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Il mondo del Gosho, capitolo “Il Gohonzon” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:18

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    Il mondo del Gosho, capitolo “Il Gohonzon”

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    Puntata 2. Il significato di abbracciare l’oggetto di culto e l’eredità della fede

    Continua la serie in tre puntate dedicata ad approfondire il capitolo “Il Gohonzon” de Il mondo del Gosho, uno dei capisaldi delle opere del maestro Ikeda. Pubblichiamo in queste pagine la seconda puntata, in cui viene approfondito in che modo, alla luce degli scritti di Nichiren Daishonin, è possibile abbracciare il Gohonzon. La prima puntata, incentrata sul significato dell’oggetto di culto nel Buddismo del Daishonin, è pubblicata su NR, 780, 12. La terza tratterà della missione dei Bodhisattva della Terra e della Soka Gakkai

    Il significato di abbracciare il Gohonzon

    Nel capitolo “Il Gohonzon” de Il mondo del Gosho il maestro Ikeda e il Dipartimento di studio della Soka Gakkai approfondiscono da diversi angolazioni il tema dell’oggetto di culto nel Buddismo di Nichiren Daishonin. Uno degli argomenti che viene affrontato è il significato di abbracciare il Gohonzon. Sensei scrive:

    «“Abbracciare il vero oggetto di culto” significa credere nel Sutra del Loto e sostenerlo fedelmente. Il Sutra del Loto è l’insegnamento che permette a tutte le persone di «entrare nel sentiero della Buddità» (cfr. SDL, 82). La vita di ogni persona è dotata del mondo di Buddità, una condizione di felicità che niente può turbare. Il sutra inoltre ci insegna che tutti possiamo manifestare questa condizione di vita, ci esorta a credere sia nell’Illuminazione di tutte le persone sia nella nostra» (pag. 348).

    Successivamente viene approfondito il concetto di “eredità della fede” e viene evidenziato come si dovrebbe abbracciare il Sutra del Loto da tre punti di vista, indicati dal Daishonin nel Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita.

    Il primo punto

    Innanzitutto il Daishonin afferma:

    «Recitare Myoho-renge-kyo con la consapevolezza che non esiste alcuna differenza fra Shakyamuni che ottenne l’Illuminazione nel lontano passato,
    il Sutra del Loto che è la strada dell’Illuminazione di tutti gli esseri, e noi persone comuni, significa ereditare la Legge fondamentale di vita e morte. Questo è essenziale per i discepoli, preti e laici, di Nichiren: questo è il significato di abbracciare il Sutra del Loto» (RSND, 1, 189).

    In questo passo il Daishonin afferma che dovremmo comprendere il più profondamente possibile che non vi è differenza fra il Budda eterno, il Sutra del Loto che insegna l’Illuminazione di tutte le persone e ognuno di noi. Il maestro Ikeda a tal proposito commenta:

    «Il Budda eterno, l’insegnamento del Sutra del Loto e ognuno di noi sono tutte manifestazioni ed espressioni della Legge mistica che rivelano ugualmente il vero aspetto di tutti i fenomeni. Abbracciare il Sutra del Loto significa credere in questa verità. Tutti possono diventare Budda e garantirsi senza alcun dubbio la felicità eterna. Questa convinzione permette di aprirsi una strada davanti a qualsiasi circostanza, è la luce di speranza che illumina l’oscurità più tetra e ci dà il coraggio di sfidare qualsiasi avversità» (pag. 349).

    Il secondo punto

    Successivamente il Daishonin incoraggia ognuno a raccogliere la propria fede e a recitare Nam-myoho-renge-kyo «con la profonda consapevolezza che adesso è l’ultimo momento della sua vita» (RSND, 1, 189). Sensei approfondisce questo punto:

    «Ciò significa non risparmiare la propria vita e mantenere la fede per tutta la vita. Poiché l’obiettivo finale dell’esistenza è conseguire la Buddità, è ovvio che dovremmo mantenere la fede per tutta la vita. Il Daishonin spiega l’importanza di perseverare affermando che la Buddità si trova nel mantenere la fede (cfr. RSND, 1, 153). La chiave per mantenere la fede risiede nel pensare sempre che adesso è l’ultimo momento della propria vita. Con una fede simile, se anche la vostra vita finisse ora, non avreste rimpianti. Una fede devota, pura e senza rimpianti ci permette di diventare una sola cosa con la Legge mistica; mantenerla per tutta la vita ci consente di conseguire la Buddità in questa esistenza. […] Se abbracciamo sinceramente la Legge mistica, i benefici che ne derivano non svaniranno mai attraverso le tre esistenze. Il seme per il conseguimento della Buddità, cioè la Legge mistica, una volta seminato nel campo del nostro cuore, non può mai andare perduto o distrutto» (pag. 350).

