La gratitudine ci rende felici
Una volta Toda affermò: “Dobbiamo ringraziare il Gohonzon e sentirci veramente onorati di essere nati in questo mondo ed essere in grado di condividere anche una sola parola del Buddismo del Daishonin con gli altri”. […] Una vita pervasa da una costante gratitudine per la Soka Gakkai, per il nostro maestro e per i nostri compagni di fede che ci hanno insegnato il Buddismo è davvero profonda, bella e forte.
(D. Ikeda, BS, 162, 34)
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La prova della nostra umanità
«La vecchia volpe non dimentica la collinetta in cui è nata e la tartaruga bianca ripagò il favore ricevuto da Mao Pao. […] A maggior ragione chi si dedica al Buddismo non dovrebbe dimenticare i debiti di gratitudine verso i genitori, verso i maestri e verso il paese. Ma, per ripagare questi grandi debiti, deve assolutamente studiare e comprendere a fondo il Buddismo e diventare un sapiente».
Nichiren Daishonin, Ripagare i debiti di gratitudine (RSND, 1, 614)
Ripagare i debiti di gratitudine è una prova della nostra umanità. Nel Buddismo ciò non si limita a particolari categorie di persone come i genitori e il sovrano del paese. Una vita autenticamente grata riconosce il suo debito nei confronti di tutti gli esseri viventi.
Come si ripaga il debito nei confronti di tutti gli esseri viventi? Studiando e comprendendo fino in fondo il Buddismo, dice il Daishonin.
Scrive inoltre: «Come può una nave guidata da chi non conosce la direzione dei venti condurre i mercanti alla montagna dei tesori?» (RSND, 1, 614). Intende dire che senza la vera sapienza che si acquisisce praticando il Buddismo è impossibile condurre gli altri alla verità. Nel Buddismo, ripagare i debiti di gratitudine significa sviluppare una condizione vitale vasta, in modo da comunicare il nostro apprezzamento a tante altre persone e ripagare così il debito di gratitudine nei loro confronti nel senso più profondo.
Nel Buddismo del Daishonin, ripagare i debiti di gratitudine significa agire per realizzare il voto di condurre tutte le persone alla felicità.
(D. Ikeda, BS, 186)