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Incidiamo il Gosho nel nostro cuore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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Incidiamo il Gosho nel nostro cuore

Daisaku Ikeda

dal Seikyo Shimbun del 4 ottobre 2022

In questa puntata della serie “Linee guida della speranza”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 4 ottobre 2022, il maestro Ikeda commenta tre passi del Gosho invitando a incidere gli scritti di Nichiren Daishonin nel nostro cuore per far risplendere le nostre vite!

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In questa puntata della serie “Linee guida della speranza”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 4 ottobre 2022, il maestro Ikeda commenta tre passi del Gosho invitando a incidere gli scritti di Nichiren Daishonin nel nostro cuore per far risplendere le nostre vite!

Dal Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera

«Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune. Un passo del sutra dice: «Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità» (RSND, 1, 477).

Che tutti, senza eccezione, possano diventare felici

«Che tutti coloro che attraversano un rigido inverno di avversità possano accogliere una gioiosa primavera di vittoria!”: questo desiderio pieno di compassione del Daishonin è davvero commovente. Citando questo e altri passi del Gosho, una volta Toda disse: «Il Daishonin non ci farebbe intraprendere una lotta che non ci permetta di ottenere benefici ed elevare il nostro stato vitale!».
Il Gosho è pieno di esempi di come il Daishonin facesse di tutto per incoraggiare i suoi discepoli, prova del suo sincero «comportamento da essere umano» (RSND, 1, 756). Anche noi, studiando a fondo il suo insuperabile umanesimo, facciamo il massimo per apprezzare ogni individuo aiutandolo a creare una relazione con il Buddismo».
(D. Ikeda, NR, 618)

Sfidiamo con coraggio l’inverno delle avversità

«La chiave per vincere nella vita è costituita dall’intensità con cui combattiamo durante il nostro inverno, dalla saggezza con cui affrontiamo quei momenti e dal significato che sappiamo attribuire a ogni singolo giorno vissuto nella certezza che la primavera alla fine arriverà. Avere fede nel Sutra del Loto significa farsi strada coraggiosamente attraverso l’inverno delle nostre avversità. Assumendoci l’arduo compito di trasformare il nostro karma, potremo dare il benvenuto alla primavera e costruire felicità e fortuna. Per questo motivo non dobbiamo evitare le prove dell’inverno, ma affrontarle con coraggio per poter avanzare senza limiti verso la meravigliosa primavera del conseguimento della Buddità e realizzare kosen-rufu».
(D. Ikeda, Gli insegnamenti della speranza, Esperia, pag. 100)

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Dal Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza

«Lo stesso vale per un Budda e una persona comune. Quando una persona è illusa è chiamata essere comune, quando è illuminata è chiamata Budda. È come uno specchio appannato che brillerà come un gioiello se viene lucidato. Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall’oscurità innata è come uno specchio appannato che, però, una volta lucidato, sicuramente diverrà limpido e rifletterà la natura essenziale dei fenomeni e il vero aspetto della realtà. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4)

La chiave è trasformare il nostro ichinen

«Il Daishonin iscrisse il Gohonzon e istituì la pratica della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo per permettere alle persone di conseguire la Buddità, creando una forma di pratica buddista accessibile universalmente. Fu davvero una grande rivoluzione religiosa.
Il Buddismo del Daishonin sottolinea l’importanza di trasformare la nostra mente, il nostro atteggiamento mentale di base. In genere si tende a pensare che vi sia una grande differenza fra le persone comuni e il Budda, ma il Daishonin insegna che tale divario non esiste e l’unica differenza consiste nell’essere illusi o risvegliati. Recitare Nam- myoho-renge-kyo è il mezzo per passare da uno stato vitale illuso a uno illuminato».
(D. Ikeda, Fede, pratica e studio, Esperia, pag. 23)

