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Quando cambia la prospettiva - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:45

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Quando cambia la prospettiva

Alessandra Caldini

Quanto ci sentiamo veramente fortunati per essere nati come esseri umani? E a maggior ragione di aver incontrato la Legge mistica e poter così cambiare il proprio karma? Il Gohonzon non è un “cameriere” che ci porta ciò che ordiniamo, ma lo strumento per cambiare prospettiva e approfondire la saggezza di fronte alle difficoltà della vita

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Quanto ci sentiamo veramente fortunati per essere nati come esseri umani? E a maggior ragione di aver incontrato la Legge mistica e poter così cambiare il proprio karma? Il Gohonzon non è un “cameriere” che ci porta ciò che ordiniamo, ma lo strumento per cambiare prospettiva e approfondire la saggezza di fronte alle difficoltà della vita

«Così il Budda spiegò quanto sia difficile che una tartaruga con un solo occhio incontri un tronco di legno di sandalo con una cavità adatta, anche dopo innumerevoli kalpa. Egli usò questa analogia per illustrare la rarità di incontrare il Sutra del Loto, ma bisogna comprendere che, anche incontrando il tronco di sandalo galleggiante del Sutra del Loto, è ancora più raro trovare la cavità della Legge mistica del Daimoku, che è difficile recitare»

La tartaruga con un solo occhio e il tronco galleggiante (RSND, 1, 851)

Di fronte a un problema di salute, serio abbastanza da farmi fermare a riflettere, ho capito che mi ero persa: non mi piaceva come vivevo e come affrontavo i problemi. Quando mi arriva una difficoltà di un certo peso, come trovare un lavoro, guarire da una malattia o superare una perdita affettiva, subito mi sale l’ansia e il pensiero assillante di come poterla risolvere. Ma praticare non è soltanto recitare Daimoku e fare attività per gli altri per superare quel problema o realizzare quel cambiamento. Mi rendo conto che manca qualcosa all’appello. Cosa?
Ripenso a quando riuscii a trovare la mia attuale casa. Ogni giorno, dopo l’ufficio, mi mettevo a cercare casa ma non spuntava fuori niente che mi soddisfacesse. Il tempo passava e avevo una data precisa entro la quale lasciare la casa di famiglia, cosa che avevano già fatto mia mamma e i miei fratelli. Vedevo case anonime e brutte, con un senso di angoscia crescente, causata anche dalla situazione precaria sul lavoro che non mi consentiva di chiedere un mutuo in banca. Mi sentivo come in una gabbia, con un profondo senso di prostrazione, finché, grazie a un consiglio nella fede capii che stavo sbagliando ottica. Compresi che il Gohonzon “non è come un cameriere” che porta quello che si chiede, è anzi lo strumento che ci permette di ampliare e cambiare prospettiva non solo per un determinato problema, ma per la nostra esistenza.
Questa persona mi fece riflettere: «Ti senti veramente fortunata per essere nata come essere umano? Per avere incontrato la Legge mistica? Per essere in grado di cambiare qualsiasi aspetto del tuo karma in qualunque momento? Per fare emergere la Buddità? È fondamentale riuscire a ringraziare il Gohonzon per tutto questo». In quel momento mi sentivo molto lontana da quelle parole ma non mi persi d’animo.
Misi in pratica quello che mi era stato consigliato, cercai di staccare la spina con quello che era l’assillo mentale del momento e di credere che la realtà era invece Nam-myoho-renge-kyo e dopo poche settimane trovai la casa. Riuscii a tirare fuori quel “grazie” che riportò il sole nel mio cuore e segnò l’inizio di una vita nuova, come lo è acquistare una casa e andarci a vivere. In quei giorni avevo recitato Daimoku per lodare la vita, la Legge dell’universo, per incidere ogni giorno di più l’apprezzamento incondizionato e il rispetto verso me stessa. E a forza di recitare così, quel “grazie” si riempì di tanti significati, permettendomi di comprendere il consiglio che mi era stato dato.
Tutte le volte che spostiamo lo sguardo da quel problema che non si sta risolvendo e proviamo invece a cambiare prospettiva grazie a un incoraggiamento, una frase di Gosho o alle parole di sensei, accade sempre qualcosa. In quei momenti siamo come la tartaruga che riesce nell’impresa eroica di armonizzarsi col suo ambiente nonostante tutto le stia remando contro. Ha trovato il legno di sandalo della sua grandezza ed è riuscita a salirci sopra dal lato giusto. Ora, di fronte all’ennesima difficoltà, ho ripreso in mano quel “grazie” e ho pregato per ricercare ogni giorno lo stesso tipo di comprensione e di gratitudine. È stata una lotta strenua con la mente: pronta a elencare mille motivi per cui potevo sentirmi legittimata a cedere al lamento, ho sentito contemporaneamente che volevo ricercare una prospettiva diversa, un modo di vivere nuovo, dove qualunque difficoltà, per quanto importante, non può togliermi il sorriso.

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