDL, 155). È il solo onore che ti serve ricercare nell’esistenza presente e l’azione che ti guiderà verso la Buddità nella prossima esistenza. Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 58).
La vera gioia si trova nell’impegnarsi per kosen-rufu, nell’agire per la felicità, nostra e degli altri.
Il Daishonin spiega che il Sutra del Loto è il grande insegnamento di perpetua giovinezza e vita eterna (cfr. RSND, 1, 366).
La vecchiaia e la morte non saranno per noi fonte di sofferenza. Finché manteniamo viva la fiamma della fede, il fuoco della forza vitale brucerà per sempre luminoso dentro di noi. Potremo vivere con grande fiducia e convinzione, trascendendo le sofferenze di nascita e morte, e trascorrere la nostra esistenza con il cuore ardente di speranza. Il motore, la forza trainante di tutto questo è la fede. La Soka Gakkai offre un modello per il mondo di oggi in cui le persone vivono più a lungo. Non esiste percorso di vita più sublime.

Creando legami con gli altri espandiamo il nostro stato vitale

Come possiamo espandere il nostro stato vitale? Ampliando la nostra sfera di relazioni interpersonali. Desidero che, in quanto responsabili, ciascuno di voi crei forti legami con gli altri. I veri leader creano e mantengono saldi legami con i membri e con le persone che li circondano. I legami tra gli esseri umani e l’interazione interpersonale sono vitali. È fondamentale entrare in contatto e interagire con più persone possibile, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.
Più ci si impegna in questo, più la propria vita si espande e ne viene arricchita.
Poco prima di morire, lo scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910) fece chiamare la più giovane delle sue amate figlie, Alexandra, e le trasmise le sue ultime parole.
Una cosa importante che le disse in quel momento è che più interagiamo con gli altri e creiamo legami, più cresciamo come esseri umani, arrivando a vivere un’esistenza davvero autentica. Tolstoj voleva lasciare per iscritto queste parole per le generazioni a venire. Nella Soka Gakkai, ciò significa impegnarsi nel dialogo, condividere gli insegnamenti del Daishonin con gli altri e far avanzare kosen-rufu.
L’autore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) una volta affermò: «È pura follia sperare che gli altri siano d’accordo con noi. […] Quando è in conflitto con nature opposte alla propria, un essere umano deve raccogliere le sue forze per riuscire strenuamente ad aprirsi un varco. In questo modo, tutti i suoi diversi aspetti emergono e si sviluppano, fino a diventare una persona in grado di confrontarsi con chiunque».
Chi si impegna a dialogare con quante più persone possibile è un vincitore nella vita. La nostra vittoria è determinata da quanto ci dedichiamo a sostenere gli altri.
Più ci prendiamo cura degli altri, più la nostra vita sarà vittoriosa. Più saldi legami creiamo con diversi tipi di persone, ispirandole a impegnarsi a loro volta per kosen-rufu, più grande sarà la nostra vittoria.

La dichiarazione di Makiguchi Sensei di realizzare kosen-rufu

Fin dai tempi del nostro presidente fondatore, Tsunesaburo Makiguchi, lo scopo della Soka Gakkai è sempre stato kosen-rufu.
Sapete quando Makiguchi Sensei utilizzò per la prima volta il termine kosen-rufu in un contesto ufficiale? E quando proclamò che la Soka Gakkai è un’organizzazione dedita alla realizzazione di kosen-rufu? Non fu certo quando le cose andavano bene, anzi, era un periodo in cui la Soka Gakkai stava subendo aspre persecuzioni.
Nel maggio del 1942 si tenne la quarta riunione generale dell’allora Soka Kyoiku Gakkai, appena sei mesi dopo lo scoppio della Guerra del Pacifico (1941-1945).
All’inizio l’esercito giapponese aveva realizzato una serie di vittorie consecutive, ma tutto questo non durò a lungo. La nazione si trovò presto a un punto morto.
In seguito la situazione si ribaltò completamente, e il Giappone iniziò a perdere una battaglia dopo l’altra. Eppure il governo non faceva altro che mentire ai suoi cittadini. Ignorando ciò che stava realmente accadendo, le persone celebravano l’abilità militare e la missione divina del Giappone, e in tutto il paese si era diffusa l’euforia della vittoria.
Tuttavia Makiguchi Sensei intuì quale fosse la realtà: percepì che il Giappone sarebbe stato distrutto, che la nazione avrebbe subìto una tremenda sconfitta. Era un uomo di grande fede e perspicacia, che gli permettevano di vedere la vera natura delle cose, come se fosse riflessa in uno specchio limpido; possedeva quello che potrebbe essere descritto in termini buddisti come “l’occhio della Legge” o “l’occhio del Budda”.
Alla riunione generale dichiarò: «Dobbiamo guidare la nazione nella direzione del grande bene. E questo è come atterrare di fronte alle forze nemiche». In altre parole, stava affermando che uscire tra le persone in preda all’ignoranza e alla distruttività, e indicare loro la via che conduce al grande bene, equivale a effettuare uno sbarco militare su lidi ostili.
Disse anche: «Credo che, impegnandoci per la felicità delle nostre famiglie e il benessere della società, possiamo contribuire almeno in parte alla realizzazione di kosen-rufu». Quella fu la prima volta in cui utilizzò pubblicamente il termine kosen-rufu. Così, egli dichiarò che avrebbe dedicato la sua vita alla realizzazione di questo obiettivo.

