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Diffondere il Buddismo attraverso le mie vittorie quotidiane - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:45

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Diffondere il Buddismo attraverso le mie vittorie quotidiane

Giovanni Napoli, Salerno

Giovanni ha sfidato fino in fondo la paura e le insicurezze che gli impedivano di condividere il Buddismo e con il cuore pieno di gratitudine oggi è in prima linea nel sostenere la vita degli altri

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Giovanni ha sfidato fino in fondo la paura e le insicurezze che gli impedivano di condividere il Buddismo e con il cuore pieno di gratitudine oggi è in prima linea nel sostenere la vita degli altri

Ho venticinque anni e pratico il Buddismo di Nichiren Daishonin dal 2015. Originario di Salerno, dopo un anno di pratica mi sono trasferito in Abruzzo per seguire un corso militare della durata di quattro anni.
Inizialmente ho avuto tantissime difficoltà di adattamento e mi sentivo molto a disagio. La sensazione di essere giudicato era troppo forte per poter parlare agli altri della pratica buddista: avevo paura di non essere convincente e pensavo di dover prima realizzare qualcosa di “concreto”. Un giorno in cui ero particolarmente afflitto dai miei pensieri scrissi la frase Nam-myoho-renge-kyo su un foglio per farmi forza, ma quando mi venne chiesto di cosa si trattasse risposi che non ne sapevo nulla.
Tormentato dall’idea di aver tradito me stesso, giurai che avrei superato la mia paura.
Continuai a recitare Daimoku ogni giorno e presto arrivò l’occasione di parlare davanti a tutti: durante una lezione in aula affermai con coraggio di essere buddista. Fu un punto di svolta: iniziai con gioia a condividere la pratica con colleghi, istruttori e anche persone esterne al luogo di lavoro. Nonostante le critiche e malignità, sentivo di essere sulla strada giusta mentre la paura pian piano si affievoliva.
Nel suo discorso d’investitura, il 3 maggio 1951, Josei Toda dichiarò: «Se la nostra mente è la stessa del Budda e noi desideriamo dedicarci sinceramente alla causa di kosen-rufu, spinti da un amore sincero per gli esseri umani, dobbiamo necessariamente sviluppare l’azione di shakubuku, la via migliore per realizzare la felicità individuale e contemporaneamente dare un contributo alla prosperità della nazione. Ritengo che lo shakubuku sia la più nobile forma di pratica buddista. Dato che lo shakubuku è dedicato alla felicità di tutti gli esseri umani e rappresenta il concetto buddista della salvezza, manifesta la condizione vitale del Budda» (D. Ikeda, Il mondo del Gosho, Esperia pag. 41).
Un giorno mia madre mi comunicò che suo fratello, preso dalla disperazione, sembrava sul punto di voler porre fine alla sua vita. In quel momento un solo pensiero emerse dentro di me: deve praticare! La situazione era molto complicata, perché avevo poco tempo per recarmi a Salerno e perché mio zio era completamente restio ad aprirsi ad altre persone.
Anche se mi chiudeva spesso la porta in faccia, il mio pensiero costante era: “Io so da dove sono partito e dove mi trovo ora grazie al Buddismo, questa pratica mi ha salvato la vita e può salvarla anche a lui!”.
Alla fine sono riuscito a parlare con mio zio e a recitare tre Nam-myoho-renge-kyo insieme a lui: da quel momento la sua vita è cambiata, e dopo mesi di pratica costante ha deciso di ricevere il Gohonzon!
Intanto, terminato il mio corso, nel 2020 sono stato trasferito per lavoro a Corigliano-Rossano. Di nuovo mi sono trovato a vivere difficoltà in ambito lavorativo: paragoni con gli altri colleghi e così tanta sofferenza da pensare di lasciare il lavoro.
Ho continuato comunque a praticare ogni giorno fino a quando ho deciso di trasformare del tutto le mie tendenze: ho determinato davanti al Gohonzon di non arrendermi e di diffondere il Buddismo attraverso la mia crescita e le mie vittorie quotidiane. Percepivo un desiderio costante di continuare a sfidarmi.
Alcuni colleghi hanno iniziato spontaneamente a farmi domande sul Buddismo e uno in particolare ha espresso il desiderio di partecipare a un incontro. Poco dopo ha avuto un problema di salute molto grave, che lo ha bloccato a letto. Così ha deciso di affidarsi alla pratica buddista e io ho continuato a sostenerlo finché un giorno mi ha comunicato due bellissime notizie: non solo era completamente guarito, molto prima del previsto, ma inaspettatamente era stato richiamato come vincitore di un concorso in cui inizialmente era stato eliminato.
Ciò che mi ha dato più gioia è stato sentirgli dire che il Buddismo gli stava portando tanta buona fortuna!
Il Buddismo mi ha salvato la vita e desidero fortemente agire in prima linea per sostenere ogni persona affinché possa sentire la gioia di praticare, anche e soprattutto nelle difficoltà.
Con tutto il cuore vinciamo e portiamo il nostro esempio con le nostre vittorie quotidiane!

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