La pratica del Daimoku “lucida” la nostra vita

«Se uno specchio è opaco non può più adempiere alla sua funzione originale e quindi va lucidato regolarmente. Anche la nostra vita, se la trascuriamo e non la coltiviamo, sarà avvolta dall’ignoranza. Da qui la metafora dello specchio.
L’atto di lucidare è indispensabile per ripristinare la proprietà innata dello specchio, e inoltre non è sufficiente pulirlo una volta soltanto. Se vogliamo che mantenga la proprietà della riflessione dobbiamo continuare a lucidarlo. Come questa metafora acutamente suggerisce, la nostra pratica di recitare Daimoku è una lotta per pulire la nostra vita, per spazzar via la polvere dell’ignoranza e aumentare al massimo lo splendore della nostra natura illuminata del Dharma».
(Il conseguimento della Buddità in questa esistenza – Lezioni di Daisaku Ikeda, Esperia, pag. 62)

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Dal Gosho L’apertura degli occhi

«Sebbene io e i miei discepoli possiamo incontrare varie difficoltà, se non nutriamo dubbi nei nostri cuori, conseguiremo naturalmente la Buddità. Non dubitate semplicemente perché il cielo non vi protegge. Non scoraggiatevi perché non godete di un’esistenza facile e tranquilla in questa vita. Questo è quello che ho insegnato ai miei discepoli mattina e sera, ma tuttavia hanno cominciato a nutrire dubbi e ad abbandonare la loro fede.
Gli stupidi sono soliti dimenticare le loro promesse quando viene il momento cruciale» (RSND, 1, 256)

Maestro e discepolo sono uniti indissolubilmente

«Spesso accade che i leader religiosi si rivolgano ai loro seguaci per istruirli in maniera unilaterale, dicendo sempre: «Miei discepoli …». Invece Nichiren dice: «Io e i miei discepoli». L’atteggiamento che lo porta a includere se stesso istruendo i suoi discepoli è pervaso dallo spirito buddista di unità di maestro e discepolo.
La spina dorsale della relazione tra maestro e discepolo è lo spirito di “non risparmiare la propria vita”, cioè la dedizione altruistica. Poiché il maestro stesso, Nichiren, non risparmia la sua vita nel propagare la Legge, è legittimato a essere una guida nell’aprire a tutti la via del Buddismo. Allo stesso modo, se i suoi seguaci, nel loro ruolo di discepoli, vogliono propagare la Legge, devono lottare attivamente a questo fine con la stessa dedizione altruistica del loro maestro».
(L’apertura degli occhi – Lezioni di Daisaku Ikeda, 238)

Ora è il momento cruciale

«Il Sutra del Loto si apre con la frase “Così io ho udito” (SDL, 1). Si tratta di un principio buddista estremamente profondo. In altre parole, è la dichiarazione del discepolo che afferma: “Ho udito l’insegnamento del maestro, l’ho accettato, credo in esso e l’ho inciso nella mia vita”. È il voto del discepolo di lottare in perfetto accordo con gli insegnamenti del maestro. Pertanto, è la solenne trasmissione dello spirito supremo di non dualità di maestro e discepolo.
[…] In quanto discepoli, stiamo facendo nostre le guide del maestro mettendole concretamente in pratica e correggendo con spirito sincero il nostro atteggiamento, oppure le ignoriamo come se non ci riguardassero in prima persona? Questa netta differenza del nostro ichinen, della nostra determinazione basata sullo spirito: «Così io ho udito» (SDL, 1), costituisce un bivio assolutamente cruciale tra vittoria e sconfitta, che ci porta da un lato a seguire fino in fondo il cammino di maestro e discepolo, e dall’altro a sprofondare in una vita di stupidità.
In queste parole de L’apertura degli occhi, il Daishonin ci sta spiegando che il Buddismo è vincere o perdere.
«Il momento cruciale» di cui parla il Daishonin non è “un giorno, in futuro”. È “adesso”, sempre e comunque. È “da questo momento in poi”.
(Ikeda Daisaku Zenshu, vol. 137, pag. 320)

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