Nei momenti più difficili, nelle zone più in difficoltà

Makiguchi Sensei si dedicò davvero instancabilmente per kosen-rufu, diffondendo la Legge mistica in lungo e in largo. Nonostante le persecuzioni da parte delle autorità e l’età avanzata, organizzò più di duecentoquaranta zadankai (dal maggio 1941 al giugno 1943, quando compì 72 anni). Non solo, viaggiò da solo in diverse regioni del Giappone e fece personalmente shakubuku a circa cinquecento persone (dal 1930, anno di fondazione della Soka Gakkai, a luglio 1943, quando fu arrestato).
Iniziare proprio nei momenti più difficili e nelle zone più in difficoltà è la via per realizzare grandi cose, per scrivere una nuova pagina di storia. Dovremmo riflettere profondamente su questo spirito della Soka Gakkai e farlo nostro.
Anche Toda Sensei si alzò da solo nel Giappone del dopoguerra, uno dei periodi più difficili, con la determinazione: “Ora è il momento di realizzare kosen-rufu!”.
Proprio quando le circostanze sono più avverse, è il momento di tirare fuori il coraggio.
Nichiren Daishonin afferma: «Quando un governante malvagio si allea con preti che sostengono insegnamenti errati per distruggere l’insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità» (Lettera da Sado, RSND, 1, 267). Un codardo non può diventare un Budda; il Daishonin afferma che solo coloro che possiedono un cuore di leone conseguiranno la Buddità.
Più difficile è la situazione, più dobbiamo alzarci e affrontarla con coraggio. Questa è l’essenza dello spirito della Soka Gakkai. Quando prendiamo l’iniziativa recandoci nelle zone maggiormente in difficoltà, si aprirà sicuramente una strada.

Creiamo una “rivoluzione di crescita di nuove persone capaci” a partire dalle nostre comunità!

Cosa stava facendo il clero della Nichiren Shoshu mentre Makiguchi pronunciava il suo appello per kosen-rufu? Stava cercando di distruggere kosen-rufu, proprio come continua a fare tuttora.
Durante la guerra, il clero proibì la pubblicazione del Gosho e ordinò la censura, nei volumi esistenti, di quattordici passi cruciali degli scritti del Daishonin, quali: «Io, Nichiren sono il più grande santo di tutto Jambudvipa» (Il santo conosce le tre esistenze della vita, RSND, 1, 572).
Non solo, accettò di custodire il talismano shintoista al Tempio principale Taiseikiji e intimò a Makiguchi Sensei di accettarlo a sua volta. Che grave offesa alla Legge! E quando Makiguchi Sensei si rifiutò categoricamente, il clero si alleò in segreto con coloro che perseguitavano la Gakkai.
E i discepoli di Makiguchi Sensei? Come reagirono? Furono tutti sorpresi e allarmati dall’intensità della presa di posizione del loro maestro. Non erano affatto dei leoni, erano tutti gatti e topi.
Mentre Makiguchi Sensei si pronunciò a favore di kosen-rufu deciso a fare le sue rimostranze alle autorità nazionali, i suoi discepoli furono sopraffatti dalla paura e dissero: «Ora è troppo pericoloso», «I tempi non sono maturi», e ancora: «Finiremo per essere arrestati tutti dalla polizia militare!».
Solo Toda Sensei rimase imperturbabile, dichiarando con orgoglio di essere un discepolo di Makiguchi Sensei e ribadendo il suo impegno a rimanere al suo fianco, qualunque cosa fosse accaduta. Il suo è un grande e nobile esempio dello spirito di maestro e discepolo.
Successivamente, Toda Sensei espresse la sua gratitudine al maestro, affermando: «Nella sua vasta e sconfinata compassione, mi ha permesso di seguirla persino in carcere». Invece di lamentarsi per essere stato imprigionato, provò una profonda riconoscenza. Era onorato di condividere quella persecuzione con il suo maestro. Questo è il vero spirito di maestro e discepolo!
Una volta rilasciato dalla prigione, Toda Sensei si alzò da solo e innalzò con coraggio il vessillo di kosen-rufu affidatogli da Makiguchi. Poiché era indissolubilmente unito al suo maestro da un legame di non dualità, riuscì a superare la tragedia della morte del presidente Makiguchi e a creare una potente ondata di kosen-rufu.
Noi membri della Soka Gakkai non dobbiamo mai dimenticare questo cammino, la “via di non dualità di maestro e discepolo”.
Anche oggi, per quanto riguarda il nostro movimento di kosen-rufu, quando i responsabili progrediscono, tutti progrediscono. Quando i responsabili crescono, tutti crescono. Se invece i responsabili non fanno altro che parlare senza mai agire, non ci sarà vittoria.
Quando un responsabile determina: «Realizzerò la mia rivoluzione umana! Mi rafforzerò e migliorerò!» e poi agisce prendendo personalmente l’iniziativa, da lì nasce la forza trainante per continuare sempre a vincere. Questa è l’unica formula per essere sempre vittoriosi.
Nichiren Daishonin afferma: «La Legge non si propaga da sola: poiché sono le persone a propagarla, sia le persone che la Legge sono degne di rispetto»

[ref]Da Hyaku Rokka Sho (Le centosei comparazioni); non incluso nella traduzione italiana della Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volumi 1 e 2[/ref]

(GZ, 856).
La realizzazione di kosen-rufu dipende interamente dalle persone capaci. Quindi troviamo nuove persone capaci, aiutiamole a crescere e facciamo sì che uniscano le loro forze! Coloro che riescono in questa impresa sono essi stessi individui di eccezionale capacità.
Desidero che la Soka Gakkai si impegni ulteriormente con questo obiettivo di una “rivoluzione della crescita di persone capaci” per il ventunesimo secolo!
Concludo qui il mio discorso di oggi. Grazie mille per la lunga attenzione.

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