    Sensei parla dell’importanza di coltivare per tutta la vita una fede coerente e ininterrotta, combattendo la nostra oscurità interiore. Egli scrive:

    «Qualsiasi difficoltà possiamo incontrare, è importante continuare a credere nella Legge mistica e recitare Nam-myoho-renge-kyo con tenacia, nella gioia e nel dolore. Non dobbiamo mai recidere il legame con la Legge mistica. Coloro che non credono e che la offendono distruggono i semi della loro stessa Illuminazione» (pag. 351).

    Il terzo punto

    Infine, il Daishonin indica una terza condizione per abbracciare il Gohonzon ed ereditare correttamente la Legge: l’unità di “diversi corpi, stessa mente”:

    «In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione potrà realizzarsi. Ma se qualcuno dei discepoli di Nichiren distrugge l’unità di “diversi corpi, stessa mente” sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno» (RSND, 1, 190).

    Questo è un punto fondamentale. Nella lezione sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita Sensei spiega (Esperia, pag. 96):

    «Nel Buddismo lo spirito di “diversi corpi, stessa mente” si riferisce all’armonia, basata sulla Legge, che si stabilisce fra un singolo individuo e il gruppo.
    Indica una comunità di persone, dinamiche e diverse fra loro, capaci di ispirarsi reciprocamente negli sforzi per il progresso di kosen-rufu.
    Il Daishonin conclude che l’eredità della Legge fondamentale di vita e morte fluisce nella vita di coloro che recitano
    Nam-myoho-renge-kyo con questo spirito.
    […] Nessun piano o strategia per kosen-rufu potrà essere vincente se non è fondato su una preghiera basata sull’unità.
    Una forte preghiera di questo tipo creerà un incredibile slancio, capace di respingere le influenze negative di coloro che vogliono minare l’unità del nostro movimento, proprio grazie alla consapevolezza di ogni singolo individuo».

    E parlando di come affrontare tali influenze negative il maestro Ikeda continua (Ibidem, 99):

    «“Stessa mente” significa anche lo spirito di combattere energicamente le forze distruttive che tentano di ostacolare o nuocere al nostro nobile movimento.
    Negli anni ci sono state talvolta persone nella nostra organizzazione che hanno dimenticato la loro fede, hanno abbandonato il comune impegno
    per kosen-rufu e hanno ceduto al desiderio di notorietà e fortuna.
    Spinti dai propri interessi, questi individui hanno tentato di distruggere l’armoniosa comunità dei praticanti, commettendo una grave offesa al Buddismo.
    È importante prendere posizione contro queste azioni distruttive, con coraggio. Questa è l’essenza del Sutra del Loto ed è anche lo spirito della Gakkai».

    Avanziamo sempre insieme alla Soka Gakkai

    Riassumendo, le tre condizioni indicate da Nichiren Daishonin per abbracciare il Gohonzon ed ereditare la Legge sono:

    1. Sviluppare la consapevolezza che non c’è alcuna differenza tra Shakyamuni, il Sutra del Loto e noi persone comuni.
    2. Raccogliere la fede e recitare Nam-myoho-renge-kyo con la consapevolezza che adesso è l’ultimo momento della propria vita;
    3. Recitare Daimoku con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente” con il desiderio di un’ampia propagazione, ossia per realizzare kosen-rufu.

    È un’immensa fortuna aver incontrato la Soka Gakkai, l’organizzazione che sta adempiendo al mandato di Nichiren Daishonin realizzando fedelmente ogni sua indicazione. Proteggere la Soka Gakkai e il Gohonzon equivale di per sé a contribuire alla realizzazione di kosen-rufu. Al contrario, creare divisioni corrisponde all’operato delle funzioni demoniache, che di fatto ostacolano il progresso di kosen-rufu e impediscono di ereditare la fede così come indicato chiaramente da Nichiren Daishonin. Basandoci sulle guide del maestro e sul Gosho, possiamo avanzare con coraggio sulla strada della nostra missione, come scrive Sensei nel capitolo “Il Gohonzon”:

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    «Non c’è esistenza più soddisfacente di quella in cui ognuno di noi, con la propria preziosa e indispensabile missione, conduce una vita attiva superando varie difficoltà e tracciando la strada per un futuro colmo di rinnovata speranza. Kosen-rufu è una magnifica impresa che avanza eternamente, passo dopo passo, grazie alla rivoluzione umana di ogni persona» (pag. 352).

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    Diversi corpi, stessa mente

    (Giapp. itai doshin): concetto che descrive l’unità ideale. Nichiren Daishonin si è avvalso di questa frase per incoraggiare i propri seguaci all’unità. In questa espressione “diversi corpi” si riferisce al concetto dell’unicità di ogni individuo e “stessa mente” allo scopo comune che essi condividono (cfr. Dizionario di Buddismo, IBISG, pag. 177).

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    In queste pagine è stata pubblicata la seconda puntata di approfondimento sul capitolo “Il Gohonzon” del libro Il mondo del Gosho di Daisaku Ikeda (pagg. 307-399). Nella prossima puntata verrà approfondita la missione dei Bodhisattva della Terra e della Soka Gakkai. La prima puntata è stata pubblicata su NR, 780, 12

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