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Divisione Futuro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:51

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    Divisione Futuro

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    Care amiche e cari amici, da oggi questa sezione del giornale è completamente rinnovata.
    L’anno scolastico è cominciato e siamo pronti a decollare verso nuove esperienze. Il 2 ottobre 1960 il presidente Ikeda partì per il suo primo viaggio nel mondo per diffondere il Buddismo. A quel tempo c’erano pochissime persone che praticavano fuori dal Giappone; in Europa erano meno di dieci! Oggi la SGI è presente in 192 paesi e territori. Il Buddismo esiste per costruire la pace, infatti il 2 ottobre è considerato il Giorno della pace nel mondo. Anche noi possiamo contribuire alla pace ogni giorno, e il modo migliore per farlo è impegnandoci nello studio e nel sostenere i nostri amici. Perfino quando affrontiamo le nostre paure con coraggio stiamo costruendo la pace nel mondo. Col Daimoku ce la faremo sicuramente.

    In questo mese

    2 OTTOBRE
    • 1960 Daisaku Ikeda parte per il suo primo viaggio all’estero
    • Giorno della pace nel mondo

    13 OTTOBRE
    • 1282 muore Nichiren Daishonin

    19 OTTOBRE
    • 1961 prima visita di Daisaku Ikeda in Italia
    • Giorno d’Italia

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    Le nostre storie / Le mie grandi domande
    di Gaia Priolo, 18 anni, Firenze
    Frequenta il liceo classico, ha la passione del teatro e studia recitazione

    Figlia di buddisti, ho cominciato a frequentare con costanza le riunioni della Divisione futuro a dodici anni. Recitavo poco e talvolta con senso di costrizione, senza capire veramente il potere della pratica.
    Con il liceo speravo di fare nuove amicizie e da subito costruii un forte legame con una ragazza; in seguito scoprii che stava entrando nel vortice distruttivo dell’anoressia e il nostro rapporto diventò fonte di sofferenza. Stavo male con me stessa e con gli altri, piangevo spesso e non sapevo come uscire da problemi che sembravano dovermi opprimere per sempre. Non sentivo il valore della mia vita. La sofferenza divenne anche fisica quando, a settembre 2012, cominciai a sentire dei forti dolori al petto, che mi impedivano di respirare. Fui ricoverata e mi venne diagnosticata una malattia autoimmune. All’improvviso ero diventata una malata cronica e temevo che non avrei più avuto la vita normale dei miei coetanei e il futuro che volevo. Nella mia testa, il mio nemico era diventato il cortisone, un farmaco che prendevo ad alte dosi e che mi portò a un aumento di peso. Sono sempre stata magra e questi cambiamenti innaturali nel mio corpo non riuscivo ad accettarli. Cominciai a recitare più Daimoku, ma senza troppa fiducia. Tutto sembrava essere fuori dal mio controllo. I dolori persistevano e non mangiavo quasi niente, aggravando ulteriormente la situazione. Quando credevo di poter tornare a scuola e riprendere ritmi normali, il mio corpo non ha retto e ho avuto una ricaduta molto seria. È stato allora che qualcosa è cambiato. Avevo una domanda fissa in testa: «Perché a me? Perché di nuovo?». In quel momento, sul lettino del reparto di rianimazione, sentivo che un motivo doveva esserci. La vita mi stava dando un forte segnale. Non sapevo da dove fosse arrivata, ma sentivo una forte determinazione nel cuore: questa volta vincerò. Cominciai a recitare un Daimoku determinato, avvicinandomi per la prima volta con consapevolezza ai testi buddisti. Da quel momento, il luogo che aveva segnato la sofferenza più profonda nella mia vita, l’ospedale, diventò quello in cui ho provato la gioia più pura e profonda. Grazie anche all’incoraggiamento dei miei genitori e di tutti i membri che hanno recitato per me, gradualmente cominciai a provare fiducia e forza. Finii con l’essere profondamente grata per tutto quello che mi stava succedendo: questo era il prezioso e unico espediente per cominciare a praticare davvero.
    Nonostante il percorso non sia sempre stato facile, si manifestarono molti benefici: un intervento che era stato ipotizzato per rimuovere un versamento formatosi intorno al cuore e ai polmoni non fu più necessario; i quasi dieci chili che avevo preso a causa dei farmaci in pochi giorni sparirono e il cortisone non mi ha più dato effetti collaterali. Fortunatamente non ho avuto veri disturbi alimentari, ma avendo sfiorato, anche se per un breve periodo, la sofferenza che la mia amica provava ogni giorno, decisi di sostenerla con tutte le mie forze e le parlai del Buddismo. Tornata a scuola, con la mia gioia riuscivo a incoraggiare le persone, e nonostante i mesi persi al secondo anno di un liceo classico riuscii a passare quasi con la media dell’otto. Infine ho trovato cure e medici giusti per me che hanno portato la patologia in remissione, ma soprattutto l’ombra della malattia non ha più ossessionato la mia vita, anzi ne è diventata il carburante, spingendomi a recitare per sconfiggere i limiti e i paletti che si trovano solo nella mia mente. Ho perfino iniziato a fare la modella, potendo coltivare amicizie con persone di tutto il mondo, spesso parlando loro della pratica.
    Ho deciso che voglio avere una remissione stabile della malattia, vivere una vita ricca e felice e realizzare la mia missione per kosen-rufu: diventare un grande medico.

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    Princìpi fondamentali / Il Daimoku

    Da questo mese studieremo insieme alcuni princìpi del Buddismo.
    Nichiren proclamò Nam-myoho-renge-kyo nel 1253, affermando che è la Legge fondamentale dell’universo, che sta alla base della nostra vita. Egli iscrisse il Gohonzon, rappresentando concretamente questa Legge, e dichiarò che recitando Daimoku davanti al Gohonzon possiamo costruire una felicità assoluta.
    Alla domanda, rivoltagli da un ragazzo, sul perché la recitazione del Daimoku funziona, una volta il presidente Ikeda ha risposto: «Per quale ragione le preghiere che rivolgete al Gohonzon ricevono risposta? Perché voi stessi possedete dentro di voi il potere di realizzarle. Le vostre esistenze sono dotate di un potenziale infinito».
    Quindi come si fa a manifestare questo potenziale? Semplicemente recitando Daimoku! Con la preghiera richiamiamo altresì le funzioni protettive dell’universo, che ci sosterranno in tanti modi diversi. Potremo vincere anche sulle sofferenze più grandi.
    Altri ragazzi hanno chiesto perché le loro preghiere non ottengono risposta. Questa è stata la risposta di sensei: «La preghiera nel Buddismo di Nichiren è un voto, un impegno a realizzare il vostro desiderio senza possibilità di fallire. Un altro obiettivo della pratica buddista è riuscire a fare la propria rivoluzione umana: se tutti i vostri desideri si realizzassero subito, potreste pensare che le cose in qualche modo si sistemeranno anche se non vi sforzate. In quel caso non crescereste mai veramente come persone. Se recitate e vi impegnate, sicuramente i vostri desideri più profondi si realizzeranno. Coloro che recitano un Daimoku forte e regolare vivranno una giovinezza vittoriosa e trionfante».
    Poniamoci grandi obiettivi fissandoli in modo chiaro, e continuiamo a recitare fino in fondo.

    Per approfondire:
    Il mondo vi attende, IBISG, pagg. 57-63

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    Vincere con il Gosho

    «Questa vita è come un sogno, nessuno può esser certo di vivere fino a domani. Anche se tu dovessi diventare il più misero dei mendicanti, non disonorare il Sutra del Loto. Dato che comunque sarebbe uguale, non lasciar trasparire il tuo dispiacere. Come tu stesso scrivi nella tua lettera, devi agire e parlare senza il minimo accenno di servilismo»

    (dal Gosho Ammonimento contro l’attaccamento al proprio feudo, RSND, 1, 731)

    Questo Gosho è stato scritto da Nichiren Daishonin nel 1277 ed è indirizzato a Shijo Kingo, il discepolo più conosciuto nella zona di Kamakura.
    All’epoca le persone non morivano solo di malattia, ma rischiavano la vita a causa della guerra. Inoltre, Shijo Kingo era stato minacciato dal suo signore che gli aveva ordinato di abbandonare la fede, pena la confisca dei suoi feudi. Nel sistema feudatario “dare la vita per il proprio feudo”, ovvero proteggere con la vita il feudo, era un concetto chiave per i samurai e la loro confisca rappresentava il più grande disonore. Tuttavia, Shijo Kingo, coraggiosamente, mantenne la propria fede: nonostante le difficili condizioni in cui si trovava, era deciso a non voler “disonorare il Sutra del Loto”, e il Daishonin lodò la sua perseveranza. Successivamente, Shijo Kingo fu perseguitato e visse a lungo in condizioni di estrema difficoltà. Ciononostante, agì sempre secondo gli insegnamenti del Daishonin, riuscendo a superare tutte le avversità che gli si presentavano.
    Qual è, quindi, il fattore più importante per costruire una gioventù vittoriosa? Il presidente Ikeda dice: «È certamente il coraggio». Di fronte a un muro imponente che la vita ci mette davanti, possiamo scoraggiarci e arrenderci, oppure sfidarci al massimo. Viviamo questa esistenza una sola volta, quindi le azioni fondamentali sono prendere coraggio, credere in se stessi dicendo: “Ce la farò sicuramente!” e continuare ad avanzare. Per esempio, se vi ammalate o vi fate male proprio prima di una partita o di un esame, non rappresenta di per sé una sconfitta. La vera sconfitta è lasciarsi andare alle proprie debolezze e perdere di vista la fede.
    Il fatto che voi ogni giorno vi impegnate per recitare Gongyo e Daimoku e che vi sfidiate nella lettura del Gosho e degli incoraggiamenti di sensei, conservandoli nel cuore, significa che la vostra vita è vittoriosa. Vivere con serietà e gentilezza è fondamentale per far risplendere l’esistenza.

    (tradotto da Mirai Journal